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APPROFONDIMENTO | Caruso Jones alla ricerca dei “documenti perduti” (PHOTOGALLERY)

Qualche giorno fa il Comune di Messina ha diramato una nota attraverso la quale informava del ritrovamento di “un vero tesoro documentale”. La scoperta, o meglio riscoperta, ha suscitato curiosità e interesse da parte della comunità messinese, seppur non facendo mancare qualche sorriso e qualche facile ironia.

Ma di quali documenti si parla nello specifico? Per capire al meglio la vicenda, abbiamo contattato il diretto interessato, l’Assessore alla Cultura di Messina Enzo Caruso, e l’architetto  Nino Principato

La vicenda

Da diverso tempo Caruso aveva notato pile di documenti e scartoffie, nonché mobilia, suppellettili e addirittura oggetti di valore, accumulati nel corso dell’ultimo secolo e accatastati negli scantinati di Palazzo Zanca. E in effetti negli ultimi mesi l’assessore, nei panni di un novello Indiana Jones, si è lanciato in un vero e proprio tentativo di recupero, armato di camice, mascherina, guanti e tanta pazienza.

Questa operazione è stata coadiuvata, in un primo momento, anche dalla nostra Equipe, a cui Caruso si è rivolto per una valutazione di alcuni di questi reperti di sicuro valore storico (ancore e macine di epoca romana e medievale), destinati al nuovo InfoPoint di Palazzo Weigert. Ma non soltanto reperti di natura materiale: negli ultimi mesi di polveroso lavoro, quei documenti, apparentemente privi di valore e accatastati lì, a terminare miseramente la loro esistenza tra la polvere e l’umidità, sono stati invece tratti in salvo dall’occhio attento dell’assessore. 

L’inaugurazione del nuovo InfoPoint di Palazzo Weigert. Da sinistra il sindaco di Messina Cateno De Luca e gli assessori Caruso e Musolino

I documenti

Si tratta di progetti, creduti perduti, che Caruso ha immediatamente provveduto a destinare all’Archivio Storico del Comune, ubicato nei locali del Palacultura, dove saranno custoditi e resi fruibili per ricercatori, studenti e cultori di Storia Patria. Si tratta del carteggio di inestimabile valore composto da progetti della Messina mai realizzata, datati tra il 1918 e il 1935, relativi ad edifici e luoghi pubblici di straordinaria bellezza, disegnati a china.

Inventariati dal personale della Biblioteca “Cannizzaro”, i preziosi documenti, individuati casualmente dall’occhio attento Assessore Caruso, grazie alla sua lunga militanza nella frequentazione di archivi poco noti, pubblici e privati, e alla personale passione per la ricerca, facevano probabilmente parte dello storico Archivio dell’Ufficio Tecnico, depositato per vetustà in un deposito insieme a tanto altro materiale ormai fuori uso.
Consultati insieme all’arch. Nino Principato e al dott. Antonio Calabrese, archivista volontario, il carteggio consta di disegni e tavole colorate a mano, riviste e foto di modelli lignei di parti della Palazzata e della Cortina del Porto, progettata dopo il terremoto e mai realizzata:

  1. Il Progetto della Nuova Cortina del Porto post terremoto (1918) a firma di Luigi Borzì, ingegnere Capo del Comune di Messina e autore del Piano Regolatore, dell’ingegnere Santi Buscema suo collaboratore e del celebre architetto Rutilio Ceccolini. Nel progetto era prevista la ricollocazione delle ottocentesche sculture delle “Vittorie Alate”, già presenti nella Palazzata del 1803 e conservate al Museo regionale, delle quali due esposte nel Foyer del Palacultura;
  2. Prospetti, planimetrie, vedute a volo d’uccello e, di grande importanza, il progetto colorato a mano del Giardino Umberto I (con lo Chalet), oggi area fieristica;
  3. Il Progetto del Mercato Ittico (1935);
  4. Il Progetto del Banco di Sicilia a firma dell’arch. Vincenzo Vinci (1926) con annesse fotografie del plastico di cui si sono perse le tracce;
  5. Il Progetto del Monumento ai Caduti della Grande Guerra (non realizzato) a firma dell’arch. Ernesto Basile;
  6. Elaborati e particolari decorativi e architettonici di Palazzo Zanca (1935);
  7. Diverse annate del Bollettino Mensile di Statistica del Comune di Messina degli anni ’30 (che potranno essere ottimi spunti di tesi per gli studenti in Scienze statistiche!);
  8. Il Diploma del Premio “Agosto Messinese” (1953), assegnato per “le Aiuole fiorite” alle Maestranze del Comune, a firma di Maria Sofia Bonino.

Caruso si aggiunge a Principato

L’architetto e memoria storica di Messina Nino Principato

Come prontamente precisato dall’architetto Principato, contattato anch’egli dalla nostra redazione, “questi documenti si vanno ad aggiungere al cospicuo patrimonio di progetti, fra i quali: l’intero Piano Regolatore dell’ing. Luigi Borzì del 1909-10, acquerellato a mano; il progetto completo del Municipio di Antonio Zanca; il progetto della Passeggiata a Mare; le tavole originali del progetto del Teatro S. Elisabetta poi Vittorio Emanuele II, datate 26 luglio 1827, recuperate allora dal geom. del Comune Dino Majolino, conservate da me per 30 anni nella mia stanza al Comune e recentemente trasferite all’Archivio Storico Comunale al Palacultura”.

Le parole dell’Assessore Caruso

L’assessore Enzo Caruso

“Il ritrovamento di questi documenti – spiega l’Assessore Caruso – rappresenta un fondamentale tassello per la ricostruzione del lacunoso puzzle della storia della nostra città, che a causa di guerre e calamità ha visto disperdere importanti documenti che testimoniano il suo passato. Sono stati salvati da una fine ingloriosa e destinati a studenti e/o ricercatori che vogliano approfondire le fasi della ricostruzione post-terremoto della Città dello Stretto”.

 

 

 

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NEWS | Fiera di Messina, l’appello di Principato: “Realizziamo un Museo del cinema, non lasciatemi solo”

La demolizione dell’ex quartiere fieristico di Messina ha lasciato molti strascichi e tante perplessità. Il panorama mozzafiato che la Città dello Stretto ha riscoperto dopo l’abbattimento dell’ex “Teatro in fiera” è stato oggetto di discussione tra chi vorrebbe destinare a verde l’intero spazio liberato (o ancora da liberare) e chi vorrebbe, invece, veder costruito qualcosa di funzionale per la città. 
Non mancano le ipotesi, non mancano le polemiche. Ma tra le tante proposte, alcune certamente bislacche, altre di sicuro interesse, spicca quella dell’architetto Nino Principato, storico locale e memoria della città, membro del Consiglio di amministrazione del Teatro Vittorio Emanuele di Messina

L’area dell’ex Teatro in fiera e lo scorcio “liberato” (Tempostretto)

 

Lo sfogo

Di qualche ora fa un post su Facebook in cui Principato da libero sfogo al suo pensiero, titolando “UN MUSEO DEL CINEMA ALL’IRRERA A MARE”. Già dal titolo si evince la portata della proposta, accompagnata da un incipit con una sferzata al “sistema” che da anni prova a raddrizzare: Ormai ci ho fatto il callo: è da oltre 40 anni che combatto – debutta l’architetto – in perfetta solitudine, in difesa delle testimonianze della nostra Storia e della nostra Cultura. Molte sono riuscito a salvarle dalla demolizione e dal trafugamento, come il palazzo ottocentesco all’inizio di via Martino-piazza Padre di Francia destinato ad essere raso al suolo ed oggi egregiamente restaurato e abitato, e, lo splendido portale settecentesco dell’originaria Chiesa Madre di San Nicola a Zafferia, insieme a Francesco Gallo, pronto per essere asportato. Oggi tocca all’Ex “Irrera Mare” per il quale una scellerata proposta ne vuole la demolizione in nome di un mistificatorio affaccio a mare che, per ora si vede dal viale della Libertà perché è stato demolito l’ex Teatro in Fiera e che una volta edificato il nuovo edificio col Teatro e gli uffici dell’Autorità di Sistema portuale dello Stretto, sarà nuovamente nascosto.

Irrera a Mare – Prima Rassegna Cinematografica Internazionale 1-9 agosto 1953 (foto Michelangelo Vizzini)

La proposta

Dell’ ”Irrera Mare” di Vincenzo Pantano, vincolato ope legis perché edificio di proprietà pubblica il cui autore non è più vivente e la cui esecuzione risale ad oltre 70 anni e di cui si sta interessando la Soprintendenza ai Beni Culturali per effettuarne la verifica di conferma del vincolo di tutela, in un mio precedente intervento ne ho messo in luce alcuni dei tantissimi pregi architettonici; adesso, contro l’insensato scippo di questa importante testimonianza della storia di Messina, avanzo la mia proposta: perché non farne un Museo del Cinema?

Irrera Mare – Autografo di Nino Manfredi a un Vigile Urbano di Messina
 

I motivi ci sono, – continua Principato – e tantissimi. Il più importante risiede proprio nella natura dell’edificio, sede della prestigiosa Rassegna Cinematografica Internazionale. Dall’1 al 9 agosto 1955, infatti, all’ ”Irrera Mare” si tenne la Prima “Rassegna Cinematografica Internazionale”: si concretizzava così l’idea che nacque fra un gruppo di amici, fra i quali Arturo Arena titolare del cinema Garden e vicepresidente dell’Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici, Salvatore Bernava (cinema Olimpia), Giuseppe Di Stefano (cinema Metropol), Giovanni Bellamacina (cine-teatro Savoia) ed Enzo Calveri segretario dell’AGIS (Associazione Generale Italiana Spettacolo). Dal terrazzo frontistante e dai locali dell’ ”Irrera Mare”, passarono centinaia di attori e attrici di fama internazionale ma anche musicisti di altissimo livello, fra i quali l’orchestra cubana del Maestro Orefice; Peggy Wolsh che intonava “Amorre basciami”; Abbe Lane che incarnava i desideri morbosi degli italiani con le sue sculettature mozzafiato, accompagnata dall’orchestra del marito Xavier Cugat con in mano l’inseparabile Cachita, un cagnolino Chiwawa; il chitarrista Peter Wan Wood, detto l’ ”Olandese Volante”, che faceva addirittura “parlare” la sua chitarra con “Butta la chiave”.

Vittorio Gassman legge il numero unico della Rassegna Cinematografica di Messina

Ricordo quanto disse Nino Genovese, grande storico messinese del Cinema, durante una puntata de “L’Altra Messina” condotta da Anthony Greco e Daniela Conti: “A Torino c’è il Museo del Cinema, a Catania un Museo pubblico e a Siracusa e Gela due privati, io penso che anche a Messina si potrebbe creare un Museo. Intanto la base potrebbe essere una Cineteca, con tutte le pellicole fatte acquistare dal Cineforum Orione al Comune di Messina dall’Angelicus Film insieme ai grandi manifesti, senza dimenticare che a Messina Giovanni Rappazzo inventò il cinema sonoro nel 1914 e che Messina è stata la location di film di grande successo e città natale di attori del calibro di Adolfo Celi, Febo Mari, Nino Frassica, Tano Cimarosa, Maria Grazia Cucinotta e tanti altri”.
Bene, “Iacta alea est”, un Museo del Cinema in un luogo storico da preservare ad ogni costo qual è l’ ”Irrera Mare” che significa attrazione turistica, indotto economico, posti di lavoro!

Ma, vi prego, almeno in questa battaglia a favore di Messina, non lasciatemi solo.

Nino Principato

La proposta di realizzazione di un polo museale in una città che soffre la mancanza di iniziative culturali e, di conseguenza, non approfitta della possibile economia che ne deriverebbe, è sicuramente intelligente e interessante.

Non ti lasciamo solo, caro Nino.
Puoi contare su ArcheoMe per questa e tante altre battaglie.

Irrera Mare – Rassegna Cinematografica Internazionale (foto Michelangelo Vizzini)
Gina Lollobrigida immersa nella lettura del numero unico sulla Rassegna di Messina (foto Michelangelo Vizzini)