Il tributo annuale viene gestito dalla BMTA (Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico) e Archeo in collaborazione con le testate internazionali, partner della Borsa: Antike Welt (Germania), Archäologie in Deutschland (Germania), Archéologia (Francia), as Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia).
Ugo Picarelli, direttore della Borsa, e Andreas Steiner, direttore di Archeo, hanno pensato a questa premiazione come un percorso in comune affermando che:
«Le civiltà e le culture del passato e le loro relazioni con l’ambiente circostante assumono oggi sempre più un’importanza legata alla riscoperta delle identità, in una società globale che disperde sempre più i suoi valori».
Per questo hanno conferito alla gara valori legati alla divulgazione di scambi di esperienze, dialogo interculturale e cooperazione tra i popoli.
La finale
Il Premio sarà consegnato venerdì primo ottobre in occasione della XXIII BMTA, in programma a Paestum dal 30 settembre al 3 ottobre 2021, unitamente alla scoperta archeologica vincitrice della sesta edizione del prof. Daniele Morandi Bonacossi (scoperta di dieci rilievi rupestri assiri raffiguranti gli dei dell’Antica Mesopotamia), non ancora premiata a causa del posticipo della XXIII edizione non svolta nel novembre 2020.
Inoltre, sarà attribuito uno “Special Award” alla scoperta, tra le cinque candidate, che avrà ricevuto il maggior consenso dal grande pubblico nel periodo 2 luglio – primo settembre sulla pagina Facebook della Borsa.
Lo scopo principale è far conoscere ai turisti, nazionali e internazionali, le bellezze del Patrimonio Culturale territoriale, tra cui la propria sede, la Parrocchia “Immacolata e Sant’Antonio” di Cercola, un tempo Cappella dei Principi Filangieri di Napoli:
“Siamo davvero felici ed orgogliosi di essere giunti alla terza edizione! Questo concorso, che coinvolge adulti e bambini, mira alla conoscenza e alla valorizzazione del Patrimonio culturale materiale e immateriale di Napoli e provincia, ponendo tracce tanto profonde da fungere come mezzo di denuncia non solo della condizione odierna nella quale versano i nostri giovani senza lavoro e privati dei sogni, ma anche dell’incuria e dell’abbandono in cui versano i nostri più preziosi monumenti. Il nostro obiettivo, dunque, è porre le basi di una tutela e di una sensibilizzazione più forte sul territorio, per preservare la memoria del passato e tramandarla ai posteri.” Questa la dichiarazione del Dott. Giancarlo Piccolo, scrittore e autore di “Cappella Filangieri. Indagini sulla Parrocchia Immacolata e Sant’Antonio-Cercola”, che da anni si occupa di studio e divulgazione storica e archeologica.
I partecipanti potranno presentare poesie e fotografie edite o inedite, inerenti alle tematiche annuali sancite dagli organizzatori. L’equipe del Premio è infatti composta dalla dott.ssa Ilaria Guardasole, dalla dott.ssa Anna Falco, dal dott. Fabio Germino e dal dott. Mattia Esposito, figure impegnate costantemente nell’ambito del giornalismo e dei beni culturali.
Per quanto riguarda la poesia, in lingua italiana o napoletana, i componimenti dovranno rappresentare i “Sogni senza voce”, esprimendo l’impossibilità di poter coltivare i propri sogni al giorno d’oggi. La seconda sezione poetica richiede agli autori di esprimere la bellezza del Parco Nazionale del Vesuvio con il tema “Il Vesuvio. Il Gigante che abbraccia la città”.
Per la sezione fotografica, invece, una delle tracce proposte è “Love art, Street art”, un ambito artistico in crescita nel territorio urbano di Napoli. Il secondo tema fotografico verte sulla denuncia: “Antichità insanguinate. Crimini contro il Patrimonio Culturale”, per dar voce a contesti in stato di degrado e abbandono in cui sono numerosi Beni Culturali del territorio.
L’evento, che avrà inizio il 1 Febbraio 2021, terminerà nel mese di Luglio. Ai vincitori saranno consegnati non solo buoni Amazon dal valore di 50 €, ma anche targhe e trofei. Il concorso non prevede alcuna quota di partecipazione.
Il Premio Cesare Filangieri promosso dall’Ente Ecclesiastico “Immacolata e Sant’Antonio”, con il patrocinio del Comune di Cercola, del Comune di Napoli e dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, vanta in giuria grandi nomi del mondo culturale.
Tra questi la Dott.ssa Antonella Ferraro, assessore alla cultura del Comune di Cercola e il Dott. Francesco Amoruso, scrittore e cultore della materia di Letteratura Italiana moderna e contemporanea all’Università di Napoli “Federico II”.
Presente anche la Dott.ssa Angela Marmolino, collaboratrice della collana istituzionale “Percorsi D’Arte” con la Soprintendenza di Napoli e Provincia e responsabile della Biblioteca di Cultura Vesuviana di “Padre Alagi”.
Inoltre, ci sarà la presenza straordinaria del Dott. Marco Perrillo, giornalista di “Il Mattino” e autore di “Misteri e Segreti dei quartieri di Napoli”.
La Cappella Filangieri, sede storica del Premio
Il Premio Cesare Filangieri deve il suo nome al padre del giurista illuminato Gaetano Filangieri, Cesare Filangieri.
Il Principe Cesare Filangieri trascorreva le giornate estive al casino di Cercola, sub umbra quercus, sotto l’ombra di una quercia. È proprio dalla secolare quercia che la città di Cercola trae il suo nome. Tale toponimo avrebbe radici proprio dove sorge la Cappella Filangieri, dove è presente, come testimonianza, un’antica epigrafe.
“ELICIO SACRATA IOVI FORTISSIMA QUERCUS, HIC STETERAT VILLAE NOMEN ET OMEN ADEST”
Epigrafe (1775)
Protagonista nel 2019 della XXV edizione del “Maggio dei Monumenti” e delle “Giornate Europee del Patrimonio” 2019 e 2020, la parrocchia, ex Cappella dei Principi Filangieri, conserva il suo patrimonio storico-artistico immutato. Tra i preziosi beni di interesse storico-artistico, citiamo la tela San Francesco da Paola, oggi in restauro grazie ad una campagna di crowdfunding e forse dono del Re di Napoli Ferdinando IV.
La chiesa-museo conserva al suo interno anche la cripta funeraria, luogo di sepoltura di principi e fedeli, visitabile su prenotazione.
Cripta Funeraria dell’Ex Cappella dei Principi Filangieri
Foto storica dell’Ex Cappella dei Principi Filangieri e interno della Parrocchia “Immacolata e Sant’Antonio”, ex Cappella dei Principi Filangieri
Compianto sul Cristo Morto, anonimo del XVII secolo.
La data di oggi, 9 ottobre, è stata designata, dal Consiglio d’Europa e dalla Commissione Europea, come Giornata Europea dedicata all’Arte Rupestre (European Day of Rock Art), come tributo all’anniversario del riconoscimento da parte della comunità scientifica internazionale dell’autenticità dell’arte magdaleniana raffigurata nella grotta di Altamira. Per celebrare quest’occasione, oggi vi parliamo di quella che è stata considerata e premiata come la scoperta archeologica più importante del 2019: la scoperta di dieci imponenti bassorilievi rupestri raffiguranti un sovrano e i grandi dei d’Assiria nel sito archeologico di Faida (20 km a sud della città di Duhok e 50 km da Mosul, nel Kurdistan iracheno settentrionale), nell’ambito del Kurdish-Italian Faida Archaeological Project condotto dall’Università di Udine e dalla Direzione delle Antichità di Duhok, che ha vinto il premio mondiale per l’archeologia intitolato a Khaled al-Asaad.
L’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”
Il premio, intitolato all’archeologo siriano che nel 2015 ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale del sito di Palmira, è l’unico riconoscimento mondiale dedicato agli archeologi che affrontano quotidianamente il loro compito nella doppia veste di studiosi del passato e di professionisti al servizio della protezione del patrimonio culturale a rischio. Il premio è assegnato in collaborazione con le testate giornalistiche internazionali media partner della Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico: Archeo (Italia), Antike Welt (Germania), Archéologia (Francia), Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia), British Archaeology (Regno Unito).
Daniele Morandi Bonacossi, professore del Dipartimento di studi umanistici e del patrimonio culturale dell’Università di Udine, ritirerà l’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2020 il 20 novembre prossimo a Paestum, in occasione della XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico.
Con i rilievi di Faida, le altre quattro scoperte archeologiche del 2019 candidate per la vittoria nella sesta edizione del premio sono state: la città perduta di Mahendraparvata capitale dell’impero Khmer nella foresta sulle colline di Phnom Kulen, a nord-est di Angkor (Cambogia); Motza (Israele), 5 km a nord-ovest di Gerusalemme, una metropoli neolitica di 9.000 anni fa; a Roma la Domus Aurea ha svelato un nuovo tesoro: la Sala della Sfinge; ancora in Italia, nell’antica città di Vulci, è stata portata alla luce una statua etrusca raffigurante un leone alato del VI secolo a.C.
Il Kurdish-Italian Faida Archaeological Project (KIFAP)
Il progetto, co-diretto da Daniele Morandi Bonacossi (Università di Udine) e da Hasan Ahmed Qasim (Direzione delle Antichità di Duhok – Regione del Kurdistan iracheno) è un progetto archeologico congiunto che lavora dal 2019 nella regione di Duhok nel nord del Kurdistan iracheno. Nei mesi di settembre e ottobre 2019, il team di archeologi ha individuato dieci imponenti rilievi rupestri di epoca assira (VIII-VII secolo a.C.) scolpiti nella roccia, lungo un antico canale d’irrigazione di quasi 8,4 km di lunghezza. Il canale di Faida fu fatto probabilmente scavare dal sovrano assiro Sargon (721-705 a.C.) alla base di una collina. Lungo il canale, il sovrano assiro fece scolpire grandi pannelli, di quasi 5 m di larghezza e 2 m di altezza, rappresentanti il sovrano assiro ai due lati di una serie di divinità stanti sui loro animali simbolo.
Questo complesso di opere d’arte rupestri è però oggi fortemente minacciato dal vandalismo, da scavi clandestini e dall’espansione del vicino villaggio e delle sue attività produttive, che lo hanno già gravemente danneggiato. Negli anni fra la nascita dello Stato Islamico come auto-proclamata entità statale nel 2014 e la sua sconfitta nel 2017, inoltre, i rilievi di Faida si sono trovati ad essere ubicati a soli 25 km dalla linea del fronte. Il progetto congiunto italo-curdo è dunque un intervento di salvataggio, che mira non solo a portare alla luce questi importantissimi rilievi assiri (dieci sono già stati scavati, ma molti altri attendono ancora di essere individuati ed esposti), ma anche a documentarli con tecnologie innovative e restaurarli.
Il contributo della ALIPH Foundation
Lo scorso luglio, la ALIPH Foundation, una prestigiosa fondazione internazionale per la protezione del patrimonio culturale in aree di conflitto, ha stabilito una collaborazione con l’Ateneo udinese per finanziare la documentazione dei rilievi assiri di Faida e l’elaborazione di un progetto di restauro e protezione di questo monumentale complesso di arte rupestre gravemente minacciato da vandalismo e dall’espansione delle attività produttive del vicino villaggio. L’Università di Udine e ALIPH hanno firmato un accordo di durata annuale che ha permesso l’erogazione di un Emergency Relief Grant da parte della fondazione al “Faida Salvage Project” condotto dall’ateneo.
Il progetto è inoltre sostenuto da:
Governo Regionale del Kurdistan – Iraq;
Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale;
Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca;
Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia;
Fondazione Friuli;
ArcheoCrowd;
Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
Palermo, 20 febbraio 2020 – Un premio dedicato alla memoria di “Giuseppe Cassarà” da assegnare alla migliore tesi di laurea sullo “sviluppo del turismo in Sicilia attraverso l’impiego di strumenti ed azioni/modelli di gestione innovativa della filiera turistica”, discussa tra il primo gennaio e il 30 dicembre 2019. A bandire il concorso, la Logos srl Comunicazione e Immagine, in collaborazione con Federturismo Sicindustria, Federturismo Confindustria e Skal International Palermo. Il vincitore riceverà un premio in denaro di mille euro. “È un modo – afferma il vicepresidente vicario di Sicindustria, Alessandro Albanese – per ricordare uno dei rappresentanti più illustri del turismo siciliano, un imprenditore illuminato e lungimirante, capace di farsi apprezzare per le sue doti umane e professionali in ogni ambiente”. “Un imprenditore puro, garbato e determinato – dice Toti Piscopo, presidente di Federturismo Sicindustria Palermo e amministratore unico della Logos –, particolarmente apprezzato per la sua sensibilità e il diffuso senso di lealtà con cui intratteneva i rapporti con tutti i suoi interlocutori ai diversi livelli e la cui memoria deve essere mantenuta viva nella consapevolezza dei valori che lo hanno contraddistinto”.
Scomparso a Palermo lo scorso ottobre, Cassarà, patron della Coretur, agenzia di viaggi e tour operator e proprietario di alcuni noti alberghi del capoluogo siciliano come il Florio Park hotel di Magaggiari, a Cinisi, e il Grand Hotel Wagner di Palermo, è stato presidente regionale e vicepresidente nazionale di Federturismo Confindustria e vicepresidente vicario nazionale di Aidit, l’Associazione italiana distribuzione turistica delle imprese che operano nel settore delle agenzie di viaggio. Ma non solo. Nel corso della sua lunga carriera è stato socio di prestigiosi sodalizi, tra i quali lo Skal International Club Palermo e, a maggio del 2017, nell’ambito di Travelexpo, Borsa Globale dei Turismi, è stato insignito dell’onorificenza di “Magnifico del Turismo Siciliano”.
Ed è proprio in occasione della XXII edizione di Travelexpo che il vincitore del concorso potrà illustrare la propria tesi e riceverà il premio.
Le domande di partecipazione dovranno essere inviate entro giovedì 12 marzo alla Logos srl Comunicazione e Immagine, via Giacinto Carini, 9, 90144 Palermo o in formato digitale all’indirizzo email palogos@travelnostop.com. Sulla busta o nell’oggetto della mail dovrà essere indicata la dicitura “Premio Giuseppe Cassarà per Tesi di Laurea”.
Una Messina che continua a stupire, a livello gastronomico, con riconoscimenti sempre più importanti. È quello che è accaduto alla pizzeria “L’Orso” di via Calipso. Una recente apertura, sede in Via Tommaso cannizarto, che ha portato da subito ampi consensi. La guida “Pizzerie D’italia 2020 del Gambero Rosso, nota casa editrice italiana, specializzata in enogastronomia, ha conferito ben due spicchi e, per la prima volta, due rotelle” “all’Orso in teglia”. La versione Street della pizzeria L’Orso, con 84 punti, si aggiudica il primo traguardo, a pochi mesi dalla sua apertura.
Qui di seguito riportate le motivazioni ufficiali:
“in poco più di un anno hanno sviluppato prodotti esemplari e portato avanti un’interessante ricerca sulle materie prime. Le farine sono macinate a pietra, la pasta matura per 18 ore e lievita per altre 48/72 ore; il sale è quello integrale delle saline di Trapani, l’olio è un extravergine ottenuto dalla cultivar Minuta messinese. Un laboratorio a sé è riservato al senza glutine.”
Una grande traguardo che inorgoglisce le nostre tradizioni e la nostra terra.
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