porta Marina

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NEWS | L’Università di Bologna fa una grande scoperta a Ostia

La più antica colonia della Città Eterna, nonché motivo della sua grande fortuna nei secoli, può sfoggiare nuovamente il suo quartiere marittimo. Il sito archeologico di Ostia era stato esplorato solo superficialmente prima degli scavi del Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà dell’Università di Bologna.

L’ultima campagna di scavo guidata dall’Alma Mater ha insistito su una parte del “Caseggiato delle due scale”, un grande edificio in uno degli isolati della Regio IV, i “quartieri” in cui era divisa Ostia. Inoltre, gli studenti hanno portato avanti il restauro della “Caupona del dio Pan“, una taverna trasformata in mitreo nel IV secolo d.C.; l’ambiente è molto piccolo e ornato da bellissimi pavimenti musivi, tanto da meritare il nome di “Mitreo dei marmi colorati“.

Progetto “Ostia Marina”

Il Progetto “Ostia Marina” è una missione archeologica del Dipartimento di Storia, Culture e Civiltà dell’Università di Bologna; è operativo dal 2007 per indagare il quartiere fuori porta Marina, un’area extraurbana posta tra il mare e le mura di Ostia antica. Porta Marina doveva distare veramente pochissimo dal mare quando venne costruita (I secolo a.C.), poi pian piano le acque si ritirarono sempre più, generando il quartiere che ne prese il nome. 

A partire dal 2009, il Progetto “Ostia Marina” ha iniziato le annuali campagne di scavo con la partecipazione di studenti provenienti da ogni parte del mondo. Grazie agli scavi di ben 13 anni sono stati individuati: la “Caupona del dio Pan” e il “Caseggiato delle due scale“, a cui sono associate le “Terme dello scheletro” e le “Terme del Sileno”. Inoltre, sono stati indagati edifici già noti e famosi, come le “Terme della Marciana” e le “Terme di Musiciolus”. Un nuovo archivio WebGIS già raccoglie buona parte della documentazione dell’area.

Pianta dello scavo dal Progetto “Ostia Marina”

“Le ricerche del Progetto “Ostia Marina” richiamano l’attenzione di studiosi impegnati su temi diversi: esperti del paleoambiente, storici dell’architettura, storici delle religioni, numismatici, medievisti e tanti altri. Tutti attratti da scoperte che stanno offrendo opportunità inattese per riuscire a ricostruire la vita di questa antica città, un centro di fondamentale importanza per l’antico spazio mediterraneo” – racconta Massimiliano David, professore dell’Università di Bologna che dirige gli scavi.