NEWS | Sepolture nel Cilento: scoperta a Pontecagnano (SA) la numero 10.000
Pontecagnano Faiano (SA) è stato protagonista, nei giorni scorsi, di una scoperta archeologica che conferma l’eccezionale popolosità dell’insediamento etrusco-campano. È stata rinvenuta, infatti, la sepoltura numero 10.000 in una zona occupata, senza soluzione di continuità, dagli inizi del IX secolo a.C. fino all’età romana.
Ancora una volta, gioca un ruolo fondamentale l’archeologia preventiva, portata avanti dalla Soprintendenza ABAP di Salerno e Avellino nel corso della realizzazione di un complesso residenziale.
Presenti sul cantiere di scavo: il Soprintendente arch. Francesca Casule, il sindaco di Pontecagnano Faiano Giuseppe Lanzara, il funzionario archeologo direttore del Museo di Pontecagnano Luigina Tomay, la prof.ssa Antonia Serritella dell’Università di Salerno e il dott. Bruno Baglivo, archeologo responsabile dei lavori.
L’arch. Casule ha sottolineato come la capillare attività di tutela messa in campo dalla Soprintendenza abbia consentito di raggiungere risultati importantissimi sul piano della conoscenza e della valorizzazione dell’insediamento antico di Pontecagnano.
La sepoltura n° 10000
L’ultimo rinvenimento fa parte di un’ampia necropoli, con datazione dalla fine del V secolo a.C. fino alle prime fasi dell’insediamento romano. La necropoli presenta la maggior parte delle sepolture con datazione al periodo sannitico (fine V – metà III secolo a.C.). Fornisce un’utile immagine delle usanze funerarie del periodo, con sostanziali differenze riconducibili allo stato sociale, al genere e alla classe d’età dei defunti.
La tomba 10.000 si caratterizza principalmente per la tipologia sepolcrale. Si tratta infatti di una tomba a cassa litica, molto frequente nella necropoli. La particolarità, tuttavia, risiede nel materiale di costruzione impiegato: al posto dell’abituale travertino, pietra locale di facile reperimento, è stato impiegato tufo grigio campano, sicuramente importato. Anche la lavorazione della cassa e della copertura attestano la ricercatezza e la cura nella messa in opera della tomba. Tre blocchi in tufo modanati costituivano la copertura della cassa, realizzata con blocchi perfettamente squadrati.
Il corredo
Il proprietario della sepoltura è, con ogni probabilità, un adolescente (a giudicare dalla lunghezza dello scheletro e dalle dimensioni delle ossa). Sebbene si conservi perfettamente la parte inferiore, dal bacino ai piedi, la parte superiore presenta un grave danneggiamento a causa delle infiltrazioni di radici e di attività animali. Nel corredo funerario spiccano un grande cinturone di bronzo e due coppe a vernice nera collocate ai piedi, di cui una con anse (coppa destinata al consumo del vino, skyphos). Il cinturone bronzeo sembra ricondurre alla sfera guerriera oltre a configurarsi come simbolo dello status sociale. Tuttavia, manca nel corredo l’arma da lancio (giavellotto o lancia), peculiare dei maschi adulti della comunità.