Polemica

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NEWS | A Fano (PU) riemergono resti del Tempio della Fortuna, ma è polemica

La Soprintendenza Archeologica Belle Arti e Paesaggio Marche ha annunciato la scoperta del Tempio della Fortuna di Fano (PU). E lo ha fatto con un post pieno di entusiasmo su Facebook.

La ditta AdArte Srl – Rimini, Italia ha condotto diversi scavi nell’area dell’ex Filanda Bosone di Fano, dove si trovano i resti del teatro romano. Qui è stata ritrovata l’ala sinistra del criptoportico del Tempio della Fortuna.

tempio fortuna
I resti del Tempio della Fortuna a Fano (foto della Soprintendenza Archeologica Marche)

Nella foto si può vedere come alcuni dei setti radiali che compongono la struttura inizino a riemergere dal terreno. «Un importantissimo tassello della storia della città di Vitruvio sta tornando alla luce» , si legge nel post della Soprintendenza.

Cronaca di un rinvenimento annunciato

Ma Gabriele Baldelli, già archeologo della Soprintendenza marchigiana, fa sentire la propria voce forte e chiara proprio sotto lo stesso post che dà la notizia. «Non posso più stare zitto», dice. E continua: «Questi ultimi scavi non sono che la riapertura ed estensione verso via De Amicis del saggio da me aperto e diretto nel 2006. Tale saggio, richiuso nello stesso anno per ragioni di sicurezza e amministrative, fu da me illustrato agli amministratori e cittadini fanesi in visite guidate e in almeno una pubblica conferenza, tanto che Luciano De Sanctis potè riferirne sinteticamente il risultato in due suoi lavori a stampa del 2011 e 2012. Il rinvenimento del ventaglio di sette radiali e del muro con lesene del podio a cui si appoggia non rappresenta quindi, da allora, alcuna novità. Che il tempio impostato sul podio fosse quello della dea Fortuna rimane poi solo una congettura».

Una critica diretta e piena di amarezza quella che l’archeologo Baldelli rivolge all’attuale Soprintendenza marchigiana. Una situazione spiacevole, che getta ombre sull’operato della Soprintendenza e toglie merito, invece, all’operato di chi ci aveva già lavorato con passione e dedizione.

Nonostante la polemica, tuttavia, si tratta di un rinvenimento importante, che aggiunge un grandioso tassello in più alla nostra storia.

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NEWS | Mart di Rovereto, alla mostra su Botticelli Sgarbi invita solo la Ferragni: «Fedez è troppo eterosessuale»

Sgarbi ha invitato Chiara Ferragni alla mostra su Botticelli nel Museo d’Arte Moderna e Contemporanea di Trento e Rovereto. Insieme al direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, Sgarbi ha ideato la mostra Botticelli Il suo tempo. E il nostro tempo, in programma dal 22 maggio al 29 agosto 2021

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Sandro Botticelli, Venere (dettaglio), 1495-1497 ca. ©MiC – Musei Reali, Galleria Sabauda

Il critico d’arte più famoso degli ultimi tempi non ha evitato il «purché se ne parli», riprendendo la polemica di poco tempo fa, a renderlo noto è proprio il suo ufficio stampa. Mesi fa Chiara Ferragni si è fatta immortalare agli Uffizi accanto alla Venere di Botticelli, testimoniando come il capolavoro dell’arte rinascimentale sia ancora oggi fonte di ispirazione per pittori, fotografi, stilisti e cosiddetti “influencer”. Dal Mart è partito quindi l’invito per la stilista, compagna del rapper Fedez, il musicista con cui Sgarbi ha recentemente polemizzato per il suo discorso al concerto del Primo Maggio.

Chiara Ferragni davanti alla Venere di Botticelli agli Uffizi (FI)

«Non ho mai parlato con la Ferragni – spiega Sgarbi – e non le ho mai chiesto nulla. Credo comunque che non può che sentirsi onorata di partecipare a una mostra che la affianca alla Venere di Botticelli. Se verrà, sarò ben lieto di accoglierla»

Vittorio Sgarbi

Ma c’è un incomodo ed è il compagno della stilista, il rapper Fedez. Sgarbi non lo nasconde affatto: «L’invito, chiaramente, non è esteso a Fedez: troppo eterosessuale. La mostra, del resto, è un incontro tra donne: Venere e Chiara»

Fedez sul palco per il discorso del Primo Maggio 2021
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NEWS | Polemica sulla nomina del Dir. Zuchtriegel, dimissioni nel comitato scientifico

A pochi giorni dalla nomina del trentanovenne Gabriel Zuchtriegel, come successore di Massimo Osanna alla direzione del Parco Archeologico di Pompei, scoppia la polemica. Infatti, due dei quattro membri del comitato scientifico rassegnano le dimissioni, affermando la mancanza delle credenziali adeguate alla carica del nuovo direttore.

Chi sono i due contro la nomina di Zuchtriegel

Si tratta di Irene Brigantini, archeologa, ex-MiBACT dal 1981 e Professoressa all’Università L’Orientale di Napoli, e Stefano De Caro, ex direttore dell’Ufficio Scavi di Pompei ed ex Direttore generale dei Beni archeologici. All’interno dalla lettera di dimissioni al Direttore Generale dei Musei del MiBACT Massimo Osanna, riportata dall’ANSA, dichiarano: 

“Con decisione irrevocabile ed effetto immediato abbiamo deciso di dare le dimissioni. Con vivo disappunto, riteniamo non sussistano le condizioni minime per collaborare con il suo successore“.

Il nuovo Direttore Zuchtriegel, ex direttore del Parco Archeologico di Paestum, vanta un curriculum di tutto rispetto, che ha condotto il Ministro Franceschini alla sua nomina tra i tre candidati presentatigli.

Difatti, rapidamente è giunta la risposta del Dir. Osanna:

“Francamente non capisco la polemica. Zuchtriegel ha un curriculum scientifico eccellente, a Paestum ha fatto benissimo e a Pompei assicurerà una gestione del sito in piena continuità con quanto fatto da me in questi ultimi anni per il grande Progetto Pompei. Il fatto che Zuchtriegel abbia appena quarant’anni non penso possa essere motivo per non ritenerlo all’altezza. Anzi, credo che sia un valore ed un grande segnale di apertura verso le nuove generazioni“.

Anche il Ministro Franceschini dichiara di aspettarsi grandi risultati dal nuovo incaricato, sostenendo la sua scelta e ricordando il magnifico lavoro svolto a Paestum. Gabriel Zuchtriegel non è di certo il primo ad assumere il compito di direttore nel settore archeologico a meno di quarant’anni. Infatti, il Direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, fu incaricato alla medesima età e ha svolto un lavoro eccellente.

Gabriel Zuchtriegel e il Ministro Franceschini.

 

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NEWS | Daverio e il conflitto di interessi: vota il suo paese e insulta la Sicilia

Vi avevamo già parlato della nota trasmissione “Il Borgo Dei Borghi” e della puntata che vedeva tra i candidati la Sicilia con Palazzolo Acreide (clicca qui).

Quest’ultima, arrivata in finale con Bobbio, si classifica seconda, nonostante abbia ottenuto più del 40% dei voti da parte del pubblico contro il 27% della sfidante. Il voto del Presidente della Giuria, Philipe Daverio, è stato determinante per la sconfitta di Palazzolo Acreide: viene assegnato, infatti, il 66% delle preferenze a Bobbio e lo 0% alla Sicilia. Da qui la polemica, dal momento che il noto storico dell’arte è cittadino onorario prorio di Bobbio. Tuttavia, grazie alla puntata de Le Iene di domenica 27 Ottobre, i nodi sono venuti al pettine: il segretario della commissione vigilanza Rai ha sollevato, infatti, una polemica sullo stesso Philippe Daverio, presidente della commissione giudicante, che, a suo parere, si troverebbe in una ipotesi di conflitto d’interesse, proprio perché cittadino onorario della cittadella vincitrice. Ipotesi già smentita da Daverio che su diversi quotidiani ha subito preannunciato querela contro il parlamentare nazionale.

L’intervista de Le Iene a Philipe Daverio prende una brutta piega, tant’è che nei confronti della Sicilia sono state spese parole denigratorie.

“Non amo la Sicilia, non mi interessa l’arancina e i cannoli, mi piace il foie gras e bevo champagne. Il cannolo? Non mi piace perché ha la canna mozza… E mi piace Bobbio. È un mio diritto. Mi hanno spaventato, il tono è di minaccia e fa parte della tradizione siciliana… Io ho paura di tornare in Sicilia”. E aggiunge: “il siciliano è convinto di essere al centro del mondo e per loro, tutto ciò che non è Sicilia non è tollerabile”.