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NEWS | I Nebrodi si vestono di luce con il rito del solstizio d’estate

Antonio Presti, mecenate e ideatore della Fiumara d’arte, ripropone sui Nebrodi, nei giorni del solstizio d’estate, il “Rito della luce“. L’incontro, come ogni anno, avverrà presso la Piramide 38° parallelo dell’artista Mauro Staccioli, a Motta d’Affermo (ME). La struttura sarà aperta al pubblico nei quattro weekend di giugno a cominciare da quello di sabato 5 e domenica 6 2021, dalle ore 16.00 al tramonto. Quest’anno ilRito della luce è dedicato alla “visione del futuro“.

rito
Il Rito della luce alla Piramide 38° parallelo (immagine via Atelier sul Mare)

«L’armonia universale», dice Presti, che con la sua Fondazione ha riempito il territorio di installazioni artistiche. Continua: «È il soffio che avvolge tutti. Il futuro non va inteso soltanto come paura, incertezza ma come possibilità, prospettiva e nuovo modo di vedere il mondo con la lente diversa e caleidoscopica dell’arte e della bellezza». Da ormai undici anni, folle di visitatori si radunano ai piedi della Piramide in occasione del rito. «Questo momento di incontro» – aggiunge Presti – «sarà dunque, ancora una volta, un momento di riflessione sulla nuova prospettiva che la pandemia ha tentato di strapparci. L’energia dei giovani, dell’arte e della bellezza ci ha messo ancora nelle condizioni di pensare e riflettere in direzione di un futuro diverso, ricalibrato in seguito a un forte trauma collettivo che ha generato fragilità e disagio nelle nuove generazioni».

 

Oltre la Piramide

Non ci sarà solo il rito presso la Piramide, ma anche la possibilità di visitare le camere d’arte dell’albergo-museo d’arte contemporanea Atelier sul mare, a Castel di Tusa (ME). Inoltre, nello spazio antistante l’albergo, sarà presente l’installazione Bosco incantato, con sculture di Ute Pyka e Umberto Leone. Sarà anche visibile il Cavallo eretico dell’artista messinese Antonello Bonanno Conti, realizzato in acciaio inox. Tutta la manifestazione è per il sindaco di Motta d’Affermo (ME), Sebastiano Adamo, «una grande occasione di sviluppo culturale e turistico».

La zona, inoltre, è stata di recente la location scelta per il video musicale di Klan di Mahmood. Il video comprende anche la visione di alcune delle camere d’arte dell’Atelier sul mare e della Finestra sul mare, altra opera della Fiumara d’arte.

Sul set di Klan (immagine via MessinaToday)
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ANTICO EGITTO | La metamorfosi della piramide egizia

L’architettura funeraria egizia si sviluppa in monumentalità durante l’Antico Regno con Djoser, faraone della III dinastia. Grazie a questo sovrano, ma soprattutto all’ingegno del suo architetto Imhotep, abbiamo il passaggio dalla mastaba (termine arabo che significa letteralmente “panca”) alla piramide, che diventa sepoltura reale o tempio funerario.

La prima piramide

Djoser fece costruire la mastaba all’interno del suo complesso funerario a Saqqara, su pianta quadrata; in un secondo tempo fece aggiungere una sovrastruttura a gradoni, innalzando il monumento via via con altri livelli, fino a raggiungere un’altezza di circa 60 metri. Per questo motivo, per costruire la piramide era stato necessario scegliere un luogo con un terreno roccioso solido, che fosse in grado di sostenere il peso della costruzione.

Altri faraoni seguirono l’esempio di Djoser, facendo costruire altre piramidi a gradoni, ma con Snefru, fondatore della IV dinastia, vi fu la svolta: da struttura a gradoni, la piramide venne trasformata con facce lisce.

Con il successore di Snefru, il faraone Cheope, si raggiunse la perfezione: le dimensioni del monumento, difatti, sono il risultato di complessi calcoli geometrici e astronomici. Lo storico greco Erodoto (V secolo a.C.) afferma che per costruirla ci vollero trent’anni, impegnando centomila uomini (cifre attendibili, secondo gli storici moderni) per taglio, trasporto e posa delle pietre.

Cosa nascondeva la piramide
piramide interno
Interno della piramide di Cheope

Come le altre piramidi, quella fatta costruire da Cheope non era accessibile dall’esterno, mentre all’interno conteneva alcune stanze funerarie. La cella per la sepoltura del faraone, generalmente collocata alla base della costruzione, si trova qui eccezionalmente quasi al centro, sormontata da 9 monoliti di granito. Essa era interamente ricoperta da lastre di calcare bianco, sulle quali erano scolpiti dei geroglifici. Infine, sulla sommità dell’imponente struttura spiccava il piramydion, la punta della piramide, costituita da un blocco unico di granito ricoperto di elettro – una lega di oro e argento – che rifletteva la luce del sole fino a lunga distanza.

Gli architetti egizi idearono una sorta di labirinto per cercare di rendere inaccessibile la camera funeraria del faraone. Nonostante queste precauzioni, però, la piramide è stata a più riprese violata da “tombaroli”, che, penetrati all’interno, hanno portato via tutto ciò che di prezioso vi era custodito. La tecnica costruttiva fu realizzata attraverso il metodo della rampa avvolgente, costruita attorno alla piramide e realizzata con vari strati di mattoni, facilmente rimovibili al termine dei lavori.

I complessi funerari della IV dinastia

Le piramidi di Chefren e Menkaura (più comunemente noto col nome di Micerino) a Giza riproducono, in scala minore, le fattezze di quella di Cheope, ma con un valore estetico più ricco, giocando sul contrasto di colore fra il granito impiegato alla base della struttura e lo strato di calcare soprastante.

complesso funerario Chefren
Riproduzione del complesso funerario di Chefren; in basso a destra, il tempio a valle

I successori di Djoser, inoltre, aggiunsero una rampa d’accesso e il cosiddetto “tempio a valle” o “tempio basso” (noto anche come “tempio di accoglienza”), che divenne parte integrante del complesso funerario; questo era un edificio che aveva come funzione principale la preparazione del sovrano defunto al viaggio verso l’aldilà. Per rendere più semplice l’accesso, veniva spesso scavato un canale artificiale, che collegava il Nilo al tempio, sulla cui banchina approdavano il corteo funebre o le barche sacre per celebrare il culto del sovrano.