L’ANA(Associazione Nazionale Archeologi), attraverso un comunicato stampa, parla nuovamente della bozza del Decreto Legge del Ministero della Transizione Ecologica e Tutela del patrimonio archeologico e del paesaggio: il ministro Cingolani e il presidente di Legambiente hanno identificato come unico ostacolo alla “palificazione” ecologica le norme di tutela del patrimonio e del paesaggio.ANA non scende a compromessi e si prepara, insieme ad altre associazioni del settore, sindacati e cittadini, a frenare questa barbarie e intervenire concretamente con iniziative a tutela del patrimonio, del paesaggio e della ripresa culturale di questi settori. Fermiamo il saccheggio dei nostri beni!
Oggi, lunedi 24 maggio alle ore 10 a Caltanissetta, sarà presentato il restauro della cripta della chiesa di San Domenico. All’evento, sarà presente anche l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà.
Il restauro è stato finanziato con risorse F.S.C. 2014-2020 “Patto per la Sicilia”, per 360.000,00 di euro. Il lavoro è stato curato dalla Soprintendenza ai BB.CC. di Caltanissetta e in collaborazione con i funzionari Michele Miccichè e Filippo Ciancimino. La ditta che ha eseguito il progetto è la C.M.C. di Mussomeli (CL). L’assessore, dunque, oggi restituirà alla curia nissena, proprietaria dell’immobile, proprio la cripta della chiesa di San Nicola dopo i lavori. Parteciperà anche la soprintendente dei Beni Culturali di Caltanissetta, che ha diretto i lavori, nella figura di Daniela Vullo. Saranno presenti inoltre il vescovo mons. Mario Russotto e il sindaco di Caltanissetta, Roberto Gambino.
La storia della cripta e il restauro
La cripta di San Domenico si trova all’interno della chiesa ed è stata realizzata nel 1758. Occupa quasi interamente lo spazio sottostante la navata centrale della chiesa domenicana. In origine si accedeva alla cripta proprio dalla chiesa, dove si trovava una cappella di cui restano poche tracce a causa di un crollo pavimentale, avvenuto a metà del ‘900. Il grande spazio sotterraneo è suddiviso in vari ambienti, separati da un corridoio centrale e destinati alla sepoltura dei defunti. Elemento caratterizzante di molte cripte siciliane è la presenza di tre tipologie di colatoi in uso a quel tempo: quelli costituiti da sedili in muratura, aventi un foro al centro ove si raccoglievano i resti organici, altri con sostegni laterali in muratura e ripiano superiore realizzato con “catusi” in terracotta, dove il defunto veniva collocato in posizione supina, e altri ancora come piccole nicchie, dove il cadavere veniva posto in piedi fino alla completa decomposizione organica.
Nella zona in cui è avvenuto il crollo, che è accessibile attraverso l’ingresso della cripta, dopo il restauro è stato collocato un servoscala per consentire l’ingresso anche ai portatori di handicap. Sono state eliminate le infiltrazioni d’acqua dal sottosuolo e i colatoi sono stati restaurati. Si è poi rimessa in luce la vecchia scala che portava dalla chiesa alla cripta. Grazie a un supporto in vetro sarà possibile vedere la cripta sottostante, con parte della pavimentazione in cotto, direttamente dalla chiesa. Una lapide commemorativa ricorda simbolicamente le sepolture.
Le parole di Samonà
«La restituzione della cripta della chiesa di San Domenico dopo i lavori di restauro effettuati dalla Soprintendenza di Caltanissetta – sottolinea l’assessore dei Beni culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – è un’occasione importante per ribadire, dal cuore della Sicilia, l’attenzione e il valore che l’amministrazione regionale dedica al proprio patrimonio culturale. In quest’occasione desidero evidenziare l’importante opera di vigilanza, progettazione e direzione dei lavori svolta quotidianamente dalle Soprintendenze di tutta la Sicilia, nell’attività di custodia e valorizzazione dei beni culturali».
Valorizzazione del patrimonio archeologico locale e rilancio del sito archeologico di Morgantina (EN) per il potenziamento del turismo culturale post pandemia. Sono questi i temi che verranno affrontati mercoledì 12 maggio, alle ore 10, online sulla piattaforma Microsoft Teams, nel corso del seminario dal titolo “Dieci anni con la Dea – Una rivoluzione del turismo culturale a Morgantina?” sulla restituzione della statua della dea di Morgantina al territorio di Aidone (EN).
Ne discuteranno Serena Raffiotta, assessore al Patrimonio culturale del Comune di Aidone (EN), Nietta Bruno, presidente del Distretto turistico “Dea di Morgantina”, ed Eleonora Pappalardo, docente di Archeologia classica al Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università di Catania.
Un importante progetto di Fundraising e Corporate Membershipnasce per potenziare una delle istituzioni cardine dell’economia e della cultura della città di Verona e del suo territorio.
È ormai evidente a tutti che la pandemia da Covid-19 nell’ultimo anno ha inciso profondamente sull’economia, sul clima psicologico e sulle aspettative verso il futuro delle attività artistiche. In tal senso, Fondazione Arena di Verona ha lavorato con determinazione per confermare il suo ruolo di faro della Città e luce di speranza per i suoi concittadini. Nonostante la situazione attuale che coinvolge l’Europa tutta, Fondazione Arena non ha rinunciato alla sua stagione lirica estiva 2021, confermandone per intero le sue date, i suoi titoli e i suoi straordinari cast, seppur presentando diversi ma più tecnologici allestimenti scenografici e disegnando per il Teatro Filarmonico una stagione artistica basata anche su titoli rari, di grande spessore artistico-musicale ed affidati a cast di alto profilo. La Stagione Artistica 2021 è stata seguita in streaming in tutto il mondo con oltre 184.000 views su YouTube (per un totale di quasi 12.000 ore) e quasi 6.000 spettatori collegato sulla nuova webTV inaugurata lo scorso autunno.
#iosonolarena, il motto del fundraising
Nell’ambito della grande campagna di Art Bonus#iosonolarena, ecco dunque l’iniziativa “67 Colonne per l’Arena di Verona“, creata appositamente per rafforzare il rapporto economico tra Fondazione Arena con Verona e il suo territorio, in un appello che si rivolge a privati e aziende, uniti dall’obiettivo comune di sostenere Fondazione Arena in virtù del suo ruolo centrale nella storia, nella cultura e nell’economia del territorio. L’Art Bonus, attraverso la tutela e la valorizzazione del patrimonio storico-culturale e artistico, costituisce una fondamentale chiave di rilancio economico per il territorio veronese; l’obiettivo è incrementare il dato del 2020, pari a € 1.960.700, con un contributo di minimo un milione, per dare quel segnale di ripartenza così fortemente atteso.
“L’Arena è il gioiello della nostra città, il tempio della musica a livello internazionale, il biglietto da visita di Verona nel mondo, e questo è il momento storico per scendere tutti in campo al suo fianco – afferma il Sindaco di Verona Federico Sboarina, Presidente di Fondazione Arena -. Oggi, per la chiamata alle armi di ogni singolo cittadino, ricordo il terremoto del 1117, che ha distrutto l’anello esterno lasciando in piedi solo l’ala che ci caratterizza. Un analogo scossone lo stiamo vivendo adesso, siamo nella fase della ripartenza dalla crisi economica e la nostra Arena deve esserne il simbolo mondiale. Serve un’accelerazione che diamo con il progetto 67 colonne, proprio quelle distrutte dal sisma. Prima ancora che del mondo intero, l’Arena è il patrimonio che ogni veronese orgogliosamente sente suo, perciò abbiamo ideato questa occasione di fundraising aperta a tutti. Grazie a questo meccanismo e all’Art Bonus, tutte le categorie economiche potranno abbracciare e sostenere la più importante realtà culturale scaligera. Senza contare che da qui parte un segnale nazionale e internazionale di ripartenza della cultura e degli spettacoli. È proprio nei grandi momenti di difficoltà che emerge la nostra capacità di fare squadra e di unirci attorno ad un unico grande obiettivo. Serve il contributo, grande o piccolo, di tutti. Insieme possiamo ricostruire virtualmente le 67 colonne esterne dell’Arena, un’operazione che avrà una ricaduta importante per tutto il territorio e per la nostra economia che è pronta per essere rimessa in moto velocemente”.
Oggi, 16 gennaio 2021, alle 21:15, in prima serata su La7,“Eden, un pianeta da salvare” di Licia Colòracconterà Etna, Isola Bella e Taormina in ricordo di Angelo D’Arrigo. Protagonista, quindi, anche il patrimonio botanico e sottomarino dell’Isola Bella e il Teatro Antico di Taormina (ME), uno dei più spettacolari monumenti eretti dai Greci in Sicilia.
La puntata in prima serata si aprirà sulle vette dell’Etna, alla scoperta dei paesaggi unici creati dalla lava e dalla saponaria sicula, pianta tipica della zona e la sola in grado di crescere alle pendici del vulcano. In ricordo di Angelo d’Arrigo, documentarista “volante” scomparso, che ha dedicato al vulcano la sua vita e le sue opere. Il viaggio in terra di Sicilia, poi, terminerà con la visita alla riserva naturale di Isola Bella nella stupenda Taormina (ME), gioiello che tutto il mondo invidia.
3 milioni di euro per acquisire al patrimonio regionale l’area di piazza Crispi a Palermo. Lì sorgeva Villa Deliella, il gioiello Liberty disegnato dal Basile e abbattuto nel 1959 durante il cosiddetto “sacco di Palermo”. I 3 milioni serviranno anche a progettare in quell’area un museo dedicato all'”Art Nouveau” siciliana. L’emendamento alle variazioni di bilancio della Regione Siciliana è stato approvato ieri. La proposta è di Marianna Caronia, che aveva ottenuto lo scorso anno l’avvio di un concorso di idee per la realizzazione del Museo; in più anche un ampio progetto per la valorizzazione del patrimonio e della storia del Liberty, uno dei tanti di questo periodo.
“Un ulteriore e decisivo passo avanti – afferma la deputata di Forza Italia – per realizzare finalmente a Palermo un polo museale dedicato a Basile e alla straordinaria stagione dell’inizio del ‘900, quando Palermo era alla ribalta artistica internazionale, grazie soprattutto proprio alla famiglia Basile e ai suoi progetti architettonici ed artistici. Un modo anche e soprattutto per avviare un progetto di rilancio della nostra città basato sul suo patrimonio artistico e culturale, sulla valorizzazione delle potenzialità turistiche e su una rete diffusa di poli culturali di attrazione.”
“Riconoscere l’interesse pubblico associato agli elementi dell’eredità culturale, in conformità con la loro importanza per la società; mettere in luce il valore dell’eredità culturale attraverso la sua identificazione, studio, interpretazione, protezione, conservazione e presentazione; assicurare che, nel contesto dell’ordinamento giuridico specifico di ogni Parte, esistano le disposizioni legislative per esercitare il diritto all’eredità culturale; favorire un clima economico e sociale che sostenga la partecipazione alle attività inerenti l’eredità culturale; promuovere la protezione dell’eredità culturale, quale elemento centrale di obiettivi che si rafforzano reciprocamente: lo sviluppo sostenibile, la diversità culturale e la creatività contemporanea” – dall’art. 5 della Convenzione.
Sono questi gli obiettivi della Convenzione di Faro, un trattato stretto nell’omonimo comune del Portogallo il 27 ottobre del 2005. L’Italia aveva firmato il trattato nel febbraio del 2013, ma la Camera dei Deputati ha approvato in via definitiva la ratifica soltanto di recente, il 23 settembre 2020. La Convenzione, a oggi ratificata da 29 Paesi membri del Consiglio d’Europa, non impone specifici obblighi per i Paesi firmatari: lascia a essi una discreta autonomia su mezzi e misure. I Paesi membri devono, ovviamente, riconoscere la preziosità del patrimonio e valorizzarlo con leggi e attività dedicate.
Sono iniziati i lavori per la messa in sicurezza del Casale della Cervelletta e dell’antica torre medievale
Il Casale della Cervelletta
Il Casale della Cervelletta è un complesso fortificato costruito su una rupe tufacea. La sua edificazione è dovuta al controllo delle antiche vie Collatina e Prenestina e della Valle dell’Aniene. La componente più importante del complesso della Cervelletta è senza dubbio l’alta torre medievale circondata da massicci corpi di fabbrica. Secondo alcuni studiosi, il toponimo deriverebbe dalla presenza nel territorio di riserve di cervi.
Il Casale della Cervelletta vanta una ricca storia: in origine era un fondo medievale di proprietà ecclesiastica, appartenente al monastero di S. Tommaso prima (nelle fonti definito Casale sancti loci), poi passato alla Basilica Lateranense e a S. Lorenzo fuori le mura. Nel XVI secolo il fondo fu di proprietà della famiglia Sforza; nel 1628 lo acquistò il Cardinale Scipione Borghese, che trasformò il casale in una elegante residenza di campagna.
Un patrimonio in stato di abbandono
Il Casale della Cervelletta, acquisito nel 2001 da Roma Capitale, è da anni in un totale stato di abbandono. La struttura è gravemente lesionata e a rischio crollo, perciò i lavori erano necessari, se non urgenti. Molti avevano denunciato lo stato emergenziale. A spingere verso queste migliorie è stata soprattutto l’Associazione ‘Piccolo America’, che nei mesi estivi ha trasformato il Parco del Casale in un’arena cinematografica all’aperto.
La commissione Cultura ha varato uno stanziamento di 125 mila euro per la messa in sicurezza e la ristrutturazione dei locali, mentre 212 mila euro saranno usati per la progettazione relativa all’utilizzo del casale. Tra i vari interventi previsti ci sono: la cerchiatura della torre, il consolidamento e l’impermeabilizzazione delle aperture e della copertura, la disinfestazione e la pulizia della struttura da rifiuti e piante infestanti.
L’associazione “La Sardegna verso l’Unesco” ha recentemente sottoposto un’istanza per candidare i monumenti della civiltà nuragica come patrimonio Unesco. Ieri c’è stata la conferenza stampa di presentazione del protocollo d’intesa tra il Centro di ricerca regionale e l’associazione La Sardegna verso l’Unesco. Il 31 marzo 2021 si conoscerà l’esito dell’istanza. Per incentivarne l’esito positivo, è stata attivata l’operazione di mappatura e digitalizzazione di tutto il patrimonio archeologico e culturale della Sardegna. Infatti, attualmente l’unico monumento sardo incluso nella lista del Patrimonio Unesco è il complesso archeologico di Su Nuraxi a Barumini.
Un territorio ricco di storia
Il nuraghe di Barumini domina la pianura della Sardegna centrale e rappresenta un importantissimo esempio di complessi difensivi dell’Età del Bronzo, i cosiddetti nuraghi. Costruito nel secondo millennio a.C. e occupato fino al terzo secolo d.C., il nuraghe di Barumini è composto di una torre centrale a tronco di cono, originariamente alta più di 18 metri, fatta di pietre disposte a secco in cerchi concentrici sovrapposti che si stringono verso la sommità.
Tuttavia, la Sardegna è molto più di questo: l’isola vanta più di 6000 siti archeologici. Tutta l’isola è costellata da questi edifici dell’età del Bronzo, i nuraghi. Ecco che il progetto vuole far riconoscere come patrimonio dell’umanità tutti, nessuno escluso, i monumenti nuragici. La Sardegna, quindi, non solo merita l’istanza per l’inserimento alla nomina quale Patrimonio Unesco, ma ha buone probabilità di ottenere questo riconoscimento.
Questi siti archeologici e tutti i nuraghi sono stati già mappati nel geoportale Nurnet, realizzato nel 2013. Attraverso il portale è possibile visualizzare la lista degli elementi presenti nella mappa, consultare le informazioni relative agli elementi selezionati, modificare le informazioni presenti (per utenti accreditati) e inserire nuovi elementi (nuraghi, menhir, etc.).
Questo riconoscimento permetterebbe alla Sardegna di fare un salto di qualità, di spiccare per la sua preziosità a livello archeologico. Inoltre, il successo darebbe sicuramente incentivi a livello economico e turistico.
Gestisci Consenso Cookie
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.