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REDAZIONALE | Nuova scossa alle soprintendenze, la Sicilia uccide i Beni Culturali

Nella riorganizzazione degli uffici regionali, pensata dalla giunta Musumeci e approvata dalla giunta, troviamo la cancellazione delle sezioni specialistiche delle soprintendenze. L’esecutivo regionale, con una semplice disposizione amministrativa, ha soppresso le sezioni specialistiche, demolendo la competenza disciplinare cara al Codice dei Beni culturali e del paesaggio.

Palazzo d’Orléans, Palermo

Uccidere le soprintendenze

Lo scopo della delibera è quello di accentrare nelle soprintendenze i controlli sui settori specialistici, depotenziando all’effettivo la capacità di verifica. La mossa non avrebbe effetto sul numero di incarichi da dirigente: resteranno 121 postazioni dirigenziali.

Il dato è principalmente politico. Già nel 2018 il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, in una conferenza a Palazzo d’Orleans tentò di abolire le soprintendenze. Un refuso, come venne definito da Sergio Gelardi, all’articolo 14 della legge di stabilità regionale. Musumeci affermò: “per alcune è necessaria un’azione farmacologica, per altre invece servono interventi chirurgici profondi”.

E adesso? Un altro refuso?

C’è da dire che alle soprintendenze siciliane manca di tutto, dagli strumenti, al personale, ai fondi. Questa delibera rischia di dare il colpo di grazia su ciò che resta dei presidi a tutela del patrimonio culturale, concepiti in Sicilia alla fine degli anni Settanta.

Palazzo della Sovrintendenza ai Beni Culturali di Siracusa

La delibera

La delibera della Giunta Musumeci del 10 marzo scorso ha definitivamente eliminato le unità specialistiche delle soprintendenze. Le unità disciplinari sono state soppiantate da due sezioni ibride: una per i beni architettonici e storico-artistici, paesaggistici e demo-etnoantropologici, e l’altra per i beni archeologici, bibliografici e archivistici. Una mescolanza di tutte le competenze rette da un dirigente generico ai beni culturali. La delibera riorganizza de facto tutta la macchina amministrativa di Palazzo d’Orléans.

Gianfranco Zanna, presidente di Legambiente Sicilia, sottolinea la coincidenza della firma con il 10 marzo: “La data della delibera è, per fatale coincidenza, la stessa della giornata dei beni culturali siciliani, che ricorre ogni anno in memoria della tragica scomparsa dell’assessore Sebastiano Tusa” avvenuta nel 2019.

“Un modo per celebrarne non il ricordo, ma il contributo attuale, attualissimo, che Sebastiano ha dato alla cultura”, ha sottolineato l’assessore dei Beni culturali Alberto Samonà.

Locandina

Le proteste

Zanna annuncia azioni legali “per bloccare questa ennesima riorganizzazione che dimostra, ancora una volta, la visione miope del governo regionale nei confronti della gestione, tutela e valorizzazione dei nostri beni culturali”.

Ana spera che la delibera sia ritirata: “un’amministrazione regionale che squalifica sé stessa delegittimando e appiattendo le competenze dei propri dipendenti si schiera obliquamente con la speculazione e la distruzione del territorio, piuttosto che adempiere con decisione al proprio dovere costituzionale di custodia e difesa del patrimonio e del paesaggio”.

Adele Maresca Compagna, presidente di Icom Italia, in una lettera aperta indirizzata al governatore Nello Musumeci e a Samonà esprime “forte preoccupazione per la soppressione di un cospicuo numero di unità operative tecniche”.

In un colpo solo si è fatta carta straccia delle normative regionali (nn. 116/1980 e 17/1991) e statali.

Adele Maresca Compagna, presidente di Icom (International Council of Museums) Italia

La discussa legge 10 del 2000

Nel 2016 la Sicilia di Crocetta aprì la strada all’attuale e drammatico scenario: i beni architettonici fecero coppia con i beni storico-artistici mentre quelli paesaggistici vennero accorpati a quelli demo-etnoantropologici, iniziando a sacrificare competenza e professionalità.

Chi è nell’ambito concorda che la colpa di questa carenza specialistica sia della legge regionale 10 del 2000 (L.R. 10/2000). Lo ha ribadito anche Adele Maresca Compagna: ha sottolineato che “gli accorpamenti all’interno delle soprintendenze rischiano di provocare un ulteriore indebolimento dell’intero assetto dei beni culturali regionali, già minato dall’abolizione dei ruoli tecnici per la dirigenza e per il comparto conseguente alla legge regionale 10 del 2000”.

Ma il ruolo unico non è una specialità siciliana: va ricordato che presso l’amministrazione statale fu istituito il ruolo unico già nel 2001 (D.lgs 165/2001, art. 23, c.1). Il provvedimento dunque non è arrivato ex abrupto ma ha radici storiche. Adesso tornare indietro è difficile: dopo ciò che è successo in Sicilia cosa accadrà al Ministero?

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NEWS | Dreamin, arriva l’hub digitale dell’Università di Catania

È stato realizzato, nell’ambito del progetto Dreamin, un hub digitale per la fruizione online dei musei. Lo scopo è quello di digitalizzare e rendere accessibile in modo interattivo il patrimonio dell’Università di Catania. 

Museo Mirabilia ©Università degli studi di Catania

Il progetto Dreamin

Dall’ateneo catanese, con un solo click è possibile trovarsi immersi in un vero e proprio viaggio virtuale. Si parte alla scoperta dell’Elefante nano e del “Trionfo di Pallade” del Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane, dal Pendolo di Foucault alla Città della Scienza. Con un movimento del mouse è possibile essere al Museo di Mineralogia petrografia e vulcanologia o al cine-teatro Olympia al Museo della Rappresentazione.
Sono solo alcuni dei pezzi del più ampio patrimonio dell’Università di Catania e adesso è possibile visitarli online, a distanza, grazie al progetto DreaminDigital REmote Access to Museums and research Infrastructures di cui la docente Germana Barone è il responsabile scientifico.
Il progetto è finanziato dal Ministero dell’Università e della Ricerca con lo scopo di trasporre sul piano virtuale i monumenti e gli ambienti museali dell’ateneo catanese, inclusi alcuni reperti rappresentativi del Sistema Museale d’Ateneo, tramite il quale gli utenti potranno assumere un ruolo attivo, grazie anche alla possibilità di simulare l’utilizzo di strumenti di analisi come microscopi virtuali, e di attivare da remoto una parte della strumentazione fisica operante all’interno della Città della Scienza.

Elefante Nano ©Università degli studi di Catania

Un supporto da remoto

Una nuova piattaforma virtuale, basata sull’architettura dei serious game (giochi istruttivi dove gli aspetti seri e ludici sono in equilibrio), costituirà uno strumento di diffusione della conoscenza per il grande pubblico e potrà supportare la didattica da remoto. Tra le attività principali si annoverano la realizzazione del prototipo di un dispositivo in grado di rilevare il movimento del Pendolo di Foucalt, accessibile da remoto. È stata sviluppata anche un’app, pensata per la fruizione delle collezioni esposte al Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane, che dispone di un’ampia selezione dei beni appartenenti ai diversi musei specialistici universitari. Sono disponibili diversi virtual tour studiati per apprezzare le strutture e i contenuti museali, così come è disponibile la realizzazione di un prototipo di un sistema di simulazione di analisi scientifiche utili per lo studio di rocce e minerali, agevolmente accessibile al pubblico dei non addetti ai lavori.

Pendolo di Foucalt ©Università degli studi di Catania

Dream team

Il progetto gode della partecipazione di diverse strutture museali del SiMuA, come la Città della Scienza, il Museo dei Saperi e delle Mirabilia Siciliane, il Museo della Rappresentazione e il Museo di Mineralogia petrografia e vulcanologia. La realizzazione del progetto ha registrato una proficua collaborazione tra i dipartimenti – come il Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali, di Ingegneria Civile e Architettura, di Fisica e Astronomia e quello di Matematica e Informatica – e le strutture museali dell’Ateneo insieme ad un’azienda del territorio, la PMI Innovativa iInformatica srl, confermando le ottime potenzialità delle sinergie tecnico-scientifiche tra il mondo accademico e quello imprenditoriale. Il team del progetto è rappresentato dall’IT Manager Diego Sinitò e ha visto il coinvolgimento dell’ing. Giuseppe Oddo (Cto aziendale), di Davide Scintu e Fabio Stasi, dei developer Michele Di Lecce e Vincenzo Ribaudo, di Antonio Ruoto e Alessandro Verderame.

Pendolo di Foucalt ©Università degli studi di Catania

Lo sviluppo del progetto ha portato al coinvolgimento di borsisti, come Alessandro Trefiletti, Carmelo Lombardo e Carmela Rizzo, e giovani ricercatori, tra cui Maura Fugazzotto, Diego Sinitò, Silvia Majorana, Graziana D’Agostino, Raissa Garozzo e Federico Mario La Russa, con conseguente arricchimento digitale delle strutture museali grazie all’acquisto di numerosi totem per la fruizione dei contenuti sviluppati dal progetto. Tutte le attività sono visitabili al sito web creato per il progetto.

Trionfo di Pallade ©Università degli studi di Catania
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NEWS | Crisi afghana: “L’Orientale” di Napoli continua le lezioni di beni culturali

L’Università “L’Orientale” di Napoli, che opera in Afghanistan dal 1957, in questo momento di profonda crisi continua a garantire le lezioni agli studenti bloccati nel Paese. Nonostante la situazione non si avvicini nemmeno lontanamente alla normalità, l’Università si adopera per far proseguire l’attività scientifica sui beni archeologici prodotta fino ad oggi. Buone notizie anche per ricercatori e docenti, la drammatica situazione ha bloccato l’attività sul campo, ma i risultati ottenuti non si perderanno, per tale scopo è di fondamentale importanza la collaborazione tra docenti e ricercatori dei due Paesi.

Garantire la sicurezza è uno degli obiettivi principali, collaborazione, anche in questo ambito, è la parola chiave.

«Studiare e diffondere la conoscenza del patrimonio culturale afghano è un modo per difenderlo». Queste sono state le parole del rettore Roberto Tottoli, un vero e proprio monito di speranza. Intenzione dell’Università per l’immediato futuro è l’attivazione di agevolazioni per gli studenti afghani, con la massima attenzione per la salvaguardia della loro situazione particolarmente difficile. Si tratta di agevolazioni atte a garantire l’apprendimento in un contesto che cerca di ritrovare serenità anche grazie alla Cultura.

orientale
Palazzo Corigliano a Napoli, sede dei dipartimenti orientalistici e del Mediterraneo antico dell’Università “L’Orientale”

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NEWS | “FOOPROMAG” la neolitizzazione del Maghreb orientale, un progetto bilaterale

Finanziato il progetto FOOPROMAG –The earliest food production in the Eastern Maghreb: How? When? Where? per il biennio 2021-2022. Esso vedrà una collaborazione tra CNR Italia e MHESR Tunisia, focalizzata sullo studio della neolitizzazione del Maghreb orientale.

All’interno dell’ambito disciplinare “Patrimonio Culturale”, FOOPROMAG si inserisce, quindi, nell’accordo scientifico tra CNR ISPC, l’Institut National du Patrimoine (INP) tunisino (rappresentato dalla Dott.ssa Nabiha Aouadi e dal Dott. Lotfi Belhouchet) e l’Associazione Internazionale di Studi sul Mediterraneo e l’Oriente (ISMEO), rappresentata dal Dott. Alfredo Coppa e dal Dott. e Prof. Giulio Lucarini, co-direttore del progetto assieme al Dott. Mondher M’hamdi (ISAM-Kasserine, Università di Kairouan).

L’obiettivo è la comprensione delle cause che spinsero i gruppi di cacciatori-raccoglitori ad adottare economie di tipo produttivo durante le fasi di stress climatico. Dunque, e di conseguenza, indagare le risposte ai mutamenti ambientali e l’aridificazione che molte zone del pianeta sperimentano anche oggi.
Le attività di ricerca verranno svolte nel sito neolitico di Doukanet el Khoutifa, situato sull’altopiano di El Gueria, nei pressi di Siliana. Le operazioni vedranno l’unione tra indagini stratigrafiche e numerose analisi multidisciplinari.
Infatti, il Corpus di dati attendibili sul sito permetterà di comprenderne le sue funzioni ,  l’organizzazione territoriale e la gestione di risorse alimentari e materie prime.

Infine, lo studio intende utilizzare i propri risultati, con il fine di migliorare la gestione di questi territori, basandosi sull’antico sfruttamento di piante e animali, che ancora oggi è vitale per le regioni dell’Africa.

Veduta panoramica del sito neolitico di Doukanet el Khoutifa, Siliana, Tunisia (Credits: Giulio Lucarini Cnr-Ispc)
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NEWS | Khaled al-Asaad, il “guardiano” di Palmira può ora riposare in pace

Si attendono ancora i risultati del test del Dna, ma con ogni probabilità le spoglie rinvenute nella località di Kahlul, a est di Palmira, potrebbero appartenere a Khaled al-Asaad, archeologo siriano torturato e ucciso da un gruppo jihadista nel 2015. Assieme al suo, anche i resti di altri due corpi, l’annuncio dell’agenzia governativa siriana Sana.


La “sua” Palmira

Khaled al-Asaad si occupava della sposa del deserto a nord-est di Damasco sin dagli anni Sessanta del Novecento. Ed era a Palmira che aveva dedicato gli studi, la passione e, infine, la vita.

Si era occupato degli scavi archeologici e del museo dal 1963 al 2005, prima di diventare consigliere per gli affari culturali a Damasco. Numerosi i consulti da parte dell’Unesco e numerose le collaborazioni con gli archeologi italiani.
Ad ottobre del 2015 il presidente Mattarella lo aveva onorato con la dedica dell’area degli Arsenali della Repubblica di Pisa, allora appena restaurati. E n
ello stesso periodo l’Associazione Gariwo lo aveva dichiarato «giusto delle nazioni» al Giardino dei Giusti di Milano.

Il 18 Agosto del 2015

Nel pieno delle guerra civile siriana, lo stato Islamico avanzava e si abbatteva anche sui siti archeologici, seminando distruzione e la morte della memoria. Il 21 maggio 2015 l’ISIS (l’auto-proclamato Stato Islamico) dichiara la cattura di Palmira e del suo sito archeologico.

Tuttavia, prima dell’arrivo dei miliziani dello Stato islamico, al-Asaad aveva nascosto diversi reperti, i tesori romani di Palmira, per sottrarli alla barbarie jihadista. Ma come un guardiano, Khaled sceglieva di rimanere a presidiare la sua Palmira. Ad 82 anni è stato catturato e torturato per quattro settimane di fila, con lo scopo di ottenere informazioni sul nascondiglio dei reperti. Maamoun Abdulkarim, attuale direttore del Dipartimento delle Antichità e dei Musei della Siria, aveva dichiarato alla stampa che al-Asaad sarebbe stato ucciso per essersi rifiutato di rivelare ai miliziani dove fossero stati nascosti i tesori di Palmira.

Khaled, a più di ottant’anni, ha retto e sopportato le torture, non cedendo neppure un istante. Gli jihadisti, come estremo sfregio finale, lo uccisero proprio in uno dei luoghi più significativi per lui, l’anfiteatro romano di Palmira, di cui Khaled era stato direttore per tanti anni.

Ma la sua morte diventò ancora di più teatro dell’orrore perché venne decapitato in pubblica piazza. Il suo corpo fu appeso ad una colonna ed esposto come monito. Era il 18 agosto 2015 e pochi giorni dopo lo Stato Islamico avrebbe distrutto il tempio di Baal Shamin.

L’esplosione del tempio a Palmira (© SANA via Il Messaggero)
 
Il ritrovamento nel deserto

Da Damasco giunge la notizia che potrebbe essere suo il corpo rinvenuto, dopo quasi sei anni. Qualcuno lo aveva lo aveva trascinato in mezzo al deserto dopo l’esecuzione.

Si attendono dunque i risultati del Dna, per poter dare almeno una degna sepoltura ad un uomo il cui onore e il cui amore verso il passato culturale, verso la memoria della civiltà umana significavano più della vita stessa.

Conoscere il passato ci aiuta a crescere. Ignorarlo ci fa restare per sempre bambini – era solito ripetere Khaled al-Asaad

 

Pur avendo sempre fatto parte della classe dirigente siriana per il ruolo e la posizione ricoperte, il suo brutale assassinio aveva suscitato il dispiacere e la condanna di ogni componente della società, sia dei lealisti pro-regime, sia degli oppositori.

Pietra commemorativa al Giardino dei Giusti di Milano (© Associazione Gariwo)
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NEWS | Napoli perde un simbolo: crolla la “Chiesa del Rosariello” tra l’abbandono e il silenzio

Il 20 Gennaio 2021 intorno alle ore 8.00 del mattino, a Napoli, in Piazza Cavour, un pezzo del nostro patrimonio culturale è crollato. Si tratta della facciata sinistra della storica Chiesa seicentesca di Santa Maria del Rosario alle Pigne. L’edificio, nato dal progetto di Arcangelo Guglielmelli, è parte del Centro storico di Napoli, dichiarato patrimonio Unesco. Il nome “alle Pigne” deriva dalla presenza di due alberi di pigne presenti in zona, prima della costruzione del Convento dei Domenicani nel 1630.

La chiesa in stile barocco è conosciuta dai napoletani come “Chiesa del Rosariello”, per la presenza sulla facciata centrale della statua settecentesca lignea di scuola napoletana della Vergine con il Divino Infante tra le braccia, con la veste rossa e manto blu stellato.

Le cause del crollo non sono ancora ben note: l’edificio, già vittima del terremoto nel 1980, è stato preda di numerosi furti di opere d’arte; le rimanenti sono state spostate per sicurezza in un’altra sede

La riapertura eccezionale è avvenuta nel 2017, dopo poche opere di restauro e rimessa in sesto dell’edificio venti anni prima, senza mai subire lavori decisivi di consolidamento strutturale. La facciata era visibilmente compromessa, come affermano diversi cittadini, e il cedimento improvviso del solaio ha trascinato con sé le fragili pareti. Assenza di restauri e controlli degli edifici storici sono, purtroppo, frequenti in Italia: quest’ultima vede così la perdita di parte del suo enorme patrimonio culturale.

Foto del crollo della facciata sinistra della “Chiesa del Rosariello”, Napoli
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NEWS | “Strategia Fotografia 2020”, vince il Museo Civico di Petralia Sottana (PA)

Il Museo Civico  Antonio Collisani di Petralia Sottana (PA) si aggiudica la vittoria dell’avviso Strategia Fotografia 2020; l’avviso, emanato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea (Dgcc) del MIBACT, proponeva la promozione e la valorizzazione della memoria fotografica in Italia e all’estero. La fotografia è intesa come patrimonio storico e linguaggio contemporaneo, memoria, espressione e comprensione del reale, utile all’inclusione e all’accrescimento di una sensibilità critica autonoma da parte dei cittadini, come si leggeva nell’avviso.

Locandina dell’avviso MIBACT
 
Il progetto

L’avviso prevedeva quattro linee di azione relative a: acquisizione, committenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio fotografico, storico e contemporaneo, in Italia e all’estero.

Il progetto del Collisani occupa il quarto posto nella graduatoria nazionale con il titolo Madonie_Paesaggi. 1973/2021. Il Comune di Petralia Sottana è, in convenzione con l’Ente Parco delle Madonie e l’Accademia di Belle Arti, partner del progetto; le fotografie sono commissionate ad autori contemporanei.

Una delle fotografie patrimonio storico e memoria (Palermo Today)

I partecipanti lavoreranno in residenze d’artista a Petralia Sottana, per svolgere attività di incontro con la comunità, con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Palermo e con le scuole del territorio. Infatti, sono previsti incontri, talk, seminari e attività didattiche. Il progetto si svolgerà lungo tutto l’anno, in modo da tenere sempre alta l’attenzione sulle attività del museo e sulla programmazione delle residenze.

Inoltre, al progetto saranno abbinate anche le realizzazioni di mostre con la tematica del paesaggio, cercando sempre una relazione con le opere fotografiche contemporanee e la progettazione educativa – rivolta alle scuole del comprensorio -, basata sul concetto di paesaggio.

Madonie Paesaggi, una delle immagini (Guidasicilia)

Il nuovo progetto verrà valorizzato in un ampio ambito europeo grazie alla realizzazione di un libro e all’influenza dei principali autori provenienti dal Nord Italia, dalla Germania e dal Portogallo; gli autori invitati sono: Paulo Catrica (fotografo e docente in Accademia di Belle Arti a Lisbona), Guido Guidi (fotografo e docente in varie università italiane), Maria Vittoria Trovato e sei autori del gruppo Presente Infinito.

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NEWS | “Dialoghi d’arte e cultura”, ritornano le conferenze degli Uffizi

Da mercoledì 13 gennaio 2021, gli Uffizi ritornano online per un nuovo ciclo di conferenze settimanali che si protrarranno fino al 26 maggio 2021.

Dialoghi d’arte e cultura prevede una nuova serie di venti incontri online curata da Fabrizio Paolucci (responsabile dell’arte classica e coordinatore delle iniziative scientifiche delle Gallerie degli Uffizi).  Il punto di forza della nuova serie sembra sia un approccio all’arte e alla cultura, nuovo e inedito, articolato in quattro diverse sezioni: Dietro le quinte, Capolavori dai depositi, Capolavori su carta Laboratorio Universale.

Saranno diversi i temi da trattare, spaziando dalle collezioni degli Uffizi e dal patrimonio della Toscana a questioni che riguardano la psicologia degli artisti, la museologia e le correnti artistiche. Ospiti del progetto saranno specialisti e studiosi di fama, tra cui: il Direttore del Museo Egizio di Torino Christian Greco, il Professor Alexander Heinemann dell’Università di Tübingen, il Soprintendente di Firenze Andrea Pessina e quello di Mantova Gabriele Barucca, il Direttore del Palazzo Reale di Napoli Mario Epifani, la Direttrice della clinica psichiatrica dell’Università di Pisa, Liliana Dell’Osso, il Professor Lorenzo Gnocchi dell’Università di Firenze e il Professor Fabrizio Lollini dell’Università di Bologna.

Abbiamo chiesto ai luminari della storia dell’arte e di diverse discipline di presentare temi originali, anche scottanti, che appassionano e fanno discutere – dichiara il direttore delle Gallerie degli Uffizi, Eike SchmidtSi affronteranno millenni di arte e cultura, e lo streaming in diretta è un modo efficace e dinamico di portare questi argomenti a un pubblico sempre più globale, perché esteso a tutto il pianeta. Se i visitatori non possono più venire agli Uffizi, allora è compito nostro connetterci a loro.

Locandina (© Gallerie degli Uffizi)
 
Il Programma

Sarà possibile seguire le conferenze in diretta streaming sulla pagina Facebook delle Gallerie.

13 gennaio
Laboratorio universale
Marco Riccomini 
Il viaggio in una stanza. Itinerari nei quadri degli Uffizi

20 gennaio
Laboratorio Universale
Claudia Conforti 
Quando Firenze sfida la modernità. Dalla Sagrestia Vecchia di Brunelleschi alla chiesa dell’autostrada di Michelucci: dal rifiuto al consenso

27 gennaio
Dietro le quinte
Andrea Pessina 
Lo stadio Artemio Franchi, capolavoro fiorentino di Pier Luigi Nervi

3 febbraio
Laboratorio Universale 
Liliana dall’Osso 
Genio e follia

10 febbraio
Gli Uffizi e il territorio
Francesca Funis 
La villa Ambrogiana sotto Cosimo III: un modello spagnolo per i Medici

17 febbraio
Capolavori su carta
Fabrizio Lollini 
Pittura e miniatura a Bologna prima di Raffaello

24 febbraio
Capolavori su carta
Mario Epifani 
Disegnare o “pittare”? Disegni di scuola napoletana nel Gabinetto dei Disegni e delle Stampe degli Uffizi

3 marzo
Dietro le quinte
Christian Greco 
Parole degli dei. La cultura materiale scritta al Museo Egizio

10 marzo
Dietro le quinte
Chiara Toti 
Franco Ionda [titolo non ancora definitivo]

17 marzo
Dietro le quinte
Antonella Negri 
La catalogazione digitale dei beni culturali 

24 marzo
In occasione del Dantedì – Lectura Dantis
Paolo Procaccioli
Per Dante e per Firenze. Programmi letterari e artistici tra Quattro e Cinquecento

31 marzo
Tesori dai depositi
Silvia Ciappi 
I vetri tedeschi dei Medici nei depositi di Palazzo Pitti

7 aprile
Laboratorio universale
Claudio Strinati e Sandra Marraghini
La flagellazione e il Sogno di Costantino di Piero della Francesca tra prospettiva e cosmografia

14 aprile
Gli Uffizi e il territorio
Lorenzo Gnocchi
L’umanesimo tra Careggi e Poggio a Caiano

21 aprile
Laboratorio universale
In occasione del 2774 compleanno di Roma Contenuti politici, linguaggio privato. 
Alexander Heinemann
Il rilievo con scena di sacrificio agli Uffizi e monumenti affini nella Roma imperiale

28 aprile
Gli Uffizi e il territorio
Alessandra Griffo 
Scoperte all’Ambrogiana

5 maggio
Dietro le quinte
In occasione del 274 compleanno di Pietro Leopoldo di Asburgo-Lorena e la 200 ricorrenza della morte di Napoleone Bonaparte
Rita Balleri
Apparecchiature da tavola tra gli Asburgo-Lorena e i Bonaparte in Toscana

12 maggio
Dietro le quinte
Beatrice Paolozzi Strozzi
L’eredità del cardinale. Un inventario di Ippolito de’ Medici

19 maggio
Gli Uffizi e il territorio
Elvira Altiero, Emanuele Pellegrini e Claudia Massi
Le gallerie fiorentine e la nascita del museo civico di Pescia: un nuovo modello politico e culturale per le municipalità toscane

26 maggio
Capolavori su carta
Gabriele Barucca
Disegni di oreficeria sacra e profana di “Monsù Luigi Valadier argentiere a San Luigi de’ Francesi” e di altri artefici del Settecento italiano

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NEWS | Nasce arte.camera.it, il portale per scoprire le opere artistiche di Montecitorio

Nel giorno della Vigilia di Natale viene lanciato un nuovo portale per andare alla scoperta del patrimonio artistico della Camera dei Deputati. Il sito, arte.camera.it, è una corposa piattaforma che consente di vedere le opere esposte nelle sale di Montecitorio.

Il sito non mostra soltanto le opere di proprietà della Camera, ma anche i depositi accordati da alcuni dei più importanti musei italiani, come gli Uffizi, Palazzo Barberini, il Museo Nazionale di Capodimonte, la Pinacoteca di Brera, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea.

Alcune delle opere presenti sul portale (arte.camera.it)
 
Il sito

Il portale è connesso al Catalogo generale dei beni culturali e si divide in tre sezioni principali.

La prima sezione, In Evidenza, comprende le opere principali. Vi si trovano, tra gli altri, un Giove e Antiope di Tiziano in deposito dalla Galleria Corsini, una Madonna del Sassoferrato in deposito da Palazzo Barberini, un dipinto raffigurante Alessandro davanti al corpo morto di Dario di Alessandro Campi dalla Pinacoteca Nazionale di Bologna, insieme a dipinti più contemporanei, di proprietà della Camera, come Composizione di Mario Sironi (1938), Paesaggio di Giorgio Morandi (1927) o, ancora, Inverno sul lago di Carlo Carrà (1944).

La seconda sezione, Raccolte, suddivide il patrimonio per tipologia (sculture, dipinti, arazzi, ecc.) e consente anche di fare ricerche nel sito sfruttando la schedatura delle opere.

La terza ed ultima sezione, Opere, offre il catalogo completo, dotato di motore di ricerca.

Per ognuna delle opere inserite nel portale è possibile avere una panoramica completa delle collezioni. Saranno visibili anche i dipinti e le sculture che di solito non è possibile ammirare durante le visite guidate a Montecitorio. Per ogni dipinto, inoltre, le schede forniscono dati tecnici, come la datazione, la materia e la tecnica, le dimensioni e la storia dell’opera, dal nome dell’ente proprietario, il numero d’inventario, la data d’acquisto se nota, fino anche alle mostre in cui l’opera è stata esposta.

Paesaggio, Giorgio Morandi (arte.camera.it)
 
Il progetto

Con questo progetto, dichiara il presidente della Camera, Roberto Fico, Montecitorio prosegue il suo percorso di apertura e valorizzazione del patrimonio storico, documentale e artistico, tanto più prezioso in una fase in cui visite e mostre sono sospese a causa dell’emergenza sanitaria. I cittadini potranno scoprire i tesori custoditi dalla Camera come in una mostra virtuale, un modo per rendere fruibili opere di grande valore storico e artistico che appartengono alla nostra comunità.

Opere presenti sul sito nella sezione In Evidenza (arte.camera.it)
 
L’identità nazionale attraverso l’espressione creativa

La digitalizzazione delle opere della Camera consente dunque, si legge nella presentazione del progetto, anche a chi non si trovi nella possibilità materiale di farlo, di ‘entrare’ a Palazzo Montecitorio e di ammirarne i tesori artistici, anche quelli che non sono di norma esposti lungo gli itinerari di visita. Ma vi è di più. Le stesse opere d’arte raccontano anche la storia appassionante della costruzione dell’identità nazionale attraverso l’espressione creativa. Una storia complessa e articolata, che richiede, come tale, la più intensa integrazione tra tutte le istituzioni che, a diverso titolo, si occupano di promozione e di conservazione dei beni artistici. È questa la ragione per cui la Camera dei deputati ha ritenuto necessario condividere e rendere omogenee le informazioni contenute nel portale con quelle presenti nel Catalogo generale dei beni culturali: un’integrazione che consente al visitatore di accedere ad un’esperienza ad ampio spettro, nell’intento di rendere quanto più ampia ed unitaria la conoscenza di una determinata opera o scuola artistica attraverso i link, le citazioni e i molti rimandi che il portale mette a disposizione. In questo contesto, i rapporti quotidiani che la Camera intrattiene con gli organi governativi competenti, con le Soprintendenze e con i musei italiani consentono di consolidare un’idea circolare e diffusa della tutela e della più larga condivisione del patrimonio artistico dell’Istituzione parlamentare.