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NEWS | “Canti di pietra” al Foro Romano

Sabato 5 dicembre andrà online la performance di Michele Placido, che si esibirà nel Parco del Colosseo

Domenica 29 novembre si è tenuto il secondo appuntamento del progetto “Canti di pietra“, promosso e organizzato dal Parco archeologico del Colosseo con il poeta e scrittore Gabriele Tinti. Dopo Alessandro Haber al Museo Palatino, è stata la volta di Michele Placido, che ha letto alcune poesie di Tinti ispirate alla statuaria un tempo presente nel Portico degli Dèi Consenti nel Foro Romano, alle pendici del Campidoglio. La performance sarà disponibile online sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Parco archeologico del Colosseo alle ore 21.00 di sabato 5 dicembre. L’evento è parte di una serie di “camminate poetiche” che avranno luogo nel 2021 con il coinvolgimento di importanti attori nel Foro Romano, nella Domus Aurea e nel Colosseo. Il progetto è realizzato con l’organizzazione e promozione del Parco archeologico del Colosseo in collaborazione con Anantara Palazzo Naiadi.

“Rovine” di Gabriele Tinti

“Canti di pietra” rientra nel più complesso “Rovine”, progetto di Gabriele Tinti che raccoglie una serie di letture dal vivo recitate di fronte alla statuaria classica. Negli ultimi anni il progetto ha visto coinvolti alcuni importanti attori e alcuni dei maggiori Musei al mondo come il Metropolitan di New York, il J. Paul Getty Museum e il LACMA di Los Angeles, il British Museum di Londra, la Gliptoteca di Monaco, il Museo Nazionale Romano di Roma, i Musei Capitolini, il Museo dell’Ara Pacis, il Museo Archeologico di Napoli e molti altri ancora. “Rovine” è stato insignito del Premio Montale fuori di casa 2018 per la poesia ed è stato recentemente scelto per celebrare il riallestimento delle collezioni del Getty Villa.

Altri prossimi eventi

Nel frattempo, già nel corso del mese di dicembre, il progetto si arricchirà delle letture di Robert Davi (‘The Goonies’ – ‘Die Hard’- ‘Licence to kill’) e Stephen Fry (‘Wilde’, ‘Gosford Park’), che leggeranno i testi di Tinti composti per la statuaria e i simulacri degli dei presenti nel Foro Romano.
In particolar modo, l’11 dicembre – in occasione delle Agonalia (o Agonie), Robert Davi leggerà “Apollo” in onore di Sol Indiges – Apollo e il 17 dicembre Stephen Fry – in occasione dei Saturnalia – leggerà “Saturno”.
Tutte queste letture saranno ugualmente disponibili online sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Parco archeologico del Colosseo.
 

 

 

 

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NEWS | Il 5 novembre sarà presentata al Parco del Colosseo la mostra “Pompei 79 d.C.”

La mostra, presentata il 5 novembre, sarà aperta al pubblico dal 6 al 31 gennaio 2021.

Il 5 Novembre ci sarà la presentazione della mostra “Pompei: 79 d.C.“, presso il Parco archeologico del Colosseo. Alla presentazione sarà presente e interverrà Massimo Osanna, Direttore generale Musei e Direttore del Parco archeologico di Pompei. “Pompei 79 d.C.” avrà luogo presso il Colosseo e verterà sull’importante quanto delicato rapporto tra Roma e Pompei. La mostra offrirà ben 100 reperti, nonché video e proiezioni virtuali. È suddivisa in tre grandi sezioni: la fase dell’alleanza, la fase della colonia romana, il declino e la fine.

L’allestimento e la grafica della mostra sono a cura di Maurizio di Puolo, mentre l’esposizione è stata ideata e curata da Mario Torelli, grande archeologo recentemente scomparso. L’evento è promosso dal Parco archeologico del Colosseo, con l’organizzazione di Electa e con la collaborazione scientifica del Parco archeologico di Pompei e del Museo Archeologico Nazionale di Napoli. La mostra sarà visitabile al II ordine del Colosseo con entrambe le tipologie di biglietto: 24h – Colosseo, Foro Romano, Palatino e Full Experience, nella formula con arena e/o con sotterranei. 

Banner pubblicitario della mostra. Fonte: sito del Parco archeologico del Colosseo.
Pompei, 79 d.C.

La data inserita nel nome della mostra non è casuale: nel 79 d.C. avvenne a Pompei la nota eruzione del Vesuvio. Questo fenomeno sismico distrusse e coprì sotto cenere, massi e lapilli tutta la città di Pompei, che si è conservata intatta. 

Sono due le fondamentali testimonianze dell’eruzione: i resti della stessa Pompei e le lettere (epistulae) di Plinio il Giovane, di incommensurabile valore storico. In particolare, se gli scavi di Pompei fanno emergere i resti concreti di una città cristallizzata dall’eruzione del Vesuvio, una delle tante lettere di Plinio il Giovane ha reso possibile capire non solo l’anno dell’eruzione, ma anche il giorno preciso:  in una delle due lettere che lo studioso scrive a Tacito si legge nonum kal. septembres (Lettera VI,16,20), cioè nove giorni prima delle Calende di settembre, data che corrisponde al 24 agosto. In questa lettera, inoltre, Plinio descrive con dettagli e grande drammaticità, passo per passo, l’eruzione del Vesuvio e la reazione delle persone attorno a sé.

Una nube stava sorgendo e non era chiaro all’osservatore da quale monte s’innalzasse (si seppe, poi, essere il Vesuvio), il cui aspetto fra gli alberi s’assimilava soprattutto al pino. Essa, infatti, levatasi verticalmente come un altissimo tronco, s’allargava in alto, come con dei rami; […] in molte parti risplendevano larghissime fiamme e vasti incendi, il cui risplendere e la cui luce erano resi più vividi dalla oscurità della notte. […] Per calmare le paure, mio zio diceva che si trattava di case abbandonate che bruciavano, lasciate abbandonate dai contadini in fuga. Plinio il Giovane, Lettere, VI, 16.