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NEWS | La scomparsa del prof. La Torre e il cordoglio delle Istituzioni

La scomparsa del prof. La Torre, avvenuta giorno 12 giugno, lascia sgomento e tristezza nel mondo della cultura e dell’archeologia. Tantissimi enti e istituzioni hanno voluto omaggiare il docente sulle loro pagine social: dall’Università di Messina alla Scuola di Atene, passando per le associazioni di categoria come CIA e ANA, i musei e i parchi archeologici, le soprintendenze e i comuni. 
Abbiamo selezionato per Voi i più significativi, riportati integralmente di seguito.


L’Università di Messina

Il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, esprime il cordoglio di tutta la Comunità Accademia per la scomparsa del Pro Rettore alla Didattica e Ordinario di Archeologia Classica, prof. Gioacchino Francesco La Torre. “È una grave perdita per il nostro Ateneo – ha dichiarato il Rettore – non soltanto perché perdo uno dei miei più validi collaboratori, ma perché viene a mancare uno studioso attento, rigoroso, straordinariamente bravo che lascia traccia indelebile dei suoi tanti anni di lavoro in Italia e nel mondo. Una morte che non lascia nello sgomento soltanto la famiglia, i suoi più stretti collaboratori, ma anche tutti noi che quotidianamente apprezzavamo le sue doti umane e professionali. Il suo percorso accademico, le sue ricerche, i suoi scavi, la sua perseveranza devono essere da esempio per tutti i giovani ricercatori di archeologia. Lascia un grande vuoto la sua scomparsa, ho avvertito e avverto in tutta la Comunità Accademica il grande affetto e la grande stima che meritava”.

La Scuola Archeologica Italiana di Atene

ΜΝΗΜΗΣ ΧΑΡΙΝ GIOACCHINO FRANCESCO LA TORRE

🇮🇹 La SAIA piange la prematura scomparsa di Gioacchino Francesco La Torre, Allievo nel 1984 e co-direttore degli scavi greco-italiani a Skotoussa in Tessaglia dal 2014.

Sit tibi terra levis 🕯

🇬🇷 Η ΙΑΣΑ θρηνεί τον πρόωρο θάνατο του Gioacchino Francesco La Torre, ο οποίος υπήρξε Σπουδαστής της Σχολής το 1984, και συνδιευθυντή των ελληνο-ιταλικών ανασκαφών στη Σκοτούσσα της Θεσσαλίας από το 2014.

Αιωνία αυτού η Μνήμη 🕯

La Confederazione Italiana Archeologi (CIA)

Apprendiamo con sgomento della scomparsa prematura del collega e amico Gioacchino Francesco La Torre, ordinario di archeologia classica all’Università di Messina, eccellente studioso e archeologo militante che nel corso della sua lunga carriera, prima come funzionario della Soprintendenza Archeologica della Calabria e poi come docente universitario, ha sempre difeso il principio costituzionale della tutela del patrimonio culturale.

La CIA lo ricorda attivo nel comune impegno per il riconoscimento del ruolo professionale degli archeologi e si unisce al cordoglio della famiglia e degli amici.

L’Associazione Nazionale Archeologi (ANA)

🔵 L’associazione Nazionale Archeologi apprende della scomparsa del Prof. Gioacchino Francesco La Torre, venuto a mancare oggi 12 giugno 🔵

Professore attento e molto amato dai suoi studenti e numerosi tesisti: “Mi ha seguito nel mio lavoro per la tesi con pazienza e precisione, accompagnandomi perfino a Lipari”, ricorda Morgana Mazzù – Ana Sicilia.

Studioso di rara intelligenza ed acribìa, di una grandezza umana e professionale davvero uniche, ha dedicato con impegno non comune il suo magistero alla ricerca ed alla didattica, formando centinaia di giovani studiosi che oggi gli sono grati e custodiscono i preziosi doni del suo insegnamento.

▪️L’Associazione Nazionale Archeologi si unisce ai familiari e alla comunità scientifica in questo momento di dolore.

 

Il Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi

Il Direttore e tutto il personale del Parco esprimono profondo cordoglio per la prematura scomparsa del Prof. Gioacchino Francesco La Torre, studioso di altissimo profilo che in tante occasioni ha prestato la sua intelligenza ed il suo sapere a servizio di questa istituzione. Persona dalle grandi doti umane oltre che professionali, punto di riferimento per la ricerca archeologica in Sicilia, attento alle problematiche della gestione del Patrimonio attraverso una capacità di dialogo con le Istituzioni davvero rara. Lascia una grande eredità a tutta la comunità che lavora nel mondo dei Beni Culturali, che siamo certi sarà custodita e condivisa. Alla moglie, Armida De Miro, già apprezzata Dirigente di questo Parco, le più sentite condoglianze.

 

 

Il Museo Civico di Cetraro

Con profondo dolore lo staff del Museo dei Brettii e del Mare, e più in generale la comunità di Cetraro, esprime le più sentite condoglianze ai familiari e al mondo accademico messinese per l’improvvisa scomparsa del prof. Gioacchino La Torre.
Già funzionario della Soprintendenza archeologica della Calabria, La Torre contribuì, insieme al prof. Fabrizio Mollo, alle attività di scavo che nel 1996 portarono alla scoperta della necropoli Brezia in località Treselle di Cetraro, e che di fatto diedero inizio alla storia delle ricerche archeologiche nel territorio cetrarese. Alla sua collaborazione si deve anche la realizzazione, nel 2001, della prima esposizione archeologica permanente di Palazzo Del Trono.

 

DICAM – Università di Messina

Oggi ci ha lasciato il prof. Gioacchino Francesco La Torre, primo coordinatore di questo Corso di Laurea alla cui creazione ha contribuito più di ogni altro. Con lui se ne va non solo uno studioso di rara finezza, se ne va un amico, un punto di riferimento umano e professionale straordinario per i colleghi e gli studenti dell’intero Ateneo di Messina. Di fronte a tutto quello che perdiamo con la sua scomparsa rimarranno per sempre la dedizione, la limpidezza, la correttezza, la passione che lo hanno caratterizzato. Ciao Francesco e grazie per tutto quello che hai fatto per noi. Cercheremo di non disperdere la tua eredità.

 

Il Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea di Lipari

Il Parco Archeologico delle Isole Eolie si unisce al cordoglio per la prematura scomparsa del prof. Gioacchino Francesco La Torre, archeologo di fama internazionale e docente ordinario di Archeologia Classica nell’Università di Messina. Il mondo dell’archeologia ha perso un grande studioso.

 

Rubbettino Editore

La scomparsa di Gioacchino Francesco La Torre è la scomparsa di uno degli esponenti più importanti dell’archeologia mondiale. Stimatissimo docente, appassionato studioso che condotto ricerche tra Calabria, Sicilia e l’estero, Rubbettino si onora di avere nel suo catalogo uno dei suoi ultimi lavori: “Le grandi battaglie”.

La Fondazione Paestum

Con sgomento e profonda commozione apprendiamo la notizia della prematura scomparsa del collega ed amico prof. Gioacchino Francesco La Torre.
La Fondazione Paestum esprime le condoglianze più profonde alla famiglia ed alla comunità universitaria messinese così duramente colpita dalla perdita di un valoroso studioso e brillante accademico.

Il Parco Archeologico Naxos-Taormina

Oggi diciamo addio ad un caro amico, il prof. Francesco La Torre, insigne archeologo dell’Università di Messina scomparso prematuramente.
In questa foto, seduto a sinistra, è nostro ospite al Museo di Naxos, qualche tempo fa, per raccontare il mondo antico

Il Direttore, Gabriella Tigano, e il personale tutto del Parco Archeologico di Naxos Taormina partecipa all’immenso dolore dei familiari. 🙏🏻

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NEWS | Le recenti scoperte dall’anfiteatro romano di Milano: la conferenza online

In occasione delle Giornate europee  del patrimonio,  la Soprintendenza organizza  una conferenza online dedicata alle più recenti scoperte emerse nel corso degli scavi presso l’area dell’Anfiteatro romano di Milano dove è in corso la realizzazione del PAN (Parco Amphitheatrum naturae),  il più vasto parco archeologico di Milano, situato nel cuore della città.

Progetto PAN, una ricostruzione


I lavori, promossi e diretti dalla Soprintendente Antonella Ranaldi, in accordo con il Comune di Milano, sono realizzati con finanziamenti del Ministero della Cultura e grazie ai contributi di sponsorizzazioni private.

Durante la conferenza online del 25 settembre alle ore 15.00 interverranno: Antonella Ranaldi, Soprintendente ABAP per la città metropolitana di Milano; la dottoressa Anna Maria Fedeli, Responsabile dell’area archeologia della Soprintendenza e la dottoressa Francesca Roncoroni, funzionario archeologo.


In apertura sarà inoltre proiettato il video del regista John Bandieramonte che racconta gli scavi, commissionato dallo Sponsor TMC pubblicità.

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NEWS | Proseguono i lavori nell’Anfiteatro romano di Milano: l’apertura straordinaria

In occasione della Design Week, dal 6 al 10 settembre 2021, la Soprintendenza di Milano aprirà al pubblico uno dei cantieri archeologici più estesi e ricchi di rinvenimenti degli ultimi anni: l’area dell’Anfiteatro romano. È lì in corso la realizzazione di PAN – Parco Amphitheatrum naturae, il più vasto parco archeologico di Milano, situato nel cuore della città.

I lavori, promossi e diretti dalla Soprintendente Antonella Ranaldi in accordo con il Comune di Milano, sono realizzati con finanziamenti del MiC e grazie ai contributi di sponsorizzazioni private: TMC pubblicità, Prelios SGR e, per gli scavi archeologici, Italia Nostra.

Ricostruzione dell’Anfiteatro romano di Milano secondo il progetto PAN – Parco Amphitheatrum naturae

Per partecipare all’evento è obbligatoria la prenotazione tramite mail a sabap-mi.eventi@beniculturali.it e per l’accesso è necessario esibire la certificazione verde Covid19 (esclusi bambini fino a 12 anni e soggetti esenti con certificazione medica).

In copertina: i resti dell’anfiteatro romano di Milano (foto: Milanoevents.it).

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ATTUALITÀ | Al Parco e al Museo di Lipari arriva il festival “Isole. Dialoghi tra arte e letteratura”

Cosa unisce l’immagine con la parola e quali possono essere le declinazioni possibili di questo incontro? Per scoprire alcune delle modalità, il festival Isole. Dialoghi tra arte e letteratura dall’8 all’11 luglio 2021 propone quattro serate – aperte gratuitamente al pubblico – che vedranno protagonisti alcuni dei nomi più interessanti degli ambiti artistici e letterari internazionali.

Cuore del festival sarà l’ex chiesa di Santa Caterina, nella cittadella fortificata che domina Lipari, nell’area del Parco Archeologico delle Eolie con il suo grande Museo dalla ricca collezione di reperti. È qui che attraverso esposizioni, sonorità e letture, artisti e scrittori, musicisti e narratori racconteranno al pubblico come nasce un’opera, ciascuno secondo la propria scelta espressiva.

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Orgogliosamente ne parlano l’assessore Samonà e il direttore Vilardo

«Isola nell’Isola, Lipari – sottolinea l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – si conferma luogo fisico e spirituale di riflessione: uno spazio fisso nella fluidità del mare delle idee. Attraverso queste quattro giornate, la Parola, strumento principe della comunicazione, diventa il ponte tra realtà ed esperienze diverse che si raccontano. Da Lipari il Parco Archeologico delle Eolie recupera la propria centralità come luogo che custodisce e racconta la storia millenaria della Sicilia e che, attraverso quest’iniziativa, si propone come cenacolo in cui ospitare un confronto dialettico e creativo fra artisti e pensatori in un momento di incontro e di ritrovata convivialità».

L’assessore Alberto Samonà

Si esprime anche il direttore del Parco, l’architetto Rosario Vilardo: «Incoraggiati dal gradimento del pubblico, il festival “Isole” torna al Parco Archeologico delle Eolie. Un’esperienza positiva, che conferma il ruolo del Parco come polo culturale delle Eolie, luogo di conoscenza e svago di qualità che, partendo dal nucleo fondamentale della collezione archeologica, accoglie e abbraccia le altre discipline come le espressioni figurative, teatrali, artistiche, letterarie e cinematografiche».

Rosario Vilardo, direttore del Parco Archeologico delle Eolie
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NEWS | A Lipari nascono il Museo e il Parco geominerario della pietra pomice

«A Lipari nasceranno un Museo e un Parco geominerario della pietra pomice. Lo ha deliberato il governo Musumeci, allo scopo di preservare e valorizzare l’antico patrimonio economico-culturale presente nella più grande delle Eolie». Orgogliosamente lo annuncia l’assessore Alberto Samonà con un post su Facebook. «L’obiettivo» – evidenzia Samonà – «è quello di realizzare un Museo e anche un Parco geominerario con funzione didattica, per conservare la memoria e la storia dei luoghi e testimoniare il processo estrattivo e la storia della pomice attraverso foto, documentazioni, testimonianze, oggetti e ricostruzioni del ciclo di lavorazione. Un obiettivo che il nostro governo intende perseguire in collaborazione con l’associazionismo locale e con l’Università messinese».

La pomice di Lipari

L’isola di Lipari era uno dei principali luoghi in cui, nel Settecento, veniva prodotta la pietra pomice esportata in tutta Europa. La delibera del governo Musumeci intende riqualificare, così, non solo un luogo fisico, ma anche la storia di un luogo e di un’attività dimenticate. L’idea di fare delle cave e dei resti di un’industria scomparsa un museo minerario diffuso nasce dall’esigenza di recuperare dallo stato di abbandono e degrado i magazzini dismessi da diversi anni. Si punta, oltre che al recupero, anche a fornire un nuovo punto di richiamo turistico in un contesto già ampiamente ricco di stimoli, grazie anche all’attività del Centro Studi Eoliano.

Piattaforme di estrazione dismesse (©Luca Moglia Photography)

«La storia dell’estrazione della pomice e dell’ossidiana sull’isola» – afferma il presidente della Regione Nello Musumeci – «ha radici antiche e rappresenta un’attività di rilevante valore, da proteggere e promuovere. Il governo regionale lavorerà affinché tale patrimonio non si disperda; al via tutte le attività necessarie alla realizzazione del progetto di istituzione del Museo della pomice e del Parco geominerario».

La pietra pomice, bianca, leggerissima, prodotta dall’azione vulcanica, per secoli ha trovato ampio utilizzo nell’edilizia, costando all’isola di Lipari fatica e risorse, anche umane. In virtù di questa sua ingente produzione, la zona eoliana era nota come “l’immenso magazzino che fornisce la pomice a tutta l’Europa”.

Spiaggia sulla cava di pietra pomice a Lipari (ME) – foto: la Repubblica

Immagini dei cavatori di pietra pomice via Welcome to Lipari e Eolnet.

In copertina: Cave di pietra pomice a Lipari (immagine via La Gazzetta del Sud).

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NEWS | “Cavalli nella Tarda Antichità”: oggi l’incontro a Villa del Casale (EN)

Oggi, 5 giugno 2021, alle ore 17 nella Villa Romana del Casale di Piazza Armerina (EN) si svolgerà l’incontro Allevamento di cavalli nel centro della Sicilia nella tarda antichità. Presenterà l’archeologa Antonella Arena che ha incentrato buona parte dei suoi studi sui marchi di scuderia presenti, oltre che in Sicilia, anche nei mosaici spagnoli e cartaginesi. 

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Villa romana del Casale, Piazza Armerina (EN) – foto: InItalia – Virgilio

Al centro dell’attenzione ci saranno soprattutto i mosaici a tema equestre presenti all’interno della Villa romana del Casale. L’obiettivo è altresì quello di creare delle correlazioni con i ritrovamenti della villa rurale di contrada Gerace (EN), situata 15 chilometri a Nord dalla Villa del Casale. Nel complesso di quest’ultima si ipotizza la pratica dell’allevamento e il commercio di cavalli, destinati ai giochi e alle gare nei circhi romani.

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Parte delle terme della Villa di Gerace (EN)

La dottoressa Arena ha affermato: «I bolli ritrovati in contrada Gerace raffigurano cavalli con ramo di palma e corona di alloro e l’iscrizione del nome di Philippianus, che ricorre altresì nel mosaico del pavimento del fridgidarium delle terme; questi dati suggeriscono come il proprietario avesse un allevamento di cavalli. Ipotesi confermata anche dal ritrovamento di numerose ossa di cavalli adulti e puledri».

Un particolare di un mosaico con cavalli della Villa romana del Casale (EN) – foto via Giornale di Sicilia
Le parole del direttore del Parco e dell’assessore Samonà

La Villa romana del Casale fa parte del Parco archeologico di Morgantina e Villa del Casale, sotto la cui ala c’è anche il museo archeologico di Aidone (EN).

«Un’inusuale lettura dei mosaici della Villa ci accompagna in un suggestivo viaggio nel tempo, evidenziando un aspetto caratteristico legato alla presenza dei cavalli nella Sicilia centrale durante l’antichità». Commenta così Liborio Calascibetta, direttore del Parco archeologico di Morgantina e Villa del Casale (EN).

Liborio Calascibetta, direttore del Parco archeologico di Morgantina e Villa del Casale (EN)

«L’iniziativa proposta dal Parco di Morgantina e Villa del Casale evidenzia la molteplicità degli sguardi con cui si può conoscere un sito archeologico ricco di interessanti ritrovamenti e suggestioni quale è la Villa romana del Casale, fastosa residenza inserita nel 1997 nella lista dei beni di interesse culturale riconosciuti dall’UNESCO». Sulla medesima linea il commento dell’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana Alberto Samonà.

L’assessore Alberto Samonà
Informazioni per l’ingresso alla Villa 

Ricordiamo che l’ingresso alla Villa del Casale è a pagamento secondo le tariffe ordinarie. Si può anche acquistare il biglietto cumulativo dei tre istituti (Museo di Aidone, Parco di Morgantina e Villa del Casale) con prenotazione obbligatoria su questo sito.

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NEWS | Il MiC acquisirà la Villa dei Mosaici dei Tritoni (RM)

Il Ministero della Cultura acquisirà la Villa dei Mosaici dei Tritoni (RM). Si tratta di un casale di età medievale edificato sui resti di una villa con terme di epoca romana. Sono ancora visibili una cisterna e i preziosi mosaici con scene marine e tritoni. 

tritoni
I famosi mosaici della Villa

L’edificio, situato all’altezza del Quo Vadis sull’Appia Antica, sarà acquisito in prelazione per un milione e 750 mila euro. Arriva l’ok del ministro Dario Franceschini. Il Segretario generale del Ministero della Cultura, Salvo Nastasi, ha invitato la direzione generale del MiC a confermare alla direzione del Parco archeologico dell’Appia Antica la disponibilità delle risorse economiche necessarie all’esercizio della prelazione sull’immobile. 

Parco archeologico dell’Appia Antica (RM)

il casale medievale, sottoposto a vincolo archeologico dal 1980, era stato messo in vendita nel 2014 con una base d’asta di 5 milioni e 250 mila euro. Non furono, tuttavia, presentate offerte.

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NEWS | “ParCo Green”, il lato verde del Parco archeologico del Colosseo

In occasione della Giornata Nazionale del Paesaggio, che ricorre domenica 14 marzo, il Parco archeologico del Colosseo presenta il progetto “Parco Green”.


Dal 14 marzo, sarà online la pagina “ParCo Green“, curata da Francesca Boldrighini, con tutte le informazioni sulle attività. Si tratterà di iniziative con lo scopo di valorizzare l’ambiente naturale del Parco e di dare un contributo all’economia sostenibile.

“Il Parco archeologico del Colosseo ha un patrimonio verde unico al mondo” dichiara la Direttrice Alfonsina Russo. Per questo, da sempre, ci impegniamo al massimo per proteggerlo e valorizzarlo; tutto attraverso il nostro contributo alla crescita di un’economia sostenibile in senso più ampio: infondendo nel nostro pubblico la consapevolezza che la tutela dell’ambiente è compito di ognuno di noi“.

Logo del “PArCo Green”

 

Un ParCo naturale

Il Parco del Colosseo, infatti, non è solo un sito archeologico, ma anche una grande area verde che comprende il Foro Romano ed il Palatino; si estende per ben 40 ettari nel cuore della città di Roma. Un “parco naturale” in cui la vegetazione spontanea convive con i grandi alberi, allo scopo di far rivivere lo spirito dei giardini imperiali e dei rinascimentali Horti Farnesiani. Quest’area verde è inoltre stata scelta come habitat da una nutrita fauna di piccoli mammiferi; vi abitano rettili, insetti e uccelli. Per questo il Parco ha cercato di tutelare e valorizzare anche il suo straordinario patrimonio naturale; ha dato vita a numerosi progetti volti a ridurre l’impatto ambientale, diminuire l’inquinamento, conservare l’ecosistema e la biodiversità


Rosa canina in fiore presso le Arcate Severiane (©PArCo Green)

Particolare attenzione ha la vegetazione presente nel ParCo, curando alberi e arbusti e sfruttando al meglio le loro proprietà naturali, con delle iniziative dell’architetta Gabriella Strano. Con il progetto L’olio del PArCo, realizzato in collaborazione con Coldiretti, si raccolgono i frutti dei quasi 200 alberi di ulivo presenti nell’area. Un recupero virtuoso che ha portato alla produzione dell’olio del Palatino, Extra Vergine di Oliva, da alberature non trattate, già al secondo anno di produzione.

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Olio e vino del Palatino (©PArCo)

“Uva Pantastica” per un ParCo Green

È invece prevista la messa a dimora di un antico vitigno autoctono, la cosiddetta “Uva Pantastica”. L’uva sarà piantata nella “Vigna Barberini”, una delle aree del Palatino adibite a vigna in epoca rinascimentale. Si vuole così preservare e rinnovare il legame con l’antica tradizione agricola del ParCo. Proprio ai piedi delle capanne romulee, l’Associazione di Promozione Sociale Comitato Mura Latine, con il progetto “GRABees – Il Miele di Roma”, ha messo a dimora di 4 arnie e organizzato un percorso didattico-ambientale sull’allevamento delle api e la produzione del miele chiamato “Ambrosia del Palatino”. Per sfruttare le proprietà purificatrici e anti-inquinanti delle piante, è stata piantata sul versante meridionale del Palatino una “barriera antismog”; è composta da arbusti noti per la loro capacità di assorbire il particolato e gli inquinanti gassosi pericolosi per l’ambiente e la salute umana.

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La Vigna Barberini (© PArCo Green) 

I piccoli abitatori del ParCo

Il “ParCo Green” coinvolge anche la fauna: il progetto SPECTIO, curato da Andrea Schiappelli, vuole studiare le abitudini della fauna e dell’avifauna locale. Primo atto del progetto, la definizione del protocollo d’intesa con Ornis Italica, associazione non profit già presente nel PArCo per monitorare la vita dei gabbiani e la pubblicare una rubrica bisettimanale sui social.

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Un gheppio fotografato nel ParCo (© PArCo Green)

Green anche nei restauri

Ma nel PArCo l’approccio green riguarda anche la modalità di manutenzione e restauro del patrimonio architettonico e monumentale. Sono i progetti di restauro ecosostenibile che coinvolgono due grandi monumenti del Foro Romano, l’Arco di Settimio Severo e la Basilica Emilia. Il primo, curato da Federica Rinaldi e Alessandro Lugari, sperimenterà il processo di ristabilimento della coesione delle superfici con bio-consolidamento tramite batteri carbonatogeni. Il secondo, ideato da Fiorangela Fazio, con la Collaborazione di Tecnoel S.r.l., sfrutterà l’azione di proteine e lipidi per rimuovere le patine biologiche dalle superfici senza produrre esalazioni tossiche né rifiuti speciali.
 
Infine, il Servizio Educazione Didattica e Formazione ha realizzato due progetti per coinvolgere i nostri visitatori più giovani: il percorso I nostri amici alberi del PArCo aiuterà i più piccoli a comprendere l’importanza  di questi amici un po’ speciali; con il gioco interattivo PArCo Volante, a cura di Andrea Schiappelli, Silvio Costa ed Elena Ferrari, sarà invece possibile salire su un drone virtuale, rispondendo a quiz in volo sul Palatino

Fioritura di alberi di pesco nel Foro Romano (© ParCo Green)

Per l’occasione è stata creata una serie di gadget con il logo “Parco Green” che saranno distribuiti ai visitatori non appena sarà possibile riprendere le attività in presenza.

In copertina: fioritura primaverile alla Domus Flavia (© PArCo Green).

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NEWS | Museo multimediale per l’acquedotto romano ritrovato sotto il MIRE (RE)

L’acquedotto romano ritrovato sotto il nuovo Ospedale Materno Infantile di Reggio Emilia (MIRE), sarà il fulcro di un museo multimediale. L’obiettivo è congiungere passato e presente per valorizzare l’area archeologica dell’antica Regium Lepidi

All’interno dell’ospedale sarà presente dunque uno spazio museale 2.0 con filmati e ricostruzioni visive dell’acquedotto. Infatti si cercherà di raccontare l’importanza dell’acqua nella zona e dell’esperienza architettonica e ingegneristica romana, oltre ai mutamenti della città nel tempo. Inoltre, nel giardino esterno alla struttura nascerà un parco archeologico, dove la restante sezione dell’acquedotto potrà essere visitabile. Il progetto nasce dall’accordo stipulato tra  il Comune di Reggio Emilia, la Soprintendenza locale dei Beni Archeologici e l’AUSL IRRCS. Le operazioni per rendere fruibili i manufatti rinvenuti dureranno circa 2-3 anni.

“Il progetto di valorizzazione prevede quindi la realizzazione di uno spazio conoscitivo all’interno del MIRE, dotato di foto e di strumenti multimediali, dove sarà collocata anche una sezione dell’acquedotto posta all’interno di una gabbia protettiva. La restante parte dell’acquedotto portato in superficie resterà nel giardino del MIRE e potrà essere visibile da tutti i cittadini, come il reperto collocato all’interno del MIRE.” Spiega il restauratore della Soprintendenza Mauro Ricci.

acquedotto
Progetto di Valorizzazione per l’acquedotto romano all’interno e all’esterno del Mire.

 

Il Ritrovamento dell’acquedotto romano

La scoperta della presenza dell’opera romana non ha sorpreso gli archeologi. Difatti, numerosi reperti romani furono portati alla luce a partire dalla costruzione del CORE (Centro Oncologico ed Ematologico RE) nel 2011 e 2012, fino agli attuali studi che hanno scoperto  la presenza di tre  condotte idriche. Probabilmente le condotte erano funzionali al trasporto delle acque dalla sorgente di Acque Chiare alla città di Regium Lepidi.

“La novità è stata la scoperta del principale acquedotto della città romana. Nell’area sorgono tre opere idriche diverse. La prima è un doppio canale di tubuli di terracotta, la seconda è un canale unico in laterizi con voltino e la terza è l’acquedotto principale, che è invece un’opera di tipo monumentale, individuato per ora per una lunghezza di oltre 140 metri. Si tratta di una struttura a volta alta 1.8 metri, composta da varie gettate contro terra di conglomerato di scaglie di pietra, frammenti di laterizi, malta, con canale interno per lo scorrimento delle acque ed è in buone condizioni di conservazione. Le tre condotte idriche saranno ora oggetto di studio per datarne la costruzione.” Afferma l’archeologa della Soprintendenza Annalisa Capruso.

Spazio interno dell’acquedotto romano (RE).
Vista da Nord dell’acquedotto romano (RE).