L’8 settembre 2021, alle ore 11.00, l’acqua tornerà a scorrere nel segno dell’impegno green del Parco archeologico del Colosseo all’interno della Fontana delle Pelte ubicata nel cortile inferiore della Domus Augustana, il settore privato dell’immenso palazzo imperiale voluto dall’imperatore Domiziano sul Palatino.
Dopo anni di chiusura, il cortile del palazzo viene nuovamente arricchito del rumore e dello scorrere dell’acqua all’interno della monumentale Fontana decorata dal motivo delle 4 pelte contrapposte, il cui nome richiama la forma degli scudi indossati dalle Amazzoni. Proseguendo nel progetto di rifunzionalizzazione di tutte le fontane antiche e moderne del Parco archeologico del Colosseo, è la volta della Fontana che in età romana allietava le passeggiate della corte imperiale tra lo Stadio e le stanze private affacciate sull’immensa valle del Circo Massimo.
“Il tempo scorre incessantemente come l’acqua”
L’intervento, che si configura come una vera installazione cui è stato associato il motto latino “Instar aquae tempus – Il tempo scorre incessantemente come l’acqua”, è stato curato dall’arch. paesaggista Gabriella Strano ed è stato attuato nel pieno rispetto del valore e dell’importanza dell’acqua e della necessità di operare strategie di adattamento alle nuove realtà climatiche.
Per questa ragione all’inaugurazione, prevista per le ore 11.00, sarà presente il geologo e divulgatoreMario Tozzi che dialogherà con il Direttore del Parco archeologico del ColosseoAlfonsina Russo, sull’approccio green del PArCo e sul tema dei grandi cambiamenti climatici e delle loro ricadute sui beni culturali e sul patrimonio in generale.
In copertina: Domus Augustana, piano inferiore, cortile con fontana monumentale con motivo di quattro pelte contrapposte (scudi di Amazzoni) – foto: Parco archeologico del Colosseo.
Dopo numerosi restauri, riprendono i dibattiti per la riqualificazione dell’intera area dell’Anfiteatro: il Colosseo potrebbe cambiare look.
La proposta dell’area archeologica
Il Dipartimento di Architettura della Sapienza, dopo 40 anni dalla proposta di Raffaella Panella, riapre la questione della risistemazione di tutta l’area archeologica centrale. Questo tema, soprattutto nell’ultimo quarto del secolo scorso, ha impegnato diversi nomi illustri come: Carlo Aymonino, Vittorio Gregotti, Leonardo Benevolo, Massimiliano Fuksas, Mario Manieri Elia, Adriano La Regina e Antonio Cederna.
Gli architetti dell’Università di Roma, grazie all’aiuto di restauratori, soprintendenti, archeologi, storici, museologi, sono riusciti a produrre un progetto concreto, con l’idea di trasformare l’area in un museo diffuso.
Il progetto
L’idea è quella di amalgamare i diversi elementi dell’area: da quelli preesistenti, inserendone di nuovi, destinati al racconto della storia.
Il progetto non prevede solo la riqualificazione della valle dell’Anfiteatro e il ridimensionamento di Via dei Fori Imperiali, ma anche il restauro del Palazzo cinquecentesco Silvestri Riveldi e dell’Antiquarium, che racconteranno la storia del Colosseo. Sarà creata anche un’area dove mostrare l’esperienza gladiatoria e la storia dei giochi circensi, recuperando l’area del Ludus Magnum. Per concludere, anche la piazza del Colosseo sarà riconfigurata a partire dal ridisegno della pavimentazione con fondo neutro per lasciare in evidenza le tracce archeologiche.
Finalità
L’obbiettivo del progetto, voluto dal preside della Facoltà di Architettura della SapienzaOrazio Carpenzano, è quello di convincere la politica a dare un segnale forte in direzione di una città sempre più fruibile nei confronti di chi vuole conoscere e farsi affascinare dalla storia di Roma. Lo stesso direttore afferma:
«E noi, che svolgemmo un grande ruolo nell’epoca del Grand Tour, potremmo oggi coinvolgerlo in una specie di Globar Tour».
Oggi, 7 luglio 2021, alle ore 19.30, presso la Basilica di Massenzio a Roma, si terrà la conferenza dal titolo Il Colosseo, la piazza, il museo, la città. Temi & progetti. Consisterà nella presentazione di due volumi sulla ricerca in loco della Sapienza – Università di Roma e dei relativi progetti per l’area.
Sarà presente la direttrice del Parco Archeologico del Colosseo, Alfonsina Russo, accompagnata dagli interventi di Daniele Manacorda, professore di Metodologie della ricerca archeologica all’Università di Roma Tre, e di Elisabetta Pallottino, professoressa di Restauro architettonico presso lo stesso Ateneo.
Per partecipare alla conferenza è necessaria la prenotazione a questo link.
Dal 6 luglio il Parco Archeologico del Colosseo apre al pubblico un nuovo percorso di visita. Dopo il restauro del santuario di Vesta, torna a rivivere il complesso della Casa delle Vestali.
Grazie a un lungo percorso di recupero conservativo e di studio, avviato nel 2013 da Patrizia Fortini e Maria Maddalena Scoccianti e proseguito da Irma Della Giovampaola, riaprono al pubblico, arricchiti da un nuovo allestimento museale, gli ambienti della casa delle vergini sacerdotesse incaricate della custodia del focolare sacro della città e di altri riti, tutti strettamente connessi con il culto domestico.
Il percorso
Agli occhi dei visitatori si disveleranno gli appartamenti residenziali delle sacerdotesse, scelti per divenire spazi di un “museo diffuso”, con la ricontestualizzazione di alcune pregevoli sculture rinvenute nel corso degli scavi condotti nel Foro Romano alla fine del XIX secolo.
Oltre ad alcuni ritratti, vengono riposizionati nella loro collocazione originaria la statuache, secondo alcuni studiosi,raffigura probabilmente Numa Pompilio (secondo re di Roma, cui è attribuita l’istituzione del culto del fuoco e la creazione del sacerdozio delle verginisacre)e una statua di Vestale esposta recentemente in una mostra a Tivoli (dove si conserva l’unica sepoltura nota di Vestale nel mondo romano) e ora finalmente restituita alla piena fruizione.
Tra gli ambienti oggetto del recente restauro si segnala la stanza della macina in pietra lavica, dove – stando alla tradizione e in attesa di ulteriori verifiche – le sacerdotesse di Vesta confezionavano la mola salsa, la focaccia sacra offerta alla divinità in occasione delle principali festività e, secondo alcuni, distribuita in piccoli pezzi ai credenti, quale atto di purificazione, o, secondo altri, utilizzata per cospargere gli animali destinati al sacrificio, da cui il verbo “immolare”.
«Si tratta del primo passo di un complesso programma di ricerca e di restauro» – commenta Alfonsina Russo, direttore del Parco Archeologico del Colosseo – «che, oltre all’apertura al pubblico dell’intera Casa delle Vestali, prevede di ampliare l’offerta culturale con nuovi percorsi e spazi informativi diffusi in tutta l’area del Parco Archeologico del Colosseo, per coinvolgere il pubblico in una visita sempre più consapevole alla riscoperta di monumenti straordinari, patrimonio dell’Umanità, inseriti in un contesto naturale di rara suggestione».
La presentazione del nuovo percorso, alla presenza di Massimo Osanna, direttore generale Musei, è in programma per le ore 19.30 di oggi, 5 luglio 2021, con ingresso da via della Salara Vecchia a partire dalle ore 19.00.
Giovedì 3 giugno è stato firmato a Palazzo Corsini l’accordo quadro tra il Parco archeologico del Colosseo e l’Accademia Nazionale dei Lincei. Le due prestigiose istituzioni, unite da legami storico culturali che saranno valorizzati dall’accordo, sono entrambe impegnate nella ricerca, promozione e diffusione del proprio patrimonio e grazie a questo storico accordo collaboreranno per 4 anni, dando vita ad una serie di iniziative e progetti condivisi.
Cosa prevede l’accordo
L’accordo prevede attività di studio, formazione e divulgazione della cultura, tra cui conferenze, seminari e tavole rotonde di carattere scientifico, ma anche la realizzazione di mostre, eventi espositivi e programmi educativi declinati su varie tipologie.
In concomitanza con la firma sono già pronte le prime attività condivise: è di questi giorni l’avvio del progetto “Logge Digitali”, con la partecipazione dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia) che punta alla digitalizzazione ad alta risoluzione e alla valorizzazione condivisa delle volte dipinte conservate nel PArCo e nella Villa Farnesina, sede di rappresentanza dell’Accademia. Tra le altre attività al via, vi è l’adesione del PArCo al network internazionale Blu egizio network per individuare le linee di tendenza delle ricerche in corso sull’antico pigmento.
Le parole dei direttori dei due Istituti
«Il ParCo e l’Accademia condividono non solo l’impegno comune nella ricerca e nella diffusione della cultura, ma anche un legame storico artistico tra i monumenti del ParCo e quelli della Villa Farnesina», afferma Alfonsina Russo, direttrice del ParCo. «Sono certa che la collaborazione tra i nostri Istituti sarà ricca di soddisfazioni e di risultati di grande interesse».
«In Italia abbiamo molte istituzioni di eccellenza nel campo culturale», dichiara il presidente dell’Accademia, prof. Giorgio Parisi, «che spesso non collaborano tra di loro, ed è un peccato perché è importante fare squadra non solo nelle scienze fisiche, ma anche in campo culturale. Quest’accordo è un passo importante per cambiare la situazione e spero che altri accordi di questo tipo verranno realizzati nel futuro».
Dal 2018 il Parco archeologico del Colosseo ha ottenuto il Marchio dell’Anno del Patrimonio Europeo con il progetto “Il PArCo fuori dal PArCo”, che ha l’obiettivo di promuovere l’osmosi dell’area archeologica di Foro Romano-Palatino, Domus Aurea e Colosseo con il territorio circostante, le attività per costruire una rete di relazioni storiche, sociali e culturali non si sono mai interrotte.
Il progetto “Percorsi fuori dal PArCo”
All’interno di questo programma il PArCo lancia il progetto “Percorsi fuori dal PArCo – Distanti ma uniti dalla storia” che vuole portare i cittadini romani e tutti i visitatori a scoprire i legami profondi e ricchi di interesse, ma non sempre valorizzati, tra i monumenti del Parco e quelli del territorio circostante.
Il progetto prevede il “racconto” con testi e immagini, sui canali social del PArCo e delle istituzioni coinvolte, del legame che unisce la storia di un monumento o di un reperto del Parco archeologico del Colosseo con un suo “gemello” situato in una delle realtà culturali che hanno aderito. I legami tra i monumenti saranno di diverso tipo: cronologico, tipologico, tematico, stilistico, iconografico, architettonico, storico.
Così i Dioscuri di Cori (LT) dialogheranno con i Dioscuri dell’omonimo tempio affacciato sul Foro Romano; scopriremo che la Magna Mater è venerata sia sul Palatino che a Ostia; visiteremo le residenze urbane e suburbane di Livia Augusta tra Palatino e Prima Porta, e arriveremo fino a Priverno; seguiremo le tracce del Palladium da Sperlonga a Roma; passeggeremo nello stadio di Domiziano sul Palatino, imparando che l’imperatore ne aveva fatto costruire un altro che oggi è Piazza Navona; e ancora, scopriremo i legami tra la Chiesa di Santa Maria Nova nel Foro Romano e l’omonima tenuta nel Parco dell’Appia; ammireremo le pitture di Santa Maria Antiqua e quelle di Santa Maria Maggiore nel Giardino di Ninfa; infine, arrivando fino al Rinascimento e al Barocco, passeremo dalla Vigna Barberini sul Palatino al Palazzo Barberini, scopriremo i legami tra la Loggia Mattei e la Villa Farnesina, e seguiremo la storia della famiglia Farnese dai giardini sul Palatino al palazzo di Caprarola.
Le connessioni si svilupperanno attraverso il web e i profili social Facebook e Instagram del PArCo e di tutti gli enti coinvolti con i tag #parcofuoridalparco e #percorsifuoridalparco. Al termine della campagna social l’intero percorso, di fatto realmente percorribile, sarà pubblicato sul sito web nella sezione “Percorsi” con tutte le informazioni per la visita dei luoghi.
In copertina: la Basilica di Massenzio nel Foro Romano (foto: Parco archeologico del Colosseo).
Il Parco archeologico del Colosseo riapre al pubblico da lunedì 26 aprile 2021 tutti i giorni della settimana dalle ore 10.30 alle ore 19.15 (con ultimo accesso alle ore 18.15). Con le nuove disposizioni governative in fascia gialla l’apertura del Colosseo, del Foro Romano e del Palatino è adesso estesa anche al sabato e alla domenica. Le vendite dei biglietti, con prenotazione obbligatoria della fascia oraria, saranno aperte settimanalmente, dal lunedì alla domenica, a partire da oggi, sabato 24 aprile.
Il biglietto ordinario d’ingresso è di 16€, ridotto 2€, e acquistabile online sul sito ufficiale o tramite l’App scaricabile anche in situ. Sarà attivo l’info point sulla piazza del Colosseo-tempio di Venere e Roma per garantire la necessaria assistenza al pubblico. Il biglietto, con orario d’ingresso predeterminato per la visita al Colosseo, così da garantire il necessario distanziamento dei visitatori, è collegato all’App gratuita ParcoColosseo che contiene le mappe dei percorsi, i contenuti storici e tutte le informazioni utili alla visita.
Il percorso, al Colosseo, seguirà un tracciato a senso unico dall’ingresso sotto il cosiddetto Sperone Valadier fino all’uscita, senza possibilità di interferenze tra il pubblico. L’accessibilità è sempre assicurata con l’assistenza ai pubblici fragili e l’utilizzo degli ascensori, con interventi sistematici di igienizzazione.
La visita del I ordine dell’anfiteatro – senza passaggio sull’arena – e con affaccio ai sotterranei porta al II ordine attraversando gli spazi dell’esposizione permanente in cui è raccontata la storia del monumento in 11 tappe, e prosegue attraverso la mostra Pompei 79 d.C. Una storia romana. La mostra illustra in maniera emblematica il dialogo tra i due centri, Roma e Pompei, facendo emergere il progressivo allineamento di Pompei ai modelli culturali che si impongono a Roma nel corso della formazione del suo dominio mediterraneo. La visita, poi, prosegue fino alla terrazza Valadier con il suggestivo affaccio sulla piazza del Colosseo e il percorso dell’intero anello interno dell’anfiteatro. Lungo il percorso d’uscita è visibile il dipinto murale che rappresenta Gerusalemme ideale, oggetto di un recente restauro.
La vista da terrazza Valadier – “Casina Valadier”
La visita al Foro Romano e al Palatino, spazio aperto e assimilabile a parchi e giardini, sarà aperta con un unico ingresso dalla via Sacra/arco di Tito, con orario libero, ma mantenendo il costante controllo dei flussi. L’uscita sarà consentita dall’arco di Tito, da via del Foro Romano e da largo Salara Vecchia. Al Foro Romano il percorso sarà indicato da apposita segnaletica per evitare le zone di cantiere lungo la Via Sacra e invitando il pubblico ad entrare nella Casa delle Vestali, per poi raggiungere l’area dell’Arco di Settimio Severo dove è in corso un cantiere recintato da teli didattici con contenuti testuali e multimediali.
Durante le chiusure di questi mesi l’attività di manutenzione ordinaria e straordinaria del Parco è rimasta costante. “Monitoraggio, cura e conservazione del patrimonio monumentale e del verde non si sono mai fermati – dice Alfonsina Russo, Direttore del Parco archeologico del Colosseo – Un intenso lavoro di cura del patrimonio che entro l’anno consentirà anche di aprire nuovi spazi di visita chiusi da decenni, come la Domus Tiberiana”. Un’attività che viene settimanalmente condivisa con il pubblico attraverso dirette sui canali social del Parco, in cui funzionari e restauratori condividono i progressi e le novità dei cantieri in corso.
Il cantiere dell’arco di Settimio Severo (foto: Parco archeologico del Colosseo)
Al Palatino l’intera area sarà percorribile: dall’arco di Tito fino ai rinnovati Horti Farnesiani, dalle cosiddette terme di Elagabalo alla Vigna Barberini, attraversando la Domus Augustana e la Domus Flavia con il sempre suggestivo affaccio sullo Stadio Palatino. In questa prima fase di riapertura non saranno ancora accessibili gli spazi chiusi del PArCo: Santa Maria Antiqua, Rampa Domizianea, Museo Palatino, Casa di Augusto e Casa di Livia, Criptoportico Neroniano e Aula Isiaca e Domus Aurea. La loro fruizione è infatti vincolata all’andamento della situazione sanitaria generale.
Stadio Palatino (foto: Parco archeologico del Colosseo)
In copertina: veduta del Foro Romano dal Palatino (foto: Parco archeologico del Colosseo).
Dal 14 marzo, sarà online la pagina “ParCo Green“, curata da Francesca Boldrighini, con tutte le informazioni sulle attività. Si tratterà di iniziative con lo scopo di valorizzare l’ambiente naturale del Parco e di dare un contributo all’economia sostenibile.
“Il Parco archeologico del Colosseo ha un patrimonio verde unico al mondo” dichiara la Direttrice Alfonsina Russo. Per questo, da sempre, ci impegniamo al massimo per proteggerlo e valorizzarlo; tutto attraverso il nostro contributo alla crescita di un’economia sostenibilein senso più ampio: infondendo nel nostro pubblico la consapevolezza che la tutela dell’ambiente è compito di ognuno di noi“.
Logo del “PArCo Green”
Un ParCo naturale
Il Parco del Colosseo, infatti, non è solo un sito archeologico, ma anche una grande area verde che comprende il Foro Romano ed ilPalatino; si estende per ben 40 ettari nel cuore della città di Roma. Un “parco naturale” in cui la vegetazione spontanea convive con i grandi alberi, allo scopo di far rivivere lo spirito dei giardini imperiali e dei rinascimentali Horti Farnesiani. Quest’area verde è inoltre stata scelta come habitat da una nutrita fauna di piccoli mammiferi; vi abitano rettili, insetti e uccelli. Per questo il Parco ha cercato di tutelare e valorizzare anche il suo straordinario patrimonio naturale; ha dato vita a numerosi progetti volti a ridurre l’impatto ambientale, diminuire l’inquinamento, conservare l’ecosistema e la biodiversità.
Particolare attenzione ha la vegetazione presente nel ParCo, curando alberi e arbusti e sfruttando al meglio le loro proprietà naturali, con delle iniziative dell’architetta Gabriella Strano. Con il progetto L’olio del PArCo, realizzato in collaborazione con Coldiretti, si raccolgono i frutti dei quasi 200 alberi di ulivo presenti nell’area. Un recupero virtuoso che ha portato alla produzione dell’olio del Palatino, Extra Vergine di Oliva, da alberature non trattate, già al secondo anno di produzione.
È invece prevista la messa a dimora di un antico vitigno autoctono, la cosiddetta “Uva Pantastica”. L’uva sarà piantata nella “Vigna Barberini”, una delle aree del Palatino adibite a vigna in epoca rinascimentale. Si vuole così preservare e rinnovare il legame con l’antica tradizione agricola del ParCo. Proprio ai piedi delle capanne romulee, l’Associazione di Promozione Sociale Comitato Mura Latine, con il progetto “GRABees – Il Miele di Roma”, ha messo a dimora di 4 arnie e organizzato un percorso didattico-ambientale sull’allevamento delle api e la produzione del miele chiamato “Ambrosia del Palatino”. Per sfruttare le proprietà purificatrici e anti-inquinanti delle piante, è stata piantata sul versante meridionale del Palatino una “barriera antismog”; è composta da arbusti noti per la loro capacità di assorbire il particolato e gli inquinanti gassosi pericolosi per l’ambiente e la salute umana.
Il “ParCo Green” coinvolge anche la fauna: il progetto SPECTIO, curato da Andrea Schiappelli, vuole studiare le abitudini della fauna e dell’avifauna locale. Primo atto del progetto, la definizione del protocollo d’intesa conOrnis Italica, associazione non profit già presente nel PArCo per monitorare la vita dei gabbiani e la pubblicare una rubrica bisettimanale sui social.
Ma nel PArCo l’approccio green riguarda anche la modalità di manutenzione e restauro del patrimonio architettonico e monumentale. Sono i progetti di restauro ecosostenibile che coinvolgono due grandi monumenti del Foro Romano, l’Arco di Settimio Severo e la Basilica Emilia. Il primo, curato da Federica Rinaldi e Alessandro Lugari, sperimenterà il processo di ristabilimento della coesione delle superfici con bio-consolidamento tramite batteri carbonatogeni. Il secondo, ideato da Fiorangela Fazio, con la Collaborazione di Tecnoel S.r.l., sfrutterà l’azione di proteine e lipidi per rimuovere le patine biologiche dalle superfici senza produrre esalazioni tossiche né rifiuti speciali.
Infine, il Servizio Educazione Didattica e Formazione ha realizzato due progetti per coinvolgere i nostri visitatori più giovani: il percorso I nostri amici alberi del PArCo aiuterà i più piccoli a comprendere l’importanza di questi amici un po’ speciali; con il gioco interattivo PArCo Volante, a cura di Andrea Schiappelli, Silvio Costa ed Elena Ferrari, sarà invece possibile salire su un drone virtuale, rispondendo a quiz in volo sul Palatino.
Per l’occasione è stata creata una serie di gadget con il logo “Parco Green” che saranno distribuiti ai visitatori non appena sarà possibile riprendere le attività in presenza.
«Abbiamo il dovere di ricordare e riflettere perché, come ha scritto Primo Levi, “ciò che è accaduto può ritornare, pur assurdo e impensabile che appaia”. Purtroppo, ancora oggi assistiamo alla negazione dell’Olocausto e a manifestazioni di intolleranza contro persone o comunità, sia su base etnica che religiosa», afferma il Direttore del Parco Alfonsina Russo, «è quindi nostro dovere civico ed etico ribadire a voce alta la condanna di qualsiasi negazione dell’Olocausto come evento storico e di tutte le manifestazioni di settarismo, odio razziale e fanatismo, religioso e politico. Uno degli strumenti della memoria è senz’altro la musica che, dopo essere stata una potente forma di resistenza e di denuncia, oggi è essa stessa veicolo della memoria».
«Per esprimere il dolore che stavano provando le vittime della Shoah, molti fecero ricorso a diverse forme d’arte. I disegni, i diari e le melodie che raccontano quella tragedia arrivano direttamente al nostro cuore e ci permettono di trasmettere la Memoria dando una dimensione personale alla storia. Siamo grati al Parco Archeologico del Colosseo per aver voluto organizzare questo concerto, che proprio attraverso una di queste forme d’arte, la musica, assume il compito di trasferire il testimone della Memoria» ha dichiarato Ruth Dureghello, Presidente della Comunità Ebraica di Roma.
La musica della memoria
In questo viaggio nella memoria il pubblico sarà accompagnato dalle note dei Maestri Marco Valabrega al violino e Nicola Pignatiello alla chitarra, che eseguiranno composizioni che evocano diversi aspetti della cultura ebraica: Nigun (nella liturgia ebraica “preghiera senza parole”) di Ernest Bloch (1888-1959), tre composizioni del Maestro Valabrega – Dreidel (una trottola a quattro facce con lettere), Mazal (in ebraico “Fortuna”) in forma musicale di Hora, una danza ebraica, e Schegge, di sapore sefardita – e in chiusura il leitmotiv del celebre film di Steven Spielberg “Schindler’s List”.
“La collaborazione del PArCo con Lazio Innova ha l’obiettivo di indirizzare l’uso delle tecnologie e dell’innovazione per il fine ultimo dell’inclusione e della piena accessibilità del patrimonio”, commenta il Direttore del Parco archeologico del Colosseo Alfonsina Russo. “Non ci fermeremo alla guida tattile ‘Museo Palatino. Accarezzare la Storia di Roma’, oggi presentata in occasione della Maker Faire Rome 2020, ma proseguiremo su questa strada per ampliare la conoscenza del nostro patrimonio con prodotti accessibili a tutti e fortemente legati al tema del digital”.
“Il ParCo tra le mani”
La guida, ideata e curata per il PArCo da Giulia Giovanetti e Federica Rinaldi, con Donatella Garritano – che ha anche curato la traduzione inglese – e Silvia D’Offizi, è nata nell’ambito del corso di formazione realizzato dal PArCo con il Museo Tattile Statale “Omero” di Ancona e la Direzione Generale Educazione e Ricerca del MiBACT (2018-2019), e si inserisce nella serie di azioni coordinate che favoriscono l’autonomia di visita agli ipovedenti e ai non vedenti e che fanno parte del più ampio Progetto “Il PArCo tra le mani”.
Palatino per tutti
Il prototipo realizzato da atipiche edizioni si compone di una scatola di grande formato che, oltre a contenere il materiale tattile e testuale, una volta aperta diviene il piano di lettura della mappa dell’area archeologica. All’interno sono presenti due raccoglitori ad anelli, contenenti le 16 schede con le opere più rappresentative della collezione del Museo, descritte con testi scientifici, ma ad alta leggibilità (in Italiano e Inglese con trascrizioni in braille) e illustrate con immagini tattili.
Per lo sviluppo e la creazione del prototipo si è rivelato fondamentale il supporto delle tecnologie e delle risorse del Fablab di Zagarolo. L’équipe ha messo a disposizione la stampa digitale UV con la quale sono state realizzate particolari stampe a rilievo, illustrazioni e texture tattili, come per alcuni testi in braille. La caratteristica di questa stampante è proprio quella di utilizzare inchiostri foto – polimerizzanti, che vengono istantaneamente asciugati e solidificati grazie a una sorgente luminosa a ultravioletti. Ciò consente di poter stampare su qualunque supporto e di poter realizzare spessori diversificati, permettendo ad esempio la contemporanea fruizione della guida tattile a persone con deficit visivo e non.
La stampa digitale UV in azione
Patrimonio culturale, patrimonio sensoriale
L’approccio alla realizzazione della guida tattile, a opera di atipiche edizioni, è un’ibridazione tra artigianalità e utilizzo consapevole delle nuove tecnologie di prototipazione digitale, favorita dal processo di coprogettazione e collaborazione che ha coinvolto molteplici professionalità, competenze e sensibilità tra archeologi, storici dell’arte, artigiani, artisti, maker e persone con disabilità visiva. La guida tattile vuole dimostrare che l’innovazione tecnologica applicata ai Beni Culturali può essere in grado di generare buone pratiche, presentando al pubblico un nuovo modo di fruire del patrimonio culturale. La collaborazione al progetto di due artisti ha permesso, attraverso la loro specifica sensibilità e un approccio materico, di arricchire l’efficacia della guida tattile come strumento di promozione del patrimonio culturale in senso inclusivo.
Alcune pagine della Guida Tattile
L’illustratrice e incisore Susanna Doccioli della Stamperia a Ripa ha contribuito alla tavola tattile ispirata alle grandi ali in marmo bianco greco, appartenute a una “Vittoria alata”. Si tratta di un reperto scultoreo con particolari incredibilmente realistici, che sono stati resi dall’artista grazie a un’incisione dettagliata e alla stampa di una piuma in gaufrage su carta Fabriano Rosaspina. Dario Zeruto, alchimista della carta, ha contribuito a rendere unica l’ultima pagina della Guida Tattile che, affrontando il tema della scultura ideale, rappresenta “l’eroe” e la “cosiddetta Danzatrice” resi tramite una contrapposizione di materiali, in particolare stoffe di differente fattura magistralmente lavorate in pieghe.
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