News | Benvenuti nel nuovo parcheggio di Piazza Duomo
Ha dell’incredibile quanto accade negli ultimi giorni a Piazza Duomo. Il luogo simbolo del centro storico cittadino è letteralmente invaso da autovetture. I cittadini osservano sbigottiti e con gli occhi sgranati uno scenario proiettato direttamente dagli anni ’80, momento in cui la nostra città ancora non aveva ben regolamentato gli spazi destinati alle autovetture e quelli, invece, destinati ai pedoni. Regolamentazioni attuate in tutto il mondo e che, evidentemente, nell’Aprile 2019 non saranno più valide.
Eh si, altrimenti non si spiegherebbe lo scenario surreale degli ultimi giorni, con distese di auto a ridosso della costruzione del XII secolo e addossate letteralmente alla Fontana d’Orione, definita la più bella fontana del ‘500. Negli scorsi giorni, infatti, la mancata installazione dei paletti di delimitazione, dopo la rimozione della pista di ghiaccio, ha portato a questa paradossale situazione. Oggi, in occasione della celebrazione della Santa Messa per il Giovedì Santo, la scena si è ripetuta.
La perdita della prospettiva, delle proporzioni, dell’impatto architettonico e artistico, nonché della sua pubblica fruizione, la sua conservazione (si studi attentamente anche il caso attualissimo di Notre Dame), sono soltanto aspetti meramente tecnici che capiamo bene possano essere sconosciuti ai più. Non dovrebbero essere sconosciuti, invece, alle amministrazioni che legano Piazza Duomo alla propria responsabilità, quali Comune e Soprintendenza. Senza trascurare la Curia.
In una città dai forti connotati turistici e bisognosa di un rilancio, ecco un autogol che non possiamo permetterci. E i turisti, attoniti quanto noi che abbiamo documentato la vicenda, devono specializzarsi in slalom e zig zag tra le macchine, degni del miglior Schumacher, per poter ammirare il gallo che canta o Dina e Clarenza che fanno la loro danza nel Campanile astronomico più grande al mondo. Non serve un’approfondita conoscenza delle lingue per capire che la loro esperienza a Messina non sia stata delle migliori.
E in una città che soffre tremendamente la mancanza di posti di lavoro, nonostante quanto ricco sia il suo patrimonio culturale, ambientale, paesaggistico e monumentale, lo scenario visto in questi giorni fa davvero riflettere: non sarà il caso di cominciare a ragionare, una volta per tutte, per il bene della città? Ma davvero però. Senza doppi fini, propagande elettorali o interessi di poltrona. Perché così facendo stiamo perdendo tutti. I giovani fuggono, i commercianti chiudono, la nostra identità culturale e il nostro prestigio sono ogni giorno messi a dura prova e non reggono il confronto con le altre realtà, anche quelle più recenti.
E Messina muore ogni giorno di più.
E la colpa è vostra. Sappiatelo.