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NEWS | Archeologia Preventiva, a Palermo riemergono sorprese medievali

I lavori di ammodernamento dell’impianto fognario del Palazzo Reale a Palermo, che stanno comportando anche la risistemazione di piazza del Parlamento, hanno restituito interessanti testimonianze di età medievale. Durante il cantiere, avviato dall’Assemblea Regionale Siciliana, infatti, è stata effettuata un’esplorazione archeologica preventiva nella lunga trincea interessata dalla quale sono emerse importanti testimonianze storico-archeologiche. L’annuncio è stato dato direttamente da Alberto Samonà sul suo profilo Facebook.

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La trincea su piazza del Parlamento a Palermo – foto: Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo

Nel corso degli scavi – effettuati sotto la direzione tecnico-scientifica della Soprintendenza BB.CC.AA. di Palermo, sono emerse strutture murarie di età medievale, realizzate con varie tecniche di costruzione (blocchetti regolari in calcare biancastro disposti in filari alternati), pietrame grossolanamente sbozzato legato con malta di terra, strutture in mattoni crudi.

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Le strutture murarie di età medievale riemerse – foto: Alberto Samonà

Tra i reperti rinvenuti, numerose espressioni di ceramica islamica e normanna, quali catini carenati, coppe emisferiche a breve tesa, anfore con solcature sulla superficie e pennellate in bruno, ceramica a spirali. Rinvenuti anche manufatti di età sveva (ceramica solcata di importazione tirrenica e le produzioni nord-africane decorate con i colori cobalto e manganese).

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NEWS | L’Abatellis (PA) riapre ai visitatori con nuove mostre ed esposizioni

La Galleria di Palazzo Abatellis, Palazzo Mirto e l’Oratorio dei Bianchi di Palermo riaprono le porte ai visitatori. Sono state infatti avviate tre iniziative atte a valorizzare le collezioni dei tre edifici. Il Palazzo Abatellis ha il prestigio di poter ospitare una ricca e preziosa collezione grafica, come ha annunciato Evelina de Castro, direttrice della Galleria di Palazzo Abatellis. Ricordiamo che è custodito al suo interno il disegno di una Madonna inginocchiata in preghiera, opera che, secondo gli specialisti, è da ricondurre al grande artista fiorentino Andrea Verrocchio. Verrocchio, secondo le fonti, sarebbe stato il maestro di Leonardo da Vinci.

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Palazzo Abatellis (PA)

Questo stesso disegno ha aperto la mostra di Leonardo al Louvre svoltasi nel 2019, in occasione del centenario della morte. Nello stesso anno Firenze e poi Washington celebravano Verrocchio. Non a caso il disegno che si trova a Palazzo Abatellis apre la sezione grafica del catalogo di Washington. La Galleria ha infatti di recente ospitato uno dei maggiori esperti di disegno leonardesco, Johannes Nathan, il quale ha tenuto una lectio sul disegno dell’Abatellis, confermandone l’attribuzione e illustrandone i caratteri predominanti. Proprio per questo l‘opera non può essere esposta alla luce se non per brevi periodi. In occasione della riapertura del Palazzo si ha l’opportunità di ammirarla nella saletta cinquecentesca, nelle vicinanze della grande sala del Trionfo della Morte.

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Trionfo della Morte – Galleria di Palazzo Abatellis (PA)

Ma, in occasione di queste riaperture, il visitatore avrà modo di apprezzare anche i reperti custoditi presso Palazzo Mirto. Lì si trovano infatti delle lucerne antropomorfe da Caltagirone, la cui creazione è frutto delle grandissime abilità dei maestri ceramisti che abitano ancora quell’area della Sicilia. Inoltre, alcune delle lucerne antropomorfe recano in mano uno strumento o un animale, mentre altre sono figure virili a cavalcioni su animali fantastici e mitologici. Si trovano altresì esposte statuette raffiguranti tipi e costumi popolari dell’epoca.

Una stanza di Palazzo Mirto (PA) – foto: Italian Ways
Le lucerne antropomorfe di Caltagirone (CT)
L’attività durante la chiusura

«Durante la fase di chiusura – sottolinea l’assessore dei Beni Cuturali e dell’Identità Siciliana Alberto Samonà – l’attività di conservazione, ricerca e riordino all’interno dei parchi e dei musei siciliani non si è mai interrotta grazie al lavoro delle professionalità interne che hanno provveduto alla cura delle raccolte, quelle esposte e quelle dei depositi. Le iniziative proposte dalla Galleria Abatellis e dalle sedi di Palazzo Mirto e Oratorio dei Bianchi ne sono una pratica espressione che offre, a quanti ben conoscono i tre siti, una rinnovata occasione di visita».

Orari di apertura

Palazzo Abatellis – Palazzo Mirto: dal martedì al sabato ore 9 – 19; domenica e festivi ore 9 – 13.30.
Oratorio dei Bianchi: dal martedì alla domenica e festivi ore 10 -18.

Sarà possibile accedere ai tre luoghi previa prenotazione su questo sito, selezionando giorno e fascia oraria prescelta in accordo con gli orari sopra indicati.

In copertina: cortile e loggiato ottocentesco di Palazzo Abatellis (PA) – foto: Galleria di Palazzo Abatellis.

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NEWS | Il 23 maggio riapre la catacomba di Porta d’Ossuna a Palermo

ArcheOfficina, società cooperativa archeologica, in un momento di sconforto per i Beni Culturali ci restituisce po’ di entusiasmo: il 23 maggio 2021 riapre al pubblico la catacomba paleocristiana di Porta d’Ossuna a Palermo. La società, infatti, si occupa della gestione e della fruizione del sito, contribuendo concretamente alla ricerca, alla valorizzazione e alla promozione in quanto a oggi rappresenta il più grande cimitero ipogeo paleocristiano di Palermo. Gli archeologi della cooperativa, accompagneranno la vostra incredibile esperienza per circa 40 minuti, addirittura in programma una suggestiva visita serale prevista per sabato 19 giugno dalle 18 alle 22. Per il resto, la catacomba sarà aperta tutte le domeniche dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18 a un prezzo a dir poco irrisorio di 5 euro per gli adulti e 3,50 euro per i minori e gli studenti universitari. Comprensibilmente, in ottemperanza alle norme anti Covid, i gruppi saranno contingentati con l’obbligo di indossare la mascherina oltre che di prenotare

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Catacomba di Porta d’Ossuna (PA) – foto: ArcheOfficina

Ecco tutti i dettagli per info e prenotazioni:

 
Insomma, ora avete tutto quello che vi occorre, dunque…prenotate il prima possibile e non lasciatevi scappare quest’occasione unica!
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NEWS | Riemerge una chiesa con cripta a Ballarò (PA)

Scoperta una chiesa con cripta nel quartiere Ballarò a Palermo. Tra piazza Brunaccini, via Casa Professa e vicolo Madonna della Volta è infatti in corso da diversi mesi un cantiere per la costruzione di un edificio. Si pensa si tratti della chiesa di Santa Maria la Grotta, luogo di culto e rifugio dei primi fedeli palermitani che sfuggivano alle persecuzioni.

Un’area dello stesso cantiere era già sottoposta a controlli al momento del ritrovamento: era infatti necessario abbattere un muro di grandi dimensioni; il muro doveva essere pertinente alla chiesa della Madonna della Volta, costruita nei pressi dell’omonimo Vicolo a Ballarò (PA), ma demolita negli anni ’30 del secolo scorso. 

Tempestivo l’intervento dei funzionari archeologi della Soprintendenza per i Beni Culturali di Palermo. Così si esprime Selima Giuliano, soprintendente di Palermo: «Sì, abbiamo trovato la cripta. Tra l’altro la Soprintendenza è presente nei luoghi interessati dal cantiere sin dall’inizio, in quanto tutto il centro storico è sottoposto a vincolo paesaggistico. Adesso la ditta deve presentare un progetto che potrebbe contenere la proposta di rendere fruibile la cripta; noi decideremo se approvare o meno il progetto: dipende da tanti fattori».

Il progetto di cui parla la soprintendente è già nella mente di Giuseppe Caronia, titolare della ditta, che vorrebbe costruire un caffè letterario in piazza Brunaccini da cui poter osservare la cripta, ben protetta e illuminata. Quindi, non ci resta altro che attendere aggiornamenti!

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Il cantiere di Ballarò (PA) – foto: la Repubblica

Immagine di copertina da la Repubblica.

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NEWS | In programma l’escursione nella Riserva Naturale di Grotta Conza (PA)

Un paesaggio unico in cui ci si potrà immergere partecipando alla passeggiata all’interno della Riserva Naturale Integrale di Grotta Conza che l’associazione “Elementi Creativi” e le Riserve CAI organizzano dalle 9.30 alle 13.30 di domenica 16 maggio e domenica 23 maggio.

Si andrà alla scoperta di luogo magico alle pendici della dorsale formata da Monte Gallo, Pizzo Manolfo e Monte Raffo Rosso, in prossimità della borgata di Tommaso Natale, al confine nord della Conca d’Oro (PA).

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Riserva Naturale di Capo Gallo (PA) – foto di Gilberto Gaudio

Un’altra escursione che consentirà di avere una vista panoramica sulla Piana di Palermo, dalla borgata marinara e dal Golfo di Sferracavallo sino a Monte Pellegrino. Un punto di osservazione unico dal quale, nelle belle giornate, è addirittura possibile scorgere in lontananza l’isola di Ustica. Un ambiente naturale unico anche per il modo in cui si sviluppa il fenomeno carsico, cioè quell’insieme di fenomeni chimico-fisici di erosione che l’acqua esercita su alcuni tipi di rocce, dando luogo a caratteristiche forme del paesaggio superficiale e del sottosuolo.

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L’entrata di Grotta Conza (PA)
Come partecipare

A ognuna delle due giornate possono partecipare non oltre 10 persone, singoli cittadini e famiglie con bambini di oltre 7 anni, ai quali si consiglia di indossare scarpe da trekking, abbigliamento adeguato e di dotarsi di una riserva che possa compensare la mancanza di punti acqua lungo il percorso.

Le prenotazioni sono aperte dalle 10 alle 13 del martedì, giovedi e venerdì, nella sede dell’associazione “Elementi Creativi, in via Tommaso Natale 78e a Palermo (di fronte Villa Boscogrande). Ulteriori info a questo numero, sul sito e sulla pagina Facebook dell’associazione.

Lo svolgimento della passeggiata, comunque, è legato all’andamento dell’epidemia Covid-19 e a eventi meteorici, così come previsto dal regolamento dell’autorità di bacino.

Riserva Grotta Conza (PA)

Immagine di copertina: Grotta Conza (PA) da siciliafan.it

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SPECIALE GIORNO BUIO | Chi era Peppino Impastato, ucciso da Cosa Nostra nella notte buia dello Stato Italiano

Negli occhi si leggeva la voglia di cambiare
La voglia di Giustizia che lo portò a lottare
[…]
Era la notte buia dello Stato Italiano
Quella del nove maggio settantotto
La notte di via Caetani, del corpo di Aldo Moro, l’alba dei funerali di uno stato…

Cantavano così, nel 2004, i Modena City Ramblers con la canzone I cento passi che, insieme all’omonimo film di Giordana, celebra la vita e denuncia la morte di Giuseppe «Peppino» Impastato. Versi importanti che si soffermano non solo su Impastato, ma anche sull’uccisione di Moro, avvenuta nella stessa notte. «L’alba dei funerali di uno stato», dicono. Perché così è stato. La mattina del 9 maggio 1978 l’Italia si sveglia sotto una cattiva bandiera, quella dell’illegalità e della soppressione di figure coraggiosamente “scomode”: l’onorevole Aldo Moro, ucciso dalle Brigate Rosse, e Giuseppe Impastato, ucciso a soli 30 anni dai suoi vicini di casa, boss di «Cosa Nostra».

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Peppino Impastato (immagine da: La voce di New York)

Ma chi era Giuseppe Impastato e perché la mafia l’ha ucciso?

Il coraggio di ribellarsi
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Peppino con il padre Luigi negli anni ’50

Giuseppe Impastato nasce a Cinisi (PA) il 5 gennaio del 1948 da Felicia Bartolotta e Luigi Impastato. Una famiglia ben inserita nella realtà locale, quella mafiosa. Il padre era stato mandato al confino di polizia durante il periodo fascista. Una zia di Giuseppe, sorella di Luigi, aveva sposato Cesare Manzella, boss mafioso che aveva visto nel traffico di droga la nuova strada per accumulare denaro. Manzella, infatti, morirà nella sua Alfa Romeo Giulietta imbottita di tritolo, in un agguato mafioso nel 1963.

Giuseppe si ritrova a crescere, dunque, in un ambiente che non fa sconti a nessuno, uno di quei posti dove si ha già il destino segnato. Perché se nasci in una famiglia mafiosa sai già cosa farai “da grande”. Ma Giuseppe non si arrende a questo “destino”. No, “Peppino” lo capisce subito che qualcosa non va, che non è quello il modo di farsi strada nella vita. E proprio l’uccisione di Manzella scuote fortemente la coscienza “antimafiosa” di Giuseppe. A soli quindici anni termina i rapporti con il padre, che lo caccerà di casa giurando «E questa è la mafia? Se questa è la mafia allora io la combatterò per il resto della mia vita».

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Peppino Impastato (foto via Left)

Quando, nel ’77, il padre morirà in un incidente stradale sospetto, al funerale, Giuseppe rifiuterà di stringere la mano dei boss locali.

L’impegno politico
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Un numero de L’idea socialista del 1965 (foto da: Gruppo Laico di Ricerca)

Terminati gli studi al Liceo Classico di Partinico (PA), Peppino si avvicina alla politica. Nel 1965 fonda il giornalino L’idea socialista, aderendo al PSIUP, Partito Socialista Italiano di Unità Proletaria. Un impegno politico che va oltre la lotta alla mafia. Dal 1968 in poi partecipa in qualità di dirigente alle attività dei gruppi comunisti. Fa proprie le lotte dei contadini espropriati per la costruzione della terza pista dell’aeroporto di Palermo in territorio di Cinisi, degli edili e dei disoccupati.

«Arrivai alla politica nel lontano novembre del ’65, su basi puramente emozionali: a partire cioè da una mia esigenza di reagire ad una condizione familiare ormai divenuta insostenibile». Con queste parole Giuseppe racconta, in una sua autobiografia abbozzata, di come sia arrivato a intraprendere un cammino coraggioso e rischioso. «Mio padre», continua, «capo del piccolo clan e membro di un clan più vasto, con connotati ideologici tipici di una civiltà tardo-contadina e preindustriale, aveva concentrato tutti i suoi sforzi, sin dalla mia nascita, nel tentativo di impormi le sue scelte e il suo codice comportamentale. È riuscito soltanto a tagliarmi ogni canale di comunicazione affettiva e compromettere definitivamente ogni possibilità di espansione lineare della mia soggettività. Approdai al PSIUP con la rabbia e la disperazione di chi, al tempo stesso, vuole rompere tutto e cerca protezione… Erano i tempi della rivoluzione culturale e del “Che”. Il ’68 mi prese quasi alla sprovvista. Partecipai disordinatamente alle lotte studentesche e alle prime occupazioni.
Poi l’adesione, ancora una volta su un piano più emozionale che politico, alle tesi di uno dei tanti gruppi marxisti-leninisti, la Lega… Passavo, con continuità ininterrotta, da fasi di cupa disperazione a momenti di autentica esaltazione e capacità creativa: la costruzione di un vastissimo movimento d’opinione a livello giovanile, il proliferare delle sedi di partito nella zona, le prime esperienze di lotta di quartiere, stavano lì a dimostrarlo».

Radio Aut

Il suo impegno sul territorio non riguarda, però, solo l’aspetto politico. Nel ’75 istituisce il Circolo Musica e cultura, promotore di una serie di attività culturali come cineforum, musica dal vivo, teatro e dibattiti. Del circolo facevano parte anche il Collettivo Femminista e il Collettivo Antinucleare.

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Locandina del primo concerto al Circolo Musica e cultura. Ancora oggi appesa nella stanza di Peppino visitabile a Casa Memoria di Cinisi (foto via Rete 100 passi)

Ma la sua lotta agli interessi mafiosi di Cinisi (PA) si fa concreta quando, nel 1977, fonda Radio Aut giornale di controinformazione radiodiffuso, emittente autofinanziata con sede a Terrasini (PA). Lo scopo era quello di fare controinformazione e, soprattutto, di fare satira nei confronti della mafia e degli esponenti della politica locale, denunciando i crimini e gli affari dei mafiosi di Cinisi e Terrasini. Ridicolizzando così la mafia, andrà a colpire proprio i pilastri dell’organizzazione: l’onore e il rispetto. Principale bersaglio degli attacchi radiofonici era il capomafia Gaetano Badalamenti («Tano Seduto», come lo chiamava Peppino), che aveva un ruolo di primo piano nei traffici internazionali di droga attraverso il controllo dell’aeroporto di Punta Raisi (PA).

Radio Aut, la sede a Terrasini (foto via Nando dalla Chiesa)
L’omicidio ha un nome chiaro: MAFIA

Nel 1978, invece, Peppino si candida alle elezioni comunali di Cinisi (PA) nelle liste della Democrazia Proletaria. Le elezioni si sarebbero tenute il 14 maggio 1978, ma Giuseppe non fa in tempo a vederne i risultati. Nonostante gli avvertimenti ricevuti durante una campagna elettorale incentrata sui continui attacchi ai Badalamenti, qualche giorno prima delle elezioni era avvenuta l’esposizione di una documentata mostra fotografica sulla devastazione del territorio ad opera di speculatori e gruppi mafiosi. La notte tra 8 e 9 maggio, Peppino Impastato viene rapito e assassinato, a 30 anni, dalla mafia locale, dai Badalamenti, suoi vicini di casa che abitavano a 100 passi di distanza.

Il corpo di Impastato viene fatto saltare in aria con una carica di tritolo sui binari della ferrovia di Cinisi, sulla tratta Palermo-Trapani. Il corpo, sì. Perché Peppino Impastato era già stato ucciso, in un casolare in una stradina nei pressi dell’aeroporto, prima di essere adagiato sui binari della vicina ferrovia per simulare un’esplosione accidentale nel corso di un fallito attentato.

Un omicidio che, da subito, si era tentato di far passare come un attentato terroristico, nel quale Giuseppe sarebbe rimasto vittima del suo stesso tentativo di sabotare la ferrovia. In un fonogramma del 9 maggio, infatti, il procuratore Gaetano Martorana scriveva:

«Attentato alla sicurezza dei trasporti mediante esplosione dinamitarda. Verso le ore 00.30-1 del 9.05.1978 persona allo stato ignota, ma presumibilmente identificata in tale Impastato Giuseppe si recava a bordo della propria autovettura all’altezza del km. 30+180 della strada ferrata Trapani-Palermo per ivi collocare un ordigno dinamitardo che, esplodendo, dilaniava lo stesso attentatore».

Una spiegazione che non ha mai convinto. Sui muri di Cinisi (PA) appare da subito un manifesto di Democrazia Proletaria che dichiara la matrice mafiosa. A Palermo un altro manifesto recitava: «Peppino Impastato è stato assassinato dalla mafia».

Manifesto che rende note le vere cause della morte di Peppino. Democrazia Proletaria, 9 maggio ’78 (foto via Il Compagno)
La vicenda giudiziaria
Gaetano Badalamenti

Il processo per l’individuazione dei responsabili non è stato né semplice né immediato. Nel maggio del 1984 l’Ufficio Istruzione del Tribunale di Palermo, sulla base delle indicazioni del giudice Consigliere istruttore Rocco Chinnici (avviatore del primo pool antimafia, assassinato nel luglio 1983), emette una sentenza, firmata dal consigliere istruttore Antonino Caponnetto, sostituto di Chinnici, in cui si riconosce la matrice mafiosa del delitto, attribuito però ad ignoti.

Nel 1986 il Centro Impastato pubblica la biografia della madre di Peppino, nel volume La mafia in casa mia, indicando come mandante del delitto il

boss Gaetano Badalamenti, condannato intanto a 45 anni di reclusione per traffico di droga dalla Corte di New York, nel processo alla Pizza connection. Il caso viene però archiviato nel maggio del 1992 ribadendo la matrice mafiosa, ma escludendo la possibilità di individuare i responsabili.

Soltanto nel giugno del 1996, in seguito alle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Salvatore Palazzolo, che aveva indicato Gaetano Badalamenti come mandante dell’omicidio, l’inchiesta viene riaperta. Nel novembre del 1997 viene emesso un ordine di cattura per Gaetano Badalamenti, incriminato come mandante del delitto. L’11 aprile 2002 Gaetano Badalamenti è riconosciuto colpevole e condannato all’ergastolo.

La memoria di Peppino, “amico siciliano”

La rabbia per la perdita e l’ingiustizia hanno però contribuito a mantenere viva sin da subito la memoria di un giovane coraggioso. Alle elezioni comunali di Cinisi (PA) del 14 maggio 1978, infatti, Giuseppe Impastato era stato simbolicamente eletto al Consiglio comunale, nonostante fosse morto 5 giorni prima. Al funerale di Peppino Impastato parteciparono più di mille persone, provenienti da Palermo e dai comuni vicini.

I funerali di Peppino Impastato (via Globalist)

Peppino Impastato è stato uno dei primi a ribellarsi e a denunciare l’operato della mafia. E l’ha fatto, sin da ragazzino, nel modo più brutale possibile, distruggendo uno dei vincoli più importanti dell’organizzazione mafiosa: la “famiglia”. Oramai simbolo di lotta, coraggio e giustizia, Peppino è il destinatario di numerose commemorazioni e iniziative.

Dal cinema, con uno straordinario Luigi Lo Cascio agli esordi ne I cento passi di Marco Tullio Giordana, alla musica, con l’oramai celebre I cento passi dei Modena City Ramblers.

Luigi Lo Cascio sul set de I cento passi (foto via La Repubblica)

Ma oltre al cinema e alla musica, molte sono le iniziative volte a onorare la sua memoria e il suo operato. Tra le tante si ricordano:

  • l’8 maggio 1998, l’Università degli Studi di Palermo gli conferisce la laurea honoris causa in Filosofia alla memoria;
  • dal maggio 2002 si svolge a Cinisi il Forum Sociale Antimafia «Felicia e Peppino Impastato»;
  • Acireale, Taranto, Torino, Velletri e Quartu Sant’Elena (CA) gli hanno dedicato vie, piazze, giardini e laghetti;
  • il 10 marzo 2010, il Partito della Rifondazione Comunista di Taranto inaugura un circolo intitolato in suo nome, alla presenza del fratello;
  • il 20 aprile 2010 a Perugia, in occasione del Festival Internazionale del Giornalismo, presso i giardini del Pincetto, è stato piantato un ulivo e posta una targa in memoria di Peppino Impastato e dei giornalisti uccisi per mano della mafia;
  • il 15 maggio 2010 la chiave della casa di Gaetano Badalamenti, sita in corso Umberto, è stata consegnata al sindaco di Cinisi; successivamente, l’immobile è stato consegnato ufficialmente all’Associazione Culturale Peppino Impastato di Cinisi (PA);
  • nel 2012 la casa di Peppino Impastato diventa bene culturale come “testimonianza della storia collettiva e per la sua valenza simbolica di esempio di civiltà e di lotta alla mafia”.

Inoltre, ogni anno, a Cinisi (PA), in occasione dell’anniversario della morte, si organizza un corteo cui prendono parte sindaci da tutta Italia insieme a migliaia di giovani. Non si tratta di un corte fine solo al ricordo di Peppino Impastato, ma anche di una forte presa di posizione contro la mafia per portare avanti le idee e l’impegno di un giovane eroe. Quest’anno, a causa dell’attuale situazione pandemica, il corteo si è svolto in maniera anomala: un corteo virtuale. Perché la pandemia può anche “costringere” a casa, ma la lotta alla mafia e all’illegalità, unite al ricordo di Peppino Impastato, non si ferma.

Il corteo in ricordo di Peppino Impastato a Cinisi (PA) – foto: Giornale di Sicilia
«La mafia è una montagna di merda!».

- Peppino Impastato, 1948-1978
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NEWS | Palermo, parte la progettazione del Museo del Liberty

“Dopo anni di battaglie e d’impegno, finalmente si va verso la realizzazione del Museo del Liberty a Palermo, nello stesso luogo in cui sorgeva Villa Deliella, cioè nell’odierna piazza Crispi. Stanotte infatti all’ARS è stato approvato il finanziamento per l’avvio della progettazione, dopo l’espropriazione dell’area. Non è un caso che il Museo sorgerà lì dove una volta si trovava una delle più belle ville dell’epoca Liberty, distrutta nel 1959 in uno dei primi atti del triste sacco di Palermo“. Dichiara così Marianna Caronia, deputato dell’ARS.

“Comincia dunque un percorso di rinascita che si basa sulla riscoperta e sulla valorizzazione di un’esperienza artistica e culturale; la stessa che con i Basile e i Florio diede lustro a Palermo unendo arte, innovazione, commercio e industria. Non posso negare la mia emozione per quello che spero diventerà l’inizio di un nuovo progetto di rilancio per Palermo“. Continua Caronia dopo il voto di questa notte in Commissione bilancio dell’ARS. L’assemblea ha stanziato ben 3 milioni per la progettazione del nuovo museo del Liberty a Palermo.

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Villa Deliella (PA) 

In copertina: foto d’epoca di piazza Crispi (PA) con Villa Deliella sullo sfondo (fonte: Città Metropolitana di Palermo).

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NEWS | A Palermo riaprirà il Museo Pitrè

A Palermo il Museo etnografico siciliano Giuseppe Pitrè riaprirà al pubblico il 10 marzo 2021. Si potrà accedere dal lunedì al venerdì, dalle ore 9 alle ore 18:30 (l’ultimo ingresso consentito è alle ore 18). Le visite avverranno su prenotazione.

Il Museo, collocato in Via Duca degli Abruzzi 1, fu fondato proprio nel 1909 dal medico, scrittore e studioso Giuseppe Pitrè, uno dei più importanti etnologi siciliani. Egli dedicò la sua vita a tramandare le tradizioni folkloristiche dell’Isola e i suoi studi ispirarono molti dei racconti di Luigi Capuana e di Giovanni Verga.

Il Museo ha riaperto, in via del tutto eccezionale e in modalità virtuale, a dicembre; dunque, l’occasione è servita a festeggiare in streaming l’anniversario della nascita dello studioso. La riapertura della struttura sarà quindi un evento da non perdere per vivere in un giorno la cultura materiale dei nostri avi. La nuova sistemazione museale è stata affidata all’architetto catanese Giuseppe Pagnano; si potrà visitare una sala dedicata interamente a Pitrè e una a Giuseppe Cocchiara, etnologo ed ex Preside della Facoltà di Lettere e Filosofia di Palermo, nonché prosecutore dell’opera di Pitrè. Le sale vanteranno anche nuove donazioni di reperti da parte di privati.

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Ingresso del Museo Pitrè a Palermo (fonte: QdS.it)

(Immagine di copertina dal sito Personal Reporter)

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NEWS | Restauro con materiali di nuova generazione al Duomo di Monreale (PA)

Proseguono le attività del Progetto AGM for CuHeAdvanced Green Materials for Cultural Heritage. Verranno applicati materiali di nuova generazione nel Duomo di Monreale di Palermo, conosciuto in tutto il mondo per la bellezza dei mosaici. L’intervento di restauro mira a ripristinare gli strati preparatori, la malta di allettamento e le tessere, mantenendo cromia e motivi geometrici tramite l’uso dei geopolimeri.

Il Dipartimento di Scienze Biologiche Geologiche e Ambientali dell’Università di Catania, insieme con l’impresa di restauro Piacenti hanno integrato le conoscenze acquisite in laboratorio con le valutazioni dei tecnici; tutto, dunque, al fine di capire le potenzialità dei prodotti grazie alle loro proprietà di lavorabilità e di applicazione direttamente in cantiere. Una campagna di indagini non invasive nella stessa area ha permesso di acquisire dati sui materiali lapidei e vitrei presenti. La parete interessata dai restauri è situata nella navata meridionale, in particolare la scena “lavanda dei piedi”, e il fregio musivo a palmizio e lesene marmoree verticali. Infiltrazioni di acqua, ora risolte, hanno causato efflorescenze saline e il conseguente distacco di tessere. 

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Analisi non distruttive in sito dei mosaici oggetto di restauro (UNICT)

Un coordinamento delicato per Monreale (PA)

Il progetto “AGM for CuHeAdvanced Green Materials for Cultural Heritage è finanziamento nell’ambito dei Progetti di Ricerca Industriale e Sviluppo Sperimentale. Fa parte dunque dell’area di specializzazione Cultural Heritage del Programma Nazionale della Ricerca 2015-2020.

Coordinato dalla Prof.ssa Germana Barone del Dipartimento di Scienze biologiche geologiche e ambientali dell’ateneo catanese, il progetto vede come capofila l’Università di Catania; coinvolge anche dei dipartimenti di Ingegneria civile ed Architettura, Scienze chimiche, Economia e Impresa, Fisica e Astronomia e Giurisprudenza e imprese di cui sette in Sicilia e quattro nel Nord Italia. Per la ricerca, referente scientifico il Prof. Paolo Mazzoleni dell’Università di Catania, sono coinvolti quindi il Consorzio Interuniversitario Nazionale per la Scienza e Tecnologia dei Materiali (Università di Palermo), il Distretto Tecnologico Sicilia Micro e Nano Sistemi (Università di Messina e CNR per lo studio dei materiali nanostrutturati), l’Università di Firenze, l’Università di Pisa e l’Università di Modena e Reggio Emilia.

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NEWS | “Art Noveau”, 3 milioni per un nuovo museo in Sicilia

3 milioni di euro per acquisire al patrimonio regionale l’area di piazza Crispi a Palermo. Lì sorgeva Villa Deliella, il gioiello Liberty disegnato dal Basile e abbattuto nel 1959 durante il cosiddetto “sacco di Palermo”. I 3 milioni serviranno anche a progettare in quell’area un museo dedicato all'”Art Nouveau” siciliana. L’emendamento alle variazioni di bilancio della Regione Siciliana è stato approvato ieri. La proposta è di Marianna Caronia, che aveva ottenuto lo scorso anno l’avvio di un concorso di idee per la realizzazione del Museo; in più anche un ampio progetto per la valorizzazione del patrimonio e della storia del Liberty, uno dei tanti di questo periodo.

“Un ulteriore e decisivo passo avanti – afferma la deputata di Forza Italia – per realizzare finalmente a Palermo un polo museale dedicato a Basile e alla straordinaria stagione dell’inizio del ‘900, quando Palermo era alla ribalta artistica internazionale, grazie soprattutto proprio alla famiglia Basile e ai suoi progetti architettonici ed artistici. Un modo anche e soprattutto per avviare un progetto di rilancio della nostra città basato sul suo patrimonio artistico e culturale, sulla valorizzazione delle potenzialità turistiche e su una rete diffusa di poli culturali di attrazione.”

3 milioni
Foto storica di Via Crispi a Palermo nel 1865