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ATTUALITÀ | Un tempo sospeso in attesa del decadimento: l’arte del “Poetic Hotel” di Padova

«Il Poetic Hotel  è uno spazio per l’arte contemporanea chiuso al pubblico e inaccessibile». Così si legge nel manifesto del progetto artistico, ideato da Simone Berno. Si tratta di un’istallazione situata a Padova, in un hotel abbandonato. Le stanze, lasciate nel loro stato di decadenza, sono state trasformate in uno spazio d’arte contemporanea con numerose opere artistiche. L’hotel, ormai abbandonato dal 1997, rimane in una sorta di spazio sospeso nel tempo, dove tutto è immobile e silente. Ad “animare” le sue stanze si trovano sculture, fotografie, dipinti, ma anche street art, poesia, letteratura e installazioni audio-visive.

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Poetic Hotel, Padova (©poetichotel.org)

«Gli artisti, “ospiti” dell’hotel», si legge al punto 1 del manifesto, «hanno interagito e sono intervenuti nelle stanze e nei locali adibiti all’allestimento partendo dalle suggestioni del luogo, rielaborando la loro visione dell’hotel, dell’abbandono e della sospensione del tempo tra l’allora e l’attuale, rianimando di vita vissuta e vivente il tessuto di storia e di tempo che caratterizza questo luogo»

Ma la particolarità di un luogo già così originale risiede nella sua forma di fruizione. L’hotel-museo è visitabile esclusivamente online, assecondando la scelta del fondatore di preservare il microclima delle stanze, altrimenti alterato dai visitatori.

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Una stanza dell’hotel (©poetichotel.org)

Ogni ambiente, infatti, abbandonato per oltre vent’anni, ha sviluppato caratteristiche proprie, comprendenti ragnatele, muffe, infiltrazioni d’acqua ecc. Ognuno di questi aspetti manifesta il naturale scorrere del tempo e l’inesorabile degrado cui tendono tutte le cose materiali. In questo contesto le opere si configurano come fugace attimo di vita, teso a “rianimare” un luogo cristallizzato nel tempo; divengono però, a loro volta, parte dell’immobilità e del decadimento. Le opere presenti, installate dagli artisti, sono state intenzionalmente abbandonate per sempre.

Il Poetic Hotel, dunque, si configura come luogo inaccessibile, visibile solo attraverso i vari media pubblicati online, che costituiscono sia la memoria sia l’archivio di un sito d’Arte contemporanea unico nel suo genere.

Un luogo immobile che attende la fine

L’albergo, in via Sorio 73 a Padova, nasce negli anni ’50 in un edificio utilizzato come locanda, poi divenuto hotel nel corso degli anni ’80. L’abbandono dell’edificio risale al 1997, prima di una sua riapertura, 22 anni dopo, nel 2019, quando l’artista padovano Simone Berno ha dato vita al Poetic Hotel. «Una volta rielaborati gli spazi interni e le stanze» – si legge sul manifesto – «ultimate le installazioni e le performance, avviene il Check-Out ovvero il distacco definitivo dalle opere da parte degli artisti, conferite a loro volta a quella che potremmo definire ora la “persona artistica” Poetic Hotel».

La “stanza del ricordo” (© poetichotel.org)

Un collettivo di circa 30 artisti ha avuto modo di interagire con le camere abbandonate, rendendole speciali set in cui collocare le proprie opere. Berno, in un’intervista per Artribune, ha dichiarato di aver chiamato per primi i ragazzi del Mep, il Movimento per l’Emancipazione della Poesia, chiedendo loro di tappezzare di poesie intere camere (non solo muri, ma anche gli arredi).

Le poesie del Mep in una stanza dell’hotel (© poetichotel.org)
Il destino delle opere

«Il Poetic è in quarantena dal 1997» – spiega ancora Berno – «Era già non visitabile prima, nel suo manifesto riporta chiaramente che è un luogo visitabile solo online, precursore dei tempi, tristemente». L’accordo tra l’artista e il proprietario, inoltre, prevede di lasciare nuovamente l’hotel, con tutta la sua installazione artistica, ad uno stato di abbandono. L’hotel non è restaurabile e sarà lasciato al decadimento fino al momento in cui sarà necessaria la sua demolizione.

«Le installazioni allestite al loro interno» – si legge ancora nel manifesto – «relegate all’inesorabile usura del tempo, non potranno più essere ammirate dal vivo fin quando lo stabile non verrà abbattuto e assieme ad esso sarà distrutta l’intera collezione di opere. Solo allora sarà possibile recuperarle, tra le macerie dell’hotel».

Mep al Poetic Hotel, Padova (© poetichotel.org)

No one will access the hotel until the “fade”, when the “Poetic Hotel” will be demolished and the Project will be accomplished – Manifesto del Poetic Hotel

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ATTUALITÀ | “Super Walls”, sui muri di Padova la street art che guarda alla rinascita (PHOTOGALLERY)

Tra il 5 e il 20 giugno 2021 la città di Padova è stata invasa da artisti di strada provenienti da tutto il mondo per la seconda edizione della Biennale Street Art. A “Super Walls”, infatti, hanno preso parte 39 artisti che hanno colorato Padova con ben 35 opere di street art sul tema della rinascita.

L’iniziativa, curata dal gallerista Carlo Silvestrin e dalla critica d’arte Dominique Stella, ha quindi lo scopo di rendere fruibile un’arte pubblica attraverso la valorizzazione del paesaggio urbano. Ai 39 artisti, di cui 13 donne, con una forte presenza femminile rispetto al passato, è stato chiesto di interpretare con il loro filtro creativo il tema della rinascita, nell’era post-pandemica.

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Alessio-B presso La Cittadella, Padova (immagine via lapiazzaweb.it)

I nuovi murales, inoltre, si aggiungono ai 20 già realizzati in occasione della prima edizione della Biennale Street Art e si collocano su superfici messe a disposizione non solo da privati, ma anche da enti pubblici: scuole, ospedali, istituti religiosi e supermercati.

Le opere

Sia i cittadini sia i visitatori hanno accolto di buon grado le coloratissime opere che contribuiscono alla valorizzazione degli spazi abitati (e non solo). Tra le opere più apprezzate, un posto d’onore spetta al murales di 4000 mq realizzato sull’acquedotto padovano. Ben 6 artisti del collettivo francese La Crémerie hanno lavorato su piattaforme sospese per quasi un mese per dare colore a un grigio edificio ormai tra i simboli della città.

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La Crémerie, Impianto idrico di via Bottazzo, Padova (immagine via lapiazzaweb.it)

L’Università di Padova, inoltre, in occasione delle celebrazioni per i suoi 800 anni, ha messo due muri a disposizione degli artisti, uno dei quali sapientemente occultato dall’artista Peeta all’interno di un suo murales.

Peeta presso Università degli Studi di Padova (immagine via lapiazzaweb.it)

Un altro murales che è già entrato nel cuore di molti è quello dell’abbraccio tra un uomo e una donna su un muro dell’Ospedale Sant’Antonio di Padova. Alto più di 20 metri, il murale è un dono di nozze dell’artista olandese JDL al fratello adottivo e alla moglie malata di cancro. Un invito all’amore, alla resistenza e alla rinascita, non solo dalla pandemia.

JDL presso Ospedale Sant’Antonio, Padova (immagine via RaiNews)

«Cominciano a crederci un po’ tutti» – dichiara Silvestrin ad ANSA – «non solo i cittadini che ci seguivano già da prima, ma anche persone che per la prima volta si avvicinano a questo mondo». Il curatore spera in un nuovo modo di pensare ai percorsi turistici, introducendo, sulle mappe digitali e non, un itinerario apposito per la street art.

In copertina: Axe presso Alí Supermercati, Tombelle di Saonara. Immagini, dove non specificato, via lapiazzaweb.it.