ottocento

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NEWS | La mostra “Natura e Verità” arriva nella “Wunderkammer” della GAM di Torino

La GAM – Galleria Civica d’Arte Moderna e Contemporanea di Torino allestisce nello spazio Wunderkammer (“Camera delle Meraviglie”, sezione della GAM) l’esposizione Natura e Verità 1861-1871. La mostra pone l’accento sulle ricerche più audaci condotte sul fronte del paesaggio tra Piemonte e Liguria: la cosiddetta “Scuola dell’Avvenire”, l’appellativo con cui la critica bollò la cerchia degli estimatori e degli allievi di Antonio Fontanesi.

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Antonio Fontanesi, Aprile, olio su tela, 1872-3
Gli artisti che fecero del paesaggio una scelta

La resa della luce e l’uso dei colori accesi, l’adozione di tagli compositivi non convenzionali e la libertà della stesura pittorica costituiscono scelte che avvicinano le opere esposte: in questi soggetti, che suscitarono scandali e polemiche, riverberano la lezione di Fontanesi e la consonanza con le ricerche di quegli anni che, sotto la spinta del realismo, rinnovavano la scena artistica europea.

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Federico Pastoris, Spiaggia presso Bordighera, acquaforte, 1868

L’idea è stata quella di porre l’accento sul loro modo di intendere il paesaggio attraverso alcuni dipinti che funzionavano come veri e propri casi-studio, come Bosco con portatori di canapa e Le cave di calce di Rivara, entrambi di Alfredo de Andrade. In questi esempi è possibile osservare il procedere del loro lavoro dal vero, immersi nella natura, attraverso la sbozzatura dei disegni e poi degli studi di piccolo formato, in grado di registrare rapidamente le forme della vegetazione, le luci, l’infinita varietà dei verdi, fino a giungere a opere finite o rimaste incompiute.

Alfredo De Andrade, Le cave di calce di Rivara, carbone e gessetto bianco su carta, 1869
La corrispondenza tra Fontanesi e de Andrade in mostra

Un ulteriore e significativo elemento di novità accompagna la mostra in Wunderkammer. Si tratta di un nucleo di sedici trascrizioni di lettere di Antonio Fontanesi ad Alfredo de Andrade: quattordici lettere coprono un arco cronologico dal 1861 al 1866, mentre le ultime due recano la data 1873. Una documentazione inedita che conferma o svela trasferimenti e viaggi, aspirazioni, ambizioni e delusioni che accompagnarono i percorsi del maestro e del suo più giovane allievo, verso il quale Fontanesi esprime un costante e sincero apprezzamento.

Ritratto fotografico di Antonio Fontanesi eseguito dall’allievo Alfredo de Andrade

In copertina: Alfredo de Andrade, Castelfusano, olio su tela, 1867.

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SPECIALE LEOPARDI | La nascita del poeta recanatese

Il 29 giugno ricorre l’anniversario della nascita del poeta recanatese, Giacomo Leopardi. Per questa occasione, la redazione ArcheoMe ha realizzato lo speciale dedicato all’autore. La giornata di oggi verrà scandita da interessanti contributi incentrati sulla sua poetica e visione della vita, non facendo mancare alcuni originali parallelismi. Seguiteci in questo viaggio!

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A. Ferrazzi, Ritratto di Giacomo Leopardi, 1820 ca.
La vita
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Casa Leopardi, luogo di nascita del poeta

Giacomo Leopardi nacque il 29 giugno del 1798 a Recanati (in provincia di Macerata, nelle Marche). La sua formazione infantile, tra il 1808 e il 1812, come da tradizione familiare, avvenne con metodi improntati alla scuola gesuita, tramite precettori ecclesiastici; ciò non impedì al giovane di intraprendere studi personali tramite la biblioteca paterna e le altre presenti sul territorio di Recanati.

Tra il 1815 e il 1816 Leopardi decise, a causa di una crisi spirituale, di dedicarsi alla poesia e coltivare una maggiore sensibilità per i valori artistici e filosofici.

La biblioteca di Casa Leopardi

Dal 1822, anche a causa di tensioni con i genitori, diventò un’anima in fuga e si allontanò dalla patria. Raggiunse diverse città: Roma, Milano, Bologna, Firenze e Pisa. La depressione fu un’ombra sempre presente nella vita del poeta; solo la città pisana, nel 1828, riuscì a far ritrovare al poeta l’ispirazione; infatti fu lì che scrisse una delle sue opere più famose: A Silvia.

Nel 1833 si trasferì a Napoli, dove affrontò anche l’epidemia di colera tra il 1836 e il 1837. Lì si spense il 14 giugno 1837.

La tomba di Leopardi
La malattia

Già in età giovanile Leopardi fu costretto ad affrontare problemi fisici e piscologici, i quali lo accompagnarono fino alla sua morte. La malattia esordì a livello polmonare per arrivare a una deviazione della spina dorsale, con conseguenti dolori, problemi respiratori e circolatori; problemi che furono la causa dell’isolamento del poeta. L’ipotesi più plausibile, per gli studiosi di oggi, è che Leopardi soffrisse della malattia di Pott, cioè tubercolosi ossea o spondilite tubercolare, in contrasto con le ipotesi dell’epoca legate a una semplice scoliosi.

Leopardi sul letto di morte, 1837, ritratto a matita di Tito Angelini, simile alla maschera mortuaria
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NEWS | Roma nell’800, le foto d’epoca battute all’asta

Il 7 dicembre da Lempertz a Colonia, in Germania, sono state battute all’asta 80 foto d’epoca provenienti dalla collezione di Orsola e Filippo Maggia. Le immagini immortalano la Roma dell’800, grazie alle prime macchine fotografiche. Sono datate tra il 1840 e il 1870 le foto che ritraggono i monumenti e la campagna di Roma, meta prediletta dai colti ottocenteschi del Grand Tour.

Lempertz, Asta 1161, Lotto 804: Tempio di Saturno e tempio di Giove (Auguste Rosalie Bisson)

Sono due i grandi temi delle vedute romane dell’Ottocento: dagli edifici dell’antica Roma come il Colosseo si passa alla campagna romana con distese incontaminate, poste alle porte della città. Motivo d’ispirazione di questa tipologia fotografica è la pittura di genere, caratterizzata dalle vedute paesaggistiche.

Lempertz, Asta 1161, Lotto 843: Campagna romana (Enrico Verzaschi)

L’asta ha ottenuto risultati di vendita che oscillano tra i 2 e i 5 mila Euro a scatto, con qualche eccezione che arriva a 12 mila euro.

La collezione Maggia era stata data in prestito al Fotomuseo Giuseppe Panini di Modena dal 1990 al 2017, dove è stata presentata in una mostra curata da Francesca Bonetti da marzo a maggio 2008 e prima ancora presso l’Istituto Nazionale per la Grafica di Roma da gennaio a marzo 2008 – spiegano da Lempertz – La mostra era stata accompagnata da un catalogo completo che ha documentato ogni articolo nel dettaglio e che è servito come una risorsa preziosa per le nostre descrizioni delle opere qui messe all’asta.

Si possono visionare tutte le foto sul sito della casa d’aste a questo link.

Lempertz, Asta 1161, Lotto 829: Pantheon (Angelo e Giacomo Luswergh)