Il nazismo esoterico di Hitler
«L'archeologia si dedica alla ricerca dei fatti, non della verità. Se vi interessa la verità, l'aula di filosofia del professor Tyre è in fondo al corridoio».
Con queste parole dal film Indiana Jones e l’ultima crociata, che dovrete tenere a mente, iniziamo questo approfondimento sul nazismo di Hitler: il nazismo esoterico e la ricerca di oggetti come il Sacro Graal o la Lancia di Longino, secondo l’ideologia nazista, avrebbero donato un immenso potere all’esercito tedesco, portando la razza ariana alla conquista del mondo. Quanto il Führer e il suo braccio destro Himmler abbiano fatto affidamento su un potere magico o divino per vincere la guerra, ai fini della storia, è irrilevante. Non sappiamo quanta verità si nasconda dietro le loro convinzioni e non sappiamo quanta ricerca fosse legata a un reale interesse per questi oggetti. Ci limiteremo a raccontare alcuni fatti legati alla ricerca di oggetti dal potere mistico senza spacciarli per verità.
Indiana Jones contro i nazisti di Hitler
Il filo conduttore di questo approfondimento, lo avrete capito, è la figura dell’archeologo più famoso del cinema: il professor Henry Jones Junior, ma preferisce farsi chiamare Indiana Jones. Spielberg ha illuso generazioni intere di giovani studenti universitari che, al loro primo giorno in aula, hanno dovuto accettare l’amara verità che l’archeologia reale è molto lontana da quella del professor Jones. Ma c’è una cosa sulla quale il regista e il suo personaggio non ci hanno mai mentito: l’ossessione dei nazisti (antagonisti per eccellenza nei film di Indiana Jones) per gli oggetti leggendari legati alla religione.
Il Sacro Graal, la coppa che avrebbe dato un potere immenso a Hitler
In Indiana Jones e l’ultima crociata i nazisti sono alla ricerca del Sacro Graal, la coppa usata prima da Cristo nell’Ultima Cena e poi da Giovanni di Arimatea per raccogliere il sangue di Cristo dalla Croce. Il professor Jones riesce a trovare il Graal prima del nemico e dimostra molta intelligenza nello scegliere la coppa giusta: la più modesta, nascosta in mezzo a tanti calici in oro e gemme preziose. I nazisti, invece, bevono dalla coppa sbagliata: non pensano con umiltà, accecati dal potere e dalla gloria che si nasconde dietro lo scintillio dell’oro. Questo succede nel grande schermo.
Nella realtà ci fu un Indiana Jones, uno storico e ricercatore medievale, impegnato nella ricerca di manufatti come il Graal. Si chiamava Otto Rahn e non combatteva i nazisti: era un ufficiale delle SS, incaricato da Himmler per trovare il Graal.
Il mito di Parsifal, l’unico cavaliere degno di vedere il Graal
Otto Rahn era un appassionato di poemi medievali e, come Himmler, conosceva bene il mito di Artù e dei Cavalieri della Tavola Rotonda. In particolare, la figura su cui si focalizzò fu quella di Parsifal, il cavaliere di Artù che aveva trovato il Graal. Secondo la leggenda, il Graal era custodito sulla cima del Monsalvato, in un eremo in cui i puri di cuore trascorrevano la loro vita traendo forza dagli oggetti sacri ivi custoditi. Tra gli altri oggetti c’era anche la Lancia di Longino di cui ci occuperemo più avanti. A questo punto occorre fare una precisazione: sebbene il beneficiario del potere di questi oggetti sarebbe stato il Führer, la ricerca ossessiva fu opera di Himmler (capo delle SS e secondo uomo più potente della Germania) e di Otto Rahn.
La crociata contro i Catari, un indizio del Graal sul Monsalvato
Rahn, dopo aver passato al vaglio la storia medievale, identificò il Monsalvato in Francia. Fu la crociata dei Catari (1209-1229) a fornire un indizio al ricercatore. I Catari, perseguitati dai crociati pontifici, si erano arroccati nella fortezza di Mòntsegur, per scampare alla furia violenta dei cavalieri. Mòntsegur, tuttavia, è ricordata oggi come località in cui, il 16 marzo 1244, i catari furono arsi vivi dai crociati. La forte somiglianza tra il “Mòntsegur” dei catari e il “Monsalvato” di Parsifal persuase Rahn che quella fosse stata l’ultima dimora del Graal prima di sparire nel nulla. Le ricerche attorno alla fortezza iniziarono nel 1929 ma, ovviamente, non portarono ad alcun risultato. Tornato in Germania nel 1933, Rahn scrisse un resoconto delle sue avventure in Francia intitolato La crociata contro il Graal, che ottenne subito un discreto successo.
La Lancia di Longino, da Costantino a Carlomagno fino a Hitler
Abbiamo già accennato a un altro oggetto molto ambito da Hitler: la Lancia di Longino che, secondo la tradizione religiosa, ferì il costato di Cristo sulla Croce. Al contrario del Sacro Graal o dell’Arca dell’Alleanza, nei film di Indiana Jones non c’è riferimento alla Lancia. Forse perché, a differenza degli altri oggetti, la Lancia di Longino riuscì davvero ad arrivare nelle mani di Hitler.
Nei Vangeli di Matteo (27:49,50) e Giovanni (20:33-35) ritroviamo lo stesso episodio che riguarda la Lancia: essa apparteneva a Gaio Cassio Longino, comandante di una centuria romana e allora quasi cieco. Fu proprio lui a trafiggere il costato di Gesù in Croce, il cui sangue, colando sulla lancia, finì negli occhi di Longino ed egli riacquistò la vista. La Lancia divenne così un oggetto sacro e, dalle fonti scritte, sappiamo che da Gerusalemme fu portata a Costantinopoli da Elena, madre dell’imperatore Costantino, insieme ad altre reliquie appartenute a Cristo. Dopo secoli passati alla corte bizantina, la lancia passò in molte mani potenti: da Carlo Magno a Ottone I, che la utilizzò come simbolo del Sacro Romano Impero, poi ad Enrico IV di Baviera e all’imperatore Carlo IV. Il 12 marzo 1938 Hitler conquistava l’Austria e la Lancia, che faceva parte del tesoro degli Asburgo, stava per cambiare nuovamente il suo proprietario.
Hitler, dopo aver invaso l’Austria, fece trasportare il tesoro reale a Norimberga
13 ottobre 1938: la Lancia lasciò la capitale austriaca caricata su un treno corazzato e scortata da un corpo speciale delle SS. La accolse la chiesa di Santa Caterina insieme a tutto il tesoro reale degli Asburgo, sorvegliato giorno e notte dai nazisti. La leggenda vuole che la Lancia sia stata portata in Germania per poter attingere al suo straordinario potere. La realtà ridimensiona di molto l’alone sacro intorno all’oggetto: la Lancia fu portata in Germania e messa in mostra, è vero, ma fu portata via come bottino di guerra di un Paese conquistato insieme al tesoro reale. È più probabile che Hitler, nell’atto di rifondare l’impero, vedesse la Lancia come simbolo di continuità con l’impero di Ottone I. Finita la guerra, la Lancia fu riportata in Austria e conservata al Museo Hofburg di Vienna, sua attuale sede.
Le analisi scientifiche sulla lancia e le sue reali origini
Stando allo studio del reperto, come si poteva prevedere, non siamo in presenza della reale Lancia miracolosa. Ma possiamo apprezzarne il valore storico: l’oggetto è stato datato all’VIII secolo d.C. e la manifattura è chiaramente di origine carolingia. La lancia, rotta in due punti, possiede una triplice fasciatura in ferro, poi in argento e infine in oro. La fascia in argento risale al II secolo d.C., ma l’iscrizione sopra di essa appartiene ad Enrico IV di Baviera, in vita tra il 1084 e il 1105. Il fodero in oro appartiene al XIV secolo, momento in cui la lancia si trovava nelle mani di Carlo IV, l’imperatore fece incidere la frase Lancea et Clavus Domini.
Non sappiamo quanta verità ci sia nella convinzione che gli oggetti tanto ricercati avrebbero potuto portare la razza ariana in capo al mondo. I fatti ci dicono che i nazisti, ridicolizzati e sbeffeggiati nei film di Indiana Jones, si macchiarono di crimini che lasciarono per sempre un’impronta insanguinata nella storia. Fecero ciò senza ausilio di oggetti potenti e divini, guidati solo dall’odio generato dalla mente umana.