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Due gare e due ori FITARCO 3D: complimenti alla Dott.ssa Crasì dalla Redazione

La redazione ArcheoMe si congratula con la collaboratrice Oriana Crasì per gli ottimi risultati  sportivi raggiunti nelle ultime competizioni.

L’atleta, nonché archeologa e redattrice di assoluto valore per la nostra redazione, ha ottenuto, tra ieri e oggi, ben due medaglie d’oro in altrettante gare, valevoli per le qualificazioni regionali FITARCO 3D
Il prestigioso risultato ottenuto nella nobile e antica disciplina del tiro con l’arco dalla nostra Oriana, che virtualmente le garantisce l’accesso al Campionato Nazionale FITARC 3D, ci inorgoglisce: Ad Maiora, campionessa del “Mens sana in corpore sano”.

 

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NEWS | Alessandria, tra scoperte archeologiche e mummie con la lingua d’oro

La missione egiziano-dominicana dell’Università di Santo Domingo, sotto la direzione della dott.ssa Kathleen Martinez, ha riportato alla luce 16 sepolture di oltre 2000 anni. Queste si presentano scolpite nelle pareti rocciose e, quindi,  tipiche del periodo greco-romano. La scoperta è avvenuta nei pressi del tempio di Taposiris Magna (città fondata da Tolomeo II tra il 280 e il 270 a.C. circa), non lontano da Alessandria.

Una delle maschere funerarie del recente ritrovamento (© Ministero delle Antichità egiziano)

Le sepolture presentano un certo numero di mummie, tutte in cattivo stato di conservazione, che evidenziano le caratteristiche di mummificazione d’epoca greca e romana.
Sono stati rinvenuti resti di cartonnage dorato (maschere funerarie realizzate alternando strati di lino e papiri, stuccati e dipinti), oltre ad amuleti in lamina d’oro. Tra questi spicca il ritrovamento di una mummia con una lingua in lamina d’oro in bocca. Si suppone potesse far parte di uno specifico rituale funerario che garantisse al defunto la capacità di parlare nell’aldilà, di fronte alla corte di Osiride, signore dell’oltretomba e giudice dei defunti.

Mummia con lingua in lamina d’oro (© Ministero delle Antichità egiziano)

La dottoressa Kathleen Martinez ha spiegato che tra le mummie ce ne sono due che presentano frammenti di papiri e resti  di cartonnage. Su una sono evidenti resti di decorazioni dorate che rimandano al dio Osiride. L’altra mummia indossa la corona Atef, decorata con corna, e il serpente cobra sulla fronte. Sul petto di quest’ultima sono stati rinvenuti i resti dorati di una, verosimilmente, ampia collana da cui pende un amuleto a forma di testa di falco, simbolo del dio Horus.

Una missione ricca di scoperte

Il dottor Khaled Abu Al-Hamd, direttore generale dell’Alexandria Antiquities, ha affermato che durante questa campagna di scavo la missione ha rinvenuto diversi reperti archeologici. Tra questi vi sono: la maschera funeraria femminile, otto lamine d’oro che rappresentano le foglie di un ghirlanda e otto maschere di marmo risalenti all’epoca greco-romana. Le maschere mostrano un’elevata precisione nella scultura e nella raffigurazione delle caratteristiche dei proprietari.

Maschere marmoree (© Ministero delle Antichità egiziano)

Alcuni rinvenimenti si trovano già al Museo Nazionale di Alessandria, altri, invece, sono ancora nel magazzino di el-Hawaria, ad Alessandria occidentale.

Uno dei frammenti scultorei della recente scoperta (© Ministero delle Antichità egiziano)

Vale la pena notare che negli ultimi dieci anni la missione ha scoperto un importante gruppo di reperti archeologici che hanno cambiato la percezione del tempio di Taposiris Magna. Dall’interno delle mura del tempio, infatti, provengono alcune monete recanti il ​​nome e l’immagine della regina Cleopatra VII. Oltre a questi, diversi frammenti scultorei di statue che si pensa ornassero i giardini del tempio. Inoltre, le missioni precedenti, avevano rivelato i pannelli di fondazione del tempio, che ne dimostravano la costruzione al tempo del re Tolomeo IV (regnante dal 222 al 204 a.C. circa).

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Lombardia | Como: un tesoretto di monete di inestimabile valore

Nel 2018, durante dei lavori di edilizia, per opera della ditta Officine Immobiliari Srl di Como -una ditta privata che sta trasformando l’ex teatro Cressoni in un complesso residenziale, è venuto alla luce un tesoretto di monete di inestimabile valore.

La zona del ritrovamento è una zona centralissima, sia per la Como odierna ma, soprattutto, per quella antica: si scavava, infatti, un’area molto vicina a quello che era il foro di Comum, la Como romana.

Durante i lavori è stato riportato alla luce un edificio di epoca tardo-antica fabbricato con pezzi di reimpiego ed alcune epigrafi di epoca imperiale, di cui, però, non si conosce ancora bene la funzione.

Il tesoretto è stato trovato all’interno di un contenitore in pietra ollare sopra uno strato in cocciopesto, un materiale edilizio che i romani utilizzavano per impermeabilizzare le superfici, sia pavimenti che pareti.

 

Il recipiente

Il recipiente che contiene le monete d’oro è un boccale ad ansa quadrangolare e coperchio in pietra ollare grigia proveniente dalle Alpi Centrali.

La sua particolarità risiede nel fatto che è più largo alla base e più stretto sul collo: ciò fa pensare che si tratti di un contenitore molto prezioso.

La pietra ollare veniva, infatti, lavorata in un solo blocco in forme cilindriche o troncoconiche con l’orlo più largo rispetto alla base. Questo permette, infatti, di ridurre al minimo lo scarto; una lavorazione come quella del recipiente descritto prevede una grande quantità di scarto ed è pensabile solo per oggetti estremamente preziosi.

Il tesoretto

Per quanto riguarda le monete, esse sono ancora in fase di studio. Sappiamo per certo che si tratta di  1000 solidi del peso di circa 4,5 grammi;  sono state tutte riposte con cura e non abbandonate in fretta come capita in altri ripostigli. Probabilmente sono state impilate dentro a rotoli di stoffa o altro materiale deperibile che ora non c’è più.

Si può confermare la datazione al 472-474 d.C. grazie anche alla presenza di pezzi a nome di Onorio, Arcadio, Teodosio, Valentiniano III, Maggioriano, Libio Severo, Antemio e Leone I. Oltre alle monete sono stati ritrovati nel vaso alcuni oggetti in oro: un frammento di barretta, tre orecchini e tre anelli con castone.

 L’ingente quantitativo di monete e l’entità della somma sembrano confermare l’interpretazione già proposta come cassa pubblica.

 

Valorizzazione e tutela: dove andrà a finire il reperto?

Ma la domanda che sorge spontanea è una: chi dovrà occuparsi della valorizzazione e tutela di questo reperto? Dove sarà esposto una volta analizzato e studiato? La risposta a queste domande è chiara: il tesoretto appartiene alla città in cui è stato trovato: Como.