STORIA | L’eroismo di Messina: i bombardamenti della Seconda Grande Guerra
Una bomba, sganciata durante la Seconda Guerra Mondiale da un aereo americano delle truppe Alleate e rimasta inesplosa, è stata rinvenuta ad Aprile nei fondali del porto nella Zona Falcata.
L’ordigno, che misurava 150 centimetri di lunghezza e 160 di circonferenza, per un peso di circa mille libbre, è stato fatto brillare dopo una complessa operazione di messa in sicurezza dell’area del porto, durata qualche ora.
Ad alto contenuto esplosivo, il residuo bellico fa parte dell’enorme mole di ordigni che, dal 29 luglio al 17 agosto del 1943, sommerse la città dello Stretto.
Messina, infatti, subì in pieno la fase finale della Seconda Guerra, subendo il maggior numero di incursioni aeree Alleate in Sicilia, arrivando infine alla sua definitiva liberazione. Per via della particolare resistenza degli edifici cittadini, ricostruiti seguendo ferree norme di sicurezza antisismiche a seguito del catastrofico terremoto del 1908, la città fu passata in rassegna diverse volte dalla milizia americana e da quella britannica.
Durante la prima settimana di agosto, le Fortezze Volanti (Flying Fortress), velivoli d’attacco diurno della United States Army Air Forces, attaccarono la città 121 volte di giorno, mentre durante la notte i Wellington, bombardieri britannici della Royal Air Force, si resero responsabili di 225 incursioni.
Fu soltanto il preludio di un’azione ancora più intensa, esercitata sempre da bimotori bombardieri statunitensi, B-6 Marauder e North American B-25 Mitchell, coadiuvati da cacciabombardieri europei. Complessivamente, dunque, Messina fu colpita e devastata da 6.542 tonnellate di esplosivo, con conseguenze tragiche in termini di vite umane.
La massiccia operazione militare messa in atti dalle forze alleate in Sicilia portò alla ritirata nazista, definita con il nome in codice Operazione Lehrgang (in tedesco Unternehmen Lehrgang).
Il 17 agosto 1943 le forze dell’Asse abbandonarono definitivamente Messina, ripiegando verso le coste calabresi; la Sicilia sarà, così, finalmente libera dall’oppressione nazifascista.
La città dello Stretto, a seguito dei gravi danni e delle ingenti perdite e per la sua innata propensione alla rinascita dopo eventi catastrofici, è stata insignita di Medaglia d’oro al Valor Civile e di Medaglia d’oro al Valor Militare. Le due onoreficenze vanno a sommarsi alla prestigiosa Medaglia d’oro alle città benemerite del Risorgimento nazionale, per un totale di tre medaglie ricevute dall’Unione d’Italia.
Medaglia d’oro al Valor Civile
«Nobile e antica città della Sicilia duramente provata da calamità naturali e da eventi bellici, con impavida tenacia e sublime abnegazione da parte di tutta la sua popolazione, due volte risorgeva dalle macerie, mantenendo fiero ed intatto il suo amore di Patria. 1941-1943.» — 3 ottobre 1959
Medaglia d’oro al Valor Militare
«Già duramente provata dall’immane disastro tellurico del 1908, risorta, è stata, durante la guerra 1940 – 43, dapprima obiettivo d’incessanti bombardamenti aerei, poscia, nel periodo dell’invasione dell’Isola, campo d’aspra e lunga lotta che la martoriò e distrusse. La sua popolazione, affamata, stremata, dolorante, sopportò stoicamente la più dura tragedia ben meritando dalla Patria. – Sicilia, guerra 1940 – 43.» — 31 gennaio 1978