Odin Teatret

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NEWS | Online l’evento firmato SNS “Teatro Antico Scena Contemporanea”

Il “Forum degli Allievi”, in collaborazione con il Gruppo Teatrale della SNS Scuola Normale Superiore e FAcT, presenta l’incontro “Teatro antico scena contemporanea”. Maddalena Giovannelli e Massimiliano Civica dialogheranno della messa in scena di opere classiche nel teatro contemporaneo.

L’evento sarà trasmesso online oggi 18 dicembre alle ore 18 e sarà raggiungibile a questo link.

Massimiliano Civica si è formato all’Università La Sapienza di Roma in “Metodologia della ricerca teatrale” e ha studiato presso l’OdiN Teatret di Eugenio Barba e presso l’Accademia Nazionale di Arte Drammatica Silvio d’Amico. Nel 2007 ha vinto il premio “Hystrio – Associazione Nazionale Critici Teatrali” e il premio “Lo Straniero” per la sua attività teatrale. Sempre nel 2007 è diventato Direttore Artistico del “Teatro della Tosse” di Genova. È stato vincitore nel 2008 del premio “Ubu” per la miglior regia de “Il Mercante di Venezia” di Shakespeare, “Alcesti” di Euripide nel 2015 e “Un quaderno per l’inverno” di Armando Pirozzi nel 2017.

Maddalena Giovannelli insegna Storia del Teatro presso l’Università della Svizzera Italiana (Lugano). I suoi campi d’interesse sono la commedia e la tragedia greca, la ricezione del teatro classico nel contemporaneo, la formazione del pubblico di teatro e di danza. Ha pubblicato il libro Aristofane nostro contemporaneo (Carocci 2018) e Il pubblico in danza. Comunità, memorie, dispositivi con Lorenzo Conti e Francesca Serrazanetti (Scalpendi 2019). Ha fondato la rivista semestrale Stratagemmi_prospettive teatrali e l’associazione culturale Prospettive Teatrali.

L’evento è raggiungibile anche dalla pagina Facebook a questo link.

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TEATRO | Come cambia il modo di fare teatro nel secondo dopoguerra

La ricerca teatrale in Europa, negli anni ’60 e’ 70 del Novecento, ha riportato in primo piano il gesto scenico, l’azione fisica dell’attore. Nasce, così, il training attoriale, propedeutico alla preparazione dello spettacolo. Il laboratorio assume via via sempre più importanza, diventando fondamentale per la messa in scena finale, che è solo l’ultima parte di un percorso molto più lungo. Lo spettacolo è solo una porzione del lavoro, non la più importante.

Le contaminazioni artistiche

Il teatro, nella sua sperimentazione, si lascia contaminare da altre forme d’arte, specialmente quelle orientali come lo yoga, la meditazione e le arti marziali, dalle quali prende in prestito la filosofia spirituale e l’armonia della creazione.

L’attore lavora sull’equilibrio interiore e sulla “pulizia” in scena, per trovare la verità del personaggio. Sempre più spesso il regista sceglie di impostare il lavoro “per sottrazione”, diminuendo il più possibile tutti gli ornamenti e i supporti: la scenografia si riduce all’essenziale e all’attore viene chiesto di “asciugare” il più possibile la recitazione.

Il Teatro Povero di Grotowski

Il regista polacco Grotowski portò avanti questa filosofia e la definì “Teatro Povero”: l’allestimento scenico fu ridotto al minimo, per spostare il focus sulla preparazione degli attori, che sottoponeva a un rigido training fisico e vocale per intensificare le loro capacità espressive.

Il momento fondamentale per Grotowski, infatti, non era lo spettacolo, bensì le prove, durante le quali si instaurava uno stretto rapporto tra il regista e l’attore.

L’Odin Teatret di Eugenio Barba

Eugenio Barba è un regista italiano ed è stato allievo del maestro Grotowski. Nel 1964 ha fondato a Oslo, in Norvegia, l’Odin Teatret, una compagnia teatrale multiculturale.
Punto cruciale della ricerca del gruppo è l’approfondimento del lavoro dell’attore per mezzo del training. Il laboratorio di preparazione può durare anche anni e non può essere vincolato ai tempi stretti della produzione di spettacoli.

Compare, per la prima volta nel loro lavoro, l’approccio pedagogico, tramite il quale gli attori si auto-preparano, confrontandosi tra loro. Essi sono spinti dal regista ad acquisire da sé i mezzi espressivi più adatti. È favorito lo studio personale, attingendo da diverse culture e tradizioni performative. La compagnia e il regista compiono numerosi viaggi per informarsi, al fine di arricchire il loro bagaglio culturale e artistico, entrando in contatto con altri stili e tecniche.
Il training diventa finalmente strumento di crescita personale, per formare un attore preparato e reattivo a ogni stimolo fornito dal testo e dal regista. Il direttore della compagnia dà l’input, ma la ricerca è tutta dell’attore, libero di riportare, in fase di laboratorio, le suggestioni più simili al vero.