Durante dei controlli straordinari ai siti archeologici sommersi, sono avvenuti dei grandi ritrovamenti: due anfore in terracotta del I secolo d.C. di fabbricazione pompeiana, proprio nelle acque antistanti l’area archeologica di Nora (CA); ma anche un cannone-mitraglierautilizzato durante la seconda guerra mondiale sia come arma contraerea che come controcarro davanti al golfo di Cagliari. L’arma sembrerebbe essere l’armamento del mercantile armato “Romagna”, nave cisterna adibita al trasporto di carburanti e affondata da una mina il 2 agosto del 1943.
Insomma, il mondo archeologico sommerso non smette mai di stupirci!
Il recupero dei reperti nelle acque di Nora – foto: ANSA
Nora sorge sulla penisola che chiude a sud-ovest il golfo di Cagliari e fu uno dei maggiori centri della Sardegna in età fenicia, punica e romana; a parte l’incanto suscitato dalla natura e dal paesaggio circostante, a stupire è la vista di reperti archeologici che testimoniano tremila anni di storia sarda.
Dalla fioritura al declino
Grazie alla sua posizione geografica privilegiata nell’ambito della rete commerciale del Mediterraneo antico, venne frequentata sin dall’età fenicia (VII-VI sec. a.C.) e visse un considerevole sviluppo nel corso della fase punica (V-II sec. a.C.). Durante il VI secolo a.C. la città conobbe, grazie al dominio dei Cartaginesi, un periodo di ricchezza economica dovuta agli scambi commerciali con l’Africa.
La Sardegna diventa romana nel 238 a.C.; entrata nell’orbita politica di Roma, la città di Nora ebbe una prima fase di fioritura nella seconda metà del I sec. a.C., quando divenne municipium; il momento di massima vitalità fu tra la fine del II sec. d.C. e il secolo successivo. Dall’età severiana la città assunse il suo definitivo assetto urbanistico, con la costruzione di buona parte dei monumenti che ancora oggi vediamo.
Il lento e progressivo abbandono avvenne a partire dal V sec. d.C., probabilmente a causa dell’invasione dei Vandali, che portò la popolazione a spostarsi nelle zone più sicure dell’entroterra, fino al completo abbandono in età medievale.
Attualmente nell’antico centro commerciale fenicio, punico e poi romano, possiamo osservare la necropoli fenicia, il complesso abitativo e il tophet punico.
Tra le antiche vie lastricate in andesite, si può ancora ammirare uno degli edifici meglio conservati di Nora, il bellissimo teatro, costruito agli inizi del I secolo a.C. Imponenti sono le strutture termali, spesso decorate da magnifici mosaici databili tra il II e il IV secolo d.C.
Mosaici a Nora
Varie le strutture religiose, come il Tempio di Tanit del periodo punico, sito sul colle omonimo, ed il santuario di Esculapio del II-III secolo d.C.
Numerose sono anche le opere di edilizia abitativa privata, spesso provviste di cisterna per l’acqua, costruite con muri in opus caementicium e africanum (tecnica edilizia inventata dai Romani), talvolta particolarmente prestigiose, come la casa dell’atrio tetrastilo, con i suggestivi mosaici del III-IV secolo d.C. Vicino al mare si trova il foro, di forma regolare, che conserva basi di statue onorarie di personaggi famosi.
La Stele di Nora
Stele di Nora
La presenza fenicia è testimoniata dal ritrovamento della Stele di Nora, il più importante e, per tanti aspetti, enigmatico documento epigrafico a caratteri fenici ritrovato in Sardegna, tra i più antichi del Mediterraneo occidentale.
Un documento di eccezionale importanza: se dopo 244 anni di studi ancora si dibatte sul contenuto delle otto righe incise nell’arenaria porosa è evidente che, dietro quei segni, la stele nasconde ancora la sua intima verità. Esposta nel Museo Archeologico Nazionale di Cagliari, è databile intorno all’VIII secolo a.C. e riporta un’iscrizione in alfabeto fenicio, sulla cui interpretazione gli studiosi ancora dibattono.
Per alcuni ricercatori i caratteri dell’alfabeto non sarebbero soltanto e puramente fenici, ma si tratterebbe di un alfabeto misto fenicio-sardo, ma sono dati ancora non del tutto attendibili. Nella stele, inoltre, è probabile che vi sia la più antica attestazione del nome della Sardegna.
Ai gentili lettori comunico che la rubrica Archeologa Italia passerà nella nuova rivista bimestrale ArcheoMe con inizio a febbraio 2021… A presto…
Nora stands on the peninsula that closes the Gulf of Cagliari to the south-west and was one of the major centers of Sardinia in Phoenician, Punic and Roman times; apart from the enchantment evoked by nature and the surrounding landscape, what is surprising is the sight of archaeological finds that testify to three thousand years of Sardinian history.
From the flowering to the decline
Thanks to its privileged geographical position within the commercial network of the ancient Mediterranean, it was inhabited since the Phoenician age (7th-6th century BC) and experienced a considerable development during the Punic phase (5th-2nd century BC). During the sixth century B.C., thanks to the domination of the Carthaginians, the city experienced a period of economic wealth due to the trade with Africa.
Sardinia becomes Roman in 238 B.C. After having entered in Rome’s political sphere, the city of Nora had a first phase of flowering in the second half of the I century B.C., when it became a municipium; the moment of maximum vitality was between the end of the II century A.D. and the following century. From the Severan age the town assumed its definitive urban structure, with the construction of a good part of the monuments that we still see today.
The slow and progressive abandonment occurred from the fifth century AD, probably due to the invasion of the Vandals, which led the population to move to safer areas of the hinterland, until complete abandonment in medieval times.
Currently, in the ancient Phoenician, Punic and then Roman commercial center we can observe the Phoenician necropolis, the housing complex and the Punic tophet.
Among the ancient paved streets in andesite, you can still admire one of the best preserved buildings of Nora, the beautiful theatre, built in the early first century BC. Impressive are the thermal baths, often decorated with magnificent mosaics dating from the 2nd to 4th century AD.
Mosaics in Nora
Various are the religious structures, such as the Punic Temple of Tanit, located on the hill which bears the same name, and the II-III century AD sanctuary of Aesculapius.
There are also numerous private houses, often equipped with water cisterns, built with walls in opus caementicium and africanum (a building technique invented by the Romans), sometimes particularly prestigious, such as the house with the tetrastyle atrium, with the III-IV century AD suggestive mosaics. Near the sea there is the forum, with its regular shape, which preserves bases of honorary statues of famous people.
The Stele of Nora
The Stele of Nora
The Phoenician presence is testified by the discovery of the Stele of Nora, the most important and, in many ways, enigmatic epigraphic document in Phoenician characters found in Sardinia, among the oldest in the western Mediterranean.
It is a document of exceptional importance: if after 244 years of studies the content of the eight lines engraved in porous sandstone is still debated, it is evident that, behind those signs, the stele still hides its intimate truth. Exhibited in the National Archaeological Museum of Cagliari, it can be dated around the 8th century B.C. and bears an inscription in the Phoenician alphabet, on the interpretation of which scholars are still debating.
For some researchers the characters of the alphabet would not be only and purely Phoenician, but it would be a mixed Phoenician-Sardinian alphabet; however the data are still not completely reliable. In the stele, moreover, it is likely that there is the oldest attestation of the name of Sardinia.
We inform the kind readers that the column Archaeology in Italy will be published in the new bimonthly magazine ArcheoMe starting from February 2021… See you soon…
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