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NEWS | Il “Tesoro di Morgantina” non più oltreoceano, il dibattito continua

L’Assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà, si è interessato alla questione dei famosi “Argenti di Morgantina“; conosciuti anche con il nome di “Tesoro di Morgantina” o “Tesoro di Eupolemos”, il tale che si crede l’ultimo proprietario. Ad intervenire in merito è il deputato regionale all’ARS, l’On. Carmelo Pullara:

“Così come all’assessore Samonà, – spiega Pullara – anche a me sta a cuore preservare l’integrità di così importanti tesori; non solo per il loro pregio artistico, ma anche per il significato che hanno per il territorio della provincia di Enna e della città di Aidone”.

Come deputato e componente della commissione Cultura, farò quanto in mio potere affinché si riesca a trovare una soluzione ragionevole; il tutto al fine di non pregiudicare l’integrità di questo tesoro siciliano. Il prestito degli argenti rientra in un accordo di scambio molto più ampio, ma datato e stipulato quando ancora non erano ben noti i rischi per l’integrità di questo tesoro.

Ora che siamo a conoscenza del pericolo che corre il “Tesoro di Morgantina” – conclude il deputato – dobbiamo fare tutto quello che è in nostro potere per ottenere una modifica del contratto tra USA ed Italia.

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Il “Tesoro di Morgantina” – fonte: Regione Siciliana

Un Tesoro tanto prezioso quanto conteso

Si tratta di 15 pezzi in argento risalenti al III secolo a.C. Gli americani hanno scavato Morgantina (EN) che, durante la II guerra punica, aveva defezionato da Roma ed era stata oggetto di incursioni romane (214-211 a.C.). Il sito conservava piccoli ripostigli di gioielli e monete: ripostigli di emergenza secondo il dato numismatico, alcuni contengono monete che appartengono al sistema del denario, altre sono parte di emissioni più antiche; le monete sono fior di conio, nuove di zecca. Tra i monili spiccano le profonde coppe, due pissidi, di cui una con lamina decorata a sbalzo, un’olpe, uno skyphos, una coppia di corna, dei recipienti per mescere il vino e piatti per sacrifici.

Ma il Tesoro non si trova sempre dove dovrebbe. Un patto tra Italia e Stati Uniti sancisce che deve stare in mostra quattro anni al Met di New York e quattro anni al museo archeologico di Aidone (EN). Quando non è esposto al museo dell’antica Morgantina è sostituito da una gigantografia che ne mostra i reperti. Ciò dovrebbe ripetersi per altri trenta lunghi anni, ne son passati già dieci dalla firma dell’accordo tra MiBACT e il Met. Le riflessioni davanti alle tristi vetrine vogliono che il Tesoro resti a Morgantina e non faccia ritorno negli USA, un sogno per cui si combatte a braccio di ferro ancora oggi. Il lungo viaggio che ogni quattro anni gli oggetti devono affrontare genera preoccupazione per la conservazione dei reperti stessi: è il perno su cui tutt’oggi si fonda il tanto acceso dibattito.

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NEWS | “Live in Italy”, il magazine americano dedica un articolo a Gesso (ME)

Il magazine americano Live in Italy dedica un articolo ai comuni di Messina e Gesso. Il fulcro è il legame della nuova First Lady, Jill Jacobs, con il centro collinare di Gesso (ME).

Nei giorni scorsi l’editore aveva richiesto informazioni direttamente al Sindaco di Messina, Cateno De Luca. L’ufficio del sindaco ha poi delegato, per competenza, l’Assessore alla Cultura Enzo Caruso. La risposta al magazine americano è stata immediata, con l’invio di notizie e immagini relative al Museo Cultura e Musica dei Peloritani di Gesso. L’editore, Lisa Morales, nel complimentarsi per quanto ricevuto, ha augurato in questi tempi difficili una pronta ripresa del turismo per la splendida Città dello Stretto.

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Museo della Cultura e Musica Popolare di Gesso (© Le vie dei Tesori)
 
Un messaggio da Messina

In riferimento ad un recente articolo che celebra il legame tra la First Lady americana e il comune di Gesso – si legge sul magazine – abbiamo ricevuto un messaggio dalla città di Messina. Ci sono molte ragioni per visitare la zona.

Gentile editore – scrive l’ufficio comunale del Sindaco Cateno de Luca – in merito alla sua richiesta di informazioni relative al legame della nuova First Lady Jill Jacobs con Gesso, piccolo villaggio collinare che sorge sui monti Peloritani e ricadente nel territorio di Messina, si porta a conoscenza che già dallo scorso novembre la diffusione della notizia ha destato enorme entusiasmo nella città dello Stretto e grande motivo di orgoglio per l’intera cittadinanza.

L’emigrazione siciliana in America

Pertanto, continua il messaggio, il Comune di Messina nella persona del prof. Enzo Caruso, Assessore alla Cultura e al Turismo, ha programmato una serie di iniziative volte a rievocare e raccontare la storia dell’emigrazione siciliana in America, con particolare attenzione a quella degli ibbisoti (così sono chiamati gli abitanti di Gesso). L’iniziativa si svolge in collaborazione con Mario Sarica, curatore scientifico del Museo Cultura e Musica dei Peloritani di Gesso.

registro immigrazione America
La famiglia Giacoppo, da Gesso, presente nei registri dell’immigrazione in America (©Live in Italy)

L’Assessore Caruso ha commentato la notizia del legame della First Lady con Messina auspicando che questo legame possa divenire volano di promozione turistica par la città di Messina. Il fine è quello di ricongiungere la storia che ha portato tanti nostri conterranei a partire da Messina e a raggiungere il continente americano ai primi del ‘900. Il filo che unisce Gesso con gli Stati Uniti è frutto dello studio di Antonio Federico, supportato da Tonino Macrì, presidente dell’Associazione Rinascita Gesso. Quest’ultima ha riprodotto l’albero genealogico di tutti gli abitanti che hanno lasciato il minuscolo villaggio per raggiungere in nave Ellis Island, a New York; mentre il Salone dei Viaggiatori della Dogana di Messina ha promosso una ricerca per scoprire le ragioni per le quali i nostri connazionali non erano negli elenchi dei registri ufficiali delle partenze da Messina. È stato ricostruito come molti di loro, non potendosi permettere rotte dirette, facevano un giro largo. Approdavano a New Orleans su navi più disagiate, per poi muoversi verso New York.

Tra le iniziative fa capolino la mostra allestita presso la Stazione Centrale di Messina. 120 pannelli raccontano la storia dell’emigrazione siciliana, in particolare messinese, curata da Marcello Saija, direttore del Museo dell’Emigrazione dell’Isola di Salina.

Un possibile gemellaggio

Infine, il Sindaco della Città di Messina, Cateno De Luca, insieme all’Assessore Caruso, ha manifestato l’intendimento di avviare un progetto di gemellaggio tra il Comune di Messina e gli ibbisoti di Hammonton, nel New Jersey. Al centro del progetto c’è la promozione del territorio e l’organizzazione di eventi.

Palermo
Palermo news dedica una sezione all’immigrazione ad Hammonton (© Live in Italy)

 

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NEWS | Ritrovato antico rilievo egizio a New York

Il consolato egiziano a New York ha ricevuto un rilievo in pietra calcarea del periodo tardo (712-323 a.C.), rubato e portato fuori dall’Egitto nel 2019.

La restituzione

Shaaban Abdel-Gawad, il supervisore generale del Dipartimento per la restituzione delle antichità, ha affermato che il rilievo era stato rubato da uno scavo illegale e poi portato fuori dal paese.

È stato poi messo in mostra in una sala d’aste a New York e poi rintracciato dal Dipartimento per la restituzione delle antichità presso il Ministero delle antichità egiziano attraverso Internet.

Il Dipartimento ha poi presentato all’autorità interessata a New York tutti i documenti legali che dimostrano la proprietà dell’Egitto del rilievo, così come le prove che i documenti di esportazione erano stati falsificati. Il rilievo è stato poi consegnato al consolato egiziano.

Sul rilievo vi è incisa una scena raffigurante un uomo, di nome Padi-Sena, accanto alle due divinità Horus e Hathor del Tardo periodo.

Chi erano Horus e Hathor?
Horus
Horus

Horus nella mitologia egizia è il dio del cielo, della luce e della bontà, solitamente raffigurato in figura di falco (o con testa di falco). Una delle principali divinità egizie, Horus era figlio di Iside, dea della natura, e Osiride, dio del mondo sotterraneo; quando Osiride fu ucciso dal suo malvagio fratello, Seth – dio dell’oscurità e del male – Horus vendicò la morte del padre uccidendo suo zio.

Hathor
Hathor

Hathor è la dea della gioia, dell’amore, della maternità e della bellezza. Per tutta la storia egizia, fu una delle divinità più importanti e venerate; il suo culto, che ha origine in epoca predinastica, si estendeva dalla corte faraonica (era ritenuta, difatti, la madre simbolica dei faraoni) ai ceti più umili. Veniva solitamente raffigurata nelle tombe con l’epiteto di Signora dell’Occidente, cioè Signora dei morti e si credeva che accogliesse le anime nell’aldilà.

Un pizzico di cronologia egiziana

Il Tardo Periodo, comprende le dinastie dalla XXI alla XXXI e termina con l’arrivo di Alessandro il Grande nel 332 a.C. Va dal 1070 a.C. fino al 332 a.C. e comprende anche il periodo della seconda dominazione persiana (detta anche XXXI dinastia) precedente il periodo dei sovrani macedoni.

Il periodo è, a volte, suddiviso in due parti: Terzo Periodo Intermedio (dalla XXI all’inizio della XXV dinastia) e Tardo Regno propriamente detto (dalla XXV alla XXX dinastia). E’ il periodo che porta alla fine della storia egiziana ed è caratterizzato dalla presenza di dinastie straniere (Libica, Nubiana, Persiana) e dall’incontro con la cultura greca.

L’unico sussulto in questo periodo di decadenza è rappresentato dalla XXVI dinastia saitica, con il grande faraone Psammetico I. Sotto il suo regno viene tra l’altro introdotto un nuovo tipo di scrittura, il demotico.