napoli

Accadde oggi

21 dic. 475 a.C.: ai piedi del Vesuvio nasce Neapolis (Napoli)

L’evento 

Il 21 dicembre 475 a.C. i cumani fondarono la città di Neapolis, l’odierna Napoli. Ogni anno durante questa data si festeggia la nascita di una delle città d’arte più affascinanti d’Italia. Nonostante si tratti di una datazione puramente simbolica, gli storici si trovano abbastanza concordi nel far oscillare la fondazione di Neapolis tra il 21 dicembre del 475 e quello del 450 a.C. 

La leggenda  

Come per ogni fondazione di città che si rispetti, si possono leggere di solito due versioni: quella storica e quella mitica. Se ci si attiene alla leggenda, infatti, il  corpo della sirena Partenope avrebbe creato Napoli. Omero cita il mito nel III canto dell’Odissea: Partenope si sarebbe tolta la vita a causa del rifiuto di Ulisse, insensibile alla bellissima voce di queste creature. Il suo corpo, trascinato dalle onde, sarebbe arrivato alle foci del fiume Sebeto e una volta svanito, avrebbe dato vita alla città. Secondo un’altra versione, risalente al XIX secolo, la sirena era innamorata del centauro Vesuvio e Zeus li avrebbe separati; costui, invaghito a sua volta di Partenope, trasformò il centauro in un vulcano (da qui la nascita del Vesuvio); la donna, affranta dal dolore si suicidò e il corpo arrivò ai piedi del vulcano per permettere ai due amati di ricongiungersi. Infatti, la città sorge proprio ai piedi del Vesuvio. C’è una terza versione che vuole Partenope come principessa di una colonia della Magna Grecia. La leggenda sta molto a cuore dei napoletani, tant’è che ogni anno viene celebrata la mitica fondatrice attraverso una fiaccolata. 

La statua della sirena Partenope al centro della piazza Sannazaro (immagine da fondoambiente.it)

La storia 

Nella realtà, gli oligarchi cumani nell’VIII secolo, dopo essere stati scacciati da Cuma (una delle più importanti colonie della Magna Grecia), a seguito dell’insediamento del tiranno Aristodemo, fondarono Partenope. Questi coloni, dunque, diedero vita sulla collina di Pizzofalcone ad un agglomerato di case, Palepolis (antica città). A causa dei contrasti con gli Etruschi, altro grande popolo che abitò l’Italia centrale, scoppiò una guerra per il controllo della Campania. A questo punto si decise di rafforzare Palepolis, dotandola di una cinta muraria e potenziandola fino a diventare, nel VI secolo, una delle città più influenti. Questa rinacque col nome di Neapolis (Nuova città) tra il 475 e il 450 a.C., poiché sorse giustapposta alla vecchia. La scelta del giorno 21 dicembre, ovvero il solstizio d’inverno, è significativa perché gli antichi sceglievano giorni con ricorrenze astrali come questa per porre la prima pietra di una città. 

Il Vesuvio (immagine da Campania.info)

Neapolis 

La colonia ebbe un’acropoli,  un’agorà e  una necropoli. Ben presto sostituì Cuma a livello culturale, commerciale e strategico, arrivando a dominare il Golfo di Napoli. Neapolis era un porto sicuro per i commerci con la Spagna, le Baleari e la Sardegna. Nel 326 a.C., come conseguenza di atti ostili nei confronti dei romani residenti nell’Agro campano, i romani conquistarono la città. In età romana fu sempre una città importante che mantenne le proprie libertà, com’era usanza di Roma. Nel 79 d.C. subì ingenti danni a seguito dell’eruzione del Vesuvio, che distrusse Pompei e Ercolano. Durante l’età medievale, divenne un ducato autonomo bizantino. Nel Rinascimento fu sede di una delle corti più influenti d’Europa per poi essere nominata la capitale del Regno di Napoli fino al XVIII secolo, quando diventò capitale del Regno delle Due Sicilie

Veduta di Neapolis (immagine da lacooltura.com)
Piazza del Plebiscito, Napoli (immagine da italia.it)
L’importanza della città 

Napoli, oltre ad essere un influente porto greco, è un simbolo della cultura classica su cui si basa quella italiana. Napoli è sede della prima università ad essere nata per mano dello “stato” e ospita la più antica università di studi orientali, l’Orientale. Non solo: Napoli è stata anche una delle corti più sviluppate durante l’Illuminismo; la corte napoletana, difatti, portò avanti una monarchia illuminata, diventando uno dei centri più importanti di diffusione della cultura durante il Secolo dei Lumi. Il Centro storico e la famosa pizza napoletana sono Patrimoni dell’umanità UNESCO a partire dal 1995. I turisti scelgono la città partenopea anche solo per avere un assaggio dell’alimento più diffuso al mondo. Nel 1997 le zone circostanti al Vesuvio vennero nominate riserve mondiali della biosfera. 

La famosa pizza napoletana (immagine via web)
Il palazzo reale risalente al XVII secolo, ubicato presso Piazza Plebiscito (immagine d’archivio)

 

News

NEWS | Scampia, l’istruzione per un quartiere migliore

È stato approvato di recente un importante progetto per le Vele di Scampia, a Napoli, per cercare di cambiare il modo di vedere il difficile quartiere della città campana. Questa periferia è conosciuta per la camorra, la violenza e lo spaccio, ma grazie alla realizzazione di un Polo didattico della prestigiosa Università Federico II si punta alla riqualificazione del quartiere. 

Uno scorcio del famoso quartiere napoletano di Scampia (©Andrea Sabbadini, Buenavista Photo, via Internazionale)
Il progetto universitario

“E’ un messaggio importante per tutto il Paese”  ha dichiarato il rettore della Federico II, Matteo Lorito. “Dimostreremo che si può cambiare la reputazione di un quartiere e imprimere così una svolta positiva”. Il progetto è stato avviato dal Comune solo da qualche giorno, con lo scopo di terminare l’edificio dove verrà posto il Polo di Scienze infermieristiche entro il mese di settembre.

Il Polo conterrà una serie di ambulatori di vari ambiti medici come psicologiadiagnostica. Si punta a far trasferire, al termine dei lavori di costruzione, gli studenti del primo anno di professioni sanitarie, circa 1500 ragazzi, con l’obiettivo di fare di Scampia un luogo adatto alla comunità.

Il progetto prevede la realizzazione di sette piani (immagine via Vesuvio Live)
L’organizzazione

Il progetto, approvato dal Ministero, sarà anche un presidio per le problematiche sanitarie della zona. Si parla soprattutto di accoglienza dei malati con l’utilizzo di ambulatori aperti al pubblico. Non mancano ovviamente alcune criticità, come il problema trasporti, la cui soluzione sarà il potenziamento del servizio autobus. Tra gli scopi si cerca di allacciare contatti con le associazioni che svolgono attività sociali, in modo da incrementare il rapporto tra l’Ateneo e Scampia. Come ha confermato Lorito, il progetto si estenderà verso altre periferie come Bagnoli Ponticelli. Un’operazione importante per far cessare gli stereotipi dei quartieri disagiati.

Matteo Lorito, rettore dell’università Federico II (@IlSole24Ore-Web)

 

News

NEWS | Il MANN si svela: un viaggio nei depositi del museo

Il MANN espone in una mostra fotografica alcuni dei suoi reperti conservati nei depositi.

Il progetto

Il MANN ha deciso di seguire l’esempio del Boijmans Depot di Rotterdam, condividendo con il pubblico alcuni dei 270mila reperti conservati dietro le quinte raccolti nei suoi oltre duecento anni di storia e già oggetto di prestiti.

Fotografia presente alla mostra Sing Sing

 

Fino al 30 giugno molti dei manufatti e opere che trovano casa nel solo sottotetto del museo saranno infatti esposti alla Villa dei Papiri, nella mostra fotografica di Luigi Spina Sing Sing. Il corpo di Pompei, che ricostruisce la vita delle città vesuviane prima dell’eruzione del 79 d.C.

Luigi Spina, fotografo e direttore della mostra

La mostra, strutturata in 46 fotografie, sarà suddivisa in due filoni principali: da una parte ci sono Pompei ed Ercolano, attraverso gli oggetti di vita quotidiana dei loro abitanti, e dall’altra il lavoro di Spina nello studio dei reperti. Luigi Spina spiega così la scelta dei manufatti: “Quando si pensa a Pompei ed Ercolano, di solito ci si concentra solo sui capolavori, le ville, i mosaici. Ci si dimentica del corpo della città: quegli strumenti che venivano utilizzati ogni giorno, in un modo che non è poi così diverso da quello con cui oggi usiamo i nostri. Ho voluto recuperare proprio quel corpo, ridare umanità ai reperti”.

Le parole del direttore del MANN
Il direttore del MANN, Paolo Giulierini

Sing Sing è il nome con cui il direttore Giuseppe Maggi battezzò negli anni Settanta i sottotetti del museo, sottolineandone la somiglianza con il famoso carcere americano”, racconta il direttore del MANN Paolo Giulierini.

Sui materiali il direttore spiega: “non sono materiale di seconda o terza fascia” e continua “Molti oggetti sono di altissimo valore. Statisticamente, dal MANN proviene il 75% dei prestiti archeologici del Ministero della Cultura”.

L’idea di Giulierini è quello di organizzare le prime visite fisiche entro la metà del 2022 e di presentare anche una nuova piattaforma digitale che possa permettere agli utenti di tutto il mondo di poter apprezzare il patrimonio conservato al MANN anche in maniera virtuale.

News

News | I gladiatori tornano al centro del Mann: un nuovo ciclo di incontri al museo

Il 14 ottobre i gladiatori tornano al centro del Mann con un ciclo di conferenze incentrate sugli anfiteatri e i giochi gladiatori.

Le parole del direttore
Direttore del Mann, Paolo Giulierini

Paolo Giulierini, direttore del Museo archeologico nazionale di Napoli, descrive il ciclo di incontri come:

Un autentico percorso a tappe attraverso la vita intensa e affascinante all’interno del nostro museo, un racconto di assoluto spessore scientifico, ma che vuole essere sempre curioso e intrigante, per allargare il nostro pubblico e coinvolgere sempre più giovani ed appassionati… si parlerà molto di gladiatori e arricchiremo ancora con tanti contenuti la grande mostra prorogata fino ad aprile, ma non solo. Racconteremo i nostri studi, i restauri, i nuovi allestimenti, gli scavi in città, lo faremo insieme ai nostri archeologi e a prestigiosi docenti ed esperti.

Mann, sezione della mostra sugli archeologi
Il programma

Il ciclo di incontri è curato da Lucia Emilio (responsabile servizi educativi del museo) e del suo staff e sarà collegata alla mostra sui gladiatori. Le conferenze si terranno al Mann il:

  • 14 ottobre: Paolo Giulierini e Giovanni Brizzi tratteranno della rivolta di Spartaco;
  • 21 ottobre: Valeria Sampaolo, curatrice del progetto di esposizione, tratterà della traduzione pittorica dei combattimenti antichi nelle arene;
  • 4 novembre: Stefano De Caro si occuperà degli Anfiteatri della Campania antica;
  • 11 novembre: Gennaro Ferrante parlerà della ricezione del mito classico nel Medioevo: all’incontro, seguirà una visita guidata alla mostra “Divina Archeologia”;
  • 18 novembre: Gennaro Rispoli parlerà della scienza medica descrivendo come abbia curato le “ferite sul campo”;
  • 2 dicembre: Ida Gennarelli parlerà della macchina scenica degli spettacoli dei gladiatori;
  • 9 dicembre: Valerio Caprara farà una suggestiva incursione nel genere peplum, tra fiction e ricerca;
  • 16 dicembre: Giovanni Greco tratterà delle Baccanti nel XX secolo;
  • 13 gennaio 2022: Carlo Rescigno parlerà di Cuma tramite le raccolte del Mann;
  • 24 gennaio 2022: Fabio Beltrame tratterà di giovani e donne nelle Quattro Giornate di Napoli.
Programma degli incontri
News

NEWS | Roscigno (SA) al centro di nuove scoperte archeologiche

Il 18 settembre sono terminate le indagini archeologiche, Roscigno al centro di nuove scoperte archeologiche effettuate dal Dipartimento di studi umanistici della Federico II.

Il progetto e le parole della responsabile

La professoressa Bianca Ferrara ha diretto il progetto proseguendo il lavoro di Giovanna Greco. Con questi programmi sul campo la Federico II offre a studenti la possibilità di fare archeologia sul campo e, allo stesso tempo, collabora con le soprintendenze per potenziare le attività di tutela e valorizzazione.

La direttrice di scavo, Bianca Ferrara

<<Dal mese di giugno a settembre>>, ha dichiarato la dott.ssa Ferrara, <<gli studenti e i giovani archeologi laureati della Federico II sono stati impegnati nelle campagne di scavo condotte dal Dipartimento di studi umanistici della Federico II a Roscigno Monte Pruno, al santuario di Hera alla foce del Sele nel territorio dell’antica Poseidonia, all’abbazia di San Pietro a Crapolla-Massa Lubrense e nel sito archeologico di Noto antica in Sicilia. I risultati raggiunti sono il frutto di una proficua collaborazione tra la Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Salerno e Avellino, il Parco archeologico di Paestum e Velia e le amministrazioni comunali che sostengono le ricerche in ogni aspetto logistico>>.

L’area di Roscigno

Il sito di Roscigno è stato indagato da quindici studenti sotto la guida di Rachele Cava. L’attenzione della ricerca è stata posta sui settori abitativi del pianoro di Monte Pruno in provincia di Salerno. Il sito in questione ha restituito materiali archeologici tra la fine del VII secolo al III secolo a.C. Importanti le sepolture indagate, tra le quali una principesca di VI secolo a.C. il cui corredo è al Museo provinciale di Salerno.

Area di scavo di Roscigno

A Roscigno è emersa una notevole struttura dalla planimetria rettangolare costruita in blocchi di pietra locale che misura circa 15×4 metri. L’edificio è conservato in fondazione e ha restituito una grande quantità di scorie di bronzo e stagno. Di qui l’ipotesi che potesse essere destinato ad attività di carattere produttivo artigianale.

News

NEWS | Crisi afghana: “L’Orientale” di Napoli continua le lezioni di beni culturali

L’Università “L’Orientale” di Napoli, che opera in Afghanistan dal 1957, in questo momento di profonda crisi continua a garantire le lezioni agli studenti bloccati nel Paese. Nonostante la situazione non si avvicini nemmeno lontanamente alla normalità, l’Università si adopera per far proseguire l’attività scientifica sui beni archeologici prodotta fino ad oggi. Buone notizie anche per ricercatori e docenti, la drammatica situazione ha bloccato l’attività sul campo, ma i risultati ottenuti non si perderanno, per tale scopo è di fondamentale importanza la collaborazione tra docenti e ricercatori dei due Paesi.

Garantire la sicurezza è uno degli obiettivi principali, collaborazione, anche in questo ambito, è la parola chiave.

«Studiare e diffondere la conoscenza del patrimonio culturale afghano è un modo per difenderlo». Queste sono state le parole del rettore Roberto Tottoli, un vero e proprio monito di speranza. Intenzione dell’Università per l’immediato futuro è l’attivazione di agevolazioni per gli studenti afghani, con la massima attenzione per la salvaguardia della loro situazione particolarmente difficile. Si tratta di agevolazioni atte a garantire l’apprendimento in un contesto che cerca di ritrovare serenità anche grazie alla Cultura.

orientale
Palazzo Corigliano a Napoli, sede dei dipartimenti orientalistici e del Mediterraneo antico dell’Università “L’Orientale”

News

NEWS | A Napoli l’educazione culturale si veste di digitale

Grazie alla collaborazione tra la Regione Campania e la Fondazione Morra Greco, a Napoli l’educazione si veste di digitale; infatti, nasce un progetto digitale per implementare la funzione educativa dei centri di cultura.

La piattaforma

Il progetto digitale EDI_Global Forum on Education and Integration è stato presentato nella sede della Fondazione; all’evento hanno partecipato, in presenza e in collegamento video, direttori di musei, esperti del settore culturale e del sistema arte di tutto il mondo.

Presentazione del progetto nella sede della Fondazione

La piattaforma sarà attiva da settembre e avrà la funzione di sostenere e implementare la funzione educativa dei vari musei e dei centri di cultura creando un habitat con scambi di pensieri ed esperienze. EDI intende così aprire anche una riflessione su una dimensione nuova della didattica museale digitale, considerando il rapporto tra arte e coesione sociale, e arte e sostenibilità ambientale.

Le parole del presidente della Fondazione
Presidente della Fondazione, Maurizio Mauro Greco

Il presidente della Fondazione Maurizio Morra Greco coglie l’importanza dell’inclusività dell’arte e dei luoghi di cultura con queste parole:

<<Fondamentale il sostegno del presidente De Luca e della Regione Campania che hanno creduto in questo progetto per noi pilastro imprescindibile. Integrazione ed educazione sono, infatti, fondamentali in una società in cambiamento. L’arte serve a costruire qualcosa che ha ragione sociale, collettiva, ampia. Intendiamo così costruire un dialogo che, partendo da Napoli e dalla Campania, arrivi all’estero>>.

I pensieri di Rosanna Romano
Direttore Generale per le Politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania, Rosanna Romano

Rosanna Romano, direttore Generale per le Politiche Culturali e il Turismo della Regione Campania, ha invece posto particolare attenzione al ruolo dell’educazione:

<<L’educazione è una responsabilità. Chiediamo quindi un atto di corresponsabilità a chi lavora quotidianamente sugli aspetti pedagogici della cultura, che se ben articolati possono generare un reale cambiamento nella società, grazie anche al villaggio globale di persone che condividono la predisposizione di un indirizzo comune nel progetto Global Forum che abbiamo deciso di sostenere>>.

News

FLASH | Incendio all’anfiteatro Flavio di Pozzuoli (NA), distrutte gradinate in legno

Nel pomeriggio di ieri, venerdì 16 luglio 2021, un incendio ha coinvolto l’anfiteatro Flavio di Pozzuoli, facente parte del complesso del Parco archeologico dei Campi Flegrei. Il rogo ha risparmiato le strutture più antiche, divorando, invece, le gradinate lignee costruite 30 anni fa in occasione di rappresentazioni teatrali e musicali. Tempestivo è stato l’intervento dei vigili del fuoco, che hanno domato le fiamme, e della polizia municipale per accertare le cause del rogo.

Le gradinate in legno dell’anfiteatro Flavio di Pozzuoli, andate distrutte nell’incendio.

Le gradinate andavano rimosse da tempo

E’ quanto afferma il sindaco di Pozzuoli (NA), Vincenzo Figliolia, all’indomani dell’incendio che ha messo a rischio un pezzo immensamente importante del patrimonio culturale italiano: “Ora si faccia in fretta, si eliminino i pericoli e si metta in sicurezza l’intera area colpita dal terribile incendio, con la rimozione di tutte le gradinate di legno, che era già prevista e che più volte è stata oggetto di discussioni. Chiedo al direttore del Parco archeologico dei Campi Flegrei, Fabio Pagano, che ha la competenza sull’Anfiteatro Flavio e gli altri siti archeologici del territorio, di mettere in campo con determinazione tutte le azioni necessarie per permettere ai turisti di ammirare nella sua pienezza la terza arena più grande del mondo romano”. L’anfiteatro Flavio di Pozzuoli è, infatti, la terza arena per dimensioni del mondo romano, dopo quella di Roma e Santa Maria Capua Vetere.

Verranno fatti accertamenti sulle origini del rogo

“Siamo estremamente preoccupati – spiega Francesco Emilio Borrelli, consigliere regionale di Europa Verde, la cui sede è a poca distanza dal sito archeologico -. Ci auguriamo che i danni siano limitati. In ogni caso chiederemo di sapere come sia stato possibile l’evolversi di questo incendio e di capire se tutte le norme di sicurezza erano attive”.

Borrelli incendio anfiteatro Flavio pozzuoli
Francesco Emilio Borrelli, consigliere di Europa verde
News

SPECIALE LEOPARDI | “La ginestra” nell’era del Covid-19

Πάντα ῥεῖ in greco antico significa “tutto scorre”, tutto si muove e nulla resta fermo. Parliamo di un concetto che ha le radici nel pensiero del filosofo greco Eraclito, ma è sempre attuale. Mai ferma nella sua epoca e più attuale che mai è la lirica di Giacomo Leopardi La ginestra.

Vai sognando la libertà, e allo stesso tempo vuoi rendere di nuovo schiavo il pensiero, grazie al quale soltanto noi uomini ci risollevammo in parte dalla barbarie medievale e progrediamo nella civiltà, che è l’unica a guidare verso il miglioramento il destino dei popoli. Perciò ti fu sgradita la verità del crudele destino e dell’infima posizione che la natura ci ha assegnato (vv. 72-80).

ginestra
Manoscritto de La ginestra 
Contrastare la natura “matrigna”

Giugno 2021. Il mondo intero è piegato in due a causa di una pandemia. Si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel, ma la gente è al limite delle sue forze e ancora tremante verso un futuro incerto. Ci si continua a porre domande a cui è difficile dar una risposta certa, tutto si specchia nell’instabilità. Ci si chiede quale sia l’origine del virus che continua a mietere numerose vittime; non si comprende se di origine naturale o se frutto di un esperimento in laboratorio o di un complotto. C’è chi si chiede se si arriverà mai realmente a una fine, se ci sarà mai un ritorno alla “normalità”. Con gli occhi di chi ha visto andar via vite legate alla propria, si pretendono risposte.

ginestra
Il bacio tra due infermieri in un reparto Covid e il messaggio di speranza: «L’importante è che restiamo uniti» (Fonte: Il Mattino.it)

Io certo non ritengo un essere nobile colui che, nato per morire, cresciuto in mezzo al dolore, afferma: «io sono stato creato per essere felice», e riempie i suoi scritti di orgoglio rivoltante, promettendo su questa Terra destini sublimi e forme ignote di felicità, che l’universo intero ignora, non solo questo globo a popoli che un maremoto, un soffio d’aria corrotta (portatrice di epidemie) o un crollo nel sottosuolo (causa di terremoto) distrugge al punto che appena appena resta il loro ricordo (vv. 98-110).

La ginestra è una lirica scritta nel 1836 a Torre del Greco, dove  Giacomo Leopardi si era rifugiato per sfuggire all’epidemia di colera che imperversava a Napoli. Lo spunto iniziale della poesia è dato dalla viva impressione suscitata in Leopardi dalla fioritura della ginestra sulle pendici del Vesuvio, fiore che nasce in luoghi impervi e che, tuttavia, è bello e profumato.

Il ginestreto del Vesuvio – foto: Parco Nazionale del Vesuvio

Questo splendido fiore rappresenta per Leopardi la fatica dell’uomo nel superare le sofferenze, ma, nonostante ciò, vede speranza. Gli uomini per contrastare la natura “matrigna” devono unirsi e accettare il corso degli eventi, prendendo coscienza della propria fragilità; nonché realizzare l’infima consistenza di quel granel di sabbia che è la terra in confronto all’immensità dell’universo. La lirica di Leopardi è un richiamo allo sguardo lucido sulla realtà, a un atteggiamento che pone nella coscienza razionale la vera grandezza e dignità dell’uomo.

La ginestra ha significati simbolici: la pietà, la speranza e la solidarietà tra gli uomini, che rappresentano anche la nostra era Covid-19. Noi tutti ci troviamo di fronte allo stesso male, a prescindere dall’origine di questo. Le parole di Leopardi dovrebbero fungere da base morale alla nostra vita di questi ultimi due anni. Dovremmo unire ancora le nostre forze, avere speranza e fiducia per abbattere definitivamente questa natura con sentimenti da matrigna.


Un animo nobile è quello che, nella sofferenza, si mostra grande e forte e che non aggiunge ai suoi mali l’odio e la rabbia tra fratelli, ancora più dolorosi di ogni altro male, accusando gli altri uomini delle sue sofferenze, ma dà la colpa a colei che è davvero colpevole (la natura), che è madre naturale degli uomini, ma, per i suoi sentimenti, matrigna (vv. 118-125).

News

ATTUALITÀ | Napoli riapre con l’arte: in mostra Klimt e Frida Kahlo

Con la riapertura in zona gialla ritornano le iniziative artistiche e culturali della Campania. A Napoli, infatti, sono in programma due mostre d’arte di alto livello: Klimt e Frida Kahlo sotto i riflettori!

Un tuffo nell’oro di Klimt

Oggi, 3 maggio 2021, presso la Casina Pompeiana della Villa Comunale, riparte la mostra Gustav Klimt, arte visuale e immagini. Si tratta di un’esperienza virtuale, un nuovo modo di fruire l’arte che ha sempre più riscontri positivi da parte del pubblico. Non è una mostra con dipinti dal vivo, ma un’esperienza immersiva ad altissima definizione tra gli ori più famosi della storia dell’arte. Il bacio, Giuditta I, Adele Bloch-Bauer, L’Albero della Vita, Danae, Le Tre Età della Donna sono solo alcuni dei titoli in cui il visitatore può immergersi per godere appieno della luminosità e della sensualità delle opere dell’artista austriaco.

klimt
Danae di Gustav Klimt (1907-8)

Una delle caratteristiche principali della mostra virtuale è l’impiego di uno strumento di ultima generazione: l’Oculus Quest, un visore VR. Il dispositivo permette di utilizzare le mani per dare comandi e garantisce, dunque, una full-immersion nella realtà virtuale dell’artista.

È possibile prenotare la visita a questo numero. Per l’acquisto dei biglietti invece si può procedere tramite questo o questo link.

klimt

Un’inedita Frida Kahlo

Sempre quest’oggi, 3 maggio 2021, oltre alla mostra di Klimt, viene inaugurata, sempre a Napoli, una mostra dedicata alla pittrice messicana. In programma fino al 29 agosto 2021, Ojos que no ven, corazón que no siente («occhio non vede, cuore non duole») è una mostra prodotta da Next Exhibition e curata da Alejandra Lopez. Si tratta di un’esposizione in parte inedita al Palazzo delle Arti di Napoli (PAN) di una selezione di fotografie e lettere che rimandano a momenti, noti e inediti, della vita di Frida Kahlo. La mostra ha lo scopo di raccontare della forza e della capacità di reagire agli eventi negativi che Frida ha mostrato di fronte alla sofferenza fisica.

Il visitatore può addentrarsi nel mondo dell’artista attraverso lettere, fotografie e ricostruzioni degli ambienti domestici in cui ha vissuto. A completare l’esposizione c’è una sala immersiva multimediale, realizzata con il sistema Remix 4.0. brevettato da E-Zone per un viaggio emozionale nel mondo di un’artista che ha lasciato il segno, dipingendo «l’espressione onesta» di sé stessa.

Frida all’età di 4 anni, 1911 – Museo Casa Estudio «Diego Rivera y Frida Kahlo» (Messico)