NEWS | Il MUV presenta “Morire nell’antichità”, in diretta Facebook l’inaugurazione il 12 dicembre
Dal 12 dicembre 2020 al 13 giugno 2021, il MUV (Museo della civiltà Villanoviana) di Castenaso (Bologna), ospiterà la mostra “Morire nell’antichità. Archeologia della morte e rituali funerari nell’età dei metalli”.
L’inaugurazione dell’evento, il prossimo 12 dicembre, avverrà in maniera virtuale, sulla pagina Facebook del museo, e sarà accessibile a tutti. Sarà una visita guidata dalla curatrice della mostra, Paola Poli, introdotta dalla direttrice del MUV Rita Mondini, attraverso le pratiche funerarie che ruotavano intorno al mondo dei morti.
Una mostra sui rituali funerari di diverse civiltà
Sperando che possa riprendere presto in forma fisica, il percorso dei visitatori del MUV inizierà davanti a un’evocativa porta d’accesso, che indica il passaggio dal mondo dei vivi all’Aldilà. Una volta attraversata la porta che separa i due mondi, inizierà un viaggio nel tempo che racconterà dell’importanza delle cerimonie funebri nel corso dei millenni, a partire dall’Eneolitico (III millennio a. C.) passando per l’età del Bronzo e del Ferro, alle monumentali tombe Etrusche, fino all’epoca tardo-romana (VI secolo d. C.).
La “Tomba del morto” (510 a.C.)
Accanto ai reperti archeologici provenienti da contesti funerari, saranno presenti anche le riproduzioni delle pitture provenienti dalla “TOMBA DEL MORTO“, una delle principali tombe etrusche di Tarquinia, in cui le pratiche cerimoniali sono state riprodotte graficamente a partire dalle pitture. Tali pitture raffigurano alcune scene della tradizione funeraria etrusca, come la scena di prothèsis con il defunto esposto, sdraiato su un lettino al centro della scena, e altri personaggi con un braccio alzato in gesto di commiato.
Per spiegare, poi, i riti di incinerazione e inumazione saranno presenti esempi provenienti dalle necropoli di diverse epoche storiche. Urne cinerarie rappresenteranno la civiltà Villanoviana, mentre una tomba alla “cappuccina” mostrerà una delle forme più comuni di inumazione praticate dai Romani. Non mancheranno esempi di sepoltura in fossa semplice dell’Eneolitico. Provenienti da diversi contesti, saranno esposti anche i ricchi corredi funerari, oggetti della vita quotidiana, utensili in metallo e gioielli preziosi che hanno accompagnato i proprietari nella loro ultima dimora
Lo stesso MUV sorge in un’area che fu un tempo destinata a uso sepolcrale. A metà dell’Ottocento, il conte archeologo Giovanni Gozzadini scoprì in questo punto, a Villanova di Castenaso, una necropoli della prima età del ferro, nella fase più antica della civiltà Etrusca, sviluppatasi agli inizi del I millennio a. C. Fu proprio Gozzadini a dare il nome di “Villanoviana” a questa cultura, dal nome del luogo su cui si trovava il suo podere, destinato successivamente ad accogliere il MUV.
L’importanza dei riti funebri e il fascino che suscitano in noi oggi
Non sarà solo una mostra sui morti o sui tesori ritrovati nelle loro tombe. Sarà un viaggio per comprendere la tradizione che riguardava soprattutto i vivi, gli incaricati delle cerimonie, alle cui cure il defunto era totalmente affidato. Si potrà comprendere il concetto di morte, i diversi modi di affrontare la scomparsa di un membro della comunità e la paura del mondo delle ombre, la speranza di vita nell’Aldilà e l’importanza del momento cruciale in cui si passa dall’uno all’altro mondo, attraverso formule precise che non ammettono errori, e infine, il viaggio dei morti e il viaggio dei vivi. Il viaggio dei visitatori moderni, che attraverso i reperti in mostra potranno attraversare entrambi i mondi, cercherà una connessione con le culture passate, elaborando le proprie riflessioni sul tema della morte e sui diversi modi di accoglierla e affrontarla, per poi tornare infine nel presente.