Il Museo Egizio di Torino informa sulla Tavola Rotonda legata agli atti del Convegno del 2018.
In occasione dell’uscita degli Atti del Convegno Statues Also Die. Destruction and Preservation in Ancient and Modern Times(2018), il Museo Egizio invita a seguire online la tavola rotonda“Perché preservare il passato?”.
Ormai da diverso tempo si tende a pensare che la società abbia l’obbligo morale di conservare i reperti antichi per la posterità, opponendosi, quindi, alla distruzione dettata dallo scorrere del tempo. Ma che ruolo assume l’istituzione museale – luogo di conservazione per eccellenza, destinata a farsi testimone dell’arte o delle culture dei secoli passati – in questo processo?
I musei concorrono, dunque, alla morte delle opere che fanno parte delle loro collezioni, cristallizzando il naturale processo di trasformazione e distruzione degli oggetti? O sono, forse, l’ultimo baluardo perché esse possano sfuggire alla fine di un’esistenza messa in pericolo da una miriade di fattori quali l’oblio, mancanza di risorse, conflitti, disastri ambientali o più semplicemente incuria?
La Tavola Rotonda online
In occasione della pubblicazione degli atti del convegno Statues also die, realizzato nell’ambito della mostra temporanea Anche le statue muoiono, ci sarà dunque un ricco panel di relatori discuterà di questi temi dal punto di vista museale, archeologico, storico e scientifico. Interverranno:
Arianna Arisi Rota (Università degli Studi di Pavia); Irene Calderoni (Fondazione Sandretto Re Rebaudengo); Elena Calandra (Istituto Centrale per l’Archeologia); Paolo Del Vesco (Museo Egizio); Christian Greco (Museo Egizio); Salvatore Settis (Scuola Normale Superiore di Pisa); Caterina Ciccopiedi (Università degli Studi di Torino); Carlo Lippolis (Università degli Studi di Torino); Simonetta Graziani (Università di Napoli “L’Orientale”); Rita Lucarelli (University of California, Berkeley); Hourig Sourouzian (direttrice de “The Colossi of Memnon and Amenhotep III Temple Conservation Project”/DAI);
La Tavola Rotonda si svolgerà in italiano e sarà introdotta da Christian Greco, direttore del Museo Egizio. L’evento verrà trasmesso in diretta streaming sul canale YouTube del Museo Egizio, giovedì 13 maggio alle ore 18.15.
Cerimonia senza precedenti quella del 3 aprile 2021 al Cairo, che ha visto sfilare 22 carri recanti altrettanti grandi re e regine dell’Antico Egitto. La Pharaoh’s Golden Parade è stato un evento unico e molto sentito.
Da giugno 2020 si rimandava l’evento a causa della situazione pandemica, spostando, di conseguenza, anche l’inaugurazione del nuovo Museo Nazionale della Civiltà Egiziana di al-Fustat. Un ritardo, però, che ha contribuito alla perfetta riuscita dell’evento, con un’eccezionale cura dei dettagli. All’introduzione, con la presentazione dei re e delle regine protagonisti della parata, ha fatto seguito l’illustrazione delle sale espositive del nuovo museo, destinate ad accogliere i sovrani, al Presidente d’Egitto Abdel Fattah el-Sisi da parte di Khaled el-Enany, ministro del Turismo e delle Antichità.
“Una grande rappresentanza di tutte le autorità statali si è unita per presentare questo evento di fronte al mondo – dichiara il Ministero del Turismo e delle Antichità egiziano – nella più completa immagine civilizzata che si addice allo status dell’Egitto, alla grandezza degli antenati e all’antica civiltà egizia.”
La Pharaoh’s Golden Parade
La parata inizia ufficialmente dopo tutte le presentazioni e i discorsi ufficiali, quando è già buio. Un gruppo di bambini raggiungono piazza Tahrir, in cui vi sono il grande obelisco di Ramesse II e quattro sfingi da Karnak, che si illuminano di luci e colori, segnando l’inizio del viaggio.
Un corteo in processione con lanterne, tamburi e costumi antico-egiziani precede i carri da parata in viaggio verso la nuova sede permanente dei sovrani. Difatti, Il tragitto da piazza Tahrir ad al-Fustat nella Cairo vecchia è relativamente breve, circa venti minuti.
Durante il tragitto, però, lo spettacolo non si è limitato alla parata. Infatti, una straordinaria orchestra, affiancata da grandi voci, ha accompagnato il viaggio faraonico, sulle note di un mondo esotico. Al contempo, questa cerimonia dal sapore antico ha preso vita grazie a un eccezionale corpo di ballo, ai costumi e alle location davvero uniche. Infine, protagonista anche il fiume Nilo sulle cui acque si è svolto uno spettacolo musicale.
Inoltre, danze e giochi di luci sono stati eseguiti ai piedi delle piramidi della piana di Giza e al tempio funerario di Hatshepsut presso Deir el-Bahari. Una visione per lo spettatore immersiva, un viaggio indietro nel tempo nella gloria faraonica millenaria, che persiste inesorabilmente.
Arte e cultura per omaggiare la civiltà egizia
“Oggi l’Egitto – dice il Ministero delle Antichità – ha presentato una celebrazione culturale e artistica che evidenzia il suo interesse e l’orgoglio per i suoi antichi monumenti e la sua storia. L’obiettivo principale di questo evento era quello di mostrare il nostro rispetto per i nostri antenati, che hanno scritto la storia dell’umanità, per confermare il prestigio degli antichi egizi e il nostro rispetto per le mummie, che sono considerate le figure egiziane più famose nel corso dei secoli.”
Ed è proprio questo il clima che si percepisce assistendo alla cerimonia, seppur dietro a uno schermo: regalità, rispetto, orgoglio e reverenza nei confronti di chi, ancora dopo millenni, viene ricordato per aver reso grande l’Egitto. Una parata svoltasi in continuità con quello che era il pensiero egiziano antico, incentrato sul concetto di eternità.
Martedì 16marzo 2021, alle ore 18, il Museo Egizio presenta la conferenza egittologica online I modellini di sarcofago del Museo Egizio. Usanze funerarie tra Medio e Nuovo Regno, tenuta dal curatore Paolo Marini.
All’inizio Medio Regno (1980-1700 a.C.) si attestano i primi ushabti, spesso disposti all’interno di modellini di sarcofago, riproducenti nel dettaglio quelli realmente utilizzati per accogliere e proteggere le spoglie del defunto. L’utilizzo dei modellini di sarcofago, protrattosi almeno fino all’Epoca Tarda (722-332 a.C.), non si deve alla necessità di proteggere o conservare le statuette funerarie, ma è strettamente connesso al ginepraio di credenze funerarie che orbita intorno agli ushabti.
Il Museo Egizio conserva un importante corpus, quasi completamente inedito, di modellini di sarcofago, attualmente in studio da parte del dipartimento “Collezione e Ricerca”. In questa conferenza saranno presentati i primi risultati del loro studio. Inoltre, saranno illustrati i rapporti tra questa singolare tipologia di oggetti e il restante corredo funerario.
La conferenza, tenuta dal Dott. Marini, sarà introdotta dal Dott. Enrico Ferraris, curatore del Museo Egizio. L’evento verrà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebook e sul canale YouTube del Museo.
Continua il vasto programma di conferenze online del Museo Egizio di Torino. Nonostante la riapertura al pubblico, il Museo dà a tutti, vicini e lontani, la possibilità di seguire online le conferenze. Giovedì 4 febbraio, ore 18, sarà la volta della conferenza egittologica dal titolo Il tempo nell’arte egizia, a cura di Federico Poole.
Il tema del tempo è fondamentale per la comprensione dell’arte dell’antico Egitto, un tema che evidenzia notevoli differenze tra l’arte egizia e l’arte occidentale sviluppatasi partendo dall’arte greca. In quest’ultima, infatti, la dimensione tempo è fortemente influenzata dal punto di vista dell’osservatore, congelando il movimento nell’istante in cui avviene, come in una fotografia (basti pensare ad opere quali il Discobolo di Mirone con il suo attimo sospeso). L’arte faraonica, d’altro canto, pur riproducendo la realtà in movimento, sembra ignorare o, almeno, leggere diversamente la dimensione del tempo. Ed è questo uno dei motivi per cui l’osservatore, spesso, la percepisce come statica.
La conferenza si concentrerà su questo ed altri aspetti della dimensione del tempo come chiave interpretativa dell’arte dell’antico Egitto – come si legge nella presentazione del Museo Egizio.
Le conferenze del Museo Egizio di Torino
L’evento in questione verrà trasmesso in diretta streaming sulla pagina Facebooke sul canale Youtube del Museo Egizio.
La conferenza, in italiano, verrà introdotta da Alessia Fassone, curatrice del Museo. Sarà tenuta da Federico Poole, curatore al Museo Egizio dal 2013. Federico Poole si occupa dell’editoria scientifica del museo e dirige la Rivista del Museo Egizio. Per il museo ha curato la mostra temporanea Il Nilo a Pompei (2016). Inoltre ha collaborato all’allestimento della collezione egiziana del Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Nei pressi del villaggio di Deir-el-Medina, il “villaggio degli operai”, durante una delle missioni di scavo, Ernesto Schiaparelli riportò alla luce, nel 1906, una piccola sepoltura, caratterizzata da una ricca decorazione e dalla presenza di un importante corredo con 467 oggetti; è la Tomba di Kha, responsabile dei lavori delle sepolture reali nella XVIII Dinastia, e di sua moglie Merit.
Il corredo della sepoltura è oggi un pezzo di spicco della collezione del Museo Egizio di Torino, giunto al museo, sotto la direzione di Schiaparelli. L’importanza della sepoltura dell’architetto Kha e di sua moglie Merit risiede nella presenza dell’intero corredo funerario intatto. Oltre sulle mummie dei proprietari, sono stati condotti diversi studi su molti dei reperti rinvenuti nella tomba.
È possibile approfondire l’argomento seguendo il Direttore del Museo Egizio, Christian Greco, in alcune delle sue Passeggiate del Direttore (qui i link alla prima parte e alla seconda parte).
Nuovi studi
Negli ultimi tempi sono iniziate nuove indagini su un singolo oggetto rinvenuto nella tomba: si tratta di un vasetto in alabastro alto poco più di 20 cm. Alcune analisi precedenti, non invasive o distruttive, avevano portato gli studiosi a ritenere che il contenuto fosse di natura organica – un mix di grassi e cere. Di recente, un nuovo studio è stato svolto dalla Dottoressa Giulia Festa in collaborazione con M. L. Saladino, V. Mollica Nardo, F. Armetta, V. Renda, G. Nasillo, R. Pitonzo, A. Spinella, M. Borla, E. Ferraris, V. Turina, e R.C. Ponterio. Il lavoro prende il titolo di Identifying the Unknown Content of an Ancient Egyptian Sealed Alabaster Vase from Kha and Merit’s Tomb Using Multiple Techniques and Multicomponent Sample Analysis in an Interdisciplinary Applied Chemistry Course.
L’analisi diretta del contenuto è avvenuta sul lino che ricopriva il tappo del vaso, su cui sono presenti alcune tracce di un materiale liquido, ormai solidificato. Per l’indagine, il team di studiosi si è avvalso dell’uso di diverse tecniche diagnostiche: fluorescenza di raggi X, microscopia elettronica a trasmissione, spettroscopia di raggi X, gascromatografia-spettrometria di massa e spettroscopia di risonanza magnetica nucleare. In base ai risultati delle analisi, il team ha ipotizzato che il materiale contenuto nel vaso potrebbe essere un grasso di origine vegetale, nel dettaglio un olio. Tuttavia, è solo un’ipotesi, considerato l’elevato grado di invecchiamento e l’esigua quantità di campione analizzabile.
Un progetto particolare
In questo studio è stato eccezionale l’approccio archeometrico applicato all’indagine e il gruppo di ricerca; infatti, l’archeometria prevede l’applicazione di diverse tecniche d’analisi, appartenenti spesso a campi differenti. Pertanto, alcuni studenti universitari del corso di Chimica Applicata ai Beni Culturali dell’Università di Palermo hanno avuto la possibilità di essere introdotti alle metodologie che normalmente sono messe in atto dai ricercatori, durante lo studio di un campione di pregio e interesse archeologico.
Ritornano gli appuntamenti musicali all’Egizio, questa volta in una reinterpretazione dell’esotico fascino dell’Egitto. L’arte, la moda, la letteratura e la musica hanno subìto una forte influenza da parte di quel processo di riscoperta dell’Egitto che si è verificato nel XIX secolo. Basti pensare all’immensa Aida di Giuseppe Verdi, basata su un soggetto originale dell’archeologo francese Auguste Mariette.
In una ideale passeggiata nelle sale del Museo Egizio, ogni sabato alle 19:00, vi proponiamo alcune composizioni ispirate all’immaginario egizio, ora esotico e suadente, ora magico e misterioso, si legge sulla pagina dell’organizzazione dell’evento.
Il programma
Ogni sabato alle ore 19:00, a partire dal 12 dicembre 2020, sarà possibile assistere allo spettacolo sui canali social del Museo, Facebook e Youtube, in diretta dalle sale del museo.
Sabato 12 dicembre, ore 19:00 Jules Massenet (1842-1912) Meditation per violino ed archi, tratta dall’opera Thaïs
Sabato 19 dicembre 2020 Camille Saint-Saëns (1835-1921) Mon cœur s’ouvre à ta voix arrangiamento violino ed archi, tratta da Sansone e Dalila
Sabato 26 dicembre 2020 Niccolò Paganini (1782-1840) Introduzione e Variazione op.24 per violino ed archi, tratto da Mosè in Egitto di G. Rossini
Sabato 2 gennaio 2021 Hector Berlioz (1803-1869) da L’enfance du Christ op.25, La fuite an Égypte, arrangiamento per archi
Sabato 9 gennaio 2021 Claude Debussy (1862-1918) Arabesque, arrangiamento per archi
Ad eseguire i brani saranno gli artisti Edoardo de Angelis (violino), Giuseppe Santoro (viola) e Manuel Zigante (violoncello).
Continua il ciclo di conferenze organizzate dal Museo Egizio di Torino per la stagione 2020/2021, con un programma di alto profilo incentrato sui temi di ricerca e di indagine egittologica, museale e archivistica.
Martedì 24 novembre alle ore 18 sarà trasmessa in streaming sui canali social del museo la conferenza dal titolo “Cause, conseguenze e memoria della pandemia che colpì l’Egitto e il regno ittita nel XIV secolo a.C.”.
Un tema dunque incredibilmente attuale, trattato dal professor Stefano de Martino (Università di Torino, Dipartimento di studi storici) e dal direttore del Museo Egizio Christian Greco.
Una pandemia lunga 20 anni
Durante gli ultimi anni di regno del Faraone Amenhotep IV, la regione corrispondente all’attuale Libano, sotto il dominio egiziano, subì due incursioni militari da parte del re ittita Šuppiluliuma I. Secondo le fonti ittite, i soldati dell’esercito di Šuppluliuma I furono contagiati dalle truppe egiziane e contrassero una grave malattia epidemica.
Anche le lettere di Tell el-Amarna testimoniano la diffusione di un’epidemia nell’area levantina durante il regno di Amenhotep IV. La pandemia, diffusasi in tutto il regno ittita, sembra essere durata circa un ventennio.
Analizzando le fonti ittite disponibili e in particolare le preghiere innalzate alle divinità dal re Muršili II per scongiurare la fine della pandemia, il relatore, in dialogo con il direttore del Museo Egizio, cercherà di comprendere che malattia fosse stata, quali fossero stati i provvedimenti presi dal re ittita e quali ricadute a livello politico ed economico questa grave pandemia avesse avuto (Museo Egizio).
Il Museo ha come obiettivo quello di porre la ricerca al primo posto. A questo proposito intende, dunque, diffondere e divulgare le varie attività di ricerca e di studio, anche tramite conferenze in streaming. L’evento è organizzato in collaborazione con ACME, associazione degli Amici Collaboratori del Museo Egizio.
Sarà possibile seguire la diretta sulla pagina Facebookdel Museo e sul canale Youtube.
La mostra Archeologia Invisibile del Museo Egizio di Torino viene prorogata fino al 7 giugno 2020. Inoltre, per raggiungere il maggior numero di fruitori, è disponibile un tour virtuale completo online.
Il Museo Egizio
Il Museo Egizio di Torino, il più grande al mondo dopo quello del Cairo, è da qualche anno all’avanguardia nello studio e nella ricerca legata anche all’utilizzo delle nuove tecnologie. Per questo, è stato deciso di rendere l’archeometria (l’insieme delle tecniche adottate per studiare i materiali, i metodi di produzione e la storia conservativa dei reperti) protagonista di una spettacolare mostra temporanea. Lo scopo dell’allestimento è proprio quello di rendere noto al grande pubblico i metodi e le tecniche che permettono di ricostruire la storia di un reperto archeologico, grazie all’aiuto di scienze come la chimica, la fisica e la radiologia.
La mostra
Seguendo il percorso della mostra ci si addentra tra le sale allestite con fotografie, filmati e postazioni interattive. Lo spettatore scopre le applicazioni della fotogrammetria, degli studi chimici sui pigmenti antichi, delle analisi multispettrali e, sui papiri, delle ricostruzioni 3D, fino allo sbendaggio virtuale delle mummie di Kha e Merit.
Insieme alla proroga, però, giunge anche una sorpresa: il virtual tour completo della mostra disponibile sul sito del Museo. Grazie ad alcuni studenti del corso di laurea in ingegneria del cinema e dei mezzi di comunicazione del Politecnico di Torino e allo studio creativo Robin Studio si potranno visitare virtualmente tutte le installazioni e accedere anche ai filmati e ai singoli reperti
L’importanza della mostra di Torino, però, non risiede solo nella portata dei dati ricavabili dall’utilizzo dell’archeometria, ma rappresenta anche un esempio virtuoso di studio multidisciplinare. In questo caso, infatti, studiosi di diverse discipline collaborano per raggiungere insieme un obiettivo di ricerca, aggiungendo ognuno il proprio tassello al grande puzzle del passato.
Il museo Egizio di Torino, il secondo al mondo per importanza e numero di reperti, compirà 200 anni nel 2024. Ed è proprio guardando a questa importante ricorrenza che lunedì 7 ottobre sono cominciati i lavori di riallestimento di alcune sale introduttive al percorso espositivo.
La parte storica del polo museale era stata già oggetto di una revisione terminata nel 2015, ma il costante ripensamento e rinnovamento del museo è parte dell’attività di studio e ricerca posta a fondamento del Museo stesso.
Non solo scienza, dunque, ma anche storia della scienza. Il progetto, infatti, sviluppato con la curatela scientifica di Beppe Moiso e Tommaso Montonati, è incentrato sulla storia degli studi egittologici in Italia e a Torino in particolare, tentando di rispondere alla domanda: perchè un museo egizio a Torino?
“Il riallestimento delle sale storiche rientra a pieno nelle linee guida del progetto scientifico del Museo: crediamo che la musealizzazione passi dalla ricerca e, quindi, dal rinnovamento degli spazi che ospitano la collezione permanente –dichiara Christian Greco, direttore del Museo Egizio – “Nei cinque anni trascorsi dall’inaugurazione del nuovo allestimento, in particolare, dalle ricerche condotte sugli archivi storico e fotografico sono emersi nuovi elementi, che rendono necessario un adeguamento del percorso museale e dei contenuti. Con questo intervento intendiamo dunque affermare il Museo come uno spazio in continua evoluzione, non solo sotto il profilo della ricerca, ma capace di fare di quest’ultima un motore di trasformazione e di rinnovamento dei suoi spazi”.
E’ stato il dott. Christian Greco, Direttore del Museo Egizio di Torino, l’ospite d’onore alla Cerimonia di Inaugurazione dell’Anno Accademico 2018/19, che si è svolta nei giorni scorsi presso il Museo Regionale di Messina. La Cerimonia è stata aperta dai saluti istituzionali del Presidente della Regione Siciliana, On. Nello Musumeci, della Direttrice del Museo Regionale di Messina, dott.ssa Caterina di Giacomo e del Presidente della CRUI e Rettore dell’Università di Napoli Federico II, prof. Gaetano Manfredi.
Sono intervenuti il Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea, il neo Direttore Generale dell’Ateneo, avv. Francesco Bonanno, il dott. Umberto Trimboli, in rappresentanza del personale tecnico amministrativo e Lavinia Parisi, in rappresentanza degli studenti.
“Ringrazio il Rettore anche per avere avviato un dialogo improntato al principio del rispetto tra le nostre Istituzioni – ha detto il Presidente Musumeci. Malgrado il momento sia drammatico per la nostra Regione, abbiamo il dovere di guardare avanti con fiducia. Gli Atenei siciliani non sono soltanto un luogo di formazione e di ricerca ma una risorsa di energie, alle quali la politica deve sapersi accostare e attingere. Abbiamo il dovere di guardare alle esigenze degli studenti, infatti, una delle mie prime iniziative ha riguardato un disegno di legge sul diritto allo studio. Stiamo lavorando per aumentare i contributi e le borse di studio agli studenti, abbiamo definito le procedure per assicurare 110 tirocini a giovani laureati siciliani, particolarmente meritevoli, che lavoreranno per 18 mesi negli uffici della Regione. Abbiamo stanziato maggiori risorse per borse Erasmus in entrata e in uscita ed in particolare per l’Università di Messina stiamo definendo un processo organizzativo per nuove residenze universitarie ed aumentare i posti letto per studenti”.
“Un evento così importante, come l’inaugurazione dell’Anno Accademico dell’Ateneo peloritano- ha dichiarato la dott.ssa di Giacomo – non si è mai svolto in queste sale da esposizione ed abbiamo raccolto con gioia questa novità. La potenza espositiva del Museo Regionale di Messina rende perfettamente l’idea di come, nel tempo, la città sia stata lo snodo di molte civiltà del Mediterraneo, ha, infatti, ospitato artisti come il Caravaggio, Montorsoli, e Antonello. Nell’ottica della sinergia con l’Università cittadina, mi auguro che possa aumentare sempre più l’attenzione nei confronti dei giovani, loro sono il futuro ed è giusto dare tutti gli strumenti per realizzare i loro bisogni ed i loro sogni e aspettative”.
“Tanti indicatori, non solo in Sicilia ma in tutto il Paese -ha aggiunto il prof. Manfredi – vedono le Università arrancare rispetto a quelle straniere, ma i nostri ricercatori continuano ad avere un ruolo di rilievo così come i nostri laureati che si affermano con grande competenza in Italia e all’estero, ma a ciò non corrisponde l’impegno dello Stato. Il livello degli investimenti in Italia è estremamente basso, la metà di quello che si investe in Francia e un terzo di quello che si investe in Germania. Abbiamo bisogno di una riflessione profonda che investa tutte le forze sia politiche che culturali e sociali per dare risposte ai nostri studenti e alle loro famiglie”.
“Il fatto che per la prima volta – ha commentato il Rettore – la Cerimonia di apertura dell’Anno Accademico dell’Università degli studi di Messina si svolga in un contesto come quello del Museo Regionale di Messina, e per questo mi sia consentito di ringraziare il Presidente della Regione Siciliana, On. Nello Musumeci, l’Assessore alla Cultura dott. Sebastano Tusa e la direttrice dott.ssa Caterina Di Giacomo, per la loro gentile e preziosa disponibilità, costituisce per me motivo di grande orgoglio per almeno due ragioni. Intanto, il Museo è il luogo della memoria e dell’identità collettiva della nostra città e, dunque, la storia del nostro Ateneo non può leggersi fuori dal suo territorio. Altrettanto importante e fondamentale risulta il rapporto, con il sistema sociale, economico, culturale e produttivo, che l’Università di Messina vuole rilanciare e incentivare, incrementando le diverse iniziative di collaborazione tra le Istituzioni, a vantaggio del bene pubblico e della collettività”.
Nel corso del suo intervento il prof. Cuzzocrea ha illustrato i traguardi raggiunti dall’Ateneo peloritano nel settore della ricerca, dell’internazionalizzazione, della didattica e dei servizi agli studenti, sottolineando le difficoltà in cui si muovono le Università italiane in questi anni. “Anni difficili – ha detto -entro cui di certo l’Università non ha ricevuto tutte quelle attenzioni sotto forma di investimenti e potenziamento complessivo dei sistemi di reclutamento e ricerca che pure sarebbero stati auspicabili in una misura ben più consistente di quanto non sia realmente accaduto”.
“Resto convinto – ha concluso il Rettore- che il nostro compito sia quello di rendere l’Università certamente il luogo della formazione e della ricerca d’eccellenza, ma anche il centro propulsore del confronto civile e democratico, il luogo dove i suoi tanti bravi docenti e ricercatori che vi operano e gli altrettanti numerosi studenti che la frequentano possano trovare le condizioni migliori per dare il loro contributo alla realizzazione di una società più giusta e inclusiva. E del resto, in un mondo che ormai è globale e che deve tener conto delle aspettative, delle speranze e dei bisogni delle tante diversità che lo compongono, quale può essere il ruolo delle Università, se non quello di formare le sue giovani generazioni ai valori della tolleranza, della laicità, della democrazia e della riflessione critica. E’ con questo auspicio che chiudo il mio intervento rivolgendomi soprattutto ai nostri studenti invitandoli a sognare di più, ricordando loro che “un vincitore è un sognatore che non si è mai arreso”.
“Già in questi primi giorni dal mio insediamento, ho avviato un’intensa collaborazione con il Rettore ed ho incontrato le diverse compagini universitarie – ha detto il Direttore Generale – mi sarà sicuramente utile per interpretare al meglio e, dunque, mettere a fuoco le aspettative che sono state espresse in ordine all’organizzazione tecnico-amministrativa del nostro Ateneo. Ma mentre rinnoviamo il ringraziamento per l’impegno di tutti coloro che ci hanno portato al momento di oggi, non possiamo non considerare che, nella competizione con le migliori Università, nessuno degli atenei italiani riesce, a ben vedere, a performare con la media del sistema. Dobbiamo quindi aspirare ad essere una organizzazione più lieve e leggera, più rapida, visibile e trasparente. Ancora,aggiungo che un Ateneo come il nostro deve cogliere, quale valore imprescindibile, quello del pluralismo. Se siamo consapevoli che il cambiamento è una caratteristica naturale e necessaria di ogni essere vivente, azzardo, addirittura, l’idea di una amministrazione resiliente: capace di far fronte agli eventi, di riorganizzarsi positivamente dinanzi alle difficoltà, di ricostruirsi con mentalità aperta, restando sensibile alle opportunità senza, tuttavia alienare la propria identità”.
“In uno scenario, gravido di incognite per il futuro delle Università italiane- ha sottolineato il dott. Umberto Trimboli – il personale tecnico amministrativo ha espresso, sempre e comunque, in tutti gli atenei un grande impegno. Se si guarda proprio al nostro, i lavoratori non docenti hanno affrontato con determinazione, senso di responsabilità e competenza le difficoltà emerse in questi ultimi anni, permettendo all’Università di Messina di raggiungere, in collaborazione con le altre componenti, gli alti livelli di performance e di eccellenza riconosciuti. Con il Rettore Cuzzocrea, inoltre, si è ulteriormente intensificato il dialogo tra amministrazione, lavoratori ed organizzazioni sindacali, dove ciascuno ha come punto di riferimento gli studenti, posti al centro del processo formativo dell’Università”.
“Vi sono ancora punti critici – ha commentato Lavinia Parisi- come la necessità di maggiore sicurezza, il miglioramento del servizio di trasporti in sinergia con gli Enti cittadini e la creazione di più punti di aggregazione per rendere l’Università sempre più a misura di studente, ma siamo contenti che pian piano si inizi a intravedere quello che è il nostro ideale di “Università orizzontale, un luogo in cui gli studenti possano interagire con tutte le altre figure, da quella del docente a quella del Rettore, in un clima di arricchimento reciproco, di comunicazione e di attivo scambio fra membri della stessa comunità”.
Il dott. Greco, che ha tenuto la Prolusione sul tema “Dialogo fra Egittologia e Archeometria: dotare di voce gli oggetti antichi”, ha sottolineato che “è necessario riconnettere i musei alla società in cui essi sono inseriti perché il loro patrimonio appartiene al mondo; è necessario tornare a fare ricerca al loro interno perché ciò consente di ricostruire la biografia degli oggetti con le loro cicatrici. Messina, in particolare, più di ogni altre città ha un patrimonio che porta le cicatrici al suo interno, come un DNA. Mettendo al centro la cultura materiale, si trovano poi delle forme di narrazione che fanno avvicinare i giovani e tutti i segmenti della popolazione al patrimonio storico dei musei”.
“Il patrimonio culturale in un periodo di digitalizzazione, in cui si progettano app e gaming, corre il rischio che i teen ager guardino le app e non i quadri reali, è necessario quindi che si trovi un modo intelligente per usare la tecnologia . Chiedo aiuto agli Atenei – ha concluso il Direttore del Museo Egizio- per trovare un nuovo modello di valutazione dei Musei, che non è il numero di visitatori annuale, si deve, infatti, capire che sono un patrimonio ed il luogo dove si conserva la memoria”.
Università degli Studi di Messina Ufficio Stampa
Gestisci Consenso Cookie
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale
Sempre attivo
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici.L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.