Un neon fulminato: il rumore della luce intermittente che al contempo tedia orecchie, occhi e psiche profondendo un penetrante senso di inquietudine e incertezza. Ecco, dovendo pensare a un’immagine che al meglio possa esprimere la condizione della cultura italiana e della vita degli italiani dell’ultimo anno, non può che essere questa.Dal 26 aprile 2021, l’Italia, quasi interamente gialla, prova a ripartire ancora una volta.
Si legge tanta stanchezza sulle pagine dei quotidiani, sui social media, sui volti delle persone; alla sfiducia di carattere prettamente politico degli ultimi mesi, segue quella morale di chi ha creduto e crede ancora, forse vuole credere ancora, se non nella rinascita almeno nell’adattamento. Si formano, cadono e si riformano governi, ma tutto sembra sempre uguale, immutato, proprio come quella che ormai è divenuta la nostra quotidianità; non riusciamo neppure a distinguere il giorno dalla notte o, forse, inariditi nell’animo, esausti, semplicemente non ci facciamo più caso. Sembra ieri che imparavamo a fare la pizza in casa perché, effettivamente, era ieri! Il tempo, in qualità oltre che in quantità, in apparenza si è appiattito sebbene continuiamo a invecchiare e a perdere occasioni, meccanizzati ormai in un circuito. L’essere umano però, per quanto misero nella sua condizione, ha sempre avuto la meglio adattandosi per natura e reagendo per volontà; ebbene, non v’è forse più l’istinto di adattarsi, men che meno di reagire, e questo è il risultato? E se invece l’adattamento e la reazione stessa risiedessero proprio nel non aspettarsi niente, se la calma apparente nonostante la pressione fosse il frutto di un’ormai consolidata consapevolezza, potrebbe mai esistere davvero una rinascita o sarebbe una mera utopia che continuano a propinarci?
In questo momento di comprensibile caos interiore, oltre che confusamente e diffusamente sparso, un valido appiglio è senz’altro la cultura, da sempre bistrattata in clima pandemico sebbene unica arma contro il male di vivere che sta affliggendo tutti e unico mezzo di libera evasione in un mondo che l’emergenza sanitaria ha così minuziosamente circoscritto. Nessuno ha pensato a salvaguardare le menti: in quello che ha tutta l’aria di essere un contesto catastrofico, le priorità risiedevano altrove, come se potessimo davvero fare affidamento su altro, prescindendo dall’intelletto e la cura di noi stessi. In passato si è sopravvissuti senza molti degli specchi per le allodole di questa nostra modernità, ma cosa saremmo stati invece senza cultura, senza poesia, arte, filosofia?
Abbiamo dovuto attendere la zona gialla per avere le porte di quelle strutture che ci rimandano agli antiqui mores nuovamente aperte, pronte a ricordarci cosa significhi in senso stretto essere umani e godere delle cose umane, perderci per poi amorevolmente ritrovarci nella grandezza dei nostri simili senza tempo, e se ora fosse già troppo tardi?La cultura e la regolare accessibilità ad essa costituisce un’esigenza inderogabile per la società alla stregua, se non addirittura maggiormente, di altre attività per le quali chi di dovere si è speso ben di più al fine di renderle fruibili in sicurezza nonostante le sfumature di colore. La vittima sacrificale poiché ritenuta sacrificabile in un sistema societario che, evidentemente, considera non prioritario l’accrescimento del sapere e non in stretta correlazione il benessere e la conoscenza. Oggi dovremmo essere felici pensando di poterci aggirare nuovamente per quei luoghi di ristoro della nostra anima antica, eppure è così difficile non riflettere con amarezza su quanto sia stata insensata la decisione di tenerli chiusi tutto questo tempo senza contemplare un piano di inclusione e adattamento in sicurezza per gli stessi.
Dal 26 aprile 2021 in zona gialla riaprono i musei, altrove arrangiatevi.
Di Irene Calicchio
In copertina: il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (RM) riaperto il 26 aprile 2021, in piena primavera!
Al via a “MAD-Mostra a Distanza” il progetto ideato dal Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia tutto a misura dei giovani. Obiettivo degli ideatori, dare la possibilità di visitare il museo anche se chiuso e incentivare l’interesse verso studenti delle scuole primarie e secondarie di I grado. Totalmente gratuito infatti, l’accesso telematico per i giovani studenti alla mostra “Vasi Mitici”, arricchita da un percorso digitale innovativo per immergersi nelle storie dei protagonisti dei miti e delle leggende raffigurati sulla ceramica dipinta.
Le aree Tematiche di “MAD-Mostra a Distanza” del Museo Nazionale Jatta
Il percorso, che avrà inizio il 12 Aprile 2021, è diviso in quattro aree tematiche: – Sfidare gli dei Raccontare gli dei greci significa indagare il modo di pensare degli uomini del passato. Il rapporto fra l’uomo e il dio greco è regolato dalla tensione e dal costante timore umano di incorrere in punizioni divine: per un essere mortale, sfidare gli dei e gareggiare con loro può rivelarsi una scelta pericolosa. Attraverso il mito, l’uomo impara a conoscere i suoi limiti, traendo un insegnamento sulle sue fragilità.
– Diventare eroe Senza eroi non esisterebbe la mitologia classica. Gli eroi sono personalità̀ straordinarie, a metà tra l’essere umano e l’essere divino, la cui vita è un percorso scandito da passaggi necessari a raggiungere lo status di eroe. Protagonisti di prove difficilissime, si scontrano spesso con avversari temibili dimostrando tutta la forza del loro carattere e del loro coraggio per ottenere l’unica vera ricompensa: la gloria eterna. Il racconto delle loro vicende ispira l’uomo al comportamento esemplare.
– Amazzoni e spose Nell’Antica Grecia la vita di una donna si svolgeva prevalentemente tra le mura domestiche: simbolo del focolare, l’obiettivo principale per una donna era il matrimonio, considerato come un vero rito di passaggio per l’acquisizione dello status di moglie e di madre. È per questo che sui vasi con raffigurazioni femminili vengono rappresentati i momenti del corteggiamento, del primo incontro con lo sposo e del rito nuziale. Ma non mancano episodi di donne fuori dagli schemi come le Amazzoni o di donne tragiche come Antigone e Medea: donne coraggiose, immortali protagoniste del mito e della tragedia.
– Euforia e follia Dioniso è il dio del vino e del teatro, tra i più affascinanti e complessi del pantheon greco. Ha donato la vite e il vino all’uomo, bevanda esaltante che dona allegria e trasporta in un mondo parallelo: durante il simposio gli uomini hanno la possibilità di prendersi una pausa dalla vita quotidiana. Ma l’uomo non deve mai dimenticare di porre un freno all’euforia facendo buon uso del vino, per evitare di perdere il controllo sulla propria razionalità e trasformarsi in un essere bestiale.
Alla conclusione di ogni percorso gli studenti potranno interagire con le guide virtuali e prendere parte a laboratori creativi. Per permettere alle classi di partecipare è necessario inviare un’email a drm-pug.museoruvo@beniculturali.it. L’iniziativa è valida fino al 30/06/21.
Intervista alla Direttrice del Museo Nazionale Jatta Claudia Lucchese e alla Dottoressa Serena Fortunato
Sul progetto “MAD-Mostra a Distanza” ce ne parlano la dottoressa Claudia Lucchese, direttrice del Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia, e la dottoressa Serena Fortunato, founder dell’agenzia di comunicazione Moscabianca, che segue le attività di comunicazione online e offline del Museo Nazionale Jatta.
In questo difficile periodo per la scuola e la cultura i ragazzi potrannofinalmente accedere virtualmente al vostro museo grazie a questa iniziativa, come è nato questo progetto?
Con la nostra agenzia di comunicazione -dichiara Serena Fortunato– siamo partiti dall’esigenza di voler proporre un’idea innovativa di fruizione del patrimonio museale. In questi mesi difficili è stato necessario rivoluzionare la nostra quotidianità: con gli spazi culturali svuotati fisicamente dei loro visitatori abbiamo riflettuto a lungo su quali modalità utilizzare per far sì che la cultura continuasse a vivere e a svolgere il suo ruolo fondamentale per la società. Era necessario trasformare la distanza in un’opportunità e il mondo digitale ci ha insegnato che un’alternativa esiste ed è possibile. Abbiamo così ripensato in ottica di strategia digitale la fruizione di una mostra, aprendola in prima istanza alla popolazione scolastica: bambini e ragazzi che, per il secondo anno consecutivo, non potranno vivere l’esperienza della gita didattica, attraverso la MAD – Mostra a Distanza avranno la possibilità di trascorrere una giornata al museo e visitare una mostra realmente allestita. Un’occasione unica per arricchire il proprio bagaglio personale di conoscenze ed un’opportunità per il mondo scolastico per rafforzare l’esperienza della didattica a distanza.
Tramite il percorso della MAD i ragazzi entreranno in contatto con il passato, qual è il messaggio più importante che si vuole veicolare attraverso le varie lezioni? E come credete che queste influiranno sull’educazione dei giovani che vi prenderanno parte?
Il passato fa parte del nostro presente -commenta Claudia Lucchese– è importante che bambini e ragazzi tocchino con mano quanto esperienze, sensazioni e sentimenti esistano da sempre e siano immortali. In questo il mito si presta benissimo a dimostrare quanto universali siano i nostri timori e le nostre speranze. La mostra “Vasi Mitici”, organizzata dalla Direzione Regionale Musei Puglia (afferente al Ministero della Cultura), comprende alcuni fra i più importanti vasi a figure rosse della collezione del Museo Nazionale Jatta di Ruvo di Puglia. È un percorso che si snoda fra archeologia, storia dell’arte e raffigurazioni mitologiche, toccando diverse sfere del mito e della leggenda.
Tra gli argomenti proposti è presente anche quello della figura della donna nel mondo antico. Volete veicolare un messaggio preciso agli studenti e alle studentesse che seguiranno “mostra a distanza”, rispetto alla figura femminile e in particolar modo in relazione al mondo del lavoro?
CL: Trattare della figura della donna nel mondo antico è complesso e apre a molte sfaccettature. Nella MAD abbiamo deciso di affrontare alcune possibili chiavi di lettura, presentando alle scolaresche vari personaggi femminili, a partire dalle Amazzoni, emblematiche figure di donne guerrieri capaci di vivere e proteggersi anche in un mondo senza uomini (e tuttavia destinate comunque a soccombere per mano di eroi maschi), fino alle ben più “libere” e volitive dee. Sono proprio le figure di divinità femminili ad incarnare le maggiori possibilità per le donne. Contrariamente a quanto si crede, infatti, le dee non puntavano solo sulla bellezza, sebbene questa fosse un requisito irrinunciabile. Atena trionfa per saggezza e intelligenza, Artemide è abile nella caccia, insomma non esiste solo la bella Afrodite, dea dell’amore!
In che modo si articoleranno le lezioni della mostra a distanza?
CL: Il progetto della MAD costituisce per il Museo Nazionale Jatta e per la Direzione Regionale Musei Puglia, alla quale il Museo afferisce, una sfida entusiasmante. Ripartire dai più piccoli, non trascurarli e anzi metterli al centro di progetti e iniziative: è questo un imperativo categorico a seguito di tutte le restrizioni a cui questo difficile anno di pandemia ci ha costretto. E così nasce una proposta, libera gratuita e semplice. La classe interessata prenota la sua visita virtuale, la docente riceve le istruzioni di accesso e nel giorno stabilito gli scolari assistono ad un video di circa 40 minuti con la visita della mostra e tanti approfondimenti, al termine del quale entrano in una videochat con l’esperto a cui rivolgere tutte le domande e le curiosità, che ci auguriamo siano sempre tante e vivaci! Da ultimo, ai ragazzi sarà richiesto di inviarci uno speciale “feedback” di quanto vissuto e appreso durante la mostra: un disegno, un pensiero, una testimonianza dell’insolita “gita”.
Cosa vi aspettate al termine del progetto e con una possibile riapertura dei musei?
SF: Siamo consapevoli che la fruizione online di una mostra non sia lontanamente equiparabile alla visita in presenza. Nel mondo digitale cambiano gli spazi, le sensazioni e le emozioni. Tuttavia, anche a questi possiamo dare un valore. La MAD, attraverso un percorso di visita ricco e completo consentirà al Museo Nazionale Jatta di potenziare alcuni aspetti della fruizione classica di una mostra e può fungere da stimolo alla curiosità e al desiderio di conoscenza. Ci auguriamo, ovviamente, che molti dei ragazzi che visiteranno a distanza “Vasi Mitici”, torneranno a visitarla di persona non appena sarà possibile per osservare da vicino quei vasi e quelle storie di cui avranno sentito parlare durante la visita della MAD. Con la Mostra a Distanza stiamo dando vita ad un esperimento di comunicazione in cui il Museo Nazionale Jatta ha creduto fortemente e che ci aiuta a mantenere viva la cultura. Un esperimento che allarga gli orizzonti dell’inclusività e che ci auguriamo potrà crescere e affiancare a livello strategico il futuro della fruizione museale.
Il Governo francese ha annunciato la restituzione di un’opera di Gustav Klimt, sottratta dai nazisti, agli eredi della sua legittima proprietaria. Il quadro Cespugli di rose sotto gli alberiè esposto al Musée d’Orsay. Fu dipinto nel 1905 dall’artista austriaco e sottratto, dunque, dai nazisti nel 1938. La proprietaria dell’opera, Nora Stiasny, è una delle tante vittime dell’Olocausto. Il quadro verrà quindi restituito agli eredi della Stiasny.
il Ministro della Cultura, Roselyne Bachelot-Narquin, ha quindi dichiarato: “La decisione di restituire un’opera importante delle collezioni pubbliche mostra il nostro impegno verso la giustizia e la riparazione nei confronti delle famiglie depredate”.
L’emergenza da coronavirus, si sa, ha causato grosse ripercussioni nel mondo della cultura. Non sono solo teatri e cinema a pagare il caro prezzo dell’assenza di pubblico, ma anche i musei.
Infatti in seguito a chiusure, crollo dei flussi turistici e diffusione, legittima, della paura, i musei hanno registrato un crollo delle presenze. Un dato evidente che è emerso nell’ultimo anno, ma che forse ha radici più profonde. A chiederselo è una studentessa, Concetta Barbera, con questa riflessione che riceviamo e pubblichiamo.
Il pensiero di Concetta Barbera
“L’ultima indagine Istat del 2018 indica che l’Italia vanta 4.908 tra musei, aree archeologiche, monumenti e ecomusei aperti al pubblico; aperti al pubblico. Questo mi ha resa profondamente triste.
Possibile che nessuno si sia reso conto che di questi musei in Italia ad oggi pochissimi sono stati riaperti? Possibile che nessuno ci pensi? quando si parla di musei, si pensa quasi che questi interessino soltanto ai turisti o agli “studiosi del campo” perché? Il non avere turisti che circolano nelle città impedisce a noi comuni cittadini e appassionati di andare al museo? Perché non è importante aprirlo, perché non interessa.
Al supermercato si va, al centro commerciale si, i negozi si inaugurano e facciamo la piega dal parrucchiere… Avete mai visto una fila davanti ad un museo? Certo, agli Uffizi o ai Musei Vaticani, ma negli altri forse no. Al museo non faremmo la fila e soprattutto non toccherebbe niente nessuno, quindi la possibilità di contagiarsi sarebbe bassa rispetto che in altri luoghi, però non si può, è rischioso dicono.
È da un anno che sappiamo quali regole utilizzare per evitare di contagiarci, certo molti non le mettono in pratica, ma credo che con tutta la voglia che abbiamo di visitare questi luoghi, ognuno di noi rispetterebbe ogni regola.
Sono molto triste perché i miei nipoti mi hanno chiesto di visitare alcuni luoghi della nostra città e ho dovuto dire di no perché questi luoghi sono chiusi e chissà quando riapriranno. Immagino quanto possa essere triste un Museo vuoto, senza nessun visitatore, senza sorrisi o lacrime, è stata tolta a tutti noi la possibilità di vivere queste emozioni, ma tutto il resto possiamo farlo.
Conosco bene la gioia che si prova ad essere di fronte la storia, perché quella come la vedi se non così, senza i Musei stiamo facendo una parte di storia cancellando tutto il resto.
Chissà se questa indagine Istat fosse di oggi cosa troveremmo scritto, forse se toccasse a me scriverla sarebbe più o meno così “L’Italia vanta 4.908 tra musei, aree archeologiche, monumenti e ecomusei dovrebbero essere aperti al pubblico, ma sono vuoti, da un anno.”
Sabato 20 marzo ci sarà una prima visione aperta a tutti gli interessati. Come durante il Congresso del 2019, la CIA ha previsto una prima riunione collettiva, seguita dai tavoli tematici, per cui si richiede la prenotazione per facilitarne l’organizzazione. I tavoli, della durata di 2 ore, avranno un referente che ne curerà la gestione e si svolgeranno su Zoom, a cui poter accedere direttamente dalla videochiamata generale.
Programma
Per permettere a più persone possibili di partecipare a più tavoli, sono stati organizzati durante tutta la giornata: 3 di mattina, 2 nel primo pomeriggio e 2 nel tardo pomeriggio.
Per partecipare e prenotarsi ai tavoli è necessario scrivere a segreteria@archeologi-italiani.it indicando il tavolo a cui si è interessati. Verrà così fornito il link e la password per accedere.
La Fondazione Torino Musei fa i conti con il Coronavirus. A subire maggiormente la paralisi del Turismo e, di conseguenza, del flusso di visitatori è Palazzo Madama; i suoi ingressi sono precipitati del 71% dai circa 310mila del 2019 ai 90mila del 2020, portando i ricavi a meno del 43%. Non va meglio al Museo di Arte Orientale (MAO), che vede scendere gli ingressi dai 119mila ai 37mila (-68%) e parallelamente i ricavi, passati da 199mila euro a 75mila euro (-62%). Si sono ridotti anche i biglietti della Galleria d’Arte Moderna (GAM), passati da 185mila a 66mila (-64%), i ricavi sono diminuiti del 40% da 253mila euro a 150mila euro.
Sono perdite che costringono la Fondazione ad attingere copiosamente dalla Cassa, che ora viaggia intorno ai 12 milioni di euro, anche se, va detto, una mano arriva dai ristori governativi relativi al primo lockdown: sono arrivati, ammontano a circa 750mila euro, ed è già stata richiesta una seconda tranche per il periodo successivo. Dall’altro lato, però, i Musei Civici dovranno confrontarsi con un taglio dei contributi regionali che si aggira intorno al 10%, considerato inevitabile vista la situazione generale.
Intanto, il nuovo nome del direttore per Palazzo Madama non esiste. L’obiettivo è arrivare a una shortlist di tre nomi da proporre al Consiglio di Amministrazione. I candidati dovranno poi sostenere un colloquio e fra loro sarà individuato il successore di Guido Curto. Un altro cambio al vertice riguarderà la Galleria d’Arte Moderna, il direttore sta per terminare il suo incarico e, anche in questo caso, la Fondazione Torino Musei ha deciso di procedere con un bando. Stessa sorte – probabilmente – per il direttore del Museo d’Arte Orientale.
Un’iniziativa rivolta ai più giovani, quella dei Musei Civici di Arte Antica di Bologna che portano il magico mondo di Hogwarts al museo!
I musei propongono, per bambini e famiglie, un ciclo di incontri dedicato ai sette libri della scrittrice J. K. Rowling con protagonista il maghetto più famoso del mondo. Alcuni brani saranno lo spunto per esplorare alcune opere della collezione. Visto il successo del primo evento del 30 gennaio con Harry Potter e la pietra filosofale, prima di passare ai libri successivi, i musei replicano l’evento. Sono già in esaurimento i posti prenotabili per i laboratori online, gratuiti, per cui è richiesta prenotazione con invio del modulocompilato a questo indirizzo e-mail. La prenotazione, obbligatoria, va inviata entro il venerdì che precede ogni evento e sono già previste ulteriori repliche per gli eventi esauriti.
Sabato 6 febbraio – ore 15:00 e replica ore 16:30 Replica di Harry Potter e la pietra filosofale al Museo Civico Medievale Il tema del primo incontro riguarda gli unicorni. Sono veramente esistiti e che poteri avevano? E perché il Museo Civico Medievale sembra conservarne un corno?
Sabato 13 febbraio – ore 15:00 e ore 16:30; repliche giorno 20 febbraio Harry Potter e la camera dei segreti al Museo Davia Bargellini Il secondo incontro va alla scoperta delle quattro case di Hogwarts, dei fondatori e della simbologia degli stemmi coniugando la ricerca di animali, figure mitologiche e simboli che le antiche casate bolognesi utilizzavano nei loro stemmi per realizzarne uno del tutto originale. Il laboratorio si concluderà con la creazione di uno stemma personalizzato.
Sabato 27 febbraio – ore 15:00 (posti ancora disponibili, quindi non ancora previste repliche) Harry Potter e il prigioniero di Azkaban alle Collezioni Comunali d’Arte La fuga della Signora Grassa, terrorizzata da Sirius Black, funge da pretesto per esplorare e conoscere i tanti dipinti delle Collezioni Comunali. Il laboratorio si concluderà con la realizzazione di un nuovo dipinto a difesa della casa dei Grifondoro.
Sabato 13 marzo – ore 15:00 (posti ancora disponibili, quindi non ancora previste repliche) Harry Potter e il calice di Fuoco al Museo Civico Medievale Il torneo tre maghi può essere definito una competizione sportiva? E il Quidditch, lo sport preferito dei maghi, a quali sport si ispira? Le armi e le armature dell’armeria del Museo Medievale aiuteranno i partecipanti a scoprirlo. Il laboratorio si concluderà con la realizzazione di una coppa.
Sabato 27 marzo – ore 15:00 (posti ancora disponibili, quindi non ancora previste repliche) Harry Potter e l’Ordine della Fenice alle Collezioni Comunali d’Arte Arti divinatorie, figure mitologiche e tanto altro saranno le tematiche che verranno raccontate a partire dai brani del quinto libro, per poi confrontarle con numerose opere che ritraggono queste figure già presenti nella letteratura antica occidentale. L’incontro si concluderà con la realizzazione di un kit di scrittura per maghi.
Sabato 10 aprile – ore 15:00 (posti ancora disponibili, quindi non ancora previste repliche) Harry Potter e il Principe Mezzosangue al Museo Davia Bargellini Quale tema se non quello delle pozioni per approcciarsi al sesto libro? Protagonisti saranno gli strumenti e gli ingredienti usati dal professor Lumacorno e dal professor Piton. Il misterioso mondo dell’alchimia a confronto, quindi, con quello delle antiche spezierie bolognesi. L’attività si concluderà nella realizzazione di una spezieria personalizzata.
Sabato 24 aprile – ore 15:00 (posti ancora disponibili, quindi non ancora previste repliche) Harry Potter e i doni della morte al Museo Civico Medievale L’ultimo appuntamento dedicato alla saga vede protagonisti i draghi e le sculture di pietra, elementi fondamentali nell’aiuto dei nostri eroi durante la battaglia per la liberazione del mondo magico da Voldemort. Il laboratorio si concluderà con la realizzazione del Boccino d’oro.
Le sedi espositive dell’Istituzione Bologna Musei riaprono con nuovi orari da martedì 2 febbraio 2021. Sono diverse le novità a disposizione del pubblico e le attività svolte a porte chiuse negli ambiti di conservazione del patrimonio, riallestimenti delle collezioni, interventi di riqualificazione degli spazi espositivi, ricerca, pubblicazioni di studio, iniziative didattico-educative.
A seguito della riclassificazione della Regione Emilia-Romagna in fascia gialla a partire dal 1 febbraio 2021, l’Istituzione Bologna Musei è pronta a ripristinare il servizio di apertura al pubblico nel rispetto delle misure di sicurezza vigenti a partire da martedì 2 febbraio 2021.
In ottemperanza al Decreto del Presidente dei Ministri 14 gennaio 2021, l’apertura è assicurata dal lunedì al venerdì, con esclusione dei giorni di sabato, domenica e festivi. Al fine di assicurare una maggiore fruibilità di mostre temporanee e collezioni nei giorni feriali, il Consiglio di Amministrazione dell’Istituzione Bologna Musei ha approvato un nuovo piano orario di apertura per un totale complessivo di 208 ore alla settimana.
Rimangono confermate tutte le misure di sicurezza già adottate dall’Istituzione tra maggio e ottobre 2020: acquisto on line dei biglietti, ingresso per slot numerici in base alla capienza degli spazi, misurazione della temperatura con termo-scanner, distanziamento interpersonale, obbligo di mascherina, disponibilità di gel igienizzanti. Nel servizio di apertura al pubblico si esplica una delle condizioni fondamentali e intrinseche al concetto stesso di museo, come riconosciuto nella definizione approvata da ICOM – Internation Council of Museums.
Tuttavia l’inedita esperienza di chiusura, cui i musei sono stati costretti a più riprese nel corso dell’ultimo anno a causa della pandemia, non li ha resi luoghi fermi e inerti. Oltre a mantenere attivo il dialogo con il pubblico attraverso le numerose attività proposte nella sfera digitale, le istituzioni museali sono rimaste sempre attive e dinamiche, ripartendo innanzitutto da quella che è loro principale vocazione: prendersi cura delle collezioni.
I musei pubblici della città lombarda hanno vinto il Bando per la Cultura di Fondazione Cariplo da 200mila euro. Il premio sarà destinato al finanziamento di un’app che vede come protagonista Geronimo Stilton. Siamo il primo museo a offrire ai visitatori un viaggio nel tempo in realtà aumentata, ha commentato Stefano Karadjov, direttore della Fondazione Brescia Musei.
Geronimo Stilton arriva a Brescia
Geronimo Stilton, personaggio creato da Elisabetta Dami, è il topo giornalista famoso nella narrativa per bambini. La serie di libri di Geronimo Stilton, pubblicata in Italia da Edizioni PIEMME, è diventata un fenomeno globale: 170 milioni di libri venduti in tutto il mondo e 3 serie animate coprodotte con Rai Fiction e distribuite in oltre 130 paesi. Geronimo sarà protagonista di un’applicazione in realtà aumentata, ideata per cercare di avvicinare i più giovani al patrimonio della Fondazione Brescia Musei. Un progetto ambizioso e innovativo che si è guadagnato la vittoria del bando della Fondazione Cariplo, ottenendo un cofinanziamento da 200mila euro.
Geronimo Stilton
Stefano Karadjov, in un’intervista ad Artribune, ha dichiarato che la vittoria è stata una grande soddisfazione, un ulteriore coronamento dei rapporti tra cultura alta museale e industria culturale. Inoltre, – aggiunge – siamo il primo museo a offrire ai visitatori un viaggio nel tempo in realtà aumentata, introdotto e narrato da Geronimo Stilton, il nostro ambasciatore ideale, che con 170 milioni di copie vendute nel mondo ci porta anche a una ribalta internazionale.
Per permettere un’adeguata ripartenza dei musei saranno realizzati anche nuovi percorsi fisici.
Fondazione Musei di Brescia, peraltro, non ha vinto solo il bando della Fondazione Cariplo: Strategia Fotografia 2020, promosso dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea del Mibact, ha permesso che la Fondazione Musei avesse un contributo di 26mila euro destinato al restauro della gigantografia fotografica della facciata della Chiesa dei Miracoli, opera di Giacomo Rossetti, fatta di numerose stampe all’albumina giustapposte, premiata all’Esposizione Industriale di Vienna del 1873 e acquistata dal Comune di Brescia nel 1903.
L’app-game, che comprende una visita in realtà aumentata, è realizzata dalla PMI Way Srl per le diverse istituzioni che fanno parte del consorzio di Brescia Musei – il Museo di Santa Giulia, il Parco archeologico, la Pinacoteca Tosio Martinengo e i musei del Castello. Inoltre, potrà essere utilizzata sulle Lim multimediali in classe ed è prevista la versione inglese per i turisti stranieri. I contenuti saranno curati dai servizi educativi della Fondazione, in collaborazione con la compagnia Atlantyca Entertainment che gestisce i diritti editoriali di Geronimo Stilton nel mondo.
Il nuovo progetto, disponibile a partire dall’estate 2021, costituisce un modello innovativo di offerta culturale ludica ed educativa. È previsto, inoltre, il rinnovo del sito internet bresciamusei.com, migliorando fruizione e analisi, per un’offerta al pubblico sempre più immediata e tecnologica.
Tra le iniziative tecnologiche si potranno trovare anche una mixed reality, attraverso gli occhiali Art Glass per una fruizione immersiva del Parco archeologico, e un video in realtà virtuale da fruire con gli oculusche renderà accessibile anche ai visitatori disabili la cripta di San Salvatore e il piano terra di Santa Maria in Solario.
Oggi riapre l’Antiquarium del Parco Archeologico di Pompei, grazie al duro lavoro svolto durante il periodo di chiusura. Una rivoluzione interna, che riprende l’idea organizzativa del passato: la concezione museale, infatti, è quella pensata da Amedeo Maiuri nel 1926, che nel 1967 affermava:
Eppure Pompei ha oggi, più che mai, bisogno del suo Antiquarium. L’estensione degli scavi, la preziosità e la singolarità di alcune scoperte, il dovere, ineluttabile dovere, di difendere dagli agenti atmosferici e dalle insidie, se non dal malvolere degli uomini, tutto ciò che non si può custodire all’aperto. L’utilità infine di presentare raggruppati e classificati i materiali che non si trovano nelle case.
L’Antiquarium diventa una vera e propria esperienza introduttiva al Parco Archeologico: vi è esposta la storia di Pompei, dall’età sannitica all’eruzione del 79 d.C., con la presenza di supporti digitali per accompagnare i visitatori alla scoperta dell’antica città e dei punti di maggior interesse.
L’esposizione del museo archeologico comprende reperti provenienti dagli ultimi scavi, come il tesoro di amuleti della Casa con Giardino e i calchi delle vittime dalla Villa di Civita Giuliana.
L’Antiquarium dalla realizzazione ad oggi
La realizzazione, ad opera di Giuseppe Fiorelli, iniziò nel 1873 e si concluse l’anno successivo, negli spazi al di sotto del Tempio di Venere con affaccio sull’ingresso di Porta Marina.
Nella sua prima vita l’Antiquarium ospitava al suo interno l’esposizione di reperti sulla vita quotidiana dell’antica Pompei e alcuni calchi delle vittime dell’eruzione.
Nel 1926 il Sovrintendente alle Antichità di Napoli e del Mezzogiorno, Amedeo Maiuri, curò l’ampliamento della struttura: furono esposte le mappe aggiornate degli scavi pompeiani e i reperti di Via dell’Abbondanza e di Villa Pisanella a Boscoreale, in un percorso-guida dalle origini di Pompei all’eruzione.
L’Antiquarium, vittima di un bombardamento durante la II guerra mondiale, venne chiuso nel 1943; fu riaperto solo nel 1948, dopo il restauro diretto da Maiuri, in occasione delle celebrazioni per il secondo centenario degli scavi di Pompei.
Una seconda chiusura avvenne nel 1980, a causa del terremoto che arrecò gravissimi danni all’intero edificio. Solo di recente, nel 2016, l’Antiquarium ha riaperto al pubblico come centro visitatori, accogliendo mostre come “Gli Arredi della Casa di Giulio Polibio”.
Dal 2021 l’Antiquarium di Pompei torna ad essere un vero e proprio museo archeologico permanente.
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