Monumentsmen

News

PERSONAGGI | Rodolfo Siviero, lo 007 italiano al servizio delle opere d’arte

Le novità della rubrica
Da ottobre la rubrica “Personaggi” sarà dedicata, ogni mese, a un tema diverso.
Iniziamo con uno degli argomenti più affascinanti per chi si interessa di archeologia e storia dell’arte, ossia i personaggi che si sono dedicati, a vario titolo, alla difesa e alla salvaguardia del patrimonio storico-artistico italiano e internazionale.
Ci sembra doveroso iniziare da una figura poliedrica e interessante come quella di Rodolfo Siviero, storico dell’arte e agente segreto.

Rodolfo Siviero
Rodolfo Siviero nasce a Guardistallo, in provincia di Pisa, il 24 Dicembre 1911. Nel 1924 la famiglia si trasferisce a Firenze al seguito del padre Giovanni, maresciallo dei carabinieri. Qui il giovane compie la sua formazione, tra studi umanistici e vanterie per l’appartenenza alla gioventù fascista. Sappiamo, infatti, che già nel 1929 Siviero era iscritto al partito Fascista. Dai diari apprendiamo anche la sua passione per le donne e il suo successo con loro, oltre che l’ambizione di farsi strada nell’ambiente letterario di Firenze (nel 1936 pubblicherà una raccolta di poesie intitolata “La selva oscura”).

Rodolfo Siviero: Lo 007 dell'Arte italiano
Il giovane Rodolfo a cavallo

Dal Fascismo alla Resistenza
Dal 1935 al 1938 le notizie su Siviero si fanno scarse e contraddittorie: è probabile che proprio in quegli anni, grazie alle numerose amicizie coltivate con politici e diplomatici fascisti (tra cui ci sarebbe stato addirittura Ciano), abbia iniziato a collaborare con i servizi segreti. Sicuramente nel 1937 è in Germania, con la copertura di una borsa di studio in storia dell’arte.
L’anno successivo rientra in Italia, dove pare inizi ad abbandonare le simpatie totalitarie: il passaggio di Rodolfo Siviero da fervente fascista a membro della resistenza (dopo il 1943 collaborerà attivamente con il comando militare alleato) è uno dei punti maggiormente controversi della sua vita.
Sicuramente un ruolo determinante fu giocato dall’ingente trafugamento di opere d’arte che i nazisti compirono in Italia ben prima dell’8 settembre 1943, con la compiacenza del governo di Mussolini.
Dal 1943 in poi la vita lavorativa di Rodolfo Siviero fu quasi totalmente dedicata alla ricerca e al rimpatrio dei capolavori italiani portati via dai Tedeschi. A lui dobbiamo il recupero di opere famosissime come L’Annunciazione di Beato Angelico, la Danae di Tiziano e il Discobolo Lancellotti, ma anche, assieme a Palma Bucarelli, il salvataggio di numerose tele della Galleria d’Arte Moderna di Roma (di cui Bucarelli era all’epoca direttrice), trasportate rocambolescamente in auto nei rifugi antiaerei del Vaticano.

Rodolfo Siviero, 007 dell'arte, e i recuperi dei capolavori rubati
Rodolfo Siviero con la Danae di Tiziano

Il dopoguerra
Tra il 1946 e il 1953 Siviero, in qualità di capo dell’Ufficio Interministeriale per il recupero delle opere d’arte, svolge un’intensa attività diplomatica, trattando prima con il comando alleato in Germania e poi con la Repubblica Federale Tedesca, per favorire il rientro in patria delle opere trafugate e anche di quelle acquistate dai gerarchi nazisti ma illegalmente esportate.
Nel frattempo Siviero dà la caccia ai capolavori di cui si era persa ogni traccia nei concitati anni del conflitto mondiale e alle opere che in vario modo continuavano a essere rubate ed esportate illegalmente dal nostro paese: nasce la leggenda dello 007 italiano dell’arte.
Complici i suoi metodi non sempre ortodossi, l’efficiente rete di informatori che fu in grado di creare in tutta Europa e la grande disinvoltura con cui era solito muoversi nei meandri della diplomazia europea. Nel privato pare che Siviero fosse un uomo estremamente raffinato: amante dell’arte, della bella vita e delle donne, tutte caratteristiche che lo resero molto popolare nell’ambiente culturale degli anni ’50 e ’60.

Gli ultimi anni
L’opera di recupero dei capolavori trafugati (in Italia il commercio illegale di opere d’arte continua a essere fiorente ancora oggi) porterà Siviero a denunciare, nei suoi scritti, la disattenzione del Governo italiano per il proprio patrimonio culturale e a chiedere ininterrottamente che le istituzioni si occupino con solerzia non solo della conservazione ma anche della tutela e della salvaguardia.
Siviero continua il suo lavoro fino alla morte, avvenuta il 26 ottobre del 1983. In mancanza di eredi, lascia la sua casa fiorentina e la sua collezione privata alla Regione Toscana, con la disposizione, esaudita nel 1998, di trasformarla in museo aperto al pubblico.

 

EMINENT FIGURES | Rodolfo Siviero, the Italian 007 at the service of works of art

The news of the column

From October, the ” Eminent Figures” column will be dedicated, every month, to a different theme.
Let’s start with one of the most fascinating topics for those interested in archaeology and art history, namely the characters who have dedicated themselves, in various ways, to the defense and safeguarding of the Italian and international historical-artistic heritage. Particularly, we are going to analyze the multifaceted and interesting figure of Rodolfo Siviero, art historian and secret agent.

Rodolfo Siviero

Rodolfo Siviero was born in Guardistallo, in the province of Pisa, on December 24th 1911. In 1924 the family moved to Florence following his father Giovanni, a marshal of the carabinieri. Here the young man completed his training, including humanistic studies and boasting of belonging to the fascist youth. We know, in fact, that already in 1929 Siviero was a member of the Fascist party. From his diaries we also learn his passion for women and his success with them, as well as his ambition to make his way in the literary environment of Florence (in 1936 he will publish a collection of poems entitled “La selva oscura”).

 

 

The young Rodolfo on horseback

From Fascism to the Resistance
From 1935 to 1938 news about Siviero became scarce and contradictory: it is likely that in those years, thanks to the numerous friendships cultivated with fascist politicians and diplomats (including Ciano), he began to collaborate with the secret services. Surely in 1937 he is in Germany, with the coverage of a scholarship in art history.
The following year he returned to Italy, where he apparently began to abandon totalitarian sympathies: the passage of Rodolfo Siviero from a fervent fascist to a member of the resistance (after 1943 he will actively collaborate with the allied military command) is one of the most controversial points of his life .
Certainly a decisive role was played by the massive theft of works of art that the Nazis carried out in Italy well before 8 September 1943, with the complacency of Mussolini’s government.
From 1943 onwards, Rodolfo Siviero’s working life was almost totally dedicated to the search for and repatriation of Italian masterpieces taken away by the Germans. To him we owe the recovery of famous works such as The Annunciation by Beato Angelico, the Danae by Titian and the Discobolus Lancellotti, but also, together with Palma Bucarelli, the rescue of numerous paintings from the Gallery of Modern Art in Rome (of which Bucarelli was the director at the time), transported daringly by car to the Vatican air raid shelters.

 

Rodolfo Siniero with the Danae by Titian

The Post-war period

Between 1946 and 1953 Siviero, as head of the Interministerial Office for the recovery of works of art, carried out an intense diplomatic activity, dealing first with the allied command in Germany and then with the Federal Republic of Germany, to favor the return home of stolen works and also of those purchased by the Nazi hierarchs but illegally exported.
In the meantime Siviero hunts for the masterpieces of which all traces had been lost in the agitated years of the world conflict and for the works that in various ways continued to be stolen and illegally exported from our country: the legend of the Italian 007 of art was born.
His methods not always orthodox , the efficient network of informants he was able to create throughout Europe and the great ease with which he used to move in the maze of European diplomacy are complicit. In private it seems that Siviero was an extremely refined man: a lover of art, the good life and women, all characteristics that made him very popular in the cultural environment of the 50s and 60s.

The last years
The work of recovering the stolen masterpieces (in Italy the illegal trade in works of art continues to flourish even today) will lead Siviero to denounce, in his writings, the inattention of the Italian government for his own cultural heritage and to ask without interruption that the institutions take care not only of conservation but also of protection and safeguarding.
Siviero continued his work until his death on October 26, 1983. In the absence of heirs, he left his Florentine home and his private collection to the Tuscany Region, with the provision, fulfilled in 1998, to transform it into a museum open to the public.

Translated and curated by Veronica Muscitto