Anche quest’anno l’Associazione Guide Turistiche Eolie Messina Taormina parteciperà alla Notte dei Musei, una manifestazione europea che propone l’apertura serale di alcuni luoghi della cultura che, spesso, sono anche chiusi al pubblico. L’Associazione Guide Turistiche Eolie Messina Taormina rappresenta un gruppo di guide turistiche multilingue abilitate della Regione Siciliana.
La Notte dei Musei a Messina
La sera di sabato 14 maggio, le suddette guide saranno disponibili in tre luoghi dalla grande importanza storico-artistica: il MuMe, ossia il Museo Regionale di Messina, dove sarà possibile ammirare le tele del Caravaggio tra cui “La Resurrezione di Lazzaro” e “L’adorazione dei Pastori“, il Museo Archeologico Luigi Bernabò Brea di Lipari e il Castello di Milazzocon la cittadella fortificata visitabile dalle 19:30, dove saranno proposte, ad opera delle guide, le visite studiate per accompagnare il visitatore in un’esperienza culturale immersiva.
In accordo con i Direttori dei musei coinvolti e con il Comune di Milazzo sarà possibile visitare anche il Museo della Tonnara di Milazzo, il Mastio di Milazzo con la meravigliosa sala di Archeoastronomia, e il Museo Etnoantropologico e Naturalistico Domenico Ryolo.
Il biglietto per accedere ai diversi siti, durante l’evento, avrà un costo simbolico di 1 euro. Per prenotare la visita e per avere informazioni aggiuntive è possibile chiamare i numeri dedicati: Messina 3295381130; Milazzo 3473039885; Lipari 3292037436.
Dopo la prima edizione, risalente al 2006 e replicata per i quattro anni successivi, Milazzo (ME) vede il ritorno di un festival cinematografico d’eccezione. Il “Milazzo Film Festival“, dopo 11 anni di silenzio, ritornerà attivo e si svolgerà dal 15 al 18 luglio 2021.
«L’ispirazione per un Film Festival» – dichiara l’organizzazione – «venne in occasione di un cineforum organizzato dall’Associazione L’Altra Milazzo nel 2005 nel salone parrocchiale del Duomo di Milazzo; nacque tutto da un’esigenza semplice: rendere viva la piazza antistante il Duomo stesso». Tra le location selezionate per l’evento, infatti, il posto d’onore spetta alla piazza del Duomo, affiancata da Villa Vaccarino, una residenza Liberty del 1929, e alle suggestioni panoramiche di Capo Milazzo.
I cortometraggi in concorso
Il 15 maggio 2021 si sono chiuse le candidature per l’iscrizione a concorso dei cortometraggi indipendenti. Sono stati ammessi tutti i generi (fiction, documentario, animazione, sperimentazione e videoclip), con una durata massima di 20 minuti. Il regolamento prevedeva, inoltre, la possibilità di candidatura anche per i cortometraggi internazionali. Dei 15 finalisti, infatti, 5 sono internazionali: due dall’India, uno dall’Ucraina, uno dal Regno Unito e uno dall’Iran.
«Il concorso intende offrire spazi espressivi a videomaker indipendenti; gli artisti, partendo da ispirazioni e riflessioni personali, devono saper esplorare nuove visioni sulla contemporaneità», si legge sul sito dell’evento.
Oltre ai cortometraggi in gara, verranno proiettati anche lungometraggi e documentari d’eccezione, come Stromboli 1949, a cura del Museo del Cinema di Stromboli, Stromboli – Terra di Dio (1950) di Roberto Rossellini, La ragazza con la pistola (1968) di Mario Monicelli. E, ancora, presentazioni di libri e omaggi ai grandi protagonisti del cinema in tutte le sue forme, come quello previsto in onore del maestro Ennio Morricone.
Le proiezioni sono previste per i giorni del 15, 16 e 17, mentre la serata del 18 sarà dedicata alle premiazioni.
In programma per il 18 luglio sono previste le premiazione per il miglior cortometraggio (Premio “Scarabeo d’Argento”) e per il miglior cortometraggio realizzato da autori under 35 nati o residenti in Sicilia (Premio “Il Giovinetto”). Oltre al trofeo, i vincitori di queste due categorie riceveranno anche un premio in denaro. Per l’edizione 2021 del Concorso, inoltre, è stato istituito un premio speciale, “Posidonia”, assegnato dal Consorzio Area Marina Protetta Capo Milazzo, Partner Istituzionale del Festival, al cortometraggio che meglio di tutti promuoverà la tutela dell’ambiente marino e terrestre.
Le premiazioni per i migliori cortometraggi, inoltre, avranno una Giuria Tecnica d’eccezione, composta da personalità di spicco del mondo della cultura, del cinema e del giornalismo:
Lo storico eoliano Pino La Greca ha scoperto una lettera finora inedita che Garibaldi inviò ai cittadini di Lipari nel 1860. Nino Saltalamacchia, Presidente del Centro Studi eoliano (che quest’anno compie 40 anni dalla fondazione), rende nota questa stupefacente notizia.
La lettera inedita di Garibaldi
La lettera, come riporta il testo, è stata inviata il 23 luglio di 160 anni fa, dal comando generale di Milazzo dell’Esercito nazionale in Sicilia. Garibaldi ringrazia i cittadini di Lipari “per la generosa risoluzione: “Proclamate il governo italiano di Vittorio Emanuele ed eleggetevi un governatore alla maggioranza dei voti, al quale io conferisco temporaneamente poteri illimitati. Mantenetevi in corrispondenza col Prodittatore in Palermo per via di Milazzo, e con me, mentre soggiornerò in quest’isola. Vostro Giuseppe Garibaldi”.
La storia
Nonostante le parole scritte sulla lettera, noi sappiamo che Garibaldi, dopo la vittoria di Milazzo, partì per Messina. Prima di fare ciò, però, aveva dato disposizioni per l’occupazione di Lipari e delle isole dell’arcipelago a un gruppo di eoliani che avevano combattuto a Milazzo. Tale gruppo era guidato dal maggiore Giovanni Canale, che fu nominato governatore dallo stesso Garibaldi, fino all’esito delle nuove elezioni comunali.
Il notaio eoliano Don Rosario Rodriguez trascrisse e conservò la lettera che oggi fa parte dei documenti del fascicolo relativo alle indagini sull’omicidio dell’ex sindaco borbonico Giuseppe Policastro, avvenuto nell’autunno del 1860, che lo stesso Pino La Greca sta studiando.
Riaprono oggi al pubblico due siti nella provincia messinese: l’area archeologica di Halaesa Arconidea, antica città siculo-greca nel territorio del comune di Tusa, e l’Antiquarium di Milazzo, che si trova in un’ala del “Quartiere degli Spagnoli”, realizzato nel XVI secolo a difesa della “cittadella fortificata”, oggi rappresentata dall’altura dominata dal Castello. Il sito archeologico di Alesa, oggi, ci permette di ammirare i resti di due templi nella parte più alta, una possibile struttura termale, la necropoli a nicchie fuori le mura, la Torre Migaido risalente all’epoca della conquista araba e l’antica agorà. Presso il Museo Antiquarium di Alesa Arconidea di Tusa sono esposti reperti dell’area archeologica, tra cui sculture e lapidari. È in fase di allestimento, invece, il Museo Archeologico di Halaesa di Castel di Tusa (fonte: sito web MIBACT). L’Antiquarium propone una lettura complessiva dei dati forniti dalla ricerca archeologica, condotta sul territorio di Milazzo dal secondo dopoguerra a oggi, in un continuum cronologico che va dall’età Neolitica all’età Bizantina (dal V millennio a.C. al VII sec. d.C.).
L’apertura è prevista dal martedì alla domenica, dalle 9 alle 20, con ultimo accesso alle 19. L’ingresso è gratuito, ma per consentire il rispetto delle prescrizioni previste dal contenimento dell’emergenza Covid è necessario effettuare la prenotazione on-line attraverso l’app Youline al sito https://youline.eu/laculturariparte.html
Vi avevo parlato negli scorsi articoli (Clicca qui) di quanto duri siano stati per me i mesi iniziali, almeno fino al mese di luglio. A risollevare il mio morale fu la notizia che due tra le mie più care amiche, Vanessa e Daniela, sarebbero venute qui a Messina a trascorrere qualche giorno di vacanza e una delle due avrebbe soggiornato a casa mia.
Sono state in grado di farmi sentire a casa grazie alla loro presenza, e in quel momento ne avevo enormemente bisogno. Insieme al mio compagno Domenico, ci divertimmo a vestire i panni di Cicerone per condurre Daniela nei posti che a nostro parere doveva assolutamente visitare.
Lei, amante dell’arte e del teatro come me, rimase ammaliata dal Teatro Antico di Taormina. Avemmo la fortuna di trovare l’apertura serale del teatro alle visite, mentre il giorno precedente aveva ospitato uno spettacolo. Il fatto che, solo 24 ore prima, centinaia di persone avevano riempito gli spalti e un artista si fosse esibito lì, caricando l’aria di energia, mi galvanizzava ancora di più.
Devo dire che è uno dei posti del mio cuore e mi emoziono ogni volta che, saliti i gradoni in pietra, arrivo in cima alla platea e mi volto a godermi lo spettacolo dello scenario dietro il palco: le colonne mastodontiche, la città in lontananza, il mare nero che si mischia al nero del cielo e il confine tra i due delimitato solo dalle luci che le barche proiettano davanti a loro: senza di esse sembrerebbe quasi che fluttuino nel vuoto. E poi il regalo più grande: dietro il palco, su in alto, a destra, un rivolo rosso incandescente si stagliava contro la tela nera del cielo, e scendeva lentamente: la lava di un vulcano, l’Etna. Sul retro, in cima alle scale, dando le spalle alla platea, c’è la ringhiera meno illuminata, da cui ammirare il mare e Giardini – Naxos piccola e vestita a festa nelle notti d’estate. E da lì, alzando gli occhi al cielo, una luna piena gigantesca proiettava il suo bagliore candido in una lunga scia bianca che tagliava in due il mare nero. Come si dice a Pescara: “Chi ti pò ringrazia?”
Con Daniela visitammo anche Milazzo, la portammo lungo il sentiero che conduce alle Piscine di Venere, tra fichi d’india, scorci mozzafiato, scogliere e tanto vento, e dall’alto poter ammirare un paesaggio unico. Scesi tutti i gradini, ci ritagliammo uno spazio per noi ed entrammo in acqua. Passammo un pomeriggio fantastico, fatto di risate e bagni nel mare.
Amo viaggiare, condurre amici nei posti che conosco per illustrare loro tutto ciò che posso, guidarli in luoghi meno battuti dal turismo di massa, soprattutto se immersi nella natura. Portare la mia amica a fare questi giri, farle vedere le bellezze di Messina e provincia, ebbe su di me un effetto quasi terapeutico: da un lato mi divertivo e godevo della sua compagnia, perché mi mancava molto una persona amica; dall’altro mi servì per conoscere e apprezzare di più il posto in cui vivo.
L’Archeologia Preventiva è quella branca dell’archeologia che si occupa di tutelare preventivamente qualunque zona ad alto rischio archeologico interessata da scavi di profondità.
In termini spiccioli, un team di archeologi professionisti, selezionato e coadiuvato dalla Soprintendenza responsabile, affianca e coordina qualunque azienda abbia intenzione di operare in profondità in zone in cui è più probabile intercettare tracce del passato. Lo scavo assume, quindi, criteri stratigrafici consoni ad un eventuale lavoro di recupero di materiali che il tempo ha obliato sotto metri di terra.
Ed è esattamente quanto accaduto nella giornata di oggi a Milazzo. Durante lavori di scavo, finalizzati all’inserimento dei nuovi cavi di linea elettrica, che hanno interessato la Via Giorgio Rizzo, gli archeologi impegnati nella sorveglianza del cantiere dell’Enel hanno identificatoquattro tombe alla cappuccina di età greca, a circa 50 centimetri dal livello del manto stradale.
Un rinvenimento che allarga il campo di azione rispetto a quanto identificato nel corso degli ultimi anni di studio e indagine nel territorio di Milazzo. Infatti, altri lembi di necropoli erano stati identificati in vicinanza del sito scoperto quest’oggi. E proprio per questo motivo, la zona era stata classificata dalla Soprintendenza di Messina “ad alto rischio archeologico”, rendendo di fatto possibile la scoperta di oggi.
L’area di scavo è stata rilevata e messa in sicurezza, al fine di salvaguardare queste importanti testimonianze.
La grande volata di Stacchiotti, che stacca Belletti e Pacioni, conclude la prima tappa del Giro di Sicilia. La gara, accolta con tanto entusiasmo, si è conclusa a Milazzo, terzo comune in ordine di grandezza della provincia messinese dopo Messina e Barcellona Pozzo di Gotto.
Fondata dai Greci intorno al 716 a.C. e dal 36 a.C. riconosciuta come civitas Romana, la città è stata al centro della storia anche durante la Prima Guerra Punica (260 a.C.).
I Mamertini di Mylae (nome romano di Milazzo) conquistarono Messana nel 270 a.C., consegnando di fatto la rocca milazzese nelle mani dei siracusani di Gerone II, essendo il contingente militare stanziato nel capoluogo e non impiegabile per la difesa di Milazzo.
I Mamertini, rimasti a Messana, si rivolsero prima ai Cartaginesi, chiedendo un loro intervento per far cessare le attività belliche siracusane. Probabilmente per evitare il predominio cartaginese, successivamente chiesero aiuto ai Romani, con i quali stipularono un accordo che avrebbe visto gli isolani impegnarsi a fianco di Roma, a condizione che Roma a sua volta intervenisse in difesa del territorio mamertino.
Ma la richiesta fu lungamente dibattuta dal Senato Romano, il quale aveva appena stipulato un accordo di pace e collaborazione proprio con i Cartaginesi. Il Senato sapeva bene che, se avesse accettato la proposta dei Mamertini, non avrebbe più potuto evitare il conflitto con i punici, che nel frattempo controllavano quasi tutta l’isola (ad eccezione, appunto, di Milazzo, Messina e Siracusa).
Nel 264 a.C. i Romani accettano l’accordo e sbarcano a Messina, località in cui si consuma il primo di una lunga serie di scontri con Siracusani e Cartaginesi, risolti poi con la vittoria di Roma e la famosa vicenda di Carthago Delenda Est.
Passata sotto il controllo bizantino dopo la caduta dell’Impero Romano d’Occidente, la città subisce le incursioni arabe per poi essere successivamente conquistata, nel 1101, da Ruggero d’Altavilla. Sotto i Normanni si avrà il potenziamento del vecchio centro, con il rifacimento delle vecchie mura e del Castello, noto ancora oggi come uno dei più grandi mai realizzati nella storia!
Nel luglio 1860, con l’arrivo delle camicie rosse, si consumò la grande Battaglia di Milazzo. Il Castello era l’ultima delle fortezze, insieme alla Real Cittadella di Messina, che ancora resisteva alla conquista garibaldina. Ricevuti i rinforzi dai Borbone stanziati presso la città dello Stretto, la battaglia sembrava volgere al termine in favore dei milazzesi quando l’esercito Borbone, condotto dal generale Giacomo Medici, optò per la ritirata strategica a Napoli, lasciando scoperta la fortezza e la Real Cittadella come ultimo baluardo per la difesa della Sicilia.
La prima tappa dell’antico Giro di Sicilia non poteva che concludersi in una località degna del suo prestigio.
Il Parco Museo Jalari prende il nome arabo dalla contrada in cui si sviluppa e si estende su una superficie di 35 ettari. Ideato dalle famiglie Pietrini e Giorgianni, si trova sui Monti Peloritani a pochi chilometri da Barcellona Pozzo di Gotto, ed offre ai visitatori 15.000 reperti collocati in 42 botteghe artigiane che riproducono l’atmosfera dei tempi passati.
Le sculture e le fontane lungo i viali, opere di Mariano Pietrini, sono state realizzate in pietra luccicante, jalari appunto, che dà il nome al Parco. Le opere rappresentano personaggi storici, mitologici e leggendari, in un percorso suggestivo in cui anche le architetture realizzate da Salvatore Pietrini, ci parlano della storia delle dominazioni della Sicilia con le cupole tondeggianti, le colonne greche e le merlature dei castelli normanni.
I Viali, immersi nel verde, posseggono nomi suggestivi come il Viale della Confusione, dei Sogni, l’Amore, del Dolore, della Riflessione e che, con la Chiesetta Arcaica, il Giardino delle Muse, la Terrazza sull’Infinito ed il profumo dei roseti della Piazza degli Aromi e Sapori, costituiscono un’ideale cammino alla riscoperta di se stessi e delle proprie radici. Nel Parco è presente anche uno stupendo bioagriturismo, dove è possibile pernottare e degustare i piatti tipici della cucina siciliana, oltre a un centro congressuale con suggestive location per eventi speciali.
Molte le manifestazioni organizzate al Parco Museo Jalari in cui si svolge il Festival Cinematografico Jalari in Corto. Da non perdere anche la Festa della Vendemmia con musica, danze, degustazioni e pigiatura dell’uva, in programma alla fine di settembre. Infine, va citato anche la manifestazione EspressivaMente, raduno annuale di espressione artistiche che si tiene in agosto. Il tutto per raccontare a chi fosse interessato la bellezza di uno dei più importanti patrimoni della nostra Sicilia e in particolare della nostra Provincia di Messina. Un’esperienza unica, per rivivere la terra che fu, con la speranza di quel che sarà, con l’augurio di una Sicilia che possa nuovamente tornare a essere Caput mundi.
Questa settimana soffermeremo la nostra attenzione su altre due colonie greche che hanno avuto origine zanclea, dopo aver trattato la fondazione della città di Rhegion, attuale Reggio Calabria (clicca qui).
Si tratta di Himera (Termini Imerese) e Mylai (Milazzo), nate entrambe per volontà della città dello Stretto.
Il controllo del traffico del Mediterraneo è appannaggio dunque di Zancle. Per assolvere al meglio a questo compito, fu necessario concentrarsi su quello che veniva definito dai greci come Chersōnesos, ovvero “penisola” (oltre alle già trattate coste calabre). Con questo nome venne indicato un lembo di terra a qualche decina di chilometri di distanza dal centro messinese, successivamente chiamato Mylai dopo la fondazione, avvenuta sempre ad opera di Zancle nel 716-15 a.C.
Himera fu fondata, invece, a metà VII secolo a.C. (649-48) da cittadini di Zancle e una delegazione di esuli espulsi da Siracusa, i Miletidi (che verosimilmente ebbero contatti con il Chersoneso appena citato mutandone il nome in Mylai). Si tratta di una subcolonia greca sul versante tirrenico immersa in un contesto molto particolare. Non è un caso, infatti, che la sua fondazione sia stata voluta esattamente nel cuore di un territorio fortemente influenzato e controllato dai punici per contrapporsi, quindi, alla loro espansione in Sicilia proprio a spese dei territori greci. Il caso più importante è rappresentato da Panormus (Palermo), controllata direttamente dai Cartaginesi e a pochi chilometri di distanza da Himera.
RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI:
Musti, D., Storia Greca. Linee di sviluppo dall’età micenea all’età romana, Laterza, Bari 2006.
La Torre, G.F., Sicilia e Magna Grecia. Archeologia della colonizzazione greca d’Occidente, Laterza, Bari 2011.
Gabba, E. – Vallet, G., La Sicilia antica. Indigeni, Fenici-Punici e Greci, 1980.
Musti, D., Strabone e la Magna Grecia: città e popoli dell’Italia antica, Esedra, 1994.
Vassallo, S., Himera città greca. Guida alla storia e ai monumenti, Regione Siciliana, Palermo 2005.
Paderni, S., I sifoni Barratina e Tre Pietre. Aspetti e problemi tecnico-idraulici dell’acquedotto Cornelio di Termini Imerese in Geologia dell’Ambiente n. 3/2017, Roma 2016.
Grande successo della prima edizione del “Milazzo International Film Festival” ideato e diretto dalla famosa regista Annarita Campo, che ha superato sé stessa dirigendo alla perfezione questa prima edizione della kermesse dedicata alla magia, musica, arte, film, intrattenimento e riflessioni. Ospite d’onore Francesca Rettondini che ha definito Annarita Campo “donna di talento, dalla determinazione e coraggio incredibile”.
La giornata di sabato, è stata caratterizzata dalla presentazione del libro “Quelle impronte sempre nel cuore” di Cinzia Curto, la proiezione del film “Consign to Oblivion”, la presentazione del libro “Riaccendi il cuore” di Giuseppe Sammarco, l’interpretazione dell’attore di cinema e fiction David Montesi, la proiezione di “Ferita di parola” di Riccardo Cannone, la masterclass della regista Annarita Campo, la proiezione del cortometraggio “Il Cioccolatino” prodotto ed interpretato da Francesca Rettondini, la Masterclass di quest’ultima, la presentazione del libro “Totò mio padre” di Liliana De Curtis, la presentazione del videoclip “La fabbrica del talento” di 2 Elementi, il libro “Kennedy un socialista alla casa bianca” di Santi Cautela, il documentario di Rai Cinema dal titolo di “Totò mio padre” e per poi concludere con due spettacoli di musica e magia “Viaggio nel cinema attraverso la musica” con il Duo Imbesi-Zangarà e “Cinema & Magia” con il mago Salvin.
La seconda ed ultima giornata (domenica), ha visto la presentazione in esclusiva del libro “I Viceré ai tempi di Facebook” di Santi Cautela, la proiezione di “Blinking Mirrors” di Paolo Inglese, la presentazione del libro “Mal comune mezzo gaudio- la vita secondo Totò” edito da Rizzoli e la proiezione del videoclip “Soldatini di carta” di Giulia Ventisette.
Spazio infine alle premiazioni di tutti i vincitori delle varie sezioni del Milazzo Iinternational Film Fest e del Belluno Film Festival: Per la sezione lungometraggi i film “Consign to Oblivion” di Silvio Bergamaschi e “Ferita di parola” di Riccardo Cannone (Premio della Giuria), sezione documentari “Un principe chiamato Totò” di Rai Cinema, sezione videoclip “La fabbrica di talento” di 2 Elementi e “Soldatini di carta” di Giulia Ventisette (Premio della Giuria). Premio “Tina Merlin” a “Quelle impronte sempre nel cuore” di Cinzia Curto e “Riaccendi il cuore” di Giuseppe Sammarco (Premio della giuria), premio “Shakespeare” a David Montesi, premio “Giovanni Campo” al libro “Totò mio padre” di Liliana De Curtis, premio “Cuore del Popolo” a “Mal comune mezzo gaudio-la vita secondo Totò”, premio “John Wayne” a Saverio Malara, premio “Giulietta Masina” ad Anna Teresi, “Bette Davis” a Daniela Patroncini. Premio “Greta Garbo” all’attrice Francesca Rettondini.
Assegnato inoltre il “premio alla carriera-post mortem” del Belluno Film Festival al grande ed inimitabile Totò.
I premi “Grotta di Polifemo” del Milazzo International Film Festival sono stati assegnati al “Duo Imbesi-Zangarà” per la musica, Mago Salvin per l’illusionismo, Salvatore Cilona per il teatro, Filippo De Mariano per l’arte & scultura, Piero Genovese per il giornalismo e “Blinking Mirrors” di Paolo Genovese per la sezione “cinema”. Il premio “Baronessa Luigia Sipione” è assegnato per il libro “Kennedy un socialista alla Casa Bianca” di Santi Cautela. Per il MIFF è stato assegnato il “premio alla carriera per la musica” alla cantante di origini spagnole Carmen Villalba. La sezione “Cortometraggi” del MIFF è stata assegnata a “Il Cioccolatino” prodotto ed interpretato da Francesca Rettondini, presentato in esclusiva.
Redazione
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