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NEWS | PAN Parco Amphitheatrum Naturae, a Milano in mostra i primi reperti

In occasione della manifestazione Museocity, che si è tenuta a Milano il 4/5/6 marzo scorso, la Soprintendenza Archeologia, Belle Arti e Paesaggio per la Città Metropolitana di Milano ha aperto al pubblico la mostra “PAN Parco Amphitheatrum Naturae. L’anfiteatro di Mediolanum: lavori in corso. I primi reperti dagli scavi archeologici”.

©PAN Parco Amphitheatrum Naturae

Il progetto PAN

Lo scopo del progetto è quello di dare vita al più esteso parco archeologico della città metropolitana di Milano. I lavori, in accordo con il Comune di Milano, sono finanziati dal MiC, il Ministero della Cultura, insieme ai contributi di sponsor privati, tra cui TMC pubblicità, Prelios, Italia Nostra e Unipol Assicurazioni.

L’anfiteatro, secondo il progetto dell’architetto Attilio Stocchi, verrà ricostruito in bassorilievo rispettando la pianta dell’antica arena, avrà all’interno un viridiarum con 1.700 mq di siepi di bosso, ligustro e mirto, posto tra sculture e uccelli associati alla tradizione romana.

Il progetto di scavo ha rivelato interi settori delle fondazioni dell’anfiteatro. Gli archeologi, infatti, hanno riportato alla luce le gallerie sotterranee dell’anfiteatro di Mediolanum, lunghi tunnel che si sviluppavano sotto il piano dell’arena facilitando l’organizzazione dei giochi. Queste scoperte hanno permesso di conoscere (e dunque ricostruire) nuovi elementi della complessa struttura di uno tra i più imponenti monumenti da spettacolo costruiti in età romana. 

Per quanto riguarda i manufatti ceramici, è stato rinvenuto un ricco deposito di ceramiche di tradizione celtica databile al IV secolo a.C.

L’anfiteatro doveva dare il benvenuto all’antico insediamento celtico di Medhelan, conquistato dai romani nel 222 a.C.

Secondo gli archeologi è una possibile testimonianza della presenza, nel contesto di scavo, di un’area sacra più antica dell’insediamento di età età romana. 

©PAN Parco Amphitheatrum Naturae

Reperti in mostra

L’esposizione si concentra su di una prima selezione di reperti tra quelli recuperati nel corso delle indagini archeologiche propedeutiche alla realizzazione del Progetto PAN (Parco Amphitheatrum Naturae) tra il 2019 e il 2021. 

Nella mostra, allestita presso l’Antiquarium “Alda Levi”, troviamo alcune ceramiche di tradizione celtica ed oggetti d’uso quotidiano. È possibile ammirare frammenti della decorazione architettonica e scultorea dell’anfiteatro scampati allo spoglio sistematico del monumento fin dall’età antica.

L’esposizione costituisce la prima occasione per poter osservare questi reperti aggiungendo nuovi tasselli per la ricostruzione della storia di Mediolanum. Per ragioni di sicurezza, legate ai lavori attualmente in corso presso il cantiere, non è previsto al momento l’accesso agli scavi.

La mostra invece resterà aperta dal 4 marzo al 31 dicembre di quest’anno, visionabile dal martedì al sabato tra le ore 10.00 e le 15.00.

L’ingresso è gratuito ma è necessaria la prenotazione.

Per maggiori informazioni è possibile contattare la Segreteria organizzativa.

Locandina ©PAN Parco Amphitheatrum Naturae
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ATTUALITÀ | Un concorso per 100 persone, dal MiC l’ennesimo flop della cultura italiana

Pubblicato in Gazzetta Ufficiale, il 13 agosto 2021, il nuovo concorso indetto dal Ministero della Cultura (MiC, ex MiBACT) selezionerà 100 assistenti alla fruizione, accoglienza e vigilanza e 50 operatori alla custodia, vigilanza, accoglienza. Un concorso pubblico per selezionare 150 persone in tutta Italia, suona già ridicolo così, ma non è tutto, aspettate di leggere quali siano i requisiti fondamentali per accedervi.

L’ennesimo flop della cultura italiana

Ti insegnano che l’Italia è uno scrigno incantato pieno di perle architettoniche, di storia, cultura e archeologia. Tra pubblicità che sponsorizzano le diverse regioni italiane con le loro particolari bellezze e i programmi di divulgazione in cui passano in rassegna tutte le “Meraviglie” italiane, Ti insegnano che ne abbiamo talmente tanta di cultura, che potremmo vivere solo di questo. E molti ragazzi, ragazzi come noi, ci credono e decidono di studiare per essere preparati quanto basta per vivere di cultura. Si, ma quanto basta? A quanto pare per il MiC basta poco. Basta avere un diploma qualsiasi o essere iscritti al centro per l’impiego.

concorso mic cultura italiana

Il posto fisso, l’unica cosa che conta davvero

«Le nuove 150 risorse saranno assunte a tempo indeterminato e assegnate a diversi settori e lavoreranno presso gli uffici centrali e periferici del Ministero».

Come in un famoso film del comico Checco Zalone, la prima cosa che sottolinea il bando è che l’assunzione sarà a tempo indeterminato. Un gran bel posto fisso, insomma. Solo che questa volta non viene da ridere. Viene da piangere a tutte quelle persone che hanno studiato notte e giorno materie come “Diritto dei Beni Culturali”, “Museologia”, “Gestione dei Parchi archeologici” per non parlare di tutti gli esami di archeologia e storia, dalla preistoria all’età moderna. Viene da piangere perché il requisito per accedere al concorso è il diploma, qualsiasi esso sia.

Il personaggio interpretato da Checco Zalone nel film Una bella giornata lavora come vigilanza in un museo, grazie ad una raccomandazione e nient’altro.
Un concorso per 100 persone, e le altre 50?

Abbiamo parlato di 150 risorse, ma il concorso ne riguarda 100, che significa?

Nel bando verrà fatta una distinzione:

  • 100 posti per assistente alla fruizione, accoglienza e vigilanza – seconda area funzionale, posizione economica F2;
  • 50 posti per operatore alla custodia, vigilanza e accoglienza – seconda area funzionale, posizione economica F1.

Il concorso, che prevede una sola prova scritta e una sola orale, riguarda solamente le 100 risorse da inserire come assistenti alla fruizione, accoglienza e vigilanza. E qui arriva la parte migliore, qui raschiamo il fondo:

«I 50 operatori alla custodia, vigilanza e accoglienza, saranno reclutati tramite liste di collocamento, quindi, non è prevista una selezione mediante concorso pubblico, a curare le selezioni saranno i Centri Per l’Impiego (CPI) territorialmente competenti».

concorso mic cultura italiana

Solo 150 posti in tutta Italia

150 nuove risorse, da distribuire in tutta Italia, sono sufficienti? La risposta a questa domanda sembra essere proprio il famigerato posto fisso. Un contratto a tempo indeterminato che finisce per diventare un parcheggio, un’entrata sicura in attesa della pensione, quando avrebbe potuto essere un’opportunità per studenti e neolaureati nel settore culturale, un trampolino di lancio per prendere le misure ed inserirsi nel mondo in cui hanno scelto di operare, o meglio, nel mondo in cui vorrebbero operare. Ma non essendoci un’opportunità di crescita, mancando questo trampolino per i veri “addetti ai lavori” che vorrebbero fare carriera, anche partendo da mansioni base di accoglienza e vigilanza, il sistema museale finisce per essere sempre saturo di personale.

La cultura può essere alla portata di tutti?

Abbiamo tutti diritto al lavoro. Ma se ogni settore, per funzionare correttamente, ha bisogno di figure specializzate, perché la cultura deve fare eccezione? Di contro, l’esistenza di numerosi indirizzi di laurea magistrale, di scuole di specializzazione, master e dottorati nel settore che riguarda i beni culturali sembra lasciare intuire che la gestione del patrimonio culturale italiano sia una cosa seria e che abbia bisogno di persone competenti, a cui una laurea triennale non apre nessuna porta perché non è abbastanza per assicurare le competenze di chi dovrebbe operare in questo settore. E se poi, invece, nei musei troviamo personale che di cultura non ne ha mai studiato neanche le basi, dove sta la verità? Quanto costa la cultura e quanto vale davvero?

Le domande che questo modus operandi  suscita sono tante, le risposte ci auspichiamo di trovarle presto.

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NEWS | “Notte dei Musei”: inizia il weekend all’insegna della Cultura

Sabato 3 luglio 2021 torna la XVII edizione della “Notte Europea dei Musei“, l’iniziativa organizzata dal Ministero della Cultura francese e patrocinata dall’UNESCO, dal Consiglio d’Europa e dall’ICOM. L’evento dà la possibilità di visitare musei e luoghi della cultura in orario serale al costo simbolico di un euro (eccetto le gratuità previste).

L’elenco dei luoghi visitabili è consultabile sul sito del Ministero della Cultura a questo link.

Il Museo Madre di Napoli si prepara per la “Notte dei Musei”
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NEWS | Riforma Franceschini: il MiC inaugura la “Soprintendenza Speciale” per il controllo dei fondi PNRR

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un’altra parte della riforma Franceschini: nasce, in seno al Ministero della Cultura, la Soprintendenza Speciale per il Recovery. Si tratta di una Soprintendenza unica a livello nazionale che si occuperà delle autorizzazioni per le grandi opere.

Grazie a tale approvazione vengono istituiti quattro nuovi musei autonomi: il Museo Nazionale per l’Arte Digitale, il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (VT), il Parco Archeologico di Sepino (CB) e la Pinacoteca Nazionale di Siena.

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La Necropoli della Banditaccia nel Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (VT) – foto: MiC
I nuovi musei autonomi

All’interno del Parco Archeologico di Sepino (CB) è possibile visitare i resti dell’antica città romana sorta nella valle del Tammaro. Oltre a ciò, anche il Museo della città e del territorio.  

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La città romana di Sepino-Altilla – Parco Archeologico di Sepino (CB)

La Pinacoteca Nazionale di Siena, invece, ospita la più importante collezione di dipinti su tavola, a fondo oro, del Trecento e Quattrocento senese.

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La Pinacoteca Nazionale di Siena

Il Museo dell’Arte Digitale è il primo polo italiano interamente dedicato alla produzione e presentazione di contenuti digitali.

Infine, il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (CB) comprende la Necropoli della Banditaccia, la più estesa dell’area mediterranea; nonché il Museo Archeologico nazionale di Tarquinia e la Necropoli di Monterozzi.

L’affresco sulla parete centrale della Tomba dei Leopardi nella Necropoli di Monterozzi, Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (VT) – foto: MiC
Entusiasmo per il Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia

Il sindaco di Tarquinia (VT), Alessandro Giulivi, commenta così l’istituzione del nuovo Parco: «Accogliamo questa notizia con grande entusiasmo. Siamo pronti a metterci a lavoro in sinergia con Cerveteri per valorizzare il nostro Museo e la Necropoli. Il lavoro di promozione e tutela non può assolutamente prescindere dalla programmazione. E i fondi del Recovery daranno la spinta fondamentale per far ripartire l’economia culturale. Ringraziamo quindi il ministro Franceschini e tutto il Ministero per il lavoro svolto. Attendiamo ora di capire come procedere per intraprendere questo nuovo cammino verso il nuovo futuro culturale della nostra città».

Alessandro Giulivi, sindaco di Tarquinia (VT)
La nuova Soprintendenza per il Recovery

La nuova Soprintendenza Speciale per il Recovery è chiamata a tutelare i beni culturali e paesaggistici interessati dagli interventi del Recovery Plan. Per fare capo alla nuova istituzione, questi interventi devono avere delle caratteristiche: essere sottoposti a Valutazione di Impatto Ambientale o rientrare nel territorio di almeno due uffici periferici del Ministero.

Emblematico il commento del ministro Franceschini che asserisce: «Il MiC si ristruttura per poter vincere la sfida del Recovery; si prepara così alle sfide del futuro e all’impegno per assicurare la massima celerità alla realizzazione delle opere del Recovery Plan, garantendo il pieno rispetto del dettato costituzionale riguardo la tutela del paesaggio e del patrimonio culturale».

Dario Franceschini, ministro della Cultura

In copertina: affreschi all’interno della Necropoli della Banditaccia nel Parco Archeologico di Cerveteri e Tarquinia (VT), uno dei quattro Istituti coinvolti nella Soprintendenza Speciale – foto: Scoprendo Roma.

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NEWS | 150 reperti “salvati dall’oblio” in mostra al MArRC

Pochi giorni fa, il 18 giugno 2021, il MArRC ha inaugurato la mostra Salvati dall’oblio. Tesori d’archeologia recuperati dai Carabinieri per la Tutela del Patrimonio Culturale. L’esposizione, allestita nel suggestivo spazio della Piazza Paolo Orsi, sarà visitabile fino al 9 gennaio 2022.

La mostra è curata dal direttore Carmelo Malacrino, dal capitano Bartolo Taglietti, comandante del Nucleo Carabinieri Tutela Patrimonio Culturale di Cosenza, e dall’archeologo Maurizio Cannatà.

Il direttore del MArRC, Carmelo Malacrino, si è detto molto fiero della realizzazione di questa mostra. Essa, infatti, rappresenta un punto di svolta dopo la chiusura al pubblico determinata dalla pandemia. Inoltre, ha aggiunto il direttore: «Essa rappresenterà un valore aggiunto alla collezione permanente del Museo, entusiasmando gli animi e la vista dei calabresi e dei turisti che attendiamo numerosi». L’esposizione si avvale anche della collaborazione del Dipartimento di Culture, Educazione e Società dell’Università della Calabria e della Direzione Regionale Musei Calabria.

L’esposizione

Il percorso espositivo è diviso in tre sezioni tematiche, spiegate dalle parole del funzionario archeologo Cannatà. Esse presentano oltre 150 reperti archeologici, rinvenuti illecitamente o pronti per essere venduti sul mercato clandestino, recuperati dal Nucleo Carabinieri TPC di Cosenza. La prima sezione evidenzia il valore identitario che il patrimonio culturale riveste per l’intera collettività; l’importanza della sua tutela e della sua valorizzazione come valori fondamentali della nostra Nazione; il rapporto tra la Costituzione e la moderna legislazione contenuta nel Codice dei Beni Culturali. Nella seconda sezione, invece, sono descritti i compiti, le funzioni, le attività del Comando TPC e del suo nucleo calabrese, che hanno permesso di salvare dalla distruzione numerosi siti di interesse culturale, nonché di recuperare migliaia di opere d’arte trafugate illecitamente. L’ultima sezione descrive l’intensa attività dei tecnici del Ministero, Archeologi, Architetti, Storici dell’Arte e Restauratori, finalizzata a recuperare il valore culturale e storico dei beni.

Hydria a figure rosse del IV secolo a.C., recuperata con l’operazione “Purgatorio” del 2011 – foto: MArRC
Tazza daunia del VI a.C., recuperata nell’operazione “Bretti”, sequestro 2010 – foto: MArRC
L’inaugurazione della mostra al MArRC

All’apertura era presente anche il generale Roberto Ricciardi, comandante nazionale dei Carabinieri del TPC, che ha posto infatti l’accento sul profondo significato del tema trattato. «Essere presente all’inaugurazione è un vero piacere. La mostra, con il suo curato percorso espositivo, rende molto bene l’idea del grande lavoro svolto nel tempo dal Nucleo di Cosenza per la salvaguardia di un patrimonio straordinario; quello di una Regione ricca di storia e di cultura».

L’inaugurazione della mostra al MArRC

A queste parole hanno fatto eco quelle del direttore del museo: «Siamo dunque onorati di poter ospitare in Museo questi manufatti. Non soltanto per il contributo archeologico e di ricerca, ma soprattutto per il valore civile che essi testimoniano nei confronti della collettività.  L’obiettivo della mostra non è soltanto quello di esporre reperti archeologici che, diversamente, sarebbero rimasti sconosciuti in qualche vetrina di collezionisti privati, ma anche quello di descrivere e comunicare al pubblico l’eccezionale azione di contrasto alle attività illecite e ai reati contro il Patrimonio Culturale, condotta con orgoglio dai Carabinieri in sinergia con il Ministero della Cultura e con le sue diramazioni regionali. Ringrazio quindi l’Arma per le sinergie proficue messe in campo per la realizzazione di questa esposizione».

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NEWS | A Grotta Guattari (San Felice Circeo, LT) scoperti i resti di nove uomini di Neanderthal

Un’eccezionale scoperta proviene da Grotta Guattari (LT), ad ottanta anni dalla sua fortuita scoperta, confermando il promontorio del Circeo quale luogo nevralgico per gli studi preistorici italiani e internazionali.

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All’interno di Grotta Guattari – San Felice Circeo (LT) – fonte: Ministero della Cultura

L’Associazione Nazionale Archeologi si congratula per la scoperta e lo studio dei resti di 9 altri individui attribuibili ad Homo Neanderthalensis, a seguito di scavi condotti dal prof. Mario Rolfo, docente di Archeologia Preistorica dell’Università di Tor Vergata, dal direttore dei lavori di scavo, funzionario archeologo dott. Francesco Di Mario, e con il direttore del servizio di antropologia della SABAP Lazio dott. Mauro Rubini. 

Il ritrovamento
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L’inizio degli scavi a Grotta Guattari – San Felice Circeo (LT) – fonte: Ministero della Cultura

Durante i lavori per la messa in sicurezza della grotta medesima, iniziati nel 2020, sono avvenuti gli eccezionali ritrovamenti dei nove individui che gettano nuova luce sulla presenza umana in età preistorica e specificamente sull’occupazione neanderthaliana della grotta.

Alcuni resti all’interno della Grotta – fonte: Ministero della Cultura

«Una scoperta incredibile che segna una nuova importante tappa negli studi di archeologia preistorica», dichiara Alessandro Garrisi, presidente nazionale dell’ANA, che prosegue: «Questo ritrovamento sarà importante per ampliare ulteriormente le nostre conoscenze tanto del contesto specifico di ritrovamento, il sistema di cavità noto come Grotta Guattari, quanto degli usi e abitudini dell’uomo di Neanderthal. Il paleontologo Alberto Carlo Blanc era stato il fortunato scopritore di questo sito nel 1939 e già allora il ritrovamento suscitò grande ammirazione nella comunità scientifica. Anche oggi questa importante scoperta desterà interesse nella comunità scientifica internazionale e sarà opportunità per capire ancora meglio questa specie umana che per migliaia di anni ha convissuto con l’Homo Sapiens: una convivenza che, come gli studi più recenti suggeriscono, sfociò spesso in condivisione dei territori e, probabilmente, anche in forme di integrazione sociale. Una scoperta che offre quindi una dimostrazione dell’incredibile ricchezza del nostro patrimonio archeologico e dell’elevata qualità dell’archeologia italiana tutta. Ritrovamenti come questi devono essere accompagnati da un’adeguata comunicazione rivolta tanto agli addetti ai lavori, quanto al pubblico più ampio: è questo l’unico modo di realizzare un percorso virtuoso che veda le comunità territoriali sempre più coinvolte nella difesa della memoria e del patrimonio culturale del paese».

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REDAZIONALE | Cultura a intermittenza, il ritorno alla zona gialla

Un neon fulminato: il rumore della luce intermittente che al contempo tedia orecchie, occhi e psiche profondendo un penetrante senso di inquietudine e incertezza. Ecco, dovendo pensare a un’immagine che al meglio possa esprimere la condizione della cultura italiana e della vita degli italiani dell’ultimo anno, non può che essere questa. Dal 26 aprile 2021, l’Italia, quasi interamente gialla, prova a ripartire ancora una volta.

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Musei Civici di Venezia, riaperti dal 26 aprile 2021 (foto: Musei Civici di Venezia)

Si legge tanta stanchezza sulle pagine dei quotidiani, sui social media, sui volti delle persone; alla sfiducia di carattere prettamente politico degli ultimi mesi, segue quella morale di chi ha creduto e crede ancora, forse vuole credere ancora, se non nella rinascita almeno nell’adattamento. Si formano, cadono e si riformano governi, ma tutto sembra sempre uguale, immutato, proprio come quella che ormai è divenuta la nostra quotidianità; non riusciamo neppure a distinguere il giorno dalla notte o, forse, inariditi nell’animo, esausti, semplicemente non ci facciamo più caso. Sembra ieri che imparavamo a fare la pizza in casa perché, effettivamente, era ieri! Il tempo, in qualità oltre che in quantità, in apparenza si è appiattito sebbene continuiamo a invecchiare e a perdere occasioni, meccanizzati ormai in un circuito. L’essere umano però, per quanto misero nella sua condizione, ha sempre avuto la meglio adattandosi per natura e reagendo per volontà; ebbene, non v’è forse più l’istinto di adattarsi, men che meno di reagire, e questo è il risultato? E se invece l’adattamento e la reazione stessa risiedessero proprio nel non aspettarsi niente, se la calma apparente nonostante la pressione fosse il frutto di un’ormai consolidata consapevolezza, potrebbe mai esistere davvero una rinascita o sarebbe una mera utopia che continuano a propinarci?

In questo momento di comprensibile caos interiore, oltre che confusamente e diffusamente sparso, un valido appiglio è senz’altro la cultura, da sempre bistrattata in clima pandemico sebbene unica arma contro il male di vivere che sta affliggendo tutti e unico mezzo di libera evasione in un mondo che l’emergenza sanitaria ha così minuziosamente circoscritto. Nessuno ha pensato a salvaguardare le menti: in quello che ha tutta l’aria di essere un contesto catastrofico, le priorità risiedevano altrove, come se potessimo davvero fare affidamento su altro, prescindendo dall’intelletto e la cura di noi stessi. In passato si è sopravvissuti senza molti degli specchi per le allodole di questa nostra modernità, ma cosa saremmo stati invece senza cultura, senza poesia, arte, filosofia?

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Musei Civici di Pistoia, riaperti dal 27 aprile 2021 (foto: Musei Civici Pistoia)

Abbiamo dovuto attendere la zona gialla per avere le porte di quelle strutture che ci rimandano agli antiqui mores nuovamente aperte, pronte a ricordarci cosa significhi in senso stretto essere umani e godere delle cose umane, perderci per poi amorevolmente ritrovarci nella grandezza dei nostri simili senza tempo, e se ora fosse già troppo tardi? La cultura e la regolare accessibilità ad essa costituisce un’esigenza inderogabile per la società alla stregua, se non addirittura maggiormente, di altre attività per le quali chi di dovere si è speso ben di più al fine di renderle fruibili in sicurezza nonostante le sfumature di colore. La vittima sacrificale poiché ritenuta sacrificabile in un sistema societario che, evidentemente, considera non prioritario l’accrescimento del sapere e non in stretta correlazione il benessere e la conoscenza. Oggi dovremmo essere felici pensando di poterci aggirare nuovamente per quei luoghi di ristoro della nostra anima antica, eppure è così difficile non riflettere con amarezza su quanto sia stata insensata la decisione di tenerli chiusi tutto questo tempo senza contemplare un piano di inclusione e adattamento in sicurezza per gli stessi.

Dal 26 aprile 2021 in zona gialla riaprono i musei, altrove arrangiatevi.

Museo Egizio di Torino, riaperto dal 26 aprile 2021 (foto: Museo Egizio Torino)

Di Irene Calicchio

In copertina: il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (RM) riaperto il 26 aprile 2021, in piena primavera!

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NEWS | A Bacoli (NA) riapre la Tomba di Agrippina

A Bacoli (NA) riapre la tomba di Agrippina, madre dell’imperatore Nerone. Fu la prima donna a governare, di fatto, l’impero ad interim durante i primi anni di regno del figlio, mostrando quasi con fierezza l’impietosa indole. Spietata, audace, accecata dalla smania di potere e, pertanto, macchiatasi di numerosi atti delittuosi al fine di conseguirlo e mantenerlo. L’odio, la violenza, la vendetta, accrescevano in lei sin dalla più tenera età, quando il dispotico prozio Tiberio le sterminò in maniera efferata la famiglia e la costrinse a contrarre matrimonio con il console dalla dubbia reputazione Enobarbo, dal quale ebbe Nerone.

Dev’essere stata proprio la personalità magnetica di Agrippina a spingere l’imperatore Claudio, sposato in terze nozze, a designare come erede al trono Nerone. Il rapporto tra madre e figlio, però, fu notoriamente conflittuale, al punto da risolversi in un matricidio di non facile riuscita. Sappiamo che Nerone invitò la madre ad una festa a Baia (NA) e ordinò di far affondare la nave che avrebbe dovuto riportare Agrippina ad Anzio. La schiava personale, anch’ella precipitata in mare e sperando in un celere salvataggio, cominciò a gridare ai marinai di essere Agrippina; quelli, complici di Nerone, la uccisero colpendola alla testa con i remi. Agrippina assistette alla scena e, allontanatasi a nuoto, venne tratta in salvo da alcuni pescatori che la condussero in una Villa nei pressi del Lago Lucrino. Nerone perseverò negli intenti e inviò alcuni sicari alla villa facendo consumare il delitto. È il 59 d.C. Secondo Tacito venne sepolta lungo la strada per Miseno, in una grande villa di epoca romana sul mare nella Marina di Bacoli. Finalmente quella villa rimasta chiusa per vent’anni verrà riaperta al pubblico e, tra i suoi resti, si potrà rivivere tutto il fascino “macabre” dell’Augusta.

Agrippina
Giulia Agrippina Augusta

Ventrem feri!” (“Colpisci il ventre!”), gridò Agrippina ai suoi assassini porgendo il ventre.

 

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ATTUALITÀ | Abolita la censura cinematografica, svolta storica ad opera del MiC

Abolita la censura cinematografica. Definitivamente superato quel sistema di controlli e interventi che consentiva ancora allo Stato di intervenire sulla libertà degli artisti”, dichiara Dario Franceschini. Il ministro della Cultura firma infatti il decreto che istituisce la Commissione per la classificazione delle opere cinematografiche presso la Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura, presieduta dal Presidente emerito del Consiglio di Stato Alessandro Pajno. La Commissione avrà il compito di verificare la corretta classificazione delle opere cinematografiche da parte degli operatori. Il decreto attuativo firmato da Franceschini prevede che d’ora in poi i film destinati ai cinema siano divisi in quattro categorie: quelli adatti a ogni tipo di pubblico, e poi quelli vietati ai minori di 6, 14 e 18 anni. L’Italia si libera così di una censura cinematografica durata decenni. In questo modo i film in uscita non saranno più condizionati da tagli o modifiche.

censura cinematografica
Apparato scenografico realizzato, nel 1937, in occasione della fondazione della nuova sede dell’Istituto Luce

Della commissione fanno parte “quarantanove componenti, scelti tra esperti di comprovata professionalità e competenza nel settore cinematografico e negli aspetti pedagogico-educativi connessi alla tutela dei minori o nella comunicazione sociale, nonché designati dalle associazioni dei genitori e dalle associazioni per la protezione degli animali”. L’abolizione della censura cinematografica costituisce un vero e proprio fatto storico, teso ad un futuro artistico di libera espressione. Ora come ora, tuttavia, si spera quantomeno in un futuro che preveda la riapertura dei cinema.

L’Italia della censura cinematografica

La censura, nel corso degli anni, ha colpito non pochi artisti in Italia e – per citarne alcuni – registi come Pier Paolo Pasolini, Bernardo Bertolucci e Luchino Visconti hanno conosciuto bene gli effetti. “Ultimo tango a Parigi” di Bertolucci, infatti, fu bloccato dalla censura totale dal 1972 fino al 1987. Ma anche “Nodo alla gola” di Alfred Hitchcock, bloccato dalla censura italiana nel 1949 e distribuito solo nel 1956; “Arancia meccanica”, film del 1971 di Stanley Kubrick, trasmesso per la prima volta nel 1999 sulla Pay TV e solo nel 2007 sulla televisione in chiaro. E, ancora, Totò, più volte censurato per le sue battute contro politica e governi. Accanto alla censura totale, inoltre, dagli anni Trenta fino agli anni Novanta, in Italia è stata praticata un’altra forma di censura: i tagli mirati, quei tagli di scene o inquadrature che laceravano una pellicola per meglio adattarla ad esigenze a tratti politiche a tratti “etiche”.

Ultimo tango a Parigi
 

“Cinecensura”: la mostra virtuale per non dimenticare

Nasce “Cinecensura“, una grandiosa mostra virtuale permanente per raccontare ciò che è stato a lungo nascosto. La mostra è promossa dalla Direzione Generale Cinema del Ministero della Cultura, realizzata dalla Fondazione Centro Sperimentale di Cinematografia e dalla Cineteca Nazionale. Il percorso virtuale prevede quattro sezioni, Sesso, Violenza, Religione e Politica, in cui si trovano materiali relativi a 300 lungometraggi e a 80 cinegiornali, ma anche 100 tra pubblicità e cortometraggi, 28 manifesti censurati e filmati di tagli. Ognuna delle sezioni raccoglie una lista di contenuti, censurati dal dopoguerra in poi (la prima legge che stabilisce una censura, tuttavia, risale al 1913).

Le quattro categorie di “Cinecensura”

 

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NEWS | MiBACT sostituito da Ministero della Cultura (MiC) e Ministero del Turismo

Il MiBACT non esiste più.  Il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo si divide in due dicasteri diversi. Da questa divisione nasce il Ministero del Turismo, guidato da Massimo Garavaglia

MiBACT
Dario Franceschini, ministro alla Cultura

Il Ministero della Cultura, il cui acronimo adesso è MiC, è guidato da Dario Franceschini; è stato riconfermato lo scorso 12 febbraio, giorno in cui il Premier Mario Draghi ha formato la propria squadra di governo.

Le attività concernenti il Turismo continueranno a essere svolte dal MiBACT fino al prossimo 31 marzo. Dopo quella data: “le funzioni e i compiti spettanti allo Stato in materia di turismo, eccettuate quelle attribuite, anche dal presente decreto, ad altri ministeri o ad agenzie, e fatte salve in ogni caso le funzioni conferite dalla vigente legislazione alle regioni e agli enti locali” saranno materia del nuovo ministero. 

Sede del Ministero della Cultura, Roma

Notizie positive arrivano dal nuovo Ministero che annuncia una possibile riapertura di cinema e teatri in zona gialla e dei musei nel fine settimana (esclusivamente su prenotazione) a partire dal 27 marzo. Dice il Ministro: “L’impegno è ripartire il prima possibile perché la Cultura è il vero motore della ripresa”.