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Se i monumenti potessero parlare, omaggerebbero Franz Riccobono

Se i monumenti di Messina potessero parlare, in questo momento un assordante lamento si propagherebbe per tutta l’area dello Stretto. Vedremmo la statua di Messina piangere, la Real Cittadella disperarsi, Porta Grazia non si rassegnerebbe all’idea di aver perso uno dei suoi figli. “Uno dei più illustri”, aggiungerebbe il Monumento ai marinai russi, con il tacito consenso della statua di Carlo III di Borbone.
Ma le creazioni dell’uomo, si sa, non hanno parola, non possono piangere e, ahinoi, non possono nemmeno difendersi se minacciati. 

Questo Franz Riccobono lo sapeva bene e ha voluto dedicare la sua vita alla loro protezione, affinché restasse testimonianza della storia di una comunità fortemente indebolita da guerre e terremoti che non hanno risparmiato opere e architetture.

Non ce l’ha fatta, Franz, a sconfiggere il Covid e si è spento quest’oggi, nell’incredulità e nel dispiacere di tutte le persone che l’hanno conosciuto. 
Il dottor Riccobono era una persona piacevole, un uomo colto e raffinato che non disdegnava la letteratura, la storia e le belle arti. E apprezzava i giovani, soprattutto quelli che si spendono per il loro territorio, con energia e dedizione, le stesse caratteristiche che il buon Franz possedeva e che era solito riconoscere in chi gli stava vicino. Se meritevole, ovviamente. Altrimenti erano mazzate.

Ha riconosciuto in chi scrive il suo stesso animo, quando ancora ArcheoMe era una semplice idea, un sogno nel cassetto, un progetto abbozzato dopo anni di studio archeologico e di vita messinese. 

Il nascituro gruppo di ArcheoMe accanto al compianto dottor Franz Riccobono durante il I festival messinese de Le vie dei tesori


Il nostro primo incontro fu durante la prima edizione messinese di Le vie dei Tesori, festival culturale che ha avuto il merito di far rivivere luoghi spesso chiusi al pubblico. Siamo stati noi a sollecitare l’associazione palermitana all’apertura degli scavi archeologici di Palazzo Zanca, probabilmente perché tra i pochi conoscitori di uno dei siti archeologici cittadini più importanti. Il dottor Riccobono ha non solo caldeggiato la nostra proposta, ma ha messo subito a disposizione la sua persona per coadiuvarci alla ricezione dei turisti. Non si fermò qui, il caro Franz. Allargò la nostra proposta, inserendo il Museo permanente della Vara e dei Giganti realizzato proprio accanto all’Antiquarium del sito in questione, e ci accompagnò in conferenza stampa per esporre il progetto comune sull’area.

La conferenza stampa di presentazione del progetto “Area Scibona” di ArcheoMe

Il dottor Riccobono conosceva bene gli scavi di Palazzo Zanca perché, da giovane, ha assistito alla campagna di scavo gestita da un altro “mostro sacro” messinese, Giacomo Scibona. Tante dinamiche di quella situazione, culminata nell’apertura della sezione di Messina della Soprintendenza ai BB. CC., ci sono state raccontate proprio da lui che con Scibona era in rapporti fraterni.

Riccobono fu tra gli scopritori della Tomba a camera di Largo Avignone e, come vale per qualsiasi bene sul territorio siciliano, ha dovuto lottare con le istituzioni affinché venisse conservata, restaurata e aperta al pubblico (dopo circa 40 anni dal ritrovamento).

Franz conosceva l’eccezionalità dei reperti io messinesi e ha più volte coordinato azioni di recupero al fianco della Soprintendenza, ma anche come delegato delle varie amministrazioni comunali e regionali che si sono succedute negli anni. Alle volte, però, era costretto a battagliare per accendere luci e riflettori su beni dimenticati ma rappresentativi della storia di Messina, come la Real Cittadella di cui era un grande conoscitore. Noi stessi abbiamo (più volte) partecipato ai suoi tour e imparato dalle sue parole.


Ci ha trasmesso passione, determinazione e coraggio. Si, perché in un sistema avvilente in cui le professionalità passano spesso inosservate si rischia di deprimersi e di arrendersi. 
“No, Francesco, non ci si deve arrendere. Messina è una città particolare, popolata da persone che si fanno la guerra e non costruiscono. Ma noi abbiamo la responsabilità morale di continuare il nostro lavoro, perché se non lo facciamo noi non lo farà nessuno”.

Il dottor Riccobono durante un suo incontro con noi di ArcheoMe

Ci ha passato il testimone e noi ne abbiamo sempre sentito la responsabilità. Mi dispiace che non sarà qui con noi quando qualcuno dei nostri progetti verrà realizzato. Perché è solo questione di tempo, caro Franz, ma quella promessa che Le feci tanto tempo fa verrà mantenuta. Non demorderemo e realizzeremo quanto prospettato. Lei, però, continui a seguirci da lassù perché senza il suo sostegno oggi siamo un po’ spaventati. 
Vorremmo aggiungere altro, noi di ArcheoMe, il gruppo che ha imparato a conoscere e apprezzare nel tempo, ma le parole faticano a uscire e il silenzio, alle volte, è il miglior omaggio che si posa offrire.

Ci limitiamo a dirle grazie, a nome di tutti. Una vita ben spesa, il cui ricordo ci accompagnerà per sempre.

Quest’oggi siamo tutti un po’ tristi, ma felici di averla avuta al nostro fianco.

In alto i cuori per Franz Riccobono.

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NEWS | Oggi lutto cittadino: tutta la provincia di Catania piange Franco Battiato

Proclamato, per la morte del cantautore Franco Battiato, il lutto cittadino per oggi, 19 maggio 2021, a Riposto, sua città natale; poi esteso alla provincia di Catania. «Figlio prestigioso e geniale, poeta, compositore e grande maestro di musica indimenticabile». Così è ricordato, a poche ore dalla dipartita, dai cittadini del piccolo borgo marinaro che lo ha visto nascere, Riposto (CT). 

Il sindaco di Riposto, Enzo Caragliano, ha subito proposto il lutto cittadino ed espresso il suo cordoglio pubblicamente. «Battiato è stato precursore e innovatore nel contempo per la sua musica raffinata e geniale. Assumendo, quando necessario, posizioni forti in tema sociale e culturale» così scrive su Facebook. Tutta l’amministrazione comunale è inoltre stata concorde nell’intitolazione al maestro di uno dei luoghi più rappresentativi della città natale.

Franco

Anche Catania si unisce al dolore e all’iniziativa dei ripostesi pubblicando, nelle prime ore dalla dipartita, un video dalla durata di pochi secondi: immagini di Battiato sono sovrapposte alle note de La cura.

Anche il sindaco di Catania, Salvo Pogliese, si è espresso pubblicamente: «Scompare un punto di riferimento insostituibile di artista eclettico, uomo libero per la sua integrità morale, forte della sua speciale visione della vita e del mondo. Con la sua generosità, donò a Catania insuperabili momenti artistici che ne hanno reso indelebile il suo legame con la città etnea, arricchito dal lungo sodalizio artistico con il filosofo catanese Manlio Sgalambro. Tutti i cittadini di Catania ricorderanno sempre con emozione Franco Battiato e per questa memoria condivisa, l’intitolazione di un luogo simbolo della città farà diventare perenne il suo percorso di vita, arte e cultura anche per le generazioni future».

Il maxi schermo in piazza dell’Università a Catania – foto: Comune di Catania

Catania proclama per oggi il lutto cittadino. Inoltre, il maxi schermo di piazza Università mostrerà video e immagini del maestro con sottofondo musicale. Le bandiere di Palazzo degli Elefanti sono a mezz’asta.

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PERSONAGGI | Addio a Gigi Proietti, l’artista dalle mille virtù

Nascere e morire lo stesso giorno, tra l’altro nella commemorazione dei morti, è quasi ironico, proprio come lo era Gigi Proietti.
Un personaggio davvero singolare, un’artista oltre ogni misura. Un mostro sacro dello spettacolo. Una carriera lunga, lunghissima, più di mezzo secolo in scena e sul set. Una escalation di successi: al teatro, al cinema, in televisione e nel doppiaggio. Sua la voce italiana di attori del calibro di Marlon Brando, Dustin Hoffman, Robert De Niro, Ian McKellen, il genio di Aladdin e Sylvester Stallone nel primo Rocky.

Una personalità istronica, una novità rispetto al teatro della tradizione e della prosa. Ricordiamo due dei suoi maggiori spettacoli teatrali: A me gli occhi please (1973), o Come mi piace (1983). E’ stata sua la decisione di costruire un Globe Theatre d’ispirazione shakespeariana nel 2003, all’interno dei giardini di Villa Borghese a Roma, per commuovere il pubblico attraverso la poesia e la tragedia del Bardo inglese.

Un uomo dalle mille sfaccettature che si propone anche in TV e al cinema. Magistrale lo spaventoso Mangiafuoco in Pinocchio (2019), il simpatico e arguto Maresciallo Rocca (1996-2005), l’irriverente Mandrake in Febbre da Cavallo (1976), o lo splendido Conte Duval nel più recente film Un’estate al mare (2008).

Una perdita immensa per la sua Roma, che tanto amava, e per la sua Italia, che tanto lo ammirava. La sua voce si spegne in un momento drammatico per il teatro, con i palchi costretti al silenzio dall’emergenza.

Il nostro piccolo omaggio al grande artista in questo video.