Liguria

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NEWS | Neve, la neonata preistorica di Arma Veirana

Il 14 dicembre è stata presentata una scoperta eccezionale: il ritrovamento la sepoltura di “Neve”, una neonata di 10000 anni fa, nel sito di Arma Veirana, nell’entroterra di Albenga (SV).

Il sito

Arma Veirana è una cavità, lunga una quarantina di metri e dalla forma a capanna, nota da tempo agli abitanti della val Neva, ma, nello scorso secolo era stata oggetto solo di scavi clandestini. Una ricerca ufficiale iniziava solo nel 2006 sotto la direzione di Giuseppe Vicino, ex-conservatore del Museo Archeologico del Finale, grazie al quale furono recuperati diversi reperti litici successivamente consegnati alla soprintendenza.

I ricercatori durante gli scavi all’interno della grotta

Nel 2017, ampliando le attività di scavo verso la parte più interna della cavità, apparvero alcune conchiglie forate; si iniziò quindi a sospettare la presenza di una possibile sepoltura. Ipotesi, questa, confermata grazie al ritrovamento di ciò che restava di una calotta cranica e i primi elementi di corredo. La località archeologica è provvista di un sito internet ed è stato ricreato online in un modello interattivo in 3D.

La scoperta e le analisi

La sepoltura, considerata la più antica mai documentata in Europa relativa a una neonata mesolitica, ha restituito oltre ai resti del piccolo corpo: un corredo formato da oltre 60 perline in conchiglie forate, quattro ciondoli, sempre forati, ricavati da frammenti di bivalvi e un artiglio di gufo reale.

La sepoltura e la sua ricostruzione (foto: Scientific Reports)

In seguito alla estrazione i reperti sono stati oggetti di analisi scientifiche che hanno permesso di ottenere preziose informazioni sulla sepoltura e sulla sua cronologia.

È stata infatti l’analisi dell’amelogenina, una proteina presente nelle gemme dentarie, e del genoma a rilevare che il neonato era femmina. La datazione al radiocarbonio ha inoltre permesso di stabilire che la neonata, che il team ha quindi soprannominato “Neve”, era vissuta 10.000 anni fa circa. Inoltre l’istologia virtuale delle gemme dentarie della neonata ha stabilito la sua età di morte, avvenuta 40-50 giorni dopo la nascita.

Omero con decorazione a perline (foto: Università di Genova)
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NEWS | Grandi eventi al Museo di Chiavari (GE) per celebrare le Giornate Europee dell’Archeologia

Il 19 giugno Chiavari (GE) celebrerà l’archeologia tramite visite guidate al Museo Archeologico Nazionale, in occasione delle Giornate Europee dell’Archeologia.

Le Giornate Europee dell’Archeologia

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Le Giornate dell’Archeologia sono nate in Francia (JNA) e sono arrivate in Europa nel 2019, quando 17 Paesi vi parteciparono. Così, nel 2020, si trasformarono ufficialmente in Giornate Europee dell’Archeologia (JEA).

In occasione delle Giornate i professionisti del mondo archeologico lavorano per mostrare il patrimonio culturale nazionale. I vari organismi di ricerca e gli operatori culturali sono invitati a organizzare attività innovative e interattive destinate al grande pubblico.

Le celebrazioni a Chiavari (GE)
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Alcune esposizioni del Museo di Chiavari (GE) – foto: La Mia Liguria

Chiavari (GE) celebra le Giornate aprendo quindi il suo Museo a visite guidate che mostreranno il nuovo allestimento, inaugurato il 14 maggio 2021; le visite riporteranno in luce parte dalla storia del territorio per arrivare alle esplorazioni archeologiche e ai preziosi reperti ritrovati nei corredi funerari dell’antica necropoli. In tutti i poli museali della Liguria sono previsti grandi eventi, è un’occasione da non perdere assolutamente!

L’organizzazione delle visite

Il Museo prevede visite guidate al nuovo allestimento in diverse fasce orarie; la guida sarà la dott.ssa Fabiola Sivori della Direzione regionale Musei Liguria. Le visite guidate sono gratuite, con biglietto di ingresso al museo per i maggiori di 18 anni. 

  • Sabato 19 giugno: ore 9.00, 10.00, 11.00, 12.00.

I posti sono limitati e, dunque, è necessaria la prenotazione al numero 0185 320829 (dalle 9 alle 14) o all’indirizzo mail: drm-lig.museochiavari@beniculturali.it. Questo link raccoglie tutte le informazioni necessarie.

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NEWS | Riapre il Museo Archeologico di Chiavari (GE)

Oggi, 13 maggio 2021, l’archeologia riparte a Chiavari (GE). Dopo un lungo restauro durato 14 mesi, riapre quindi il Museo Archeologico di Chiavari.

La città
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Chiavari (GE) – foto: Assessorato al Turismo del Comune di Chiavari

Chiavari è un comune della riviera ligure, parte della provincia di Genova. Si pensa sia stata fondata tra l’VIII e il VII secolo a.C.: ipotesi avvalorata dal ritrovamento di resti di una necropoli datata in quel periodo. La città ebbe un ruolo fondamentale per il territorio del Tigullio dai tempi della Repubblica di Roma fino ai giorni nostri; la grande espansione urbanistica avvenne quindi tra il XII e il XIII secolo sotto il controllo della Repubblica di Genova.

Il Museo e i reperti esposti

Il Museo venne inaugurato nel 1985, ospitato nei locali di Palazzo Rocca (XVII secolo), un tempo adibiti a scuderie. L’allestimento espone i reperti ritrovati nelle indagini del 1959 effettuate in Corso Millo.

Tre settori del sepolcreto di Chiavari (GE) – foto: del Ministero della Cultura – Direzione Regionale Musei della Liguria

Il sepolcreto ritrovato si articola in tre settori, nei quali si trovano dei recinti circolari o rettangolari con 126 tombe “a cassette”. All’interno delle sepolture vi sono corredi alquanto numerosi con reperti da ornamento o armi in bronzo, oro e argento. Numerosi erano anche i reperti ceramici di vario genere, forme vascolari da libagione usate durante i riti funebri.

Reperti di corredo dalla necropoli di Chiavari (GE) – foto: Ministero della Cultura – Direzione Regionale Musei della Liguria

Al di sotto della necropoli sono stati trovati resti di grandi contenitori ceramici, databili tra il XIII e il X secolo a.C.: il sito era quindi un approdo nautico, conosciuto anche prima della creazione del borgo.

La mostra è completata dalla biblioteca specialistica di argomento archeologico che offre supporto a ricercatori e studenti con oltre 3000 volumi.

Riapertura

Oggi, 13 maggio 2021, il Museo riapre al pubblico dopo un restauro durato 14 mesi, grazie al quale sono state create due sale in più. Questo è stato reso possibile grazie al lavoro del personale del Ministero della CulturaDirezione Regionale Musei della Liguria e della Facoltà di Architettura dell’Università di Genova. Con questo ampliamento è stato dunque messo in mostra molto materiale che, per il poco spazio a disposizione, era rimasto chiuso nei magazzini.

Il Museo sarà visitabile dal martedì al sabato, dalle ore 9:00 alle 14:00, e la prima domenica del mese sempre dalle 9:00 alle 14:00. La prenotazione è consigliabile durante gli infrasettimanali, mentre è obbligatoria nel fine settimana; è possibile prenotare tramite il sito o telefonando a questo numero.

Alcune esposizioni del Museo di Chiavari (GE) – foto: La Mia Liguria
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ARCHAEOLOGY | Veleia Romana (Piacenza), the city of longevity

Veleia Romana (460 m below sea level), in the Chero valley, an ancient city whose name derives from the Ligurian tribe called Veleiates, was founded in 158 BC, after the definitive submission of the Ligurians to Rome. A Prosperious Roman municipality and important administrative capital, it ruled over a vast hilly and mountain area located between Parma, Piacenza, Libarna (Serravalle Scrivia) and Lucca.

The territory and its resources

The presence of saline waters, which the Romans have always been able to exploit with ingenuity, undoubtedly helped urban development, in which it is possible to identify various baths. This natural resource, along with the tranquility of the place, made Veleia a favorite holiday destination for various consuls and proconsuls from Rome, who were under the illusion, perhaps, of being able to extend their lives. In fact, it was known that among the population of Veleia, as confirmed by the last census of the emperor Vespasian (72 AD), there lived six people aged 110 and four even 120.

 

Remains of the Bathes

The urban sector of the city of Veleia is spread over a series of terraces along the “boreal slope of the knoll” of the Moria and Rovinasso mountains. The toponyms of these two peaks, which in ancient times seem to have been a single mountain, allude to a catastrophic event whose memory has unfortunately been lost in the haze of the times. This Apennine area, like many others in the Apennines, is known geologically for its tendency to landslides: many experts claim, in fact, that the decline and end of Veleia was caused by a large landslide or a series of landslides along the coast of the mountain above.

The archaeological area of Veleia

 

View of the excavations of Veleia

The forum, dating from the Augustan-Julian-Claudian age, extends over a plane obtained artificially by means of a massive excavation, as revealed by the readable stratification under the staircase on the eastern side. The paving, with four rainers, drained by a perimeter gutter with settling wells at the corners is well preserved. It is surrounded on three sides by a portico, dilated in ancient illusionistically by murals, on which there are shops and rooms for public use, almost all equipped with heating systems.

The whole is completed by the lowest of the terraces, formed by the accumulation of materials coming from the excavation of the slope above, contained by robust substructures, still clearly visible in the eighteenth century. Connected to the upper one by an imposing entrance with double tetrastyle elevation, inserted in the colonnade of the forum, the terrace was perhaps reserved for religious functions.

The final destination of an upward path that comes from the valley floor is the basilica that closes the complex to the south: a building with a single nave, with rectangular exedras at the ends, was the seat of the imperial cult; in fact, the twelve large Luni marble statues depicting the members of the Julio-Claudian family rose against the back wall.

To the west of the forum, recent excavations have again brought to light the remains of buildings, recognized as prior to its creation, as well as traces of its original entrance, replaced after the middle of the 1st century. AD from the monumental one located on the northern side. Upstream of the forum there are residential quarters.

The terrace on which a parish church dedicated to S. Antonino has stood since the Middle Ages probably housed a building of worship already in antiquity. Higher is placed a building, identified, already at the time of its discovery, as a water reservoir, later mistakenly interpreted – and consequently rebuilt – as an amphitheatre.

Inside the archaeological area, an Antiquarium has been set up, where casts of the Trajan’s Tabula Alimentaria and the bronze table containing the lex de Gallia Cisalpina, as well as furnishings and architectural elements relating to Roman cremation burials, are kept.

Tradotto da: https://archeome.it/archeologia-veleia-romana-la-citta-della-longevita/