PIEMONTE | Libarna, una città sulla via Postumia
La vallata del fiume Scrivia è stata da sempre un luogo di passaggio tra la Liguria e il basso Piemonte, per giungere, poi, alla Pianura Padana e al resto del nord Italia. Già durante l’età del Ferro, infatti, con la creazione di un emporio etrusco a Genova, vennero attivate tali direttrici, tanto che un abitato ligure sorse a controllo del percorso, sulla collina del castello di Serravalle Scrivia.
L’epoca romana
Successivamente, nel 148 a.C, i Romani capirono l’importanza commerciale della zona e, così, costruirono la via Postumia, che collegava Genova ad Aquileia, passando proprio lungo la valle Scrivia. A questa data, gli archeologi fanno risalire anche la fondazione della città romana di Libarna, proprio allo sbocco della valle. L’abitato vide, probabilmente, il periodo di massimo splendore intorno all’89 a.C, quando venne concessa alle popolazioni locali prima la cittadinanza latina, poi quella romana. La città, che doveva la sua fortuna proprio al passaggio della via Postumia, vide il suo declino già all’inizio dell’epoca imperiale, quando un cambiamento negli orientamenti economici provocò lo spostamento dei traffici commerciali sulle nuove vie Aemilia Scauri e Iulia Augusta, che interessavano i territori della Liguria occidentale.
La riscoperta
La valle Scrivia, tuttavia, non perse mai il suo ruolo di passaggio per l’attraversamento dell’Appennino Ligure: la città romana venne, infatti, riscoperta nella prima metà dell’800, quando vennero aperte prima la strada regia Torino-Genova e, in seguito, le linee ferroviarie Genova-Novi-Torino e Genova-Milano. In questo periodo, i resti romani vennero in parte asportati, per lasciare spazio alle nuove infrastrutture; solo con l’imposizione del vincolo archeologico, nel 1924, cessarono le distruzioni e si cominciarono il restauro e la valorizzazione dei monumenti. Oggi, nonostante i materiali provenienti dal sito siano in parte confluiti in collezioni private e in parte distribuiti tra i musei di Genova, Torino e Serravalle Scrivia, l’area è stata musealizzata ed è visitabile gratuitamente.
L’assetto urbano
La città romana prese il nome di Libarna. Il toponimo, di origine preromana, compare in alcune fonti scritte, come l’Itinerarium Antonini di Plinio e la Tabula Peutingeriana. L’insediamento era distribuito attorno ai due assi viarii principali, come in uso nelle città di fondazione romana: il cardine massimo (che coincideva con il tratto urbano della via Postumia) e il decumano massimo. Le altre strade cittadine si disponevano parallelamente a queste due, creando isolati regolari, disposti a scacchiera. La città era priva di mura, ma il tratto urbano della via Postumia finiva in corrispondenza di due porte, situate una a nord e l’altra a sud. Queste erano della tipologia a cavedio: due torri erano poste ai lati di un ingresso, che si apriva su un cortiletto interno, formando un vero e proprio forte, dal quale soltanto si poteva accedere all’area cittadina.
Il foro
Proseguendo lungo la via principale, si giungeva al vero centro pulsante dell’insediamento: il foro. Purtroppo non sappiamo molto di quest’area, essendo stata oggetto di scavi limitati nel 1911 che ne hanno permesso solo l’identificazione. Possiamo, però, dire che essa si trova in posizione canonica, all’incrocio di cardine e decumano massimo e che era di forma quadrangolare, occupando lo spazio di circa quattro isolati. Sul lato meridionale, l’estensione del portico fa pensare alla presenza di una basilica, edificio pubblico utilizzato per le riunioni e le assemblee dei cittadini. Inoltre, è stato identificato un arco monumentale che impreziosiva l’ingresso settentrionale, mentre, a ridosso del lato sud, è stata rilevata la presenza di un basamento rettangolare, forse appartenente a un tempio.
Il teatro
Un altro luogo pubblico presente in città era il teatro, destinato alla rappresentazione di tragedie, commedie e altre opere. Anche in questo caso, gli scavi condotti per la realizzazione delle infrastrutture e le numerose spoliazioni antiche e moderne non hanno permesso la sua ricostruzione puntuale. Sappiamo che la costruzione risalga al I sec. d.C. e il ritrovamento di alcuni elementi architettonici decorati, come marmi o intonaci, lascia supporre che si trattasse di un edificio sfarzoso e curato. La struttura in pietra e mattoni era probabilmente sviluppata su due piani: il primo, composto da 22 arcate sorrette da pilastri, consentiva l’accesso alla stessa, mentre il secondo era privo di aperture.
Le terme e l’anfiteatro
Di fianco al teatro, si sviluppava l’edificio che ospitava le terme: luogo di grande importanza nel mondo romano, legato non solo all’igiene personale, ma anche allo svago, all’incontro e alla cultura. Poiché l’area non è mai stata indagata in modo sistematico, non si sa nulla del suo impianto; di conseguenza, possiamo solamente ipotizzare che, anche in questo caso, l’edificio fosse sfarzoso e monumentale e che occupasse diversi isolati. Oltre alle terme, a completare quest’area dedicata al piacere e al divertimento, sorgeva l’anfiteatro, edificio di forma ellittica, nel quale si svolgevano i munera, i combattimenti tra i gladiatori, e le venationes, battute di caccia agli animali selvaggi. Come avveniva spesso nelle città romane, anche nel caso di Libarna l’edificio, costruito nel I sec. d.C, era posizionato alla periferia della città, occupando uno spazio pari a due isolati, circondato da un muro di cinta quadrangolare, che lasciava uno spazio vuoto prima dell’edificio vero e proprio.
Le abitazioni private
Oltre agli edifici pubblici, a Libarna sono stati scavati anche due isolati comprendenti abitazioni private e botteghe. Le abitazioni portate alla luce potevano essere a uno o a due piani, sviluppandosi attorno a un cortile centrale porticato. Gli isolati scavati, posizionati tra il teatro e l’anfiteatro, erano entrambi costituiti da una domus signorile, circondata da altre tre più piccole che potevano contenere ambienti a destinazione commerciale. Alla fine del I sec. d.C, la struttura degli isolati subì una trasformazione, probabilmente in relazione alla costruzione degli edifici ludici. Le due case signorili vennero divise in lotti più piccoli e riconvertiti in strutture produttive o commerciali come botteghe, tintorie, e un ambulatorio medico.
Per approfondire
Libarna, area archeologica, a cura di Marica Venturino Gambari