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NEWS | “AnthroDay”, arrivano i giorni dell’Antropologia pubblica a Milano

Dal 18 al 20 febbraio 2021, torna con oltre 40 appuntamenti virtuali “AnthroDay”, il World Anthropology DayAntropologia pubblica a Milano, l’edizione milanese dell’evento che celebra il sapere antropologico e le sue interazioni con gli ambiti più diversi della nostra società, organizzata dall’Università di Milano-Bicocca.

La rassegna prenderà il via il 18 febbraio, alle 14.30, con la conferenza online “Antropologia per non-antropologi. L’insegnamento dell’antropologia nella formazione delle figure professionali”. Dagli operatori sanitari, agli assistenti sociali, dagli artisti ai militari: nel corso dell’incontro si dialogherà su come il sapere antropologico contribuisca a formare professionisti in diversi campi.       

Dopo le performance dal vivo di New York, San Pietroburgo e Tel Aviv, sabato 20 febbraio alle 19.30, chiude l’AnthroDay 2021 l’anteprima mondiale del Live Grid MilanoUn progetto nato all’interno dell’opera partecipativa globale Human Signs, creata dall’artista Yuval Avital, in collaborazione con la coreografa e danzatrice Stefania Ballone, durante il periodo di confinamento per l’emergenza Covid-19. L’edizione milanese del Live Grid vedrà 16 grandi artisti riuniti negli spazi della “Casa degli artisti” per dare voce e corpo alle emozioni più intime e nascoste nate durante il periodo della pandemia. Una conversazione tra Yuval Avital e Stefania Ballone, moderata da Ivan Bargna (antropologo dell’Università di Milano-Bicocca) precederà lo spettacolo (ore 19).

“AnthroDay” promette un ricco programma

Incontri, workshop e mostre virtuali, gratuiti e aperti a tutti, completano il ricco programma di quest’anno. Eccone alcuni. Due appuntamenti si concentreranno sulla pratica dell’hacking, inteso come intervento di alterazione. Con il laboratorio “Hacking monuments” (19 febbraio) si andrà alla scoperta della relazione tra tre monumenti che sono stati oggetto di hackeraggio da parte di artisti e attivisiti (le statue di Cavour e di Montanelli a Milano e la statua del Nilo a Napoli) e i luoghi della città in cui sono inseriti. Nel corso del workshop “La barbie hackerata” (19 febbraio), attraverso la manipolazione di un corpo di plastica – quello della nota bambola- si analizzeranno le azioni che quotidianamente rivolgiamo ai nostri corpi e che diamo per scontate, osservandole con occhi diversi.

Con il Covid-19, anche i suoni del quotidiano e il nostro modo di ascoltarli sono cambiati. Esiste un input sonoro che ha contraddistinto, colpito o accompagnato la nostra esperienza pandemica? Il progetto Milano Suona propone un workshop auto-biografico (20 febbraio) per narrarsi partendo dai suoni di Milano. Ai partecipanti viene chiesto di presentarsi con una traccia sonora che sia legata al vissuto di questa pandemia. Società multietnica, cittadinanza e razzismo saranno i temi dell’incontro “Noi italiani neri. Conversazione sulla vita di chi indossa la pelle nera in Italia” (20 febbraio): una narrazione a 360 gradi che guardi, come fa l’antropologia, a tutto ciò che ci unisce e contrappone e agli effetti indotti da questi modi di relazione.

L’iscrizione alle singole attività è gratuita e obbligatoria entro il 16 febbraio al seguente link, dove sono disponibili anche i link per partecipare agli eventi di apertura e chiusura.

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NEWS | Caroline Peyron torna al Museo di Capodimonte, “Oggetti inanimati, avete un’anima?”

Caroline Peyron torna al Museo e Real Bosco di Capodimonte con il laboratorio di disegno “Oggetti inanimati, avete un’anima?”, che arriva così alla sua XI edizione.

Il laboratorio è curato dall’artista francese Caroline Peyron e sostenuto da “Amici di Capodimonte Ets”. Gli incontri, che si svolgeranno nel pieno rispetto delle normative anti-Covid e previa prenotazione da parte dei partecipanti, sono previsti per i giorni 11 e 12 febbraio, dalle ore 16:00 alle ore 18:00. 

La Peyron lavora da molti anni sul concetto di disegno come strumento per riuscire a guardare e comprendere meglio le opere esposte nei musei. Il laboratorio di disegno si rivolge a un pubblico eterogeneo: “si tratta di un evento per adulti e bambini, i bambini sono d’aiuto agli adulti che spesso si sentono paralizzati”, dice l’artista.

Il nome del progetto “Oggetti inanimati, avete un’anima?” riprende un verso di un componimento del poeta Alphonse de Lamartine, questo titolo sintetizza gli obiettivi che si pone la curatrice:

“Ogni anno mi piace lavorare su un tema diverso, questa volta ho deciso di concentrarmi sull’iconografia degli oggetti. Concentrarsi su un oggetto consente l’accesso a nuovi orizzonti, un punto di vista laterale inedito e da scoprire”, sono queste le parole della Peyron, la quale sottolinea: “Concedersi due ore per guardare, per quanto banale, è oggi un lusso. Con i miei laboratori voglio dare la possibilità a chiunque ne abbia voglia, di disegnare e guardare. Disegnando si apprende, se non si disegna non si vede bene. Spesso, il visitatore dei musei archivia l’immagine dell’opera attraverso uno smartphone, ma non la guarda. Per conoscere l’opera bisogna immergersi con gli occhi, conoscere entrando nel quadro e disegnando si conosce”.  

Gli incontri non hanno il solo scopo di insegnare a disegnare, ma soprattutto di insegnare a guardare e comprendere, come dice la curatrice. Provare a sentire ciò che avviene tra occhio, sguardo e mano che disegna.

 

 

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ABRUZZO | Il Museo delle Genti d’Abruzzo

Il Museo delle Genti d’Abruzzo nacque a Pescara nel 1982; esso riunisce i materiali della Mostra Archeologica Didattica Permanente, allestita dall’Archeoclub, e del Museo delle Tradizioni Popolari, costituito dall’A.S.T.R.A., associazione per lo studio delle tradizioni abruzzesi. Le due raccolte vennero donate al Comune di Pescara e fu così fondato il Museo, ospitato nel complesso delle caserme borboniche, sul lungofiume del Pescara.

La struttura

Nell’Ottocento, l’edificio era destinato ai detenuti politici del Regno delle Due Sicilie: tra questi, molti erano gli esponenti del Risorgimento abruzzese. La struttura si articola in due livelli: al piano inferiore vi sono sette sale, due delle quali dedicate al Risorgimento in Abruzzo, due al Museo del Gusto e tre alle gallerie fotografiche dedicate alle Esposizioni Temporanee; al piano superiore, invece, vi sono 13 grandi ambienti, nei quali viene ricostruita, in ordine cronologico, la storia dell’uomo in Abruzzo, dapprima come cacciatore paleolitico, con un’attenzione particolare al contributo delle tribù italiche per l’affermazione di Roma.

Il tema

Interessante è osservare quanto il passato comune di un popolo si sia tramandato fino ai nostri giorni, continuando, ancora oggi, a influenzare l’identità culturale di una collettività, tramite i costumi, le credenze, le tradizioni, ma anche attraverso i manufatti e gli oggetti di uso comune, arrivati vivi e persistenti nella memoria delle famiglie abruzzesi: il tema centrale del polo museale è, dunque, la continuità culturale tra passato e presente. Il tutto viene illustrato al visitatore con supporti multimediali e laboratori didattici, risultando, a tal fine, particolarmente utile la presenza di una preziosa biblioteca storica, in cui sono raccolti documenti inerenti l’abruzzesistica; il materiale qui contenuto riguarda l’etnografia, la preistoria, la protostoria e storia abruzzesi, la pastorizia, l’etnomusicologia, l’antropologia e tutto ciò che sia inerente alla realtà culturale e artistica della regione. Inoltre, sono presenti una fototeca, un’audioteca, laboratori di restauro e un auditorium, per un’estensione complessiva di 3500 mq.

I laboratori didattici

Il Museo si prefigge obiettivi principalmente didattici, come dimostra l’attuazione di numerose visite guidate per le scuole, che prevedono anche laboratori pratici di archeologia sperimentale: ogni anno, il Museo ospita diverse migliaia di studenti nelle sue aule–laboratorio. Gli oggetti esposti ritrovano nuova vita, poiché diventano strumenti di lavoro utilizzati nell’esperienza formativa, guidata da operatori museali specializzati nella ricerca e nella progettazione. I laboratori permettono ai ragazzi di ricostruire il percorso mentale e manuale dell’uomo, in una modalità interattiva e pratica, che li coinvolge maggiormente, permettendo loro di imparare la storia dell’Abruzzo e di conoscere le proprie radici etniche e culturali.

Per maggiori informazioni: http://www.gentidabruzzo.com/