Karnak

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ANTICO EGITTO | La divina Karnak

A pochi km da Luxor, camminando tra le strade impolverate di sabbia e costeggiando il fiume Nilo, ecco svettare d’innanzi ai nostri occhi il maestoso complesso templare di Karnak, risalente al Nuovo Regno, centro della diffusione del culto dell’Alto Egitto. Il “Tempio dei Templi” non è stato costruito a misura degli uomini ma degli dèi. È l’occhio sacro del signore dell’universo, Amon l’inconoscibile, che guida l’umanità, l’Uno che rimane l’Unico, Amon l’Infinito di potenza, misterioso d’origini nel suo splendore.  

Architettura meditativa

Il complesso è dedicato al culto del dio Amon-Ra, supremo dio del cielo e della fecondità, e costituisce una parte dell’imponente complesso templare di Karnak, che occupa un’area di circa 48 ettari. La sua costruzione si è sviluppata nell’arco di oltre mezzo millennio, dal XVI all’XI secolo a.C., ma in sostanza non è mai stata terminata. Nella grande impresa s’impegnarono vari faraoni, desiderosi di ampliarlo, arricchirlo e renderlo sempre più maestoso.

Il complesso di Karnak prende il nome da un termine arabo che significa “borgo fortificato”, che sostituisce il vecchio nome egiziano di Ipet-sut, “Quella che conta le sedi”, prima riservato alla parte centrale dell’insieme e poi esteso alla sua totalità. Questo enorme complesso templare fu il centro dell’antico culto religioso, mentre il potere amministrativo si concentrava a Tebe (l’attuale Luxor).

Al di là della funzione religiosa, il sito è stato anche centro amministrativo e sede per i faraoni durante l’epoca del Nuovo Regno. Karnak è probabilmente il più grande complesso monumentale mai costruito al mondo, sviluppatosi di generazione in generazione e risultante da una composizione di templi, santuari ed elementi architettonici unica in Egitto.

Karnak è divisa in tre sezioni: il precinto di Amon, quello di Mut e quello di Montu. La sua complessa disposizione sminuisce, dal punto di vista delle dimensioni, qualunque altro sito monumentale in Egitto. Il precinto di Amon contiene tutte le sezioni più famose del complesso di Karnak, compresa la vertiginosa Grande Sala ipostila.

Karnak 1789
Il tempio di Amon-Ra nel complesso di Karnak, come apparve alla spedizione napoleonica del 1789

Il primo nucleo del tempio risale al Medio Regno, con la costruzione della “Cappella Bianca” da parte di Sesostri I, piccolo vano cultuale atto a contenere la barca sacra. L’edificio di Amon-Ra richiese molte complesse fasi costruttive, iniziando con Tuthmosi I, che racchiuse il santuario con una cinta muraria. Hatshepsut eresse degli obelischi vicino il muro orientale, mentre con Tuthmosi III vennero aggiunti degli altri piloni.

Con quest’ultimo sovrano venne costruita la “Sala delle feste”, destinata alla celebrazione della festa sed; un’altra importante realizzazione fu la costruzione di un vano nel complesso chiamato “Sala degli Annali”, ove fu fatto incidere il resoconto delle vittoriose battaglie in Siria e Canaan.

Da soli di fronte al dio

Nella “Grande Sala Ipostila”, voluta da Sethi I e Ramesse II, troviamo il luogo in cui lo spirito circola nella foresta dell’inconscio, il vero labirinto, il luogo in cui l’adepto attende l’ispirazione che scenderà dall’alto dei capitelli delle innumerevoli colonne.

colonne sala ipostila
Colonne della grande Sala Ipostila

Le colonne sono l’immagine stessa dell’inizio del mondo. Esse difendono e dissimulano l’entrata del santuario e contribuiscono, grazie al magnetismo che irradiano, ad attirare la divinità sensibile alla bellezza delle origini. Le dimensioni della sala ipostila sono colossali: 134 gigantesche colonne, che schiudono i loro capitelli verso il cielo, sostengono architravi di 70 tonnellate sulle quali sono posti, con portate fino a sette metri, i pesanti lastroni di pietra del tetto.

Nella Sala Ipostila si attende e si medita: una tensione, una presenza inafferrabile riempie lo spazio, la luce cambia e conduce di fronte alle porte della misteriosa dimora, dopo le quali ci si ritroverà da soli con il dio e si potrà pregare alla sua purezza, alla sua legittimità. L’uomo attuale diviene uomo cosmico, supera i vari stadi e raggiunge la perfezione.

 

 

 

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ANCIENT EGYPT | The divine Karnak

A few kilometers from Luxor, walking through the dusty streets of sand along the river Nile, here stands before our eyes the majestic Karnak temple complex, dating from the New Kingdom, the center of the spread of the cult of Upper Egypt. The “Temple of Temples” was not built on a human scale but for the gods. It is the sacred eye of the lord of the universe, Amon the Unknowable, who guides humanity, the One who remains the One, Amon the Infinite power, with mysterious origins in its splendor.  

Meditative architecture

The complex is dedicated to the worship of the god Amon-Ra, supreme god of heaven and fertility, and it is a part of the impressive temple complex of Karnak, which occupies an area of about 48 hectares. Its construction developed over more than half a millennium, from the sixteenth to the eleventh century BC, but in fact it has never been completed. Various pharaohs were involved in the great enterprise, eager to enlarge it, enrich it and make it more and more majestic.

The complex of Karnak takes its name from an Arabic term meaning “fortified village”, replacing the old Egyptian name of Ipet-sut, “The one that counts the seats”, first reserved to the central part and then extended to its totality. This huge temple complex was the center of the ancient religious cult, while the administrative power was concentrated in Thebes (today’s Luxor).

Beyond the religious function, the site was also the administrative center and seat for the pharaohs during the New Kingdom. Karnak is probably the largest monumental complex ever built in the world, developed from generation to generation and resulting from a composition of temples, shrines and architectural elements unique in Egypt.

Karnak is divided into three sections: the precinct of Amon, Mut and Montu. Its complex layout throws a shade, in terms of size, on any other monumental site in Egypt. The precinct of Amon contains all the most famous sections of the Karnak complex, including the dizzying Great Hypostyle Hall.

Karnak 1789
The temple of Amon-Ra in the complex of Karnak, as it appeared to the Napoleonic expedition in 1789

The first nucleus of the temple dates back to the Middle Kingdom, with the construction of the “White Chapel” by Sesostris I, a small cultic chamber designed to contain the sacred boat. The building of Amon-Ra required many complex construction phases, starting with Tuthmosis I, who enclosed the sanctuary with a wall. Hatshepsut erected obelisks near the eastern wall, while with Tuthmosis III other pillars were added.

With this last sovereign the “Hall of the Feasts” was built, destined to the celebration of the sed feast; another important realization was the construction of a room in the complex called “Hall of the Annals“, where the account of the victorious battles in Syria and Canaan was engraved.

Alone in front of God

In the “Great Hypostyle Hall“, commissioned by Sethi I and Ramses II, we find the place where the spirit circulates in the forest of the unconscious, the true labyrinth, the place where the adept awaits the inspiration that will come down from the capitals of the countless columns.

colonne sala ipostila
Columns of the great hypostyle hall

The columns are the very image of the beginning of the world. They defend and conceal the entrance to the sanctuary and contribute, thanks to the magnetism they radiate, to attract the divinity, sensitive to the beauty of the origins. The dimensions of the hypostyle hall are colossal: 134 gigantic columns, which open their capitals towards the sky, support 70-ton lintels on which the heavy stone slabs of the roof are placed, with a capacity of up to seven meters.

In the Hypostyle Hall one waits and meditates: a tension, an elusive presence fills the space, the light changes and leads in front of the doors of the mysterious dwelling, after which one will find oneself alone with the god and can pray for his purity, his legitimacy. Today’s man becomes a cosmic man, goes through the various stages and reaches perfection.

Tradotto da : https://archeome.it/antico-egitto-la-divina-karnak/

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ANTICO EGITTO | Hatshepsut e la damnatio memoriae

Hatshepsut fu la donna-faraone che regnò sull’Egitto tra il 1473 e il 1458 a.C. Il suo nome è legato al programma edilizio culminato con la costruzione del grande Tempio di Deir el-Bahari a Tebe Ovest.

Deir el-Bahari
Deir el-Bahari, vista dall’alto

La vita

“Hatshepsut”, esclamò sua madre Ahmes dandola alla luce, ovvero “Ha il volto delle Nobili Dame”; figlia di Thutmosi I, sin da piccola si dimostrò più dotata dei suoi fratellastri, ma per accedere al trono dovette sposare il maggiore di loro Thutmosi II, debole di fisico e di mente, che la lasciò presto vedova. Assunse, allora, la reggenza al posto di Thutmosi III, ma via via andava acquistando sempre più le caratteristiche di un re: infatti, si faceva rappresentare con la barba posticcia tipica dei faraoni.

Per la sua incoronazione la regina fece scrivere un testo di carattere mitologico, nel quale giustificava il suo avvento al trono per volere degli déi; inoltre, in questo testo affermava di essere il risultato dell’unione tra sua madre e il dio Amon e che suo padre Thutmosis I l’avesse nominata suo successore prima della sua morte.

Nonostante l’apparente successo del suo regno e una sepoltura nella Valle dei Re, i monumenti a lei dedicati sono stati deturpati dopo la sua morte con una drastica damnatio memoriae, apparentemente voluta dal suo co-sovrano, nonché figliastro/nipote, Thutmosis III.

damnatio memoriae hatshepsut
Iscrizione dalla Cappella di Anubi, Deir el-Bahari: a sinistra, i nomi di Hatshepsut cancellati; a destra, quelli di Thutmosis III lasciati intatti.

Il fatto che una donna fosse divenuta faraone d’Egitto era molto insolito. Nella storia dell’Egitto, durante il periodo dinastico, ci sono state solo due o tre donne che riuscirono effettivamente a governare come faraoni, piuttosto che ad esercitare il potere come ”la grande moglie“ di un re.

Hatshepsut avviò una nuova corrente artistica, indisse una riforma teologica, amministrò, con rara efficacia, le finanze statali e organizzò spedizioni molto proficue, come quelle nella misteriosa terra di Punt, da cui le navi egizie tornavano piene di incensi e strani animali. Un attivismo che intaccava i già delicati equilibri politico-religiosi e che le procurò pericolosi nemici: il giovane pupillo, i sacerdoti di Osiride e tutti coloro che mal sopportavano l’influenza di Senenmut, il potente consigliere che, forse, fu qualcosa di più per la regina.

L’architettura

La regina operò nel tempio di Karnak, in cui fece costruire delle cappelle, un santuario per la barca sacra ed erigere due obelischi; Deir el-Bahari fu il sito prescelto dalla sovrana dove collocare il suo tempio funerario, mentre la sua tomba fu realizzata nella valle dei Re.

Il tempio funerario, noto anche come djeser-djeseru (“santo fra i santi”), è un tempio situato a ridosso delle alture rocciose di Deir el-Bahari, sulla riva occidentale del Nilo, vicino alla Valle dei Re. Esso è dedicato alla divinità solare Amon Ra e si trova vicino al tempio del faraone Montuhotep II.

Il complesso sfrutta una rivoluzionaria soluzione planimetrica di divisione della struttura su diversi livelli, in armonia con lo scenario roccioso sottostante. Il tempio è considerato il punto di maggior contatto tra l’architettura egizia e quella classica: esempio dell’architettura funeraria del Nuovo Regno, segna un punto di svolta, abbandonando la geometria megalitica dell’Antico Regno per passare ad un edificio che permetta il culto attivo.