Hatshepsut

News

ANCIENT EGYPT | Senenmut, the Queen’s shadow

The life of Senenmut is inextricably linked to that of Queen Hatshepsut. Just mentioning her name inevitably evokes the name of the queen he served. But who was this man? How did a queen with the title of king give him absolute control of the country?

The rise of Senenmut

Senenmut, according to recent studies, was the son of ordinary people, as shown by the title of the parents found in their tomb, not far from the TT71, their son’s tomb, in 1927: his father Ramose is in fact remembered as ‘Worthy’, while his mother Hatneferu is indicated as ‘Housewife’.

They were originally from the South, beyond the first cataract. The family, since the time of Thutmosis I, had settled in Ermant, near Luxor. The young Senenmut had participated in military expeditions in Nubia and had been rewarded with the bracelet “menefert” (“he who beautifies”). When his mother died shortly after Hatshepsut’s coronation, the son moved his father close to his mother.

Senenmut’s influence is demonstrated by his mother’s grave goods, which also included a golden mask and a beetle on the heart, made with serpentine and set in a golden square.

Not far from the Djeser-Djeseru, the funeral chapel of Senenmut, which began two months after the death of the parents, was brought to light. In this chapel are inscribed, in red and black ink, the titles of which he was a proud holder.

An exceptional fact for an Egyptian, Senenmut doesn’t seem to have ever married, so much so that his funerary cult was entrusted to his older brother, Minhotep.

The magnificent wall paintings, unfortunately badly preserved, allow to see six bearers of offerings, probably Aegeans; in fact, in their appearance they remind the Knossos’ bearers of offerings.

The sarcophagus, probably of red quartzite (royal stone par excellence), was adorned with funerary divinities, flanked by Isis and Nephthys and contained the entire chapter 125 of the Book of the Dead (the one with the negative justifications).  

In spite of these origins, Senenmut made a brilliant career as an official of the kingdom and, quickly covering all the cursus honorum, he reached the highest offices of the State. Among the many positions he had, we remember that of “intendant of the temple of Amon, director of the fields, gardens and flocks of the double granary of Karnak”. This position allowed him to control the great wealth of Karnak.

He was very intimate with the Queen, so much so that he gave voice to the hypothesis of a love affair with her, of which, however, there is no documentation. Hatshepsut also chose him as architect for the great temple of Deir el-Bahari, whose design, outside the typical Egyptian canons, demonstrates the genius of both the architect and the Queen. However, recent studies seem to diminish the importance of Senenmut in the construction of the temple of the Queen.

Tomb TT 353
tomba Senenmut
Tomb of Senenmut TT 353

Senenmut ordered the excavation of the TT 353 tomb of Deir el-Bahari around the 7th year of his queen’s reign, at the same time as the excavation work on the temple began.

It was excavated deep in the rock, so that the whole funerary complex of Senenmut remained integrated within the complex of the sovereign, i.e. in the subsoil of the first terrace.

falsa-porta
Panel of the false-door in which Senenmut is represented with his father Ramose and his mother Hatnefer

The long and steep descending gallery, fifty-three meters long, ends in a very small room, brilliantly decorated with the Book of the Dead, a false-door stele and crowned by an exceptional astronomical ceiling, unique and splendid, magnificently preserved today. This astronomical ceiling is the oldest known in the history of ancient Egypt.

On it are reproduced the twelve months of the lunar calendar, as well as the stars and constellations of the northern hemisphere. Another descending gallery leads us to a second chamber without decoration and from this to the third with a well, also without decoration.

Finally, he became guardian of Hatshepsut’s daughter, Neferu-Ra, who was the second heir to the throne after Thutmosis III, thus demonstrating the great consideration in which he was held at court.

Senenmut e Neferure
Senenmut was the royal guardian and the monument of him holding a small Neferu-Re shows it (British Museum / CC BY-SA 3.0).

Suddenly, however, Senenmut, as often happens, fell into disgrace, was relieved of his duties and disappeared from Egyptian history.

Tradotta: https://archeome.it/antico-egitto-senenmut-lombra-della-regina/

News

ANTICO EGITTO | Senenmut, l’ombra della regina

La vita di Senenmut è indissolubilmente legata a quella della regina Hatshepsut. Solo citare il suo nome evoca inevitabilmente il nome della regina che ha servito. Ma chi era quest’uomo? In che modo una regina con titolo di re, gli diede il controllo assoluto del paese?

L’ascesa di Senenmut

Senenmut, secondo studi recenti, era figlio di gente comune, come risulta dalla titolatura dei genitori trovata nella loro tomba, non lontana dalla TT71, tomba del figlio, nel 1927: suo padre Ramose è infatti ricordato come ‘Degno’, mentre sua madre Hatneferu viene indicata come ‘Donna di casa’.

Erano originari del Sud, al di là della prima cataratta. La famiglia, dai tempi di Thutmosi I, si era stabilita ad Armant, vicino a Luxor. Il giovane Senenmut aveva partecipato alle spedizioni militari in Nubia ed era stato ricompensato con il braccialetto “menefert” (“colui che abbellisce”). Alla morte della madre, avvenuta poco tempo dopo l’incoronazione di Hatshepsut, il figlio trasportò il padre vicino alla madre.

L’influenza di Senenmut è dimostrata dal corredo funebre della madre, che comprendeva anche una maschera dorata e uno scarabeo sul cuore, fatto con serpentina e incastonato in un quadrato d’oro.

Poco distante dal Djeser-Djeseru, è stata portata alla luce la cappella funeraria di Senenmut, iniziata due mesi dopo la morte dei genitori. In questa cappella sono iscritti, in inchiostro rosso e nero, i titoli di cui si fregiava.

Fatto eccezionale per un egiziano, Senenmut non sembra essersi mai sposato, tanto che il suo culto funerario fu affidato al fratello maggiore, Minhotep.

Le magnifiche pitture murali, purtroppo mal conservate, permettono di vedere sei portatori di offerte, probabilmente Egei; difatti, nel loro aspetto ricordano i portatori di offerte di Knossos.
Il sarcofago, probabilmente di quarzite rossa (pietra reale per eccellenza), era ornato da divinità funerarie, affiancate da Iside e Nefti e conteneva l’intero capitolo 125 del Libro dei Morti (quello delle giustificazioni negative).  

Nonostante queste origini, Senenmut fece una brillante carriera come funzionario del regno e, percorrendo rapidamente tutto il cursus honorum, raggiunse le più alte cariche dello Stato. Tra i tanti incarichi che ebbe, ricordiamo quello di “intendente del tempio di Amon, direttore dei campi, dei giardini e delle greggi del doppio granaio di Karnak”. Questa posizione gli permetteva di controllare le grandi ricchezze di Karnak.

Fu molto intimo della regina, tanto da dar voce all’ipotesi di una sua storia d’amore con lei, di cui, tuttavia, non si hanno documentazioni. Hatshepsut lo scelse anche come architetto per il grande tempio di Deir el-Bahari, la cui progettazione, fuori dai normali canoni egiziani, dimostra la genialità sia dell’architetto sia della regina. Tuttavia, recenti studi sembrano diminuire l’importanza di Senenmut nella costruzione del tempio della regina.

Tomba TT353
tomba Senenmut
Tomba di Senenmut TT 353

Senenmut ordinò lo scavo della tomba TT 353 di Deir el-Bahari intorno al 7° anno di regno della sua regina, nello stesso momento in cui iniziarono i lavori di scavo del tempio.

Fu scavato in profondità nella roccia, in modo tale che tutto l’insieme funerario di Senenmut rimase integrato all’interno del complesso del sovrano, cioè nel sottosuolo della prima terrazza.

falsa-porta
Pannello della falsa-porta in cui Senenmut è rappresentato
con il padre Ramose e la madre Hatnefer

La lunga e ripida galleria discendente, di cinquantatre metri, termina in una piccolissima camera, brillantemente decorata con il Libro dei Morti, una falsa-porta stele e coronata da un eccezionale soffitto astronomico, unico e splendido, magnificamente conservato attualmente. Detto soffitto astronomico è il più antico conosciuto nella storia dell’antico Egitto.

In esso sono riprodotti i dodici mesi del calendario lunare, così come le stelle e le costellazioni dell’emisfero settentrionale. Un’altra galleria discendente ci conduce a una seconda camera senza decorazione e da questa alla terza con pozzo, anch’essa senza decorazione.

Divenne, infine, tutore della figlia di Hatshepsut, Neferu-Ra, che era la seconda erede al trono dopo Thutmosis III, dimostrando così la grande considerazione in cui era tenuto a corte.

Senenmut e Neferure
Senenmut era il tutore reale, e il monumento di lui che regge una piccola Neferu-Ra lo mostra (British Museum / CC BY-SA 3.0)

Improvvisamente però Senenmut, come spesso succede, cadde in disgrazia, fu sollevato dai suoi incarichi e sparì dalla storia egiziana.

News

ANTICO EGITTO | Hatshepsut e la damnatio memoriae

Hatshepsut fu la donna-faraone che regnò sull’Egitto tra il 1473 e il 1458 a.C. Il suo nome è legato al programma edilizio culminato con la costruzione del grande Tempio di Deir el-Bahari a Tebe Ovest.

Deir el-Bahari
Deir el-Bahari, vista dall’alto

La vita

“Hatshepsut”, esclamò sua madre Ahmes dandola alla luce, ovvero “Ha il volto delle Nobili Dame”; figlia di Thutmosi I, sin da piccola si dimostrò più dotata dei suoi fratellastri, ma per accedere al trono dovette sposare il maggiore di loro Thutmosi II, debole di fisico e di mente, che la lasciò presto vedova. Assunse, allora, la reggenza al posto di Thutmosi III, ma via via andava acquistando sempre più le caratteristiche di un re: infatti, si faceva rappresentare con la barba posticcia tipica dei faraoni.

Per la sua incoronazione la regina fece scrivere un testo di carattere mitologico, nel quale giustificava il suo avvento al trono per volere degli déi; inoltre, in questo testo affermava di essere il risultato dell’unione tra sua madre e il dio Amon e che suo padre Thutmosis I l’avesse nominata suo successore prima della sua morte.

Nonostante l’apparente successo del suo regno e una sepoltura nella Valle dei Re, i monumenti a lei dedicati sono stati deturpati dopo la sua morte con una drastica damnatio memoriae, apparentemente voluta dal suo co-sovrano, nonché figliastro/nipote, Thutmosis III.

damnatio memoriae hatshepsut
Iscrizione dalla Cappella di Anubi, Deir el-Bahari: a sinistra, i nomi di Hatshepsut cancellati; a destra, quelli di Thutmosis III lasciati intatti.

Il fatto che una donna fosse divenuta faraone d’Egitto era molto insolito. Nella storia dell’Egitto, durante il periodo dinastico, ci sono state solo due o tre donne che riuscirono effettivamente a governare come faraoni, piuttosto che ad esercitare il potere come ”la grande moglie“ di un re.

Hatshepsut avviò una nuova corrente artistica, indisse una riforma teologica, amministrò, con rara efficacia, le finanze statali e organizzò spedizioni molto proficue, come quelle nella misteriosa terra di Punt, da cui le navi egizie tornavano piene di incensi e strani animali. Un attivismo che intaccava i già delicati equilibri politico-religiosi e che le procurò pericolosi nemici: il giovane pupillo, i sacerdoti di Osiride e tutti coloro che mal sopportavano l’influenza di Senenmut, il potente consigliere che, forse, fu qualcosa di più per la regina.

L’architettura

La regina operò nel tempio di Karnak, in cui fece costruire delle cappelle, un santuario per la barca sacra ed erigere due obelischi; Deir el-Bahari fu il sito prescelto dalla sovrana dove collocare il suo tempio funerario, mentre la sua tomba fu realizzata nella valle dei Re.

Il tempio funerario, noto anche come djeser-djeseru (“santo fra i santi”), è un tempio situato a ridosso delle alture rocciose di Deir el-Bahari, sulla riva occidentale del Nilo, vicino alla Valle dei Re. Esso è dedicato alla divinità solare Amon Ra e si trova vicino al tempio del faraone Montuhotep II.

Il complesso sfrutta una rivoluzionaria soluzione planimetrica di divisione della struttura su diversi livelli, in armonia con lo scenario roccioso sottostante. Il tempio è considerato il punto di maggior contatto tra l’architettura egizia e quella classica: esempio dell’architettura funeraria del Nuovo Regno, segna un punto di svolta, abbandonando la geometria megalitica dell’Antico Regno per passare ad un edificio che permetta il culto attivo.

News

ANCIENT EGYPT | Hatshepsut and the damnatio memoriae

Hatshepsut was the pharaoh-woman who reigned over Egypt between 1473 and 1458 BC. Her name is linked to the building program that culminated with the construction of the great Temple of Deir el-Bahari in West Thebes.

 

Her life

Hatshepsut, exclaimed her mother Ahmes giving birth to her, in other words “She has the face of the Noble Ladies”. Daughter of Thutmose I, from an early age she proved to be more gifted than her half-brothers, but to access the throne she had to marry the eldest of them Thutmose II, physically and mentally weak, who soon left her a widow. He then assumed the regency in place of Thutmose III, but gradually he was acquiring more and more the characteristics of a king: in fact, he was represented with the false beard typical of the pharaohs.

For her coronation the queen had a mythological text written, in which she justified her coming to the throne at the behest of the gods. Furthermore, in this text she claimed to be the result of the union between her mother and the god Amun and that her father Thutmose I had named her his successor before his death.

Despite the apparent success of her reign and a burial in the Valley of the Kings, the monuments dedicated to her were marred after her death with a drastic damnatio memoriae, apparently desired by her co-ruler and stepson or grandson, Thutmose III.

The fact that a woman had become pharaoh of Egypt was very unusual. In the history of Egypt, during the dynastic period, there were only two or three women who actually managed to rule as pharaohs rather than to exercise power as the “great wife” of a king.

Hatshepsut launched a new artistic movement, called for a theological reform, administered state finances with rare effectiveness and organized very profitable expeditions, such as those in the mysterious land of Punt, from which Egyptian ships returned full of incense and strange animals. An activism that undermined the already delicate political-religious equilibrium and that procured her dangerous enemies: the young pupil, the priests of Osiris and all those who could not stand the influence of Senenmut, the powerful adviser who, perhaps, was something more for the Queen.

 

Architecture

The queen worked in the temple of Karnak, where she had chapels built, a sanctuary for the sacred boat and erected two obelisks. Deir el-Bahari was the site chosen by the sovereign to place her mortuary temple, while her tomb was built in the valley of the Kings.

The Mortuary Temple, also known as djeser-djeseru (“holy among the saints”), is a temple located close to the rocky heights of Deir el-Bahari, on the west bank of the Nile, near the Valley of the Kings. It is dedicated to the solar deity Amun Ra and is located near the temple of Pharaoh Mentuhotep II.

The complex exploits a revolutionary planimetric solution of dividing the structure on different levels, in harmony with the underlying rocky scenario. The temple is considered the point of greatest contact between Egyptian and classical architecture: an example of the funerary architecture of the New Kingdom, it marks a turning point, abandoning the megalithic geometry of the Old Kingdom to move to a building that allows worship active.

 

Deir el-Bahari, view from above

damnatio memoriae hatshepsut
Inscription from the Chapel of Anubis, Deir el-Bahari: on the left, the names of Hatshepsut deleted; on the right, those of Thutmosis III left intact.