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NEWS | UNICT lancia un sistema per il controllo delle coste

Brevettato un sistema di monitoraggio e di “early warning”, per la valutazione ai rischi provenienti dal mare e dalle coste. Esso ha quindi l’obbiettivo segnalare con adeguato anticipo la possibilità di inondazioni, di erosioni di litorali sabbiosi e di crollo di falesie. Si tratta del progetto NEWS (Nearshore hazard monitoring and Early Warning System) sviluppato da un partenariato costituito dalle università di Catania, Kore di Enna e Malta. A queste si aggiunge il Libero Consorzio Comunale di Ragusa.

Nei giorni scorsi, il convegno “Il monitoraggio e la gestione dei rischi costieri” ha illustrato i risultati preliminari del progetto. Quest’ultimo, peraltro, è stato organizzato dagli atenei di Catania e Kore di Enna. All’iniziativa hanno partecipato relatori di primissimo piano e oltre 470 uditori.

Per coste sicure ed abitanti sereni

«La costa meridionale siciliana e le coste delle isole dell’arcipelago maltese sono sempre più esposte ai rischi provenienti dall’ambiente marino anche per gli impatti dei cambiamenti climatici – ha spiegato il prof. Enrico Foti dell’Università di Catania -. Tra l’altro, queste coste sono soggette a fenomeni di erosione dovuti a fattori naturali e antropici che favoriscono sempre più frequentemente crolli e inondazioni delle aree rivierasche».

«Il progetto, inoltre, mira allo sviluppo di sistemi di diffusione delle informazioni raccolte ed alla realizzazione di strategie di sensibilizzazione rivolte agli utilizzatori del sistema marino come diportisti, pescatori, sportivi e bagnanti» – ha aggiunto l’ing. Luca Cavallaro.

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Un momento del Convegno “Il monitoraggio e la gestione dei rischi costieri”
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NEWS | Una nuova veste per il museo di Cartagine

L’Unione europea ha stanziato 5,6 milioni di euro per il restyling del museo di Cartagine.

L’Unione europea ha stanziato 5,6 milioni di euro (18,312 milioni di dinari) per il progetto di ammodernamento del Museo di Cartagine. L’ambasciatore dell’Unione Europea in Tunisia, Marcus Cornaro, lo ha annunciato pubblicamente. L’obiettivo è quello di rendere il museo e il sito una destinazione culturale e turistica di primo piano. Attirando famiglie e stranieri, si creerà una più solida consapevolezza della ricchezza culturale della città. Il Museo di Cartagine, a seguito del piano quinquennale iniziato lo scorso novembre 2020, subirà molte modifiche nelle infrastrutture e non solo. Saranno progettati anche messaggi promozionali e un nuovo lancio di progetti commerciali per il museo. 

Il Museo di Cartagine. Fonte: Wikipedia

La dichiarazione di Marcus Cornaro ha avuto luogo durante una visita al museo di Cartagine in compagnia di molte persone rilevanti: l’ambasciatore di Francia in Tunisia André Parant, il ministro del Turismo Habib Ammar, responsabile ad interim del portafoglio degli affari culturali, il sindaco di Cartagine, Hayet Bayoudh, il direttore generale dell’Istituto nazionale del patrimonio, Faouzi Mahfouz, e da Amel Hashana, direttore dell’agenzia per la valorizzazione del patrimonio e la promozione culturale.

Il sito di Cartagine  si trova di fatto alla periferia di Tunisi, sul golfo omonimo dell’attuale capitale. Il progetto si chiama “Patrimoine 3000“, a cura di Expertise France, in partnership con il Ministero della Cultura francese e in stretta collaborazione con il Ministero degli Affari culturali tunisino. L’obiettivo è quello di rendere il museo e il sito di Cartagine una destinazione culturale e turistica di primo piano. Attirando famiglie e stranieri, si valorizzerà il patrimonio e si creerà una più solida consapevolezza della ricchezza culturale della città. 

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NEWS | Intesa San Paolo, Corso di alta formazione in gestione dei patrimoni artistico-culturali

Si tratta della prima iniziativa di Gallerie d’Italia Academy di Intesa San Paolo nell’ambito della formazione executive  “Gestione dei patrimoni artistico-culturali e delle collezioni corporate”.

L’obiettivo del corso è quello di dotare i professionisti del settore di competenze necessarie a promuovere e sviluppare forme di collaborazione tra soggetti pubblici e privati, per contribuire allo sviluppo di politiche innovative e pratiche efficaci di tutela, gestione e valorizzazione.

I destinatari

Il corso di Alta Formazione è destinato a 30 professionisti con almeno due anni di esperienza lavorativa e in possesso di laurea magistrale o vecchio ordinamento. Gallerie d’Italia Fellowship consente la partecipazione a 4 ulteriori candidati con meno di 32 anni e che abbiano conseguito un dottorato di ricerca o un diploma di specializzazione da non più di 18 mesi in discipline economiche, giuridiche e storico-artistiche attinenti al patrimonio culturale, e che non siano ancora inseriti nel mercato del lavoro.

Sede e durata delle lezioni

Fino al perdurare dell’emergenza sanitaria il corso sarà erogato in digitale tramite la piattaforma di e-learning della Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali. Gli eventuali incontri in presenza si terranno a Milano, presso le Gallerie d’Italia – Piazza Scala e a Torino, nella sede della Fondazione 1563. La didattica potrà essere integrata da visite studio di luoghi d’arte, istituzioni culturali, patrimoni aziendali e musei. Le lezioni si terranno dal 5 febbraio 2021 all’11 settembre 2021 (agosto escluso), nel fine settimana.

LEZIONI – venerdì dalle 14 alle 18, sabato dalle 9 alle 18 (a partire da venerdì 5 febbraio e a weekend alternati)

WEBINAR – venerdì dalle 17 alle 19, nei venerdì in cui non siano già previste lezioni.

Borse di studio

Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura e Fondazione Cariplo sostengono il progetto consentendo a 8 candidati meritevoli, con meno di 35 anni, di partecipare gratuitamente al Corso, coerentemente con l’obiettivo di rendere accessibile l’offerta formativa e culturale. Le richieste potranno essere inoltrate contestualmente alla domanda di ammissione.

Il corso di Alta formazione in “Gestione dei patrimoni artistico-culturali e delle collezioni corporate” è realizzato con il sostegno di Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione Cariplo, in collaborazione con Intesa Sanpaolo Formazione e Fondazione 1563 per l’Arte e la Cultura, con il contributo scientifico di Fondazione Scuola dei Beni e delle Attività Culturali. Si avvale della collaborazione di docenti universitari, professionisti, manager della cultura e d’impresa, direttori, funzionari museali e di istituzioni culturali, esperti di chiara fama e consolidata esperienza negli ambiti oggetto di studio.

Per maggiori informazioni e domanda di ammissione visitare il sito https://www.intesasanpaoloformazione.it/progetti/corso-di-alta-formazione-in-gestione-dei-patrimoni/ o mandare una mail a: academy @intesasanpaoloformazione.it

 

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NEWS | La Torre di Chia (VT) di Pasolini è in vendita

La torre di Chia, che ha costi di gestione troppo alti, potrebbe diventare un museo dedicato a Pasolini

La torre di Chia, a causa dei troppo alti costi di gestione e manutenzione, rischia di finire in mano ai privati. Gli eredi vogliono infatti venderla. Il costo? 800 mila euro. Gli attuali proprietari della torre sono Graziella Chiarcossi e suo marito Vincenzo Cerami. Graziella non ha certamente ereditato la torre di Chia da un parente qualsiasi: lei è cugina del grande intellettuale italiano Pier Paolo Pasolini. I due coniugi hanno provato in ogni modo a salvare l’edificio; infatti, nel 1999 hanno effettuato dei restauri con i ricavi della sceneggiatura di La vita è bella. Ad oggi, nonostante le varie iniziative organizzate con diverse associazioni culturali, tra cui la visita alla torre per i ragazzi del luogo durante i campi estivi, i coniugi Cerami non possono più mantenere questo importante bene e sono pronti a venderlo. 

La torre che fece innamorare Pasolini
Pasolini a Chia (Foto da piuturismo.it)

Non è difficile capire perché Pasolini fosse innamorato di questa torre. È situata a Chia, nel comune di Soriano del Cimino, vicino a un bosco ricco di querce, felci, ginestre. La Torre di Chia svetta sugli alberi dall’altezza dei suoi 42 metri, ha una particolare forma pentagonale e si appoggia a mura merlate di origine ghibellina. Le prime notizie ufficiali risalgono al 1260.  Ad oggi è conosciuta come la Torre di Pasolini, per l’affetto che il regista provava per quel magico luogo. Pasolini alla fine degli anni Sessanta scelse di utilizzare il posto per girare alcune scene de “Il Vangelo secondo Matteo”, nel 1964. Ne rimase così colpito, tanto che nel 1967 riuscì a comprare l’area, che divenne luogo di ozio, lettura e creatività.

Cercasi compratore

Graziella Chiarcossi si rivolge quindi a tutti, comprese le istituzioni, al fine di trovare un potenziale compratore. Sarebbe auspicabile che si facesse avanti  una fondazione o un istituto culturale, forse lo stesso Comune di Soriano. Il sindaco Fabio Menicacci si è dimostrato disponibile e sta valutando l’opzione di rendere la Torre di Chia un museo per esporci l’archivio di Pasolini. Se nessuna di queste possibilità verrà sviluppata, la vendita a privati sarà l’ultima, ma non preferenziale, carta che gli eredi di Pasolini giocheranno. 

 

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NEWS | Denunciato lo sfregio su un mosaico nell’area archeologica di Settecamini (RM)

Il sito archeologico di Settecamini: un gioiello che deve essere tutelato

Il sito archeologico di Settecamini fa parte del IV Municipio di Roma. E’ delimitato dai grandi assi viari di comunicazione, quali la Nomentana, la Tiburtina, la Collatina e la Prenestina. Il territorio è morfologicamente caratterizzato dal fiume Aniene, antica via d’acqua utilizzata, già dall’antichità, per il trasporto di materiale da costruzione e per l’approvvigionamento idrico. L’antica Via Tiburtina era uno dei più importanti assi viari antichi che collegava Roma all’Adriatico e nel sito archeologico di Settecamini è perfettamente conservata

Tratto della antica Tiburtina Valeria in località Settecamini (Roma). Fonte: Wikipedia
Area Archeologica di Settecamini. Strutture in opera reticolata. Fonte: Soprintendenza di Roma Capitale.

 

Il mosaico sfregiato

L’Area archeologica Settecamini, in Via Tiburtina 1467, è ormai in ginocchio per le continue azioni irrispettose dei cittadini. L’ultima eclatante “bravata” è  uno sfregio su un prezioso mosaico pavimentale di età imperiale. Quest’azione è stata scoperta ieri mattina durante un sopralluogo del Comitato di Quartiere e della Polizia Locale di Roma Capitale, chiamati sul posto per verificare lo stato di degrado e di sporcizia dell’area. Il mosaico che decora il pavimento della cosiddetta “taberna” è stato sfregiato con un’offensiva di bestemmia scritta con una bomboletta spray. La scritta è stata fatta per una parte in una zona dove le tessere del mosaico sono ormai saltate, in parte sopra alle stesse tessere.

Particolare del mosaico della taberna, prima dello sfregio. Fonte: CALCI et alia, 2000.

Un’area archeologica lasciata all’incuria

Come si evince dalla denuncia pubblica, l’accesso all’area archeologica è libero, senza recinzione. Inoltre, molte persone usano l’area come passaggio abusivo per arrivare sulla Via Tiburtina. Non c’è cartellonistica, né vigilanza. L’area è alla mercé di tutto e tutti. La zona, come si può notare anche all’uscita dell’autostrada A24, è piena di rifiuti. Questi non solo deturpano il sito, ma anche tutto il quartiere. L’area archeologica è cosparsa di sacchi, mobili, bottiglie e bicchieri: il sito è dunque un luogo di ritrovo in cui bere e festeggiare, per poi lasciarvi tutta l’immondizia. Ma questo non basta: sembra che l’area sia utilizzata spesso anche come zona in cui portare e far transitare i cani senza guinzaglio. Il fatto è testimoniato anche da una recente aggressione di un cane, completamente libero, su un bambino.

La denuncia pubblica

Lo sfregio al mosaico di età imperiale è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E’ stata quindi sporta una denuncia pubblica. Nel documento si chiariscono e descrivono le pessime condizioni del sito archeologico. Si chiede inoltre di cancellare immediatamente la vergognosa scritta sul mosaico e che quest’ultimo venga restaurato. Si chiede infine di mettere in condizione di sicurezza l’area archeologica con recinzioni, cartellonistica e telecamere. Si auspica inoltre che questa sia l’occasione per creare un nuovo programma di valorizzazione del sito.

 

Bibliografia

C. CALCI, M. GRANDI, A. BIGLIATI, «Mosaici dalla via Tiburtina», in Atti del VI Colloquio dell’Associazione Italiana per lo Studio e la Conservazione del Mosaico, Ravenna 2000, pp. 211-224.