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NEWS | Guido Reni, il dipinto perduto ritorna alla Galleria Borghese

All’interno degli inventari e delle descrizioni della collezione di Scipione Borghese risulta da sempre un dipinto, Danza Campestre di Guido Reni. Il dipinto era comparso sul mercato antiquario a Londra nel 2008, riferito ad un anonimo artista bolognese. L’individuazione del dipinto negli inventari è stata fondamentale per l’attribuzione a Guido Reni. Nel marzo 2020 era stato esposto alla TEFAF (The European Fine Art Fair) presso la Galleria Fondantico e solo di recente l’opera ha fatto ritorno alla collezione originaria. La Galleria Borghese  ha nuovamente acquisito la tela al costo di circa 800 mila euro.

Danza Campestre

Il dipinto è datato al 1601-1602 circa. Ha per soggetto una festa campestre, organizzata da un gruppo di contadini e presenziata dalle dame e dai signori del luogo, che danzano al suono del liuto e della viola da braccio. Il tutto immerso in un paesaggio collinare in cui sono presenti castelli, casali e una piccola chiesa. Nel cielo, scuro e nuvoloso, il pittore inserisce un dettaglio, quasi a voler dimostrare la propria abilità. Sulla superficie della tela, infatti, si posano due mosche, come se l’artista volesse indurre l’osservatore a scacciarle con la mano.

Danza Campestre (© Galleria Borghese)
 
Guido Reni e le opere per il Cardinale

La documentata provenienza di questo dipinto dalla collezione di Scipione Borghese e il suo rinvenimento consentono di precisare la fondamentale importanza della committenza Borghese per Guido Reni – si legge sul sito della Galleria Borghese. Il Cardinale desiderava fare di Reni il suo pittore di corte. Era considerato, dopo la morte di Annibale Carracci, l’artista più importante presente sulla scena romana. A lui la famiglia Borghese, nella persona del papa Paolo V, affidò gli affreschi della Cappella Paolina in Santa Maria Maggiore e uno dei suoi massimi capolavori, l’Aurora nel Casino ora Pallavicini-Rospigliosi, quando questo era la prima impresa edile e residenza del Cardinale Scipione Borghese.

Dopo il suo arrivo in Galleria e appena possibile, in accordo con le decisioni sulla riapertura dei Musei, il dipinto verrà presentato al pubblico in una cornice di iniziative che ne illuminino l’origine e il suo posto nel contesto romano di primo Seicento.