È possibile partecipare con un massimo di due poesie.
Le tracce della sezione di fotografia
“Love art, Street Art!”;
“Antichità insanguinate. Crimini contro il patrimonio culturale”.
Per la sezione di fotografia varrà il voto della giuria, ma anche i like ricevuti su Facebook e si può partecipare con un massimo di tre fotografie.
In palio ci sono shopping card Amazon da 50 euro, trofei e riconoscimenti di merito.
Come partecipare
Per partecipare si consiglia di consultare il sito del Premio a questo link e ilbando. Poesie e foto devono essere inviate all’indirizzo email elaborati@premiofilangieri.it. Per informazioni scrivere a info@premiofilangieri.it.
Date sfogo alla vostra arte, avete tempo fino al 31 luglio 2021!
«“The Phair”– un neologismo che è un manifesto, sintesi di Photography e Fair– è un appuntamento annuale dedicato alla fotografia, all’immagine come evento concettuale prima che tecnico e descrittivo del reale». Così l’organizzazione presenta un appuntamento imperdibile per tutti gli appassionati d’arte contemporanea e fotografia.
Inizialmente in programma per la fine di maggio, sembra, invece, che la fiera si terrà dal 18 al 20 giugno 2021. Un rinvio che prevede la fruizione di un evento per come è sempre stato, in presenza. «È un segnale importante per l’Italia, un punto di ripartenza per un settore che ha molto sofferto», commenta Roberto Casiraghi, ideatore della fiera insieme a Paola Rampini.
Un’italianità che incontra il mondo
La manifestazione avrà luogo all’interno del Padiglione 3 di Pier Luigi Nervi, a Torino Esposizioni, nel Parco del Valentino. Uno spazio di quattromila metri ospiterà, così, 50 importanti gallerie d’arte contemporanea italiane che lavorano in Italia o all’estero. Sarà, dunque, un inno all’italianità che incontra il mondo. Si tratta di un evento dedicato non solo ai fotografi in senso stretto, ma soprattutto agli artisti che usano la fotografia per esprimere la propria arte. Infatti, The Phair si rivolge ad alcune gallerie d’arte contemporanea che presentano dei progetti artistici legati al tema dell’immagine e opere create con materiale fotografico o video. Ci sarà la partecipazione anche di molti collezionisti piemontesi. Con il programma Collector on air, si racconteranno in brevi interviste, aneddoti e curiosità.
The Phair, inoltre, ha una sezione fotografica visitabile online, Torino Photo Tales, una raccolta virtuale di immagini presentate dalle gallerie che partecipano a questo progetto. Si tratta di una raccolta collettiva di immagini, un’inedita finestra sul panorama artistico nazionale e internazionale della fotografia. Su questa scia, in occasione della fiera è prevista una settimana dedicata alla fotografia, Torino PhTo Days.
Riceviamo e pubblichiamo la riflessione della studentessa Irene Paino che ripercorre le tappe più importanti della storia della fotografia, dalla nascita ai giorni nostri.
“La fotografia è l’arte di mostrare di quanti istanti effimeri la vita sia fatta”, così scriveva Marcel Proust. Credo sia proprio questo l’obiettivo di una grande disciplina artistica e culturale come la fotografia, che molto spesso viene oscurata, soprattutto nel mondo moderno, macchiandosi di etichette e pregiudizi. Se in passato questa materia veniva definita una novità, ad oggi la sua importanza su molteplici aspetti viene ridotta ad una banalità. La grandiosità del ‘’saper fotografare’’ dal 9 luglio 1839, anno di nascita ufficiale della fotografia, ha subito diversi sviluppi e rivoluzioni anche nell’ambito scientifico, riuscendo ad insediarsi nella vena storica mondiale e coinvolgendo situazioni e personaggi importanti. Infatti la foto che con molta facilità e spensieratezza facciamo stampare dal fotografo di fiducia ha delle radici più profonde.
Joseph Nicéphore Niépce è considerato il padre della fotografia, proprio grazie alla sua figura inizierà il grande processo rivoluzionario di questa disciplina con il metodo dell’eliografia. Attraverso la sovrapposizione di un negativo su una carta sensibile e successivamente esposto all’azione di una luce artificiale o solare, si otteneva la struttura dell’immagine. Una delle più antiche eliografie prodotte dallo stesso Nièpce, oggetto di mostra al Musée Maison Nicéphore Niépce, fu ‘’Vista dalla finestra a Le Gras’’. Solo più tardi il grande ricercatore francese aderì all’utilizzo della camera oscura, anche detta camera ottica, cioè un sistema che consentiva la proiezione sul retro delle fotografie. Motivo per cui ancora oggi gli apparecchi fotografici vengono definiti ‘’camere’’.
Il dagherrotipo è invece una funzionalità che nacque nel 1840 dalla collaborazione tra il chimico Louis Daguerre e Joseph Nicéphore Niépce: mediante una lastra di rame, a cui veniva subordinato uno strato di argento, e dei vapori, prima di iodio e in seguito di mercurio, la raffigurazione prendeva forma. Purtroppo questo metodo, nonostante ebbe una grande diffusione, perse interesse in quanto molto impegnativo e fu sostituito da nuovi processi: la calotipia, introdotta da William Henry Fox Talbot nel 1841 (che consentiva la riproduzione delle immagini con la tecnica del negativo/positivo), la ambrotipia, attuata dall’inglese Frederick Scott Archer nel 1849 (realizzazione di foto su lastre di vetro), e la ferrotipia, ovvero stampe riportate su materiale di alluminio, ferro o latta, prodotta nel 1853 dal francese Adolphe Alexandre Martin.
Certamente tutto ciò rappresenta solo una breve sintesi dello sviluppo di questa disciplina che sfocia anche in un repertorio storico non indifferente, ricordiamo a tal proposito la guerra di Crimea che fu seguita dal fotografo Roger Fenton. Foto e riprese che riguardano le guerre mondiali rappresentano per noi delle fonti importanti. Gradualmente si iniziò a fare della fotografia un potente meccanismo di informazione culturale, favorendo così la nascita di grandi industrie. In Italia citiamo ad esempio i fratelli Alinari e Giorgio Somer. Si svilupperanno in tutta Europa centri d’incontro, club e associazioni con obiettivo comune: migliorare questo nuovo modo di apprendere l’arte in tutte le sue forme e portarlo alla luce. Fotografare non è solo saper applicare delle tecniche specifiche in base al contesto o pubblicare una bella foto sui social, ma far trasparire dei dettagli che, seppur minimi, fanno la differenza. La bravura di un fotografo sta proprio nel cogliere l’attimo e la spontaneità dei secondi che quotidianamente sfuggono alla nostra coscienza.
L’armonia delle forme, cioè della manifestazione del bello attraverso una propria rappresentazione della realtà, è una tematica che sicuramente viene prodotta anche da altre forme artistiche come la scrittura, il disegno e spesso riguarda perfino discipline sportive come la danza. Nel momento in cui tutto ciò combacia e si equilibra percorriamo inevitabilmente la sostanza dell’esistenza umana, che in questi casi è magicamente sovrastante. Le fotografie attualmente vengono utilizzate anche nello studio della psiche umana e stimolano delle percezioni così intime e personali grazie alle quali è possibile spaziare ancora in una conoscenza più ampia del mondo. Quando parliamo di fotografia, dunque, non minimizziamo questa grande lente d’ingrandimento, piuttosto pensiamo che non è da tutti saper guardare la realtà da una prospettiva diversa. Uno scatto può diventare storia e – come riportava il titolo di un famoso programma televisivo ideato nel 1997 e diretto da Renato Parascandolo – “La storia siamo noi”.
Lo street artist francese JR stupisce con una nuova installazione sulla facciata di Palazzo Strozzi a Firenze. L’artista porta all’attenzione del pubblico la situazione dei luoghi di cultura durante la pandemia. L’opera, intitolata “La Ferita”, rappresenta un enorme squarcio sulla facciata del Palazzo.
Costruita come un gioco illusionistico, l’installazione permette di vedere all’interno del palazzo, permette di accedere con lo sguardo alle sue stanze e ai suoi tesori temporaneamente inaccessibili. Si possono scorgere il colonnato del cortile, un’immaginaria sala espositiva con i quadri della Primavera e della Nascita di Venere del Botticelli, e una biblioteca. JR ha realizzato questa enorme installazione servendosi di una tecnica da egli stesso ampiamente utilizzata: un collage fotografico in bianco e nero, alto 28 metri e largo 33.
Significato dell’opera di JR
La colossale opera dell’artista francese, famoso per i suoi progetti dall’impatto invasivo e di protesta, vuole portare l’attenzione su un tema estremamente attuale e spesso complesso: la cultura ai tempi del Covid-19.
L’inaccessibilità ai luoghi di cultura, la chiusura di musei, ma anche di teatri e cinema lascia spazio alla nostalgia, al ricordo dei luoghi, e all’immaginazione degli stessi. È per questo motivo che “La Ferita”, apre la visione su un interno in parte reale, in parte solo immaginato. Immaginato proprio perché oramai inaccessibile.
Dice l’artista: “E’ un piacere essere qui. Questa opera risveglia tante cose in tutti noi e quello che mi interessa è che ognuno la interpreterà in base alla sua storia, ognuno avrà una lettura differente. Un’opera del genere resta per pochi mesi, ma la sua immagine resterà nella testa delle persone anche in futuro e penso che anche quando non ci sarà più le persone che l’hanno vista andranno a vedere cosa c’è dietro a quel muro”.
Il Museo dell’Ara Pacis riapre con la mostra dedicata al fotografo ceco Josef Koudelka, dal titolo “Radici. Evidenza della storia, enigma della bellezza”. Dal 1° febbraio fino al 16 maggio 2021.
Tappa unica in Italia, la mostra documenta, con più di cento foto di grande formato, il viaggio fotografico di Koudelka; un viaggio alla ricerca delle radici della storia attraverso i siti archeologici più importanti del Mediterraneo. Un progetto portato avanti per oltre trent’anni.
Nella splendida cornice del Museo dell’Ara Pacis, le fotografie di Koudelka, esposte in dialogo con uno dei monumenti più significativi della prima età imperiale. Gli scatti acquistano un valore forte, in un rapporto di rimandi e di echi di una memoria che a Roma riesce a diventare presente.
Koudelka rappresenta le vestigia antiche attraverso una tensione eterna tra ciò che si può vedere e ciò che resta nascosto, cifra caratteristica del suo stile.
Gli scatti in bianco e nero sono realizzati tra Siria, Grecia, Turchia, Libano, Cipro (Nord e Sud), Israele, Giordania, Egitto, Libia, Tunisia, Algeria, Marocco, Portogallo, Spagna, Francia, Albania e Italia. Accompagnano il visitatore in una riflessione sull’antico, attraverso gli occhi del fotografo.
Promossa da Roma Culture, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, Contrasto e Magnum Photos. Organizzata da Contrasto e Zètema Progetto Cultura, con la collaborazione di Villa Medici, Académie de France à Rome e Centro Ceco.
La retrospettiva è accompagnata dal volume Radici pubblicato da Contrasto.
Lo scopo principale è far conoscere ai turisti, nazionali e internazionali, le bellezze del Patrimonio Culturale territoriale, tra cui la propria sede, la Parrocchia “Immacolata e Sant’Antonio” di Cercola, un tempo Cappella dei Principi Filangieri di Napoli:
“Siamo davvero felici ed orgogliosi di essere giunti alla terza edizione! Questo concorso, che coinvolge adulti e bambini, mira alla conoscenza e alla valorizzazione del Patrimonio culturale materiale e immateriale di Napoli e provincia, ponendo tracce tanto profonde da fungere come mezzo di denuncia non solo della condizione odierna nella quale versano i nostri giovani senza lavoro e privati dei sogni, ma anche dell’incuria e dell’abbandono in cui versano i nostri più preziosi monumenti. Il nostro obiettivo, dunque, è porre le basi di una tutela e di una sensibilizzazione più forte sul territorio, per preservare la memoria del passato e tramandarla ai posteri.” Questa la dichiarazione del Dott. Giancarlo Piccolo, scrittore e autore di “Cappella Filangieri. Indagini sulla Parrocchia Immacolata e Sant’Antonio-Cercola”, che da anni si occupa di studio e divulgazione storica e archeologica.
I partecipanti potranno presentare poesie e fotografie edite o inedite, inerenti alle tematiche annuali sancite dagli organizzatori. L’equipe del Premio è infatti composta dalla dott.ssa Ilaria Guardasole, dalla dott.ssa Anna Falco, dal dott. Fabio Germino e dal dott. Mattia Esposito, figure impegnate costantemente nell’ambito del giornalismo e dei beni culturali.
Per quanto riguarda la poesia, in lingua italiana o napoletana, i componimenti dovranno rappresentare i “Sogni senza voce”, esprimendo l’impossibilità di poter coltivare i propri sogni al giorno d’oggi. La seconda sezione poetica richiede agli autori di esprimere la bellezza del Parco Nazionale del Vesuvio con il tema “Il Vesuvio. Il Gigante che abbraccia la città”.
Per la sezione fotografica, invece, una delle tracce proposte è “Love art, Street art”, un ambito artistico in crescita nel territorio urbano di Napoli. Il secondo tema fotografico verte sulla denuncia: “Antichità insanguinate. Crimini contro il Patrimonio Culturale”, per dar voce a contesti in stato di degrado e abbandono in cui sono numerosi Beni Culturali del territorio.
L’evento, che avrà inizio il 1 Febbraio 2021, terminerà nel mese di Luglio. Ai vincitori saranno consegnati non solo buoni Amazon dal valore di 50 €, ma anche targhe e trofei. Il concorso non prevede alcuna quota di partecipazione.
Il Premio Cesare Filangieri promosso dall’Ente Ecclesiastico “Immacolata e Sant’Antonio”, con il patrocinio del Comune di Cercola, del Comune di Napoli e dell’Ente Parco Nazionale del Vesuvio, vanta in giuria grandi nomi del mondo culturale.
Tra questi la Dott.ssa Antonella Ferraro, assessore alla cultura del Comune di Cercola e il Dott. Francesco Amoruso, scrittore e cultore della materia di Letteratura Italiana moderna e contemporanea all’Università di Napoli “Federico II”.
Presente anche la Dott.ssa Angela Marmolino, collaboratrice della collana istituzionale “Percorsi D’Arte” con la Soprintendenza di Napoli e Provincia e responsabile della Biblioteca di Cultura Vesuviana di “Padre Alagi”.
Inoltre, ci sarà la presenza straordinaria del Dott. Marco Perrillo, giornalista di “Il Mattino” e autore di “Misteri e Segreti dei quartieri di Napoli”.
La Cappella Filangieri, sede storica del Premio
Il Premio Cesare Filangieri deve il suo nome al padre del giurista illuminato Gaetano Filangieri, Cesare Filangieri.
Il Principe Cesare Filangieri trascorreva le giornate estive al casino di Cercola, sub umbra quercus, sotto l’ombra di una quercia. È proprio dalla secolare quercia che la città di Cercola trae il suo nome. Tale toponimo avrebbe radici proprio dove sorge la Cappella Filangieri, dove è presente, come testimonianza, un’antica epigrafe.
“ELICIO SACRATA IOVI FORTISSIMA QUERCUS, HIC STETERAT VILLAE NOMEN ET OMEN ADEST”
Epigrafe (1775)
Protagonista nel 2019 della XXV edizione del “Maggio dei Monumenti” e delle “Giornate Europee del Patrimonio” 2019 e 2020, la parrocchia, ex Cappella dei Principi Filangieri, conserva il suo patrimonio storico-artistico immutato. Tra i preziosi beni di interesse storico-artistico, citiamo la tela San Francesco da Paola, oggi in restauro grazie ad una campagna di crowdfunding e forse dono del Re di Napoli Ferdinando IV.
La chiesa-museo conserva al suo interno anche la cripta funeraria, luogo di sepoltura di principi e fedeli, visitabile su prenotazione.
Cripta Funeraria dell’Ex Cappella dei Principi Filangieri
Foto storica dell’Ex Cappella dei Principi Filangieri e interno della Parrocchia “Immacolata e Sant’Antonio”, ex Cappella dei Principi Filangieri
Compianto sul Cristo Morto, anonimo del XVII secolo.
Il Museo Civico Antonio Collisani di Petralia Sottana (PA) si aggiudica la vittoria dell’avvisoStrategia Fotografia 2020; l’avviso, emanato dalla Direzione Generale Creatività Contemporanea (Dgcc) del MIBACT, proponeva la promozione e la valorizzazione della memoria fotografica in Italia e all’estero. La fotografia è intesa come patrimonio storico e linguaggio contemporaneo, memoria, espressione e comprensione del reale, utile all’inclusione e all’accrescimento di una sensibilità critica autonoma da parte dei cittadini, come si leggeva nell’avviso.
Locandina dell’avviso MIBACT
Il progetto
L’avviso prevedeva quattro linee di azione relative a: acquisizione, committenza, conservazione e valorizzazione del patrimonio fotografico, storico e contemporaneo, in Italia e all’estero.
Il progetto del Collisani occupa il quarto posto nella graduatoria nazionale con il titolo Madonie_Paesaggi. 1973/2021. Il Comune di Petralia Sottana è, in convenzione con l’Ente Parco delle Madonie e l’Accademia di Belle Arti, partner del progetto; le fotografie sono commissionate ad autori contemporanei.
Una delle fotografie patrimonio storico e memoria (Palermo Today)
I partecipanti lavoreranno in residenze d’artista a Petralia Sottana, per svolgere attività di incontro con la comunità, con gli studenti dell’Accademia di Belle Arti di Palermo e con le scuole del territorio. Infatti, sono previsti incontri, talk, seminari e attività didattiche. Il progetto si svolgerà lungo tutto l’anno, in modo da tenere sempre alta l’attenzione sulle attività del museo e sulla programmazione delle residenze.
Inoltre, al progetto saranno abbinate anche le realizzazioni di mostre con la tematica del paesaggio, cercando sempre una relazione con le opere fotografiche contemporanee e la progettazione educativa – rivolta alle scuole del comprensorio -, basata sul concetto di paesaggio.
Madonie Paesaggi, una delle immagini (Guidasicilia)
Il nuovo progetto verrà valorizzato in un ampio ambito europeo grazie alla realizzazione di un libro e all’influenza dei principali autori provenienti dal Nord Italia, dalla Germania e dal Portogallo; gli autori invitati sono: Paulo Catrica (fotografo e docente in Accademia di Belle Arti a Lisbona), Guido Guidi (fotografo e docente in varie università italiane), Maria Vittoria Trovato e sei autori del gruppo Presente Infinito.
DUAFOTO ITALIA è un nuovo spazio virtuale completamente dedicato alla fotografia contemporanea, che si propone di presentare l’Italia attraverso immagini.
Lo stop imposto dall’attuale situazione sanitaria ha dato modo a Juljan Kaci, giovane programmatore, di creare una nuova occasione di rilancio della nostra penisola. Il progetto nasce a Siena, dove Kaci ha dato vita alla sua galleria fotografica e da qui ha pensato di ampliare il suo progetto.
Fiume Alcàntara con l’Etna sullo sfondo, Sicilia (Fonte DUAFOTO ITALIA)
L’Italia virtuale
Si tratta di una sorta di museo virtuale che propone gli scatti dei fotografi che desiderano mostrare i loro lavori all’interno di una vetrina libera e gratuita. Ognuno dei fotografi ha proposto a DUAFOTO ITALIA una serie di scatti selezionati, su cui è possibile cliccare per accedere alla scheda autore e alla sua biografia.
Ma non è presente solo la fotografia paesaggistica. DUAFOTO ITALIA propone scatti still life (foto di oggetti inanimati attraverso una particolare tecnica fotografica) che, dal design alla moda, dalla cucina all’artigianato, raccontano di quel genio italiano che ha reso il made in Italy grande nel mondo (DUAFOTO ITALIA).
Un calice di vino tra le colline toscane (Fonte DUAFOTO ITALIA)
Luoghi, persone, tradizioni, stili di vita […] DUAFOTO ITALIA offre un racconto contemporaneo del rapporto tra uomo e paesaggio: un itinerario tutto italiano che muove dalla bellezza eterna di luoghi e monumenti e arriva alla capacità di creare stili di vita – dice DUAFOTO ITALIA.
Un progetto in continua evoluzione, condiviso e partecipato che permette di apprezzare stili e linguaggi artistici diversi. Si tratta, inoltre, di un progetto a cui si può decidere di partecipare non solo da spettatore, ma anche da fotografo. Chi volesse prenderne parte può trovare le istruzioni per l’iscrizione a questo sito o, in alternativa, contattare DUAFOTO ITALIA scrivendo a info@duafotoitalia.it o telefonando al numero 327 074 1449.
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