Fondali

News

NEWS | Iniziate le indagini sul relitto romano di Ustica (PA)

Sono iniziate nei fondali di Ustica (PA) le attività di rilievo 3D e documentazione del relitto della nave romana. La nave era stata trovata integra a 200 metri dalla costa e a 80 metri di profondità. Il ritrovamento è avvenuto in occasione del posizionamento sul fondale del “Cuore di Sebastiano”, un’opera di marmo realizzata da Giacomo Rizzo in memoria del compianto assessore ai Beni Culturali Sebastiano Tusa. Oltre al relitto, durante le ricerche effettuate con il batiscafo e con operazioni di immersione, l’altofondista Riccardo Cingillo aveva individuato anche un cumulo di anfore. L’assessore ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana, Alberto Samonà, ha analizzato gli studi propedeutici alla realizzazione della missione, approntando le risorse necessarie per l’avvio della campagna di indagini strumentali e visive.

ustica
Rilievo 3D del relitto di Ustica (PA) – Regione Siciliana, Assessorato ai Beni Culturali e all’Identità Siciliana
Le parole di Samonà e di Li Vigni in vista delle indagini

L’assessore Samonà sottolinea come «Gli studi sul relitto che si trova nell’itinerario della Falconiera e il recupero di alcune anfore, per definire con esattezza la datazione, sono motivo di soddisfazione e testimoniano ancora una volta il potenziale sommerso che fa del Mediterraneo uno scrigno di preziose testimonianze storiche; documentano la centralità della Sicilia nelle rotte commerciali e non solo in antichità. Ritrovamenti come quest’ultimo di Ustica ci aiutano ad arricchire sempre più di dettagli un quadro di informazioni che si rivela ricco e interessante. Stiamo vivendo una stagione preziosa per la Sicilia dove, grazie all’impulso fornito dal governo regionale, la ricerca condotta sia in terraferma che in mare si sta rivelando ricca di suggestioni e di nuove promesse».

ustica
L’assessore Alberto Samonà durante il restauro del “Rostro Egadi 17”, individuato da Tusa

All’indagine parteciperà un team internazionale con la presenza anche di altofondisti siciliani guidati dallo stesso Cingillo. Il recupero vede la partecipazione del Dipartimento di studi classici e archeologia dell’Università di Malta diretto dal professore Timmy Gambin, che ha preso parte con il proprio team di esperti. Contributo offerto anche da parte  del nucleo sommozzatori del Reparto Operativo Aeronavale della Guardia di Finanza di Palermo, guidato dal Comandante Riccardo Nobile.

La soprintendente Valeria Li Vigni durante l’intervista per le indagini sul relitto di Ustica (PA) – foto: Soprintendenza del Mare

La Soprintendente del Mare Valeria Li Vigni si è così espressa: «Sono state operazioni impegnative ed emozionanti, che ci hanno consentito di lavorare in team con l’Università di Malta e di realizzare un’interessante documentazione video-fotografica, a 360 gradi con rilievi in 3D del relitto. Durante le immersioni sono stati installati idrofoni subacquei in collaborazione con il CNR di Capo Granitola. Sono molto grata a tutto il team della Soprintendenza del Mare che ha operato con la consueta professionalità, testimoniando come questo lavoro non possa svolgersi senza una forte carica ideale e di entusiasmo. Con la passione e la professionalità che ci ha trasmesso Sebastiano Tusa, abbiamo riunito le più alte professionalità nel campo della ricerca strumentale in alto fondale documentando il primo relitto romano integro trovato a Ustica a 80 metri che verrà musealizzato in situ».

Immagine di copertina: La soprintendente Li Vigni con tutti gli esperti che hanno collaborato alle indagini – foto: Soprintendenza del Mare.

News

ARCHEOLOGIA SUBACQUEA | Il mare fonte di vita e cultura

Amando la cultura della nostra terra, non potevamo non dare uno sguardo, ampliando il nostro interesse, a quel “Blu” che avvolge l’amata isola; la finalità è quella di porre la conoscenza dei nostri fondali in termini di “musei naturali”, valorizzandoli affinché diventino un incentivo alla scoperta – e alla riscoperta – di queste meraviglie.

La Sicilia, bagnata da nord a sud da un velo di mare meraviglioso, presenta, in sé, un grande riscontro biologico ed ecologico di pluri-diversità autoctone e non, che enunceremo in breve. Le specie e i fondali, che si interscambiano, per struttura e conformità, lungo le coste siciliane, rappresentano uno dei più affascinanti “acquari naturali” del mondo.

I fondali siciliani danno riparo e vita a una miriade di specie acquatiche, le quali vivono, da sempre, come quel macro-organismo che lo compone. Quest’isola mediterranea, la più grande, è scenario dell’incontro di “due mari”, lo Ionio e il Tirreno, che si “fondono” nelle acque dello stretto di Messina, mitologicamente conosciuto come lo stretto di Scilla e Cariddi.

Oltre alla bellezza, che si rispecchia nelle loro cristallinità antistanti, queste coste rappresentano la giacenza storica di centinaia e migliaia di anni di cultura. Ciò fa sì che i fondali diventino dei musei non istituzionalizzati, i cui reperti sopravvivono in acqua anche grazie ai fattori chimici e fisici del mare. Tale rubrica ben si accosta agli obiettivi culturali dell’associazione Archeome, poiché affronterà tematiche che potrebbero condurre le persone a innamorarsi di questo meraviglioso ambiente, troppe volte sottovalutato e sfruttato. Obiettivo primario è, quindi, quello di  incrementare l’interesse e la salvaguardia dell’integrità dei suoi fondali e dei suoi tesori.