Il primo, Eis Pegas – Alle Sorgenti è un docufilm di Andrea Giannone sul sito rupestre di Cava d’Ispica (RG). Sul grande schermo affascinanti sopralluoghi nella Cava Ispica, tra grotte antichissime, catacombe dei primi cristiani, antiche iscrizioni greche, affreschi bizantini e una natura rigogliosa. La proiezione sarà dedicata alla memoria di Anna Maria Sammito, archeologa di Modica, prematuramente scomparsa.
A seguire Sicilia Grand Tour 2.0, docufilm di Lorenzo Daniele che, sulle tracce degli acquerelli e dei racconti di Jean Houel, racconta il viaggio contemporaneo di un giovane studente universitario sulle rotte del Grand Tour del Settecento.
Conclude il cinema archeologico I leoni di Lissa, film diretto da Nicolò Bongiorno, con spettacolari riprese subacquee alla scoperta di dettagli e memorie una pagina dimenticata dell’Unità d’Italia: la battaglia di Lissa del 1866.
La pandemia, nel 2020, aveva messo in pausa le grandi celebrazioni in occasione dei 500 anni dalla morte di Raffaello Sanzio (1483-1520). E, proprio per questo, Sky e Nexo Digital ricominciano da dove avevano interrotto: la Grande Arte al Cinema riparte con Raffaello. Il giovane prodigio. L’evento si propone di celebrare l’artista urbinate ripercorrendone arte e vicende umane; lo farà affidando il compito alla protagonista della sua vita: la pittura. Quella di Raffaello è una pittura potente, capace di attraversare i secoli e di offrire sempre nuove emozioni.
Il docufilm, diretto da Massimo Ferrari e prodotto da Sky, sarà presente nelle sale italiane (quil’elenco dei cinema) solo nelle date del 21, 22 e 23 giugno. Raffaello. Il giovane prodigio racconta, con la voce narrante di Valeria Golino, la vita e le opere di Raffaello a partire dai suoi ritratti femminili; segue una prospettiva inedita data dal ruolo della donna nella vita dell’artista: la madre, l’amante, la committente, la dea. Sky e Nexo Digital sono, inoltre, fieri di annunciare che, tra le numerose riprese in altissima definizione delle opere, spiccano anche quelle realizzate ad alcune opere custodite all’interno delle Scuderie del Quirinale in occasione della mostradello scorso anno, Raffaello 1520-1483.
Il docu-film
«Raffaello. Il giovane prodigio pone l’accento sulla metamorfosi artistica del pittore e sulla sua capacità di far evolvere la propria arte senza mai ripetersi», così presenta il film la Nexo Digital. «A otto anni Raffaello perse la madre. Secondo la leggenda, il padre, Giovanni Santi, ritrasse la moglie Magìa nelle vesti di una Madonna che fa addormentare il proprio bambino; ha mantenuto così vivo nel figlio il suo ricordo. La Madonna e il bambino diventano così temi portanti di tutta la carriera di Raffaello e, insieme ai ritratti femminili, sono quelli che meglio raccontano la sua straordinaria abilità di interpretare la bellezza. La sua ricerca parte da figure realmente esistite per approdare a una bellezza ideale che culmina nella realizzazione della Galatea, la ninfa che racchiude in sé le parti più belle di ogni donna».
Sky e Nexo Digital si sono avvalse della consulenza di numerosi esperti, tra cui Vincenzo Farinella, professore ordinario di Storia dell’Arte Moderna all’Università di Pisa e consulente storico-scientifico del progetto. E, ancora, interverranno Lorenza Mochi Onori, storica dell’arte ed esperta di Raffaello, Giuliano Pisani, filologo classico e storico dell’arte italiana, Ippolita di Majo, sceneggiatrice e storica dell’arte e Gloria Fossi, storica dell’arte medievale e moderna. Il racconto, inoltre, prenderà vita grazie alle animazioni dell’illustratore Giordano Poloni, che accompagneranno lo spettatore in un mondo evocativo e sognante, tra arte, leggenda, realtà e mito.
Immagine in copertina: Madonna Sistina, dettaglio. Di seguito il trailer del docu-film.
Con Ascanio Malgarini e Christian Bisceglia alla regia, il thriller gotico sovrannaturale “Cruel Peter” è il terzo film più visto su RaiPlay. In esclusiva streaming dal 21 maggio, continua ad avere, dunque, un ottimo riscontro sulle visualizzazioni debuttando sulle principali piattaforme: Amazon Prime in America e Netflix nel Regno Unito e con ben 60 Paesi che ne hanno acquistato i diritti.
“Cruel Peter” è ambientato a Messina, alla vigilia del catastroficoterremoto del 1908. Nella villa degli Hoffmann, commercianti inglesi, si consuma un’altra tragedia: Peter, un ragazzino viziato e prepotente, viene rinchiuso in un luogo impenetrabile dal figlio del giardiniere. Cento anni dopo (ai giorni nostri) l’archeologo inglese Norman giunge a Messina con la figlia per restaurare il Cimitero Monumentale, ricostruendo quindi la secolare storia di Peter.
Qui il link, dunque, non possiamo fare altro che augurarvi una buona visione!
La seconda guerra mondiale non era ancora finita, anzi, quando nel 1943 l’allora presidente USA, Franklin Delano Roosvelt, istituì un nuovo corpo militare “speciale”. Armato si ma con obiettivi assai diversi da quelli dei corpi speciali tradizionali, venne chiamato MFAA (Monuments, Fine Arts and Archives) e si compose di oltre 100 tra esperti d’arte, collezionisti, direttori di musei, bibliotecari e architetti. Persone tutte che il destino – fortunatamente – aveva tenuto lontano dall’orrore dei campi di battaglia europei ma che risposero alla chiamata senza esitazione a fianco di quelle truppe che avrebbero liberato, una dopo l’altra, Napoli, Roma, Parigi, Amsterdam, e Bruxelles.
A questi uomini d’arte l’umanità deve tanto: la possibilità ancora oggi di poter ammirare opere di Donatello, Michelangelo, Raffello, Rembrandt, van Eyck e Vermeer, scoperti e salvati dalle bombe o dalla distruzione che Hitler sul finire del conflitto, prima di suicidarsi nel bunker di Berlino, aveva ordinato. Innumerevoli le missioni dalla Sicilia all’Olanda che hanno impegnato gli uomini della MFAA e che il film “Monuments Man” racconta magistralmente. Uscito nel 2014 prodotto e diretto da George Clooney (che è anche sceneggiatore), il film narra fedelmente alcune delle vicende della MFAA non senza prendersi qualche libertà (alcuni nomi dei protagonisti sono diversi da quelli reali). Reale è Frank Stokes – interpretato da Clooney – ideatore del corpo speciale che nel film vede anche le interpretazioni di Matt Damon, Cate Blanchett e Bill Murray.
Protagonista indiscusso del film il Polittico dell’Agnello Misticodi Jan Van Eyck. Opera monumentale e capolavoro assoluto d’arte fiamminga dipinto tra il 1426 e il 1432 per la cattedrale di San Bavone a Gand. È proprio grazie agli uomini di Clooney – anzi di Stokes – che ancora oggi ognuno di noi può avere la possibilità di perdersi in quelle tavole rimaste proprio nella cattedrale di Gand. Tra le altre opere che appaiono nel film c’è anche la Madonna col Bambino di Michelangelo che i tedeschi avevo sottratto dalla chiesa di Nostra Signora a Bruges e nascosta in una miniera di rame (che si scoprirà essere una riserva aurea con oltre 100 tonnellate d’oro) con l’intento di distruggerla. Missione fallita – grazie al cielo – dei nazisti, compiuta invece dagli eroi della MFAA.
Insomma un film che offre un racconto preciso degli avvenimenti – come fa il libro omonimo di Robert Edsel da cui è tratto – almeno di quelli avvenuti in Francia e in Belgio tra l’autunno del 1944 e l’inverno del 1945. La storia della MFAA, di Stokes e dei suoi, è molto più ampia e toccò profondamente anche le sorti di innumerevoli capolavori anche nel nostro paese (rimane l’amarezza di aver perso l’abbazia di Montecassino distrutta dai bombardamenti anglo americani durante l’avanzata della IV armata da Salerno a Roma).
Da aprile del 2020 il Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini prometteva un «Netflix della cultura». La conferma ufficiale è arrivata in pieno lockdown e “ItsArt” è il nome della società per azioni costituita a Roma il22 dicembre scorso; dunque, la nuova società è stata subito iscritta al registro delle imprese, il giorno prima di Natale, il 24 dicembre. Il Ministro aveva già dovuto incassare il rifiuto della Rai, ma non è tutto…
Che c’entra Chili con “ItsArt”?
Dopo tale rifiuto, Franceschini si è rivolto a Stefano Parisi, ex direttore generale Confindustria e con diversa esperienza politica – e non d’arte – alle spalle. Parisi è uno dei co-founder di Chili S.p.A., una piattaforma che trasmette film e serie tv on demand; ma, pur essendo attiva da più di 8 anni (inaugurata nel 2012), non è mai riuscita a raggiungere il successo di Netflix. Da qui sorge il primo problema e la relativa discussione: Sony e 20th Century Fox, due colossi della video distribuzione, possiedono delle quote in Chili; così, inevitabilmente, “ItsArt” diventerebbe meno italiana di quello che si vuol far credere.
Per Chili è tutto di guadagnato: il bilancio della pseudo-Netflix è in calo di anno in anno e la prospettiva dei milioni del Recovery Fund stanziati dal MiBACT fanno gola! Alla luce di tutto questo, sorge quindi spontanea la domanda: perché canali e programmi con obiettivi analoghi – come Sky Arte o Arte.Tv – non si sono fatti avanti? La polemica che ha invaso i social da pochi giorni ha invece evidenziato che la Rai è stata esclusa senza ragione e che la “gara” pubblica è forse stata visibile in una brevissima finestra temporale, tra il 3 e 6 agosto 2020. La verità è che non esistono evidenze: non c’è stato alcun bando, alcuna trasparenza, solo l’ufficiale costituzione della società.
Si salverà almeno il CdA?
Svelati i membri del Consiglio di Amministrazione di “ItsArt”: il Presidente è Antonio Garelli, responsabile Cassa Depositi e Prestiti delle aree Finanza e Iniziative Digitali e Sociali. Interessante e necessario, il profilo di Sabrina Fiorino, storica dell’arte del MiBACT, restauratrice, cultural manager e titolare della società “Artis“. Si aggiungono Antonio Caccavale, pubblicitario e media manager per TIM; Ferruccio Ferrara,socio di maggioranza di Chili S.p.A.; Giano Biagini, Direttore Amministrativo e Finanziario anche lui di Chili. Quindi, tirando le somme, Sabrina Fiorino sembra essere l’unico membro del CdA con competenze adeguate nel settore artistico.
Stasera alle ore 21.15 andrà in onda su Sky Arte e in streaming su Now Tv il film dedicato a Paul Gauguin. Ad interpretarlo sarà Vincent Cassel.
Gauguin, la locandina del film.
Stasera alle ore 21.15 andrà in onda suSky Arte e in streaming su Now Tv il film dedicato alla vita di Paul Gauguin, famosissimo pittore francese considerato tra i maggiori interpreti del post-impressionismo. Ad interpretare la poliedrica e affascinante figura dell’artista sarà Vincent Cassel. Nel cast, accanto a Cassel, Tuheï Adams, Malik Zidi, Pua-Taï Hikutini e Pernille Bergendorff.
Il film, arrivato nelle sale il 17 settembre 2020, è distribuito da Draka Distributionin collaborazione con Conform e Prism Consulting. Diretta dal regista Édouard Deluc, la pellicola è ambientata nel 1891 a Tahiti, durante l’ultima fase di vita del pittore. Gauguin, infatti, proprio in quegli anni abbandonò la Francia per giungere sull’isola con l’intento di cercare nuove fonti di ispirazione per le sue opere. Qui incontrerà Téhura, una giovane del luogo che diventerà ben presto la sua musa ispiratrice.
L’origine del film, Noa Noa: The Tahiti Journal of Paul Gaguin
La copertina del libro “Noa Noa: The Tahiti Journal of Paul Gaguin”. Fonte: letteraturaecinema.blogspot.com .
Édouard Deluc ottenne l’ispirazione per il film Gauguin dalla lettura del racconto illustrato Noa Noa: The Tahiti Journal of Paul Gaguin. Il racconto fu scritto dallo stesso Gauguin durante il suo primo soggiorno a Tahiti, dal 1891 al 1893. L’opera è difficilmente definibile: ha le caratteristiche proprie del diario, ma contiene anche impressioni, poesie, riflessioni politico-sociali e racconti di avventura. Al suo interno si possono ammirare anche schizzi e acquerelli dell’artista Gauguin. Da questa lettura e da tutti gli altri scritti di Gauguin, nonché dalla corrispondenza con la moglie e gli amici, è stato ricreato l’affascinante profilo dell’artista. Gli spettatori potranno quindi ripercorrere la ricerca di avventura dell’artista, riflettere sul concetto di primitivo e di selvaggio, nonché godere della sua arte.
Il regista e direttore della fotografia Daniele Ciprì ha scelto la Scuola di Cinema indipendente Piano Focale di Palermo per realizzare il terzo episodio del film dedicato all’immaginario cinematografico. Nella troupe ci sono anche gli allievi del corso di regia e di direzione della fotografia. Gli attori sono tutti siciliani: Lollo Franco, Maurizio Bologna, Giuseppe Lo Piccolo, Mauro Spitaleri, Vincenzo Fiorenza e Melino Imparato.
During the Fascist period, theatre and in particular cinema, had to adapt to a new mentality, that of the mass regime. One of the most important examples is certainly the production of Scipio the African. The blockbuster film of 1936-1937, directed by Carmine Gallone, exalted the imperial power of Rome identified with that of Fascism and superimposed the figure of Mussolini victorious over the Ethiopians on that of the Roman general.
Poster of Scipio the African (1936-1937)
Carmine Gallone, a cosmopolitan director
Carmine Gallone was defined by critics as a “cosmopolitan director” for his productions abroad, carried out between 1926 and 1935. He made hundreds of silent and sound films. He had great mastery of technical innovations such as feature films, sound, playback in opera films, the introduction of colour and style changes from realist to historical films.
The director Carmine Gallone
The plot of Scipio the African
Scipio the African reconstructed the events of the Second Punic War, from the departure of Scipio for Africa in 207 BC to the Battle of Zama in 202 BC. The consul Scipio, adored by the Roman people, obtains control of the province of Sicily from the Senate and prepares the military campaign against the Carthaginian army. Veterans of the Battle of Cannae join the departing troops as large numbers of volunteers flock from all over. Meanwhile, Hannibal is stuck in the Bruttium due to lack of food, so his troops plunder villages and crops. The soldiers break into the villa of Velia, a Roman noble and take her prisoner together with her fiancé Arunte and the servants. In Cirta, Sofonisba, the daughter of Hasdrubal, pushes her husband Syphax to ally with the Carthaginians. Scipio, after having besieged Utica and defeated the army of Hasdrubal and Syphax, prepares to face Hannibal, who leaves Italy to defend Carthage. Velia and Arunte manage to escape and reach Scipio’s camp. The two generals face off, Scipio on a white horse, Hannibal on a black one. Elephants hinder Roman soldiers, but the union of cavalry and infantry guarantees victory. Hannibal escapes along with a few other survivors while Scipio, having thus avenged the Battle of Cannae, returns to Rome, where he is celebrated with a night party.
Scene from Scipio the African (1937)
The critics’ opinion
The making of Scipio the African was done in ten months of work and cost about eight million lire. It constituted the greatest organizational effort made by the film industry for the use of masses, for the splendour of the interiors and for the impressive reconstructions. Despite this, it was considered by the critics of the time a total failure for several reasons: it represented an opera film both for its dramaturgical construction and extras (such as the choir) and for its music and theatrical acting; there was no collaboration between the various, indeed too many, assistant directors; others pointed the finger at the production and not the director, considered only a coordinator. The interpretation of Annibale Ninchi in the role of Scipio was considered negative, not loved by the crowd, not very charismatic. He could not bring the strong and daring figure of the Roman leader onto the screen, unlike the character of Hannibal played by Camillo Pilotto. The bad interpretation of the figure of Scipio consequently accentuated the melodramatic character of the film. The difference with the American blockbusters, which were based on strict rules and divisions of tasks supervised by the producer, was clear. Hard enough judgments on Scipio the African were also found in modern criticism. Carlo Lizzani wrote:
Scipio the African is the classic clay giant who would like to glorify impossible relationships between fascism and Roman times. The film is as redundant as it is provincial and painful is Mussolini’s illusion of resembling the Caesars.
Scipio the African (1937). Carlo Nicchi, Fosco Giachetti, Francesca Bragiotti
A political project
The film, wanted by Mussolini, had to be a productive and spectacular challenge, in competition with American cinema, and it was an opportunity to highlight the conquest of Ethiopia and the colonial empire created by the Duce. Scipio was not supposed to be just a film, but a blockbuster capable of being superior to all the other films shot up to that moment. The Scipio project was simply a political project, it was not created for the show and Gallone, naively, accepted advice and suggestions from everyone, especially from those who saw the world of cinema and, in general, of the show only as a propaganda medium for political consensus. This explained the reason why Mussolini chose Gallone as his own director: a director with experience, especially foreign, able to adapt to any circumstance and above all politically compliant.
Mussolini on the set of the film
Mussolini as Scipio the African
Scipio the African was a film made to celebrate the glories of ancient and new Rome and two important personalities: Scipio and Mussolini who, despite the chronological gap, had accomplished the same feat. While Scipio had defeated one of the greatest powers of his time, Mussolini had used advanced technologies to destroy a backward army, from that point of view. After the successful African feat, fascism presented itself as a new imperial power. A power that had changed the fate of Italy, which from a backward country became an economic and military power. The African feat pleased the masses, because in those subaltern regions they would find the job and land they had long sought. Africa was seen as a long-dreamed myth and achieved only thanks to Benito Mussolini. The African victory raised nationalist morale, but on the historical level there were negative outcomes with regard to international relations. Italy was moving away from Western democracies, getting closer and closer to Hitler’s Nazi Germany; the Second World War will sweep away the memory of the colonial conquests, which were immediately compared to the conquests of the Roman Empire. Scipio was considered a film that united the Italians and spurred political consensus towards Fascism and the Duce.
27 October 1937. The audience waiting to watch the film in front of the Barberini Theatre in Rome
The contrast between Roman and Carthaginian society
The creation of Scipio the African inevitably led to the launch of the figure of the Roman leader and, consequently, Mussolini became the main protagonist. The figure of the Duce was charged with a mystical halo, almost a divine light. The film inserted within it a considerable amount of symbols and also put Roman society in contrast with the Carthaginian one: the Romans were presented as a model of discipline, while the Carthaginians as hateful people who did not respect the truce and were ferocious with women. Carthaginian society was devoid of moral principles and dominated only by the god of money, as England was considered in the time of Mussolini. On the contrary, Roman society, after Scipio’s seizure of power, was compact and constructive, based on popular consensus. Scipio like Mussolini, was considered a predestined, a natural leader who had a privileged relationship with the people.
A bogus classicism
Scipio was a failure on several fronts. The film represented the end of the film made for the masses trend and Garrone, despite his long and satisfying career, will remain forever labelled as the director of Scipio the African. Scipio’s production shows how the myth of ancient Rome was widely used by fascist propaganda and how it was modified and shaped according to Mussolini’s ideas only. A use of the past, however, that risked reducing history to a myth, leading to a bogus classicism, emptied of content and reduced to a simple celebratory aesthetic.
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