“[…] l’appartenenza è alla famiglia dei Berilli, le inclusioni sono quelle dello Smeraldo, ma il suo colore è il rosso, ed è il Manganese che le dona e ci regala questa splendida ed unica tonalità: è dunque la Bixbite, la gemma che nel 2006 è stata certificata dalla Cibjo (Confederazione Mondiale della Gioielleria) come la gemma più rara al mondo“.
La poesia celebra, grazie alla scrittrice Maria Scarfì, questo meraviglioso dono della Natura. Un’opera unica, in tiratura limitata, che la voce narrante di Enrico Cirone (giornalista televisivo) presenterà e interpreterà nella spettacolare cornice del Palazzo Reale a Genova. La celebrazione avverrà in occasione del 27° Festival Internazionale della Poesia – Parole Spalancate, dove artisti da tutto il mondo presentano le loro opere.
Il Poemino è l’omaggio alla bellezza della natura e all’incantevole miracolo della creazione. La scrittrice trae motivi da un mondo immaginario e poetico che le è suggerito da vere esperienze di vita, mentre la realtà scientifica è trattata dalla gemmologa Stefania Ferrari.
GENOVA, 1 ottobre 2021 PALAZZO REALE h. 18:00 Prenotazione obbligatoria a contact@festivalpoesia.org Obbligo di green pass
Festa Etrusca! è una manifestazione culturale dedicata all’archeologia e alla storia, in particolare agli strumenti per la loro divulgazione: dai libri alla rievocazione storica. Si tratta di un’occasione di incontro, divertimento e scambio culturale tra i molteplici operatori del settore (Musei, Università, Centri di ricerca, Case editrici, Società e Cooperative archeologiche, Agenzie specializzate nel Turismo culturale, Associazioni Culturali) e il pubblico dei visitatori.
Informazioni online a breve
Il sito è ancora in allestimento, ma il festival è confermato! A breve saranno disponibili online tutte le informazioni a riguardo. Per il momento è attivo l’indirizzo mail info@festaetrusca.info per soddisfare le richieste dei futuri visitatori.
Nella sua prima edizione, un festival di arte contemporanea diffusa è arrivato a Monsano (AN) dal 26 giugno fino al primo agosto 2021. Il MoCa feast (Monsano Conteporary Art Feast), con il titolo di “Existence is Co-Existence“, occuperà gli spazi comuni del paese con quattro esibizioni di diversi artisti.
Il nome della rassegna, MoCa Feast, è pensato come unione tra festival e feast, banchetto, un invito a cibarsi di arte contemporanea, a dare all’animo il proprio nutrimento artistico. Piazza dei Caduti, i giardini di Piazza Mazzini e il parco di via XXV Aprile ospiteranno tre installazioni ambientali dell’artista Paola Tassetti per l’esibizione DisseminAzioni.
Nelle ex cucine del castello Deborah Napolitano, Giorgia Mascitti, Laura Paoletti e Iacopo Pinelli presentano la loro Come colui che nove cose assaggia, ispirato da un verso dell’Inferno dantesco.
Matteo Costanzo, invece, occuperà lo spazio del santuario Santa Maria Fuori Monsano con l’installazione Imago ergo sum. Infine, le sculture di Marco Cingolani e Ado Brandimarte occuperanno l’unica navata della chiesa Santa Maria degli Aròli con un’esibizione dal titolo Past and Present.
In occasione del MoCa, alcune serate di luglio saranno dedicate a diverse rassegne, talk, incontri artistici e approfondimenti culturali.
L’evento ha il patrocinio del TOMAV, il centro d’arte marchigiano diretto da Andrea Giusti, sotto la cura di Antonello Tolve.
Il sindaco, Roberto Campelli, molto orgoglioso dell’iniziativa, spera che il MoCa Feast possa essere un’occasione di visibilità per gli artisti emergenti.
Il prossimo appuntamento con il Festival del Cinema
Tanti altri incontri sono previsti fino al 15 maggio 2021: il prossimo, nel pomeriggio del 7 maggio, riguarderà Il primo re. La lingua del film è un esperimento di carattere artistico, definirla “proto-latino”, come spesso è stato fatto, è inesatto: ne parlerà Luca Alfieri, consulente linguistico de Il primo re. Per il latino classico impiegato nel cinema interverrà Alessandro Balistrieri, traduttore dei dialoghi della serie TV Barbari. Per spezzare i due momenti del pomeriggio, Valentino Nizzo, direttore del Museo Etrusco di Villa Giulia (RM), si addentrerà nei corridoi del Museo con una microcamera per illustrare al pubblico uno dei reperti.
La seconda parte avrà inizio con lettura e commento di tre brani da Il re che parlava alle ninfe. Miti e storie di Numa Pompilio, libro di Mario Lentano, con il quale sarà possibile creare un costruttivo dibattito. Modererà Marcello Nobili, organizzatore del Festival e anche della prima Giornata Mondiale della Lingua Latina per l’AICC di Roma (clicca qui per leggere la nostra intervista al professore).
“Le Termopili al cinema, 2500 anni dopo”, Erodoto detta la linea
Erodoto ha – naturalmente – mosso le fila del commento del professore Vannicelli, intervallato da alcuni videoclip del film 300. Lo storico greco fu il primo a descrivere la battaglia delle Termopili (480 a.C.) nel VII Libro delle Storie. Tanti sono i temi presentati da Erodoto, ma la responsabilità ateniese della guerra (per la partecipazione alla rivolta ionica, definita ἀρχὴ κακῶν, «principio di mali») e la necessità dell’espansionismo persiano (per il principio dell’οὐκ ἀτρεμίζειν, «non possiamo fermarci») sono alla base di tutto.
«Terra e acqua»
Scena di 300 in cui l’ambasciatore persiano chiede «terra e acqua» a Sparta
La prima scena proiettata riguarda la richiesta di terra e acqua da un ambasciatore persiano alla città di Sparta in vista dell’invasione. In realtà, Serse non fece questa richiesta perché, quando a suo tempo l’aveva fatta il padre Dario, gli ambasciatori persiani erano stati uccisi. Nel film, quindi, l’episodio è stato trasferito dalla prima alla seconda guerra persiana. Leonida, re degli spartani, si rifiutò di dare terra e acqua: ciò va letto come volontà di difendere la libertà e l’autonomia politica di Sparta, in contrapposizione al mondo persiano, rappresentato come un mondo di sudditi, δούλοι, in cui l’unico “libero” è il Gran re.
L’ambasciatore persiano al cospetto del re Leonida e della moglie Gorgo, figlia di Cleomene I
Demarato, il collaborazionista
Appare poi Demarato. Il Libro VII delle Storie si apre e si chiude con la sua figura, che ha un ruolo centrale: i dialoghi tra Serse e Demarato scandiscono le tappe della spedizione che culmina con la battaglia delle Termopili. Demarato era uno dei due re spartani (a Sparta vigeva la diarchia) ed entrò in conflitto con Cleomene I, suo collega al trono, il quale, con un complotto che ebbe come protagonista anche l’oracolo di Delfi, lo sostituì con Leotichida. Demarato, non sopportando ciò, lasciò Sparta e finì in Persia al cospetto del Gran re.
Egli, quindi, accompagnò Serse nella spedizione in Grecia come saggio consigliere, ma non venne mai ascoltato: nei dialoghi tra Serse e Demarato è presente la contrapposizione ideologica e la difficoltà di comunicazione tra mondo persiano e mondo greco. I suoi discendenti restarono in Asia Minore ed è probabile che Erodoto li abbia incontrati facendo ritorno in Grecia.
La figura di Demarato è fortemente idealizzata in Erodoto: dà voce agli ideali di libertà incarnati dalla Grecia contro Sparta nella battaglia delle Termopili; però, nei fatti, se Demarato accompagnò Serse, ciò potrebbe significare che voleva riprendere il suo ruolo nella Grecia una volta conquistata dai persiani.
L’esercito persiano dalle innumerevoli forze
Efialte, il traditore
Lo spezzone successivo presenta la figura di Efialte, un abitante della Malide (Grecia centrale) che tradì l’esercito greco: mostrò ai persiani in che modo il contingente d’élite degli «Immortali» avrebbe potuto aggirare la strettoia delle Termopili passando per il Callidromo, il monte roccioso e ripido che segnava il passaggio per la Grecia centrale. A Serse serviva infatti cogliere alle spalle Leonida per tenerlo in scacco tra il Callidromo e il mare. Secondo Erodoto, l’elemento decisivo per lo svolgimento della battaglia fu proprio l’aggiramento poiché i rinforzi ordinati da Leonida non arrivarono in tempo (il ritardo fu dovuto a motivi religiosi, la festa di Apollo Carneo).
Gli «Immortali», l’élite guerriera di diecimila uomini scelti dal re persiano
Serse, re di un impero multietnico
Il commento del professore ha colto un dettaglio nel videoclip, utile per introdurre la figura del Gran re: il sovrano è rappresentato seduto in trono in tipica veste persiana (lunga tunica con copricapo), l’arco (arma simbolo della regalità persiana). Il trono poggia su una piattaforma sorretta da più individui, vestiti in modo diverso, che rappresentano i singoli popoli dell’impero persiano. Questa è un’iconografia ricorrente poiché ha una forte valenza ideologica: i diversi gruppi etnici appaiono portati per mano da un persiano, ciò dimostra che la linea di comando è mantenuta da persiani che si rifanno a un unico vertice, il Gran re.
Esempio di bassorilievo achemenide con serie di individui che sorreggono la piattaforma su cui poggia il trono del Gran re
«Con lo scudo o sullo scudo»
Dopo l’aggiramento compiuto dagli «Immortali», si presentò il problema di cosa fare: nella versione raccolta da Erodoto, Leonida decise di restare per onorare il principio per cui gli spartani o vincevano o morivano sul campo, è l’idea del μὲνειν (il principio che garantiva anche l’efficacia della falange oplitica). Un’altra ragione evocata riguarda un oracolo di Apollo dato agli spartani dalla Pizia di Delfi:
«O abitatori di Sparta dalle larghe contrade,
o la grande rocca gloriosa verrà devastata dai discendenti di Perseo,
oppure questo non avverrà, ma la terra dei Lacedemoni piangerà
morto un re della stirpe di Eracle».
Erodoto, Storie, VII, 220
Leonida, quindi, avendo deciso di congedare quasi tutti, rimase.
La morte di Leonida sul campo
Con questo fermo immagine si è concluso il primo incontro del Festival, chiaro risulta che la trasformazione immediata della battaglia delle Termopili in un mito ha spesso obliterato la realtà storica.
” Gli dei abitano questa terra: la loro presenza è vicina, invisibile nella superba bellezza di queste mura. Niente qui si lascia né dire, né dipingere: qui nella terra degli dei si esulta…Fu destino che nessuno in questa terra sfuggì mai al suo incanto”
È questo il fil rouge della terza edizione di Tyndaris Augustea, evento teatrale itinerante, così come è stata ripensato dal suo ideatore, Anna Ricciardi, direttore artistico del Festival:
“Il 21 Agosto sarà un viaggio nel tempo, dove le memorie e i miti si fondono per riscoprire l’antica Tyndaris e le sua storia …. i suoi paesaggi e i suoi monumenti saranno scenario di pièce teatrali indimenticabili. Sarà il tempo dei riti benevoli, degli dei protettori, di miracoli antichi, eterni. Qui la ricerca dei testi e la messinscena si fonda con la storia dei monumenti e di Tindari, è un’operazione quasi michelangiolesca, tiriamo fuori le emozioni e le vicende evocandoli dalla suggestione dei luoghi stessi. Qui il teatro si fa luogo, le parole si fanno epos, lo spettatore è esso stesso protagonista di un’esperienza sensoriale a tutto tondo!”
Note di Regia
I Tre i momenti performativi, in programma dalle 19.30 alle 21.30,( è necessario acquistare il biglietto on line, fino ad esaurimento posti) si snodano dall’Agora dove Luca Fiorino, interpreta e dirige la pièce , Castore e Polluce I Dioscuri: così la introduce “Divinità Propiziatrici, protettori di Tindari, dei marinai e patroni dell’arte poetica, della danza e della musica: Sono gemelli, indissolubilmente legati tra loro, pronti a sacrificarsi l’uno per l’altro in qualsiasi istante, portatori di fratellanza vera, autentici testimoni di somiglianza e diversità al tempo stesso. In questo monologo che da voce a Castore, il gemello nato mortale, si racconta non solo il legame che i due Dioscuri hanno con Tindari, ma si racconta soprattutto del loro legame di fratellanza, del loro amore viscerale e imprescindibile, del loro essere insieme fino alla fine che li ha portati, come racconta il mito, a diventare due stelle, insieme. Due stelle luminose, propizie, due stelle di buona sorte, due buone stelle insomma. E di buone stelle, oggi più che mai, ne abbiamo davvero un grande bisogno”.
Il secondo momento “Marco Aurelio Discorso ai Siciliani”si svolgerà all’ingresso principale del monumentale Gymnasium, tra il decumano comparirà l’imperatore Marco Aurelio, interpretato dall’avvincente Elio Crifò: “E’ un Marco Aurelio rappresentato in tutta la sua augusta romanità e in tutta la sua intimità filosofica che mette in evidenza la stretta dipendenza tra la grandezza di un Impero e la grandezza di ogni singolo cittadino dell’Impero”.
Il terzo momento si svolgerà al Teatro Greco, il teatro che ha per scena l’orizzonte infinito del mare dove si svolgerà “Ifigenia In Aulide”di Euripide: l’adattamento e la regia sono curate da Cinzia Maccagnano: ”Questa è la tragedia che indaga nella profondità dell’umanità, svelatasi in tutta la sua fragilità. Euripide ci offre un caleidoscopio di emozioni, di guizzi in una interiorità tormentata, in cui l’eroicità cede al turbamento della decisione. Agamennone è sicuramente il protagonista della tragedia: incarna l’ossimoro dell’amore paterno, il negare il futuro di una figlia. Non eroi, quindi, ma uomini, padri, madri e giovani che incarnano purezza e giustizia”.
Salvo Nigro, autore delle musiche, rielabora, con il suo tipico rovello creativo, suoni e ritmi del mediterraneo e della fascia balcanica, senza trascurare la forza espressiva dei suoni orchestrali classici per esaltare l’ imponenza dei luoghi. Infine, per l’occasione le coreografie sono state curate da Gemma Lo Bianco e restituiscono la forza delle danze antiche orientali.
Le Introduzioni storico-archeologiche sono invece curate dall’associazione archeologica ArcheoMe.
La locandina dell’evento
Programma:
Ore19.30 – 21.30
Agorà:
“C’era una volta Tyndaris” a cura di Cristina Acacia – ArcheoMe
“Castore e Polluce, i Tindaridi” , liberamente tratto da Giovanni C. Sciacca, da Apollonio Rodio ad Igino, spettacolo diretto e con Luca Fiorino e Gemma Lo Bianco
Gymnasium:
“Tyndaris, tutte le strade della storia” a cura di Francesco Tirrito – ArcheoMe
Marco Aurelio Discorso ai Siciliani, di e con Elio Crifò. Regia di Elio Crifò
Teatro Greco:
“Tyndaris, un teatro di emozioni”, a cura di Carmen Morabito – ArcheoMe
“Ifigenia in Aulide” di Euripide, rielaborazione drammaturgica e regia Cinzia Maccagnano AgamennoneDavid Coco, MenelaoAntonio Silvia, ClitennestraCinzia Maccagnano, IfigeniaMarta Cirello, AchilleAndrea Maiorca, Deus ex Machina Gemma Lo Bianco
Coreografia e performance dal vivo Gemma Lo Bianco
Musiche di Salvo Nigro eseguite dal vivo dall’autore
Introduzioni storico archeologiche Cristina Acacia, Francesco Tirrito, Carmen Morabito – Associazione archeologica ArcheoMe
Costumi Sartoria Pipi
Attrezzeria scenica Enza Mondello
disegno luci Antonio Barone Fonica Salvo Barone di Arka Service
idea e progetto Anna Ricciardi
Organizzazione e public relation Marianna Bonsignore
si ringrazia il Parco Archeologico di Tindari, il Comune di Patti e l’uffcio turismo, L’Assessorato ai beni Culturali e all’Identità Siciliana, Assessorato Turismo, Sport , Spettacolo della Regione Siciliana.
Il gusto e la tradizione siciliana approdano a Londra, più precisamente a Brick Lane, una delle strade multietniche e multiculturali più famose dell’est londinese. Il Sicily Fest London, difatti, porterà nella capitale inglese, dal 18 al 30 Ottobre, i gusti, i sapori e le tradizioni della nostra isola. Saranno presenti più di 40 espositori con il meglio dei prodotti enogastronomici isolani: dal pane cunzatu al cannolo, dal pistacchio di Bronte alla ricotta fresca. Protagonista di questo evento non sarà solo il cibo ma anche tanta buona musica con il DJ set di Jerry Prestigiacomo AKA Licht e Nunzio Ciuridda che proporrà una selezione di ska siciliano. I concerti della cantautrice folk Sara Sauta, originaria della provincia di Catania e della band palermitana The Heron Temple, tra i protagonisti del celebre talent X Factor. Inoltre, grazie al MUSCÀ – The Museum of Sicilian Cart di Taormina, saranno esposti una ventina di pezzi unici di carretti siciliani dei primi del ‘900.
Un evento che ormai si trova alla sua quarta edizione. Nasce, difatti, nel 2015 grazie ad un gruppo di ragazzi siciliani, il cui intento era quello di far conoscere al mondo un nuovo concetto di Sicilia, tanto lontano dagli stereotipi quanto vicino alle tradizioni. Una terra dove i sapori, i colori e la natura, diventano attrazione internazionale con l’amore e la passione per la propria terra.
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