Ferragosto

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UNA PESCARESE A MESSINA | Ferragosto col botto: l’arrivo

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L’arrivo in Piazza Duomo fu un boato di voci; le campane del campanile che suonavano a festa, la folla che si accalcava attorno alla Vara, tra sorrisi e lacrime. Poi le voci scemano, cala un silenzio surreale quando l’Arcivescovo invita tutta la cittadinanza ad unirsi in una preghiera e invoca la benedizione di Maria sulla folla. Quella che la Madonnina dall’alto del Forte San Salvatore rivolge a tutti coloro che la guardano, arrivando o partendo dal porto: Vos et ipsam civitatem benedicimus

Credo che, in fondo, Messina rivolga alla Vara la sua preghiera per un futuro migliore.

Ci riunimmo tutti alle 23, per concludere col botto una giornata unica e fantastica, in cui Messina si sente grande, come in realtà è, nel suo passato che si rinnova nel presente. I fuochi d’artificio illuminarono il mare dello Stretto e la stele della Madonnina del Porto e si riflettevano negli occhi delle persone, grandi e piccini, che assistevano gioiosi edorgogliosi allo spettacolo.

È questa la magia del Ferragosto messinese: ricordarci almeno una volta l’anno quanto sia bella e grande questa città e quanto la collettività possa sentirsi unita nell’andarne fiera.

Ripartiamo da qui?

 

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UNA PESCARESE A MESSINA | I Giganti e la Vara: il mio primo Ferragosto messinese

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Il 10 Agosto uscimmo per trascorrere una serata fuori e andammo a prendere la nostra amica Cetty a Camaro: passando con la macchina vidi quello che non mi aspettavo, Mata e Grifone in tutta la loro maestosità. La sorpresa di vedere i giganti fermi in  Piazza Fazio fu tanta: non li vedevo dall’anno prima, quando ero stata a Messina per tutto il mese di Agosto, e non ricordavo che sarebbero usciti proprio in quel giorno.

Daniela ripartì l’indomani ed arrivò mio fratello a farmi visita. Con lui seguimmo tutti gli eventi del calendario, le passeggiate dei giganti fino alla sosta di fronte a Palazzo Zanca, in Piazza Unione Europea. Essendo entrambi di Pescara, ci sentimmo un po’ turisti, lui lo era davvero e io giocavo ad esserlo: d’altronde non avevo mai assistito alla Processione della Vara del 15 Agosto e non volevo assolutamente perdermela. Quel giorno percorremmo tutta Via Garibaldi a piedi, fino a Piazza Castronovo. Tutta Messina era presente al momento. I balconi erano affollati di gente, le strade straripavano: mi resi conto di quanti abitanti abbia questa città in quel giorno!

Vidi i tiratori vestiti di bianco, pronti, con le corde tese in alto per ricevere la benedizione di Monsignor D’Arrigo, al microfono in Piazza Castronovo. La Vara era lì in fondo, colorata e pronta a partire.  Decine di migliaia di fedeli uniti nella preghiera e poi un lungo istante sospeso, finchè il primo fuoco d’artificio esplose; poi lo spettacolo di luci e il lancio di migliaia di bigliettini colorati e la seconda esplosione, stavolta dei tiratori che, tutti insieme, al grido di W Maria, con un enorme slancio e facendosi forza l’un l’altro, iniziarono la loro corsa. Non avevo mai visto nulla del genere, l’energia che si sprigionò in quel momento da quella piazza fu qualcosa di potente e sacro al tempo stesso: la popolazione di Messina, almeno una volta l’anno, è unita in un unico credo ed orgoglio.

Credo sia questa la vera forza e il vero potere della tradizione della Vara.  

 

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Chiara e Domenico con Mata