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Ferdinando II di Borbone, un Re passato alla storia come cattivo

Una  statua eretta e collocata nel 1973 alla Passeggiata a mare di  Messina, raffigurante Ferdinando II di Borbone, ricorda al popolo messinese quel controverso periodo nel quale la città e non solo, fu in mano alla dinastia borbonica. Questo monumento scolpito nel 1839 da Pietro Tenerani, progettato in marmo ma poi realizzato in bronzo a Monaco di Baviera e collocato in origine a piazza Duomo il 30 maggio 1845, celebra una delle figure più importanti della storia messinese e siciliana, un re accolto favorevolmente dalla popolazione che nutriva grandi speranze sul suo operato.

Una figura questa sulla quale si  continua a dibattere fra gli studiosi, della quale probabilmente non tutto si sa, molto forse è ancora da scoprire. Le fonti certe ed incontestabili, ci dicono che Ferdinando Carlo Maria di Borbone, nacque a Palermo il 12 gennaio 1810, figlio di Francesco I e Maria Isabella di Spagna, nel 1827 divenne capitano generale dell’esercito e l’8 novembre 1830 salì al trono (a soli 20 anni), divenendo re del Regno delle Due Sicilie e restandovi sino al 22 maggio 1859. Sotto il suo dominio, questo Regno conobbe una serie di riforme burocratiche e innovazioni in campo tecnologico, fu un re abile e un onesto amministratore, gelosissimo dell’indipendenza del regno.  Inaugurò la ferrovia Napoli-Portici (la prima ferrovia costruita in Italia, 1839), dette grande incremento alla marina mercantile, concluse trattati di commercio con varie potenze (1841-45), promosse l’eversione della feudalità in Sicilia (1841), reprimendo duramente ogni tentativo liberale. 

Il suo innovativo progetto  vacillò pesantemente con i moti rivoluzionari di Palermo del 1848, che segnarono la sua figura e inevitabilmente il suo operato, passato da un breve esperimento costituzionale ad una progressiva stretta assolutista, che lo costrinse prima a concedere la costituzione, ma il 15 maggio successivo, dopo un sanguinoso urto fra liberali e truppe regie, a riprendere il potere assoluto, domando poi alcuni mesi dopo (maggio 1849) l’intera Sicilia.

Di questo periodo controverso, altamente dibattuti da alcuni storici e faziosi, sono gli episodi, che portano forse in maniera troppo semplicistica ad annoverare questo sovrano fra i cattivi della storia, rendendo però altrettanto difficile, celebrarne positivamente la figura. In particolar modo il bombardamento di Messina (nel settembre 1848), che gli varrà l’appellativo di “Re Bomba“, uno degli episodi più cruenti e significativi  di questa rivolta, domata semplicemente da monarca, in maniera ne più ne meno differente da altri monarchi nella storia. Le fasi successive del suo regno contribuiranno e rendere sempre più negativa, forse eccessivamente, la sua figura di questo Re nel firmamento della storia di questa nostra affascinante Nazione.

Il periodo che poi ne seguì infatti, lo portò ad accentrare su di sé il peso dello Stato e ad attuare una politica economica parsimoniosa e paternalista che lasciò il reame, negli ultimi anni, in una fase statica. Alla sua morte, avvenuta a Caserta il 22 maggio del 1859, il Regno delle Due Sicilie passò al figlio Francesco II, che lo perse di li a poco, in seguito alla Spedizione dei Mille e all’intervento piemontese.

Il governo di Ferdinando II di Borbone si può dunque riassumere come una parabola discendente: quando sale al trono, gode di rispetto e ammirazione per le doti di intelligenza e di acume politico e, in quanto sovrano del Regno più potente d’Italia, viene visto come il possibile futuro re della nazione; poi, con il passare del tempo, la sua condotta assolutista e repressiva ne causeranno un calo di rispetto e ammirazione.