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NEWS | Nuova vita per la Tonnara di Favignana (TP): il progetto “Ideha”

In un clima ormai stabilizzato di risveglio nell’ambito della valorizzazione e fruizione del patrimonio culturale, tira una nuova aria anche per gli ambienti polverosi e bui di un gioiellino, simbolo d’identità e storia, nel cuore azzurro della Sicilia. Stiamo parlando della Tonnara di Favignana (TP), nota anche come ex Stabilimento Florio; la Tonnara potrebbe riaprire le porte ai turisti, dopo una serie di verifiche e migliorie per garantirne la corretta fruizione, in modo completamente ecosostenibile. Nei giorni scorsi, nell’ex Stabilimento Florio, si è svolta la campagna di rilevamento di eventuali criticità all’interno dello stabilimento. Campagna che opera all’interno di un ampio progetto: il progetto Ideha.

La pesca del tonno a Favignana (TP) – foto: Corriere.it

Il progetto Ideha, cos’è e cosa comporterà per la Tonnara di Favignana

Il progetto Ideha – Innovazioni per l’elaborazione dei dati nel settore del Patrimonio Culturale, vede il Consiglio Nazionale delle Ricerche come ente capofila, coordinato dall’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale della sede di Catania (ISPC-CNR). Si pone come obiettivo l’individuazione di metodi innovativi e sostenibili di conoscenza, conservazione, fruizione e governance partecipata dei beni museali. La prima parte del progetto consiste nel rilevare e risolvere le criticità strutturali della Tonnara, luogo fortemente identitario per il territorio. La seconda parte del progetto riguarda la valorizzazione e fruizione della Tonnara, che potrà tornare a ospitare turisti e curiosi da ogni dove.

La Tonnara di Favignana (TP) – foto: Wikimedia

Un progetto a lungo termine

«L’eccezionale valore culturale dell’ex Stabilimento Florio – sottolinea l’assessore dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana, Alberto Samonà – impegna da due decenni l’Amministrazione Regionale in un programma di interventi di restauro, ancora non concluso. Le operazioni riguarderanno a breve i macchinari e le aree retrostanti e quelle prossime all’imbarcadero. Nello stesso tempo, le campagne di indagini subacquee condotte dalla Soprintendenza del Mare della Regione Siciliana, continuano ad arricchire la splendida collezione di rostri ed elmi della Battaglia delle Egadi; impreziosiscono i percorsi espositivi, popolati da testimonianze archeologiche del mare, collezioni fotografiche d’autore e installazioni di arte contemporanea. Il progetto condotto dal CNR ci offre preziosi strumenti e interessanti dati informativi su un luogo molto importante per la storia economica e culturale della Sicilia. Bisogna attuare un programma di gestione efficace che ci consenta di effettuare una corretta manutenzione e gestione sia della struttura che del patrimonio immateriale custodito».

L’assessore Alberto Samonà e altri esperti durante il sopralluogo alla Tonnara di Favignana (TP)

La Tonnara deve la sua grandezza alla famiglia Florio, che la acquistò nel 1841 da una famiglia genovese. Successivamente, la Tonnara, che serviva solo per la mattanza dei tonni, venne ampliata e vi fu aggiunto lo stabilimento per la lavorazione del tonno. Fu proprio lo stabilimento Florio il primo a conservare il tonno sott’olio. Se vi siete mai chiesti chi ha inventato il tonno in scatola, saprete adesso che a farlo furono i proprietari di questo piccolo gioiellino, che arricchirà presto l’elenco delle bellezze da visitare sull’isola di Favignana.

Le caratteristiche scatolette di tonno Florio

In copertina: l’interno dell’ex Stabilimento Florio, Tonnara di Favignana (TP) – foto: Archeologia Industriale.

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ARCHEOLOGIA | La Tonnara di Favignana e l’invenzione del tonno sott’olio

La Tonnara di Favignana, conosciuta col nome di ex Stabilimento Florio, si trova sulla più conosciuta delle Isole Egadi. Si tratta di un complesso di edifici in cui venivano custodite le attrezzature, le ancore e le barche della mattanza. Annessa a questo, vi era anche la zona riservata alla lavorazione e alla conservazione del pescato che, quindi, risultava freschissimo. La grandissima importanza di questa tonnara risiede nel genio industriale di Ignazio Florio che fu il primo a inventare il rivoluzionario metodo per la lavorazione del tonno e la sua conservazione sott’olio. Questo prevedeva che il tonno, tagliato a pezzi, venisse cotto in 24 grandi caldaie (ancor oggi visibili) e, successivamente, posto ad asciugare; in un secondo momento, i tranci erano posti, sott’olio, all’interno delle nuove geniali latte con apertura a chiave. Quest’ultime sono invenzione originale dei Florio e furono presentate alla Esposizione Universale del 1891.

La storia della Tonnara

La Tonnara di Favignana, in effetti, è una delle più antiche del Mediterraneo: la sua storia inizia nel 1841, quando la famiglia Florio acquista la tonnara, con relativo diritto di pesca, dalla famiglia Pallavicini di Genova. Nel 1878, Ignazio Florio decide di ampliarla e ristrutturarla, aggiungendo lo stabilimento per la conservazione del tonno. Nei primi decenni del ‘900, purtroppo, quello che era il più importante gruppo industriale siciliano fallisce e, nel 1938, la famiglia Parodi di Genova acquista la tonnara con tutti i diritti. Ancora oggi, i discendenti questa famiglia gestiscono il marchio Tonnare Florio. Nonostante tutto, lo Stabilimento Florio continua a lavorare proficuamente e a essere una delle principali fonti economiche dell’isola. Negli anni ‘80, lo stabilimento cessa la sua attività e, infine, la Regione Sicilia lo acquista nel 1991.

Dopo 12 anni di chiusura e abbandono, la Regione restaura la Tonnara e la riapre al pubblico. Al suo interno si trova un museo archeologico che, attraverso una sapiente esposizione degli strumenti, filmati storici e pannelli didattici, mira a ricordare e mettere in mostra quella che era l’antica pratica della mattanza e la lavorazione del tonno. Oltre a ciò, vi è un’intera sezione dedicata alla ricostruzione virtuale e all’esposizione dei reperti subacquei afferenti alla grande battaglia delle Egadi: lo scontro navale che segnò la conclusione della prima guerra punica tra Roma e Cartagine nel 241 a.C.  

La mattanza

In passato, i tonnaroti, in aprile, cominciavano a posizionare in mare una serie di reti, formando “camere”. La disposizione di queste induceva i tonni ad addentrarsi nelle maglie interne, fino ad arrivare alla cosiddetta “camera della morte”. In maggio, dalle tonnare, partivano le barche che, agli ordini del Rais, avrebbero partecipato alla mattanza. Le barche accerchiavano le reti dell’ultima camera e arpionavano, a poco a poco, i pesci.  L’importanza del rais era fondamentale: si trattava di un ruolo spesso trasmesso di padre in figlio, che richiedeva una grandissima conoscenza del mare. Una volta portato a terra, gli addetti appendevano il pesce e lo lasciavano dissanguare, così da togliere tutto il mercurio.