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NEWS | I droni volano ancora su Volterra (PI)

A Volterra (PI) sono stati eseguiti degli interventi di progettazione per garantire la sicurezza idraulica dell’area di scavo lungo il versante su cui troneggia l’anfiteatro romano. Sono stati necessari dei rilievi topografici da drone e pallone aerostatico, voli eseguiti a bassa quota (15-20 m) che hanno permesso di ricostruire modelli digitali georeferenziati del grande edificio.

Volterra ha già visto altri droni volare in passato, si è infatti concluso anni fa un progetto che ha reso il centro urbano un modello 3D grazie ai strumenti di reality capturing utilizzati. 

I primi droni per una Volterra 3D

Il lavoro attuale prende le redini del progetto iniziato tempo fa che aveva condotto a Volterra un team formato da archeologi, ingegneri, architetti e specialisti delle tecnologie di reality capturing; l’equipe aveva un obiettivo ambizioso: digitalizzare l’intero patrimonio urbanistico della città ed ottenere un modello 3D in alta definizione per il monitoraggio ambientale e l’attrazione turistica. Per riuscire nella grande impresa il team ha utilizzato un mix di avanzate tecnologie: laser scanner, stazione totale, software di image processing Autodesk, GIS di ultima generazione e diversi droni.

“Con il laser otteniamo prima una nuvola di punti, catturando l’edificio dalle varie angolazioni necessarie. Il laser stesso poi, in una seconda fase, fotografa i medesimi punti, fornendo così il dettaglio ‘superficiale’ che viene combinato alla nuvola di punti”.

Tristan Randall, Strategic Project Executive per Autodesk

Un’attività pionieristica su un territorio fragile

Volterra riflette, non meno di altre zone del centro Italia, una situazione di dissesto idrico, ma soprattutto geologico; il sindaco Buselli ricorda a tal proposito la recente caduta di un pezzo di muratura medievale causa frana. Il progetto del modello 3D georeferenziato garantisce una mappa precisa dello stato attuale delle strutture, partendo direttamente dalla realtà.

“Volterra è capace di contenere le testimonianze delle epoche più disparate: dalla cinta muraria ai reperti artigianali in alabastro, eccellenza locale, fino al Teatro Romano rinvenuto, in condizioni incredibilmente buone, durante gli anni Cinquanta”.

Marco Buselli, sindaco di Volterra (PI)

Le attuali operazioni di rilievo dell’anfiteatro romano sono state condotte sotto la guida scientifica dell’Istituto di Scienze del Patrimonio Culturale del CNR di Firenze, in collaborazione col Consorzio di Bonifica Basso Valdarno. Alla pagina Facebook dell’Anfiteatro si deve la puntuale documentazione fotografica di strumenti ed interventi.

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NEWS | Nuovi progetti per la scoperta della città etrusca di Spina (FE)

Presentati a Comacchio i risultati delle indagini ricognitive e i nuovi progetti per la scoperta di Spina

Venerdì 23 Ottobre ha avuto luogo in streaming l’evento “Conversazione sull’archeologia”, con molti interventi e argomenti interessanti. In particolare, è stato presentato all’evento il progetto europeo Value dell’Alma Mater Studiorum. Il programma di cooperazione transfrontaliera Italia-Croazia, con la partecipazione del Comune di Comacchio e delle Università di Ferrara e ‘Ca’ Foscari’ di Venezia, ha finanziato il progetto.

Con l’intervento “L’università di Bologna a Spina – Progetto Value. Prima campagna di indagini” non solo sono state presentate le ricerche nella vasta necropoli di Valle Trebbia, ma anche i primissimi risultati della prima campagna di scavo nell’antica città etrusca di Spina. L’intervento si è concluso facendo un bilancio preliminare e programmando progetti futuri da svolgere nel sito di Spina.

La locandina dell’evento “Conversazione sull’archeologia”
Spina, città etrusca

Spina è una colonia etrusca fondata nel terzo quarto del VI sec. a.C. Sorta nei pressi di Comacchio, a pochi chilometri dalla foce di un antico ramo del Po, è stata una città portuale cosmopolita, un punto d’incontro di uomini e merci orientali, soprattutto greci.

Gli archeologi hanno scoperto Spina nel Novecento: l’antico centro etrusco, che è rimasto sommerso per secoli nella laguna, è riemerso fra gli anni Venti e Sessanta del secolo scorso. Dagli scavi gli archeologi hanno riportato alla luce ricche necropoli e insediamenti abitativi.

Il progetto Eos

Le ricerche a Spina continuano ora col progetto EOS (Etruscans on the Sea) dell’Alma Mater Studiorum, Università di Bologna. La prima parte del progetto consiste in una indagine archeologica di tre settimane nelle valli attorno a Spina, per riscoprire il tessuto urbano dell’antica città etrusca. L’obiettivo della missione archeologica è ottenere una maggiore comprensione dell’urbanistica della città, di cui sono stati localizzati soltanto il porto e gli edifici sacri. Con i dati ottenuti dalla prima indagine sarà fatto un secondo intervento il prossimo inverno.

La prima fase delle indagini di Spina

Nelle scorse settimane è stata ultimata la prima fase di indagine di Spina, coordinata dal professor Andrea Gaucci. La missione ha avuto come obiettivo quello di fare indagini preliminari e propedeutiche allo scavo vero e proprio. Le indagini svolte non sono state invasive. Si è trattato di ricognizioni sul campo, analisi geofisiche e rilievi, fatti con l’acquisizione di fotografie multispettrali per mezzo di droni. Finite le ricerche preliminari, gli archeologi avranno indagato in totale un’area ampia circa 28 chilometri quadrati. Le operazioni sono state realizzate in collaborazione con il Consorzio di Bonifica Pianura di Ferrara e con l’Università di Ferrara.