132esimo giorno di guerra. Mosca fa sapere di aver occupato tutta la regione del Lugansk, mentre Kiev smentisce. Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky si mostra pessimista sulla situazione.
L’avanzata russa nel Lugansk
La Russia afferma di aver conquistato la città di Lysychansk e l’intera regione del Lugansk nell’Ucraina orientale. Lo fa sapere il ministro russo della Difesa, Sergei Shoigu, citato da Interfax. Sabato Kiev aveva smentito la presa dell’ultima città del Lugansk ma successivamente il consigliere di Zelensky, Oleksiy Arestovych, ha ammesso la possibile caduta della città gemella di Severodonetsk.
La smentita da Kiev
Tuttavia, il portavoce del ministero della Difesa ucraino, Yuriy Sak, ha dichiarato alla BBC che la città di Lysychansk non è sotto il “pieno controllo” delle forze russe, nonostante Mosca abbia affermato che la città è caduta. Ha aggiunto, però, che i combattimenti in città sono molto “intensi da un bel po’ di tempo“, con le forze di terra russe che attaccano senza sosta.
Sak ha poi continuato ribadendo che l’Ucraina non è fuori dai giochi neanche nel Donbass. “La battaglia per il Donbass non è ancora finita. Anche se la Russia conquista tutto il Lugansk non siamo al game over”, ha detto il portavoce, affermando infine che l’Ucraina è fiduciosa e sta ricevendo sostegno dai suoi alleati occidentali.
I rischi posti da Zelensky
Incline al pessimismo, invece, Volodymyr Zelensky che, nel corso di un briefing con il premier australiano Anthony Albanese, espone la situazione difficile nel Lugansk. “Ci sono rischi che l’intera regione del Lugansk venga occupata dai russi. Ma la situazione può cambiare ogni giorno”, ha detto il presidente ucraino. Poi continua: “Ci sono combattimenti alla periferia di Lysychansk, nella regione di Lugansk, ma la città non è completamente sotto il controllo russo”. Infine, sottolinea che le forze armate ucraine stanno facendo il possibile per accelerare la fornitura di armi, cosa che li avvantaggerebbe sulla Russia.
Etimologicamente, la parola Ucraina significa “terra di confine” e, in effetti, questo territorio è da sempre un crocevia di genti e interessi. I fatti drammatici di questi giorni ricordano come tale realtà oscilli ancora tra la sfera d’influenza russa e quella occidentale, in modo simile a quanto avvenne in epoca moderna quando il territorio era conteso tra l’Impero Russo e le potenze europee del tempo. In questa sede, tralasciando il contesto storico generale per entrare più nello specifico, si vuole proporre un focus sulle due regioni ucraine di cui Putin sembra essere ghiotto, ossia il Donbass e la Crimea.
Contesto geografico
Prima di approfondire la storia del Donbass e della Crimea è utile proporre una breve introduzione geografica, così da orientarsi nella grande scacchiere geopolitico. Il Donbass, che prende il nome dalla presenza del fiume Donec, è una regione geografica che si estende nella parte orientale dell’Ucraina e, per una piccola porzione, in Russia. La Crimea, al contrario, è una penisola, nel sud dell’Ucraina, che si affaccia sul Mar Nero, a cui si accede via terra attraverso l’Istmo diPerekop. Sia il Donbass sia la Crimea sono bagnati dal Mar d’Azov che, ad occhio, nella cartina, costituisce la punta settentrionale del Mar Nero, lo specchio d’acqua che divide il territorio ucraino da quello russo. Parliamo, nello specifico, di due realtà molto piccole in confronto agli stati che vi orbitano intorno, eppure ricche di storia, veri e propri corridoi tra il passato ed il nostro presente.
Passato remoto del Donbass
Il nome Donbass fu coniato solo alla fine del XIX sec. d.C. In antichità questa terra era conosciuta come Meozia, dal nome dei suoi abitanti, i Meoti. Si tratta di genti scite, descritte in dettaglio da Erodoto. Queste abitarono la regione fino a quando non furono spinti via dall’avanzare dei Sarmati, a partire dal II sec. a.C., cosa che, in seguito, comportò lo stabilirsi delle genti scite in Crimea. I Sarmati si affermarono nei territori ucraini, di fatto soppiantando gli Sciti, per poi essere schiacciati dagli Unni nel IV sec. d.C. Da questo momento l’area considerata si proietta verso le dinamiche dell’alto medioevo, periodo in cui possono essere rintracciate le origini storiche che legano la Russia all’Ucraina. Vediamo quindi l’arrivo delle popolazioni proto-bulgare e, in particolare, delle genti cazare che, a partire dal VIII sec. d.C. domineranno la gran parte del territorio ucraino sino all’emergere della Rus’ di Kiev.
Passato remoto della Crimea
Mentre gli Sciti s’impossessavano dell’entroterra, la spinta coloniale greca portò allo svilupparsi di molteplici città lungo la costa settentrionale del Mar Nero, in particolare in Crimea. Questa propaggine greca si raccolse, nel V sec. a.C., nel Regno del Bosforo Cimmerio che seppe ritagliarsi un proprio spazio nel mondo almeno fino a quando Mitridate il Grande, Re del Ponto, non ne limitò la fortuna. L’insuccesso di Mitridate traghettò il Bosforo sotto l’influenza romana alla fine del I sec a.C., seppur il regno mantenne una sostanziale indipendenza come stato cliente fino al III sec. d.C. Poi, l’arrivo degli Unni nel IV sec. d.C. decretò la rovina per il Regno del Bosforo. Tuttavia, a differenza del Donbass, la Crimea entrò nel periodo alto medievale sotto l’egida dell’Impero Bizantino che, grossomodo, riuscì a mantenere il controllo della fascia costiera anche quando i Cazari entrarono nella regione nell’VIII sec. d.C.
Donbass e Crimea in età moderna
Dall’epoca medievale, il Donbass e la Crimea seguiranno il binario storico imposto dal sorgere della Rus’ di Kiev, nel IX sec. d.C., e dal formarsi del Khanato dell’Orda d’Oro, nel XIII sec d.C. Il Donbass divenne parte del vasto dominio mongolo che poi venne eroso dal progressivo affermarsi del Principato di Mosca, erede di quella Rus’ di Kiev fatta tracollare tempo prima dall’invasore asiatico. La Crimea, invece, divenne sede del Khanato di Crimea che si prima si emancipò dall’Orda d’Oro per poi darle il colpo di grazia.
In piena età moderna il Donbass assunse il ruolo di roccaforte russa contro l’ingerenza del nemico meridionale che, oltre a compiere costanti razzie, si schierò, nel 1648, dalla parte dei cosacchi che reclamavano la propria indipendenza nel territorio ucraino. Tuttavia, la prova del tempo la vinsero i Russi: i territori cosacchi furono annessi all’impero, così come la Crimea alla fine del XVIII secolo.
All’alba del nostro ieri
Con il tracollo dell’Impero Russo, nel 1917, il territorio ucraino si frammentò: Kiev divenne la capitale della Repubblica Popolare Ucraina, filotedesca; Charkiv la capitale della Repubblica Sovietica Ucraina, bolscevica; il Donbass sarà l’epicentro della Repubblica sovietica di Donetzk-Krivoy Rog; Bachčisaraj sarà la capitale della Repubblica Popolare di Crimea, nata dalle ceneri dell’Impero Russo. Alla fine, l’esito della Prima Guerra Mondiale e del conflitto Russo-Polacco comportò il ritorno dell’Ucraina nella sfera d’influenza russa con l’affermarsi della Repubblica Socialista Ucraina.
Tempo dopo il Donbass subirà la furia dell’invasione nazista che ne decimerà la popolazione, che sarà poi rimpiazzata con genti di origine russa. La Crimea, invece, venne donata all’Ucraina solo nel 1954: un atto simbolico dal momento che il Cremlino manteneva il controllo de facto di questo territorio. Tuttavia, il tracollo dell’Unione Sovietica nel 1990 segnò un punto di svolta: la Russia perdeva per la prima vera volta il Donbass e la Crimea, il proprio accesso al mare per il quale da sempre si era battuta.
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