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NEWS | In arrivo la “Festa Etrusca”, il primo festival archeo-storico a Villa Giulia (RM)

La prima edizione di Festa Etrusca! La storia si racconta si terrà il 25 e il 26 settembre 2021 presso il Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia a Roma.

Festa Etrusca! è una manifestazione culturale dedicata all’archeologia e alla storia, in particolare agli strumenti per la loro divulgazione: dai libri alla rievocazione storica. Si tratta di un’occasione di incontro, divertimento e scambio culturale tra i molteplici operatori del settore (Musei, Università, Centri di ricerca, Case editrici, Società e Cooperative archeologiche, Agenzie specializzate nel Turismo culturale, Associazioni Culturali) e il pubblico dei visitatori.

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Momenti di rievocazione storica a Villa Giulia (RM) – Foto: Federico Rubini – Associazione SUODALES
Informazioni online a breve

Il sito è ancora in allestimento, ma il festival è confermato! A breve saranno disponibili online tutte le informazioni a riguardo. Per il momento è attivo l’indirizzo mail info@festaetrusca.info per soddisfare le richieste dei futuri visitatori.

Rievocazione storica all’interno del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia (RM) – Foto: Federico Rubini – Associazione SUODALES
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NEWS | Rivista fruibile in Biblioteca: ArcheoMe in accordo con Studenti e DiCAM (UNIME)

Donata oggi, 23 marzo 2021, la rivista di ArcheoMe al DiCAM (Dipartimento di Civiltà Antiche e Moderne) dell’Università di Messina. Alle 11:30 il Direttore editoriale di ArcheoMe, il Dott. Francesco Tirrito, e una rappresentanza degli studenti hanno incontrato il Direttore del Dipartimento, il Prof. Giuseppe Giordano. In quest’occasione, dunque, è stato donato il numero di febbraio della rivista al DiCAM.

Dopo l’esperienza in digitale dell’anno appena concluso, la nostra redazione ha prodotto quest’anno una rivista cartacea di divulgazione culturale che, a cadenza bimestrale, tratterà diversi temi: dall’archeologia all’arte, passando per teatro, musica e società… insomma cultura a 360 gradi. Il Prof. Giordano ha preso in consegna la rivista che, nei prossimi giorni, sarà catalogata presso la Biblioteca del DiCAM e fruibile a chiunque volesse approfondire.

Nelle prossime uscite sarà previsto anche uno spazio curato direttamente dagli studenti, con contenuti in esclusiva, bandi e info sulla carriera universitaria e possibili sbocchi lavorativi.

Clicca qui per contattarci per acquistare la rivista.

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Il Dott. Francesco Tirrito consegna la rivista al Prof. Giuseppe Giordano
Il Dott. Francesco Tirrito con una rappresentanza degli studenti del DiCAM
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NEWS | 40 anni di Quark. Il format del “sapere” alla portata di tutti ideato da Piero Angela

Il 18 marzo 1981 l’inconfondibile Aria dalla Suite n. 3 in re maggiore di Johann Sebastian Bach – conosciuta da tutti come Aria sulla quarta corda – interpretata dal celebre gruppo vocale “Swingle Singers”, introduceva, su Rai 1, in seconda serata, la prima puntata di Quark.

Il format pioniere della divulgazione scientifica, ideato e condotto da Piero Angela, compie 40 anni. Una trasmissione a cui va riconosciuto il merito di aver portato nelle case degli italiani – e non solo –  la conoscenza a 360° in una chiave nuova, moderna, con l’utilizzo di animazioni e tecnologie all’avanguardia, accolta però con non poco scetticismo dagli allora vertici Rai. È lo stesso Piero Angela – in una recente intervista per il Corriere della Sera – ad averlo ricordato sottolineando i tanti problemi tecnici che si dovettero affrontare nelle prime fasi della trasmissione. Ordinaria amministrazione per tutto quello che è “nuovo” e incerto ma che è – come nel caso di Quark – destinato a durare. Archiviato infatti lo scetticismo – la prima puntata raggiunse 6 milioni di telespettatori – e superati i problemi tecnici, Quark in poco tempo divenne un appuntamento fisso. Innumerevoli le tematiche affrontate da Angela fino al restyling del 1995 quando cioè Quark diventa Superquark.

Cambia il nome, cambia l’uso della tecnologia, aumenta la durata della trasmissione, ma non il format e soprattutto l’obiettivo: quello cioè di raccontare la scienza e la cultura in una chiave semplice e diretta. Questo il grande merito di Piero Angela che, tra i più importanti giornalisti italiani e non solo – è anche un ottimo pianista di jazz – ha apportato alla televisione italiana tutta. È dalla parola stessa “quark”, presa in prestito dalla fisica e con cui si indicano le subparticelle nucleari (i mattoni più piccoli della materia) che deriva il senso proprio dell’invenzione di Angela: l’obiettivo di “andare a fondo dentro le cose”. Un viaggio caratterizzato da tante novità ed evoluzioni (vedi i tanti spin-off del format) che ha attraversato forse tutto il sapere umano e che rappresenta 40 anni di ricordi di tanti di noi.

Chi non ha mai visto almeno una puntata del programma? E quanti potranno dire di essersi appassionati per la scienza o la storia grazie a quell’appuntamento serale? Auguri a Quark anzi, Superquark, e un sentito grazie dovuto da questa Redazione al maestro del giornalismo e della divulgazione scientifica, Piero Angela.

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STUDENTI | ArcheoMe e studenti del DiCAM realizzano il podcast “Cultural Sound”

È nato il Podcast fatto da studenti per gli studenti. “Cultural Sound” è un progetto voluto da alcuni universitari appassionati al mondo della Cultura, della Storia, del Cinema e della Politica. Il Podcast che si prefigge come obiettivo l’approfondimento di tematiche rilevanti del presente e del passato, da affrontare con spensierata leggerezza.

Per qualsiasi informazione contattare la pagina Instagram “Cultural Sound” o i canali social di ArcheoMe.

 

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NEWS | Riapre il Museo Egizio di Torino con 5 giorni di ingressi gratuiti

Grande riapertura per il Museo Egizio di Torino il 1 Febbraio 2021, il secondo Museo egittologico più importante del mondo dopo quello del Cairo. Grazie al passaggio in zona gialla della regione Piemonte, il Museo seguirà gli orari abituali dal lunedì al venerdì, rispettando le norme sanitarie vigenti. Per l’evento il Direttore Christian Greco ha reso gratuiti i biglietti per i visitatori fino al 5 Febbraio 2021. 

Il pubblico ha accolto con gioia l’offerta, in sole tre ore i biglietti prenotabili erano sold out, lo afferma lo stesso Direttore Greco:

“Questo è il regalo più bello che ci hanno fatto i visitatori, in tre ore abbiamo esaurito i biglietti. Per noi è una festa, siamo felici di tornare a svolgere il nostro servizio essenziale“. 

Il termine essenziale non è una scelta casuale, seguito di un periodo in cui si torna ad apprezzare le visite museali, la necessità della cultura.

Nonostante questo “periodo buio” del mondo culturale, il MET, non si è mai allontanato dal suo scopo, divulgare e far conoscere la grande storia dell’antico Egitto.

Durante i tre mesi di chiusura, numerose sono state le offerte digitali del Museo, tra cui le “Passeggiate con il Direttore”, tramite la pubblicazione di video sui social è stato possibile visitare virtualmente le sale espositive.

Inoltre, ricordiamo il progetto “Quello che gli Egizi non dicono” con delle puntate radiofoniche su RadioOhm, nelle quali i curatori delle collezioni hanno raccontato lo studio dei reperti, le analisi e i restauri.

La lunga chiusura ha reso possibile il procedere delle ricerche, l’allestimento di mostre e il rinnovamento degli spazi espositivi, che saranno ora finalmente visitabili.

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Sala 14b Galleria dei Re, Museo Egizio di Torino.

 

 

 
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NEWS | Progetto DELTA, quando l’archeologia incontra il digitale

Oggi 30 Novembre 2020 si è svolta la conferenza per la presentazione del progetto DELTA e per la comunicazione dei primi risultati.

Oggi 30 novembre 2020, dalle 16:00 alle 18:30, si è tenuto un workshop online  sulla piattaforma Google Meet per presentare il Progetto Delta. Dopo i saluti istituzionali della Prof.ssa Sogliani e del Prof. Roubis, la Prof.ssa Francesca Sogliani ha spiegato nel dettaglio il corso Delta e l’ISP, il programma di studio intensivo DELTA. Successivamente, altri esperti del settore hanno svolto i loro interventi, come da programma. 

Digital Excavation: verso l’apprendimento digitale

Il progetto DELTA ha uno scopo ben preciso: quello di aggiornare, per mezzo di un corso di 4 moduli (“Digital Excavation”), il curriculum degli studenti di archeologia. C’è il tentativo di colmare i gap digitali e di formare gli allievi all’utilizzo di tecniche e approcci innovativi, permettendo così la creazione di nuove conoscenze, abilità e competenze.  Come è stato spiegato dalla Prof.ssa Francesca Sogliani, sarà possibile iscriversi al corso per poter usufruire della Piattaforma DELTA. Le lezioni si avvarranno di metodi di apprendimento integrato: dalla piattaforma digitale a lezioni frontali, da attività sul campo a uno stage finale. Particolarmente interessante risulta il terzo modulo del corso, relativo alle tecniche digitali. La conoscenza di queste per gli archeologi di oggi e di domani è assolutamente fondamentale, per gestire e visualizzare dati digitali.

Le metodologie digitali per l’elaborazione dei dati post scavo

E’ intervenuto poi Carlo Citter, Professore dell’Università di Siena, per parlare dell’utilizzo delle tecniche e delle metodologie digitali per l’elaborazione dei dati post scavo. La sovrapposizione di cartografie diverse consente, infatti, di porre nuove domande sull’ubicazione di alcuni siti. I diversi casi di studio dimostrano  l’esistenza di numerosi metodi e strumenti per reperire più informazioni e elaborare quindi il contesto di un sito, facendo dialogare più fonti diverse e in open source.

 

Il restauro fisico e il restauro virtuale

Segue l’intervento di Max Limoncelli, Professore dell’Università degli studi del Salento. Nella sua presentazione parla del “restauro fisico” e del “restauro virtuale”. Il restauro virtuale, definito restauro elettronico o digitale, rappresenta l’insieme di elaborazioni svolte con l’ausilio della computer graphic bidimensionale o tridimensionale. Questo permette una ricostruzione o un’ipotesi di ricostruzione di un bene artistico o archivistico che non può essere restaurato in modo tradizionale. L’iter metodologico per il restauro virtuale è costituito da sette passaggi: prima c’è il rilievo; poi, si effettuano la rappresentazione, il trattamento, la mappatura, le analisi non invasive della superficie. Infine, si eseguono l’integrazione e la ricostruzione delle superfici.

 

Le tecnologia AR e VR al servizio della divulgazione

L’intervento successivo è stato quello di Michele Scioscia e Sara Lorusso e ha riguardato le tecnologie AR e VR. Gli esperti hanno presentato quattro prodotti, due fatti con l’AR, due con il VR. Inventum Game è il primo videogioco in realtà aumentata (AR) per la valorizzazione e la fruizione del patrimonio storico-artistico. Questo gioco, creato dalla Effenove s.r.l.s, è stato fatto per il progetto CulturaCrea per aumentare la divulgazione attraverso il digitale. Inventum è fruibile nel Parco Archeologico di Venosa, attraverso il semplice smartphone. Un altro progetto con AR è Hold the Hut, un gioco in attesa di release, ma pronto all’uso. Hold the Hut racconta la storia della fondazione delle capanne arcaiche del sito di Serra, a San Chirico Nuovo (PO). Per quanto riguarda il VR, due sono i prodotti per la divulgazione: il Museo multimediale ex Convento di San Domenico di Ferradina e Pietragalla. Il VR è perfetto per questi luoghi della cultura e ricerca; permette infatti di fare un viaggio in ambienti o siti archeologici non facilmente accessibili o in ambienti ormai trasformati dal tempo. 

Open Salapia, per un’archeologia alla portata di tutti

L’ultimo intervento, ma non per importanza, è quello di Roberto Goffredo, riguardante il progetto Open Salapia. La ricerca è inserito all’interno di Progetto Salapia, il progetto di ricerca e scavo archeologico dell’antica città di Salpi, condotto dall’Università di Foggia e dal Davidson College. Open Salapia è un progetto di archeologia pubblica che mira, attraverso una serie di eventi e iniziative, ad attivare un processo di sviluppo locale che favorisca il recupero e la valorizzazione della memoria storica rappresentata dal paesaggio archeologico e naturale della laguna di Salpi. L’obiettivo principale è quello di coinvolgere attivamente i cittadini, renderli partecipi e consapevoli dell’importanza dell’archeologia nel territorio.

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NEWS | Il museo Immaginario Scientifico inaugura la nuova sede a Trieste

Lo scorso sabato 10 Ottobre presso il magazzino 26 del Porto Vecchio di Trieste è stata inaugurata la nuova sede di Immaginario Scientifico, il museo interattivo della scienza e della tecnologia.

PORTO DI TRIESTE - MAGAZZINO 26 | I Luoghi del Cuore - FAI
Trieste, il Magazzino 26 del Porto Vecchio

Nato da un’idea del fisico triestino Paolo Budinich (la primissima esposizione fu a Parigi in occasione della Mostra Imaginaire Scientifique a Parigi nel 1986), il museo aveva aperto le porte ai visitatori per la prima volta nel 1988 come centro didattico e culturale. Con il nome di “Laboratorio dell’Immaginario Scientifico” e con sede nel Palazzo Congressi della Fiera di Trieste, il centro continua fino alla fine degli anni ’90 la sua attività di sperimentazione per una nuova didattica della scienza, ispirandosi all’Exploratorium di San Francisco, primo modello di un nuovo modo di concepire i musei della scienza.

Il nuovo progetto

La nuova sede museale, parte del progetto di riqualificazione del Porto Vecchio di Trieste, è caratterizzata da spazi museali multimediali che si inseriscono armoniosamente nell’edificio che li ospita: un luogo con elementi architettonici, ambienti e atmosfere profondamente legati alla storia e alla cultura della città. Qui trovano spazio apparati interattivi da toccare con mano, per scoprire non solo i fenomeni naturali ma le applicazioni più innovative della scienza e le attività di ricerca degli enti del sistema scientifico di Trieste.

In Porto Vecchio di Trieste il nuovo Immaginario Scientifico Science Centre  | Il Friuli
Il nuovo logo dell’Immaginario Scientifico

Il Museo lavora in partnership con realtà scientifiche di primo piano (AREA Science Park, ELETTRA, ICGEB, ICTP, INAF, INFN, OGS, SISSA, TWAS e Università degli Studi di Trieste) e di aziende di rilievo (ACEGAS APS AMGA gruppo HERA, ILLY, SIAD, SAIPEM, ESTECO e SISSA MEDIALAB), ciascuna delle quali ha collaborato all’ideazione, lo sviluppo e la realizzazione dei contenuti di Scienza e Tecnologia. Il Museo è stato sviluppato inoltre grazie al sostegno della Fondazione Casali, della Fondazione CRTrieste e della Fondazione Pittini. Determinante il sostegno della Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia (2 milioni di euro), del Comune di Trieste e del Ministero dell’Università e della Ricerca.

Inaugurato il nuovo Immaginario Scientifico in Porto Vecchio (VIDEO)
Una delle sale del nuovo museo