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Cultores Artium | Rocca Secca dei Volsci un piccolo Borgo ricco di storia

Rocca Secca dei Volsci è uno dei piccoli comuni nella provincia di Latina che fa parte della Valle dell’Amaseno,  uno dei feudi appartenenti, un tempo, alla grande Contea della famiglia De Ceccano, signori di Ceccano.

Il Borgo Medievale

Il Borgo Medievale di questa città è molto particolare; le case sono dislocate a forma di anello e nella parte più alta è ben visibile il Palazzo Baronale del Principe Massimo, appartenente alla famiglia dei Massimo.

Il palazzo risale al XIV secolo e al suo interno è possibile visionare un antico frantoio, tutt’ora ben conservato, per la molitura delle olive, che veniva azionato dal moto dei cavalli.

Nella cappella privata invece è ben visibile un affresco che raffigura “la Natività” e che viene attribuito alla scuola di Pietro Da Cortona. Nel cortile è anche possibile ammirare una cisterna dove, su un lato, è raffigurata una Meridiana ben visibile da tutte le stanze del primo piano del palazzo.

Di fronte al palazzo si può notare la bellissima chiesa di Santa Maria Assunta in Cielo che rappresenta una piccola ma importante galleria d’arte. Gli affreschi in essa conservati sono opera di Pietro Aquila e Domenico Fiasella, seguace della scuola di Caravaggio. In questa chiesa riposano le spoglie di San Massimo, il protettore della Città.

Tempietto di San Raffaele _ foto dal sito VALLE DELL’AMASENO

Alle porte del centro storico è collocato il tempietto costruito nel 1659 e dedicato a San Raffaele. Esso si presenta come un monoambiente di forma rettangolare con un ampio timpano sporgente. Al suo interno sono conservati pregiati affreschi di Domenico Zampieri, detto il “Domenichino”, che raffigurano la piscina probatica, le nozze di Tobia, Tobia e Tobiolo e la Madonna degli Angeli.

Accanto al tempietto si trova la suggestiva chiesetta di Santa Croce che conserva la reliquia della Croce del Cristo e un crocefisso ligneo.

La storia

La nascita di Rocca Secca dei Volsci è dovuta ad un evento tragico per un altro paese: Privernum, oggi Priverno.

La storia narra, infatti, che la popolazione di Privernum, fuggendo dalla distruzione e dai saccheggiamenti che si stavano compiendo nel paese per opera dei Saraceni, si rifugiò su un colle poco distante chiamato il “Castrum Sanctae Crucis” e sui resti di quella che era un’antica torre di avvistamento romana, costituirono quella che oggi conosciamo come Rocca Secca dei Volsci.

La cittadina fu per molti anni amministrata da famiglie nobili molto importanti per l’epoca; si ricordano in particolar modo le famiglie Frangipane e quella dei De Ceccano, che vantavano già una notevole Contea e che furono possessori del paese nei secoli tra XII e il XIII.

Altre famiglie importanti furono i Carafa e i Massimo, questi ultimi la cedettero ai Gabrielli nel 1762.

Cosa visitare a Rocca Secca dei Volsci

  • La Madonna de gli Cimmorono

Nel mese di Giugno è suggestivo percorrere, assieme ai fedeli, il pellegrinaggio che arriva a ridosso della montagna dove è situata un’icona raffigurante “la Madonna de gli Cimmorono”. 

Si tratta di una tradizione di origine pagana; i fedeli si rivolgevano ad essa per assicurarsi un buon raccolto delle mèssi. Ancora oggi resta una bella tradizione unita al culto verso la Madonna.

Il dipinto è suddiviso in tre parti;  è la più antica opera pittorica della chiesa, risalente al XV-XVI secolo.

Nella parte centrale vi è la rappresentazione della Vergine in trono con in grembo un particolare Gesù Bambino; su un fondo oro si staglia la tunica di colore rosso, con manto azzurro e risvolti verdi.

Nelle tavole ai lati e, in particolar modo, nella parte destra, sono visibili le raffigurazioni di S. Andrea e San Paolo apostolo, mentre in quella di sinistra sono dipinti San Giovanni Evangelista e San Nicola di Bari.

Il quadro era molto adorato anche dagli abitanti dei paesi vicini che si apprestavano a raggiungere la chiesetta per affidarsi alla Madonna nella speranza che Essa potesse intervenire per contrastare le devastanti tracimazioni che il fiume Amaseno spesso arrecava.

 Da visitare sono sicuramente anche:

  • Il Palazzo Baronale Principe Massimo che si trova nel Borgo medievale al cui interno è possibile visitare il Museo dell’Olio e delle tradizioni Popolari;

 

Museo dell’Olio _ Palazzo Baronale dei Conti Massimo.
Foto dal sito VALLE DELL’AMASENO

 

  • La chiesa di Santa Maria Assunta in cielo e i suoi preziosi affreschi;
  • Il tempietto di San Raffaele con le opere del Domenichino;
  • La chiesetta della Madonna della Pace in stile neoclassico 

Piatti tipici

A Rocca Secca dei Volsci si svolge una sagra molto particolare: “la sagra della Capra”. Oltre ad essere un evento culinario molto apprezzato rappresenta, soprattutto, l’evento simbolo di questa cittadina che da sempre si contraddistingue per l’allevamento degli ovini. Durante questa sagra vengono organizzate mostre, convegni e spettacoli di ogni genere.

La cucina di Rocca Secca si contraddistingue per l’uso di prodotti semplici ma di ottima qualità come l’olio prodotto in zona,  la “marzolina”, ovvero il formaggio tipico di pecora e i “cecapreti”, piatto composto da acqua e farina prodotto a mano dalle signore del paese. E’ possibile, inoltre, trovare pietanze come gli “stracci”, sfoglia di pasta, ragù e formaggio pecorino e il “canescione” una tipica pasta di pane che viene farcita con ricotta fresca.

Anche Rocca Secca dei Volsci rientra nell’offerta di promozione turistica di Cultores Artium che vuole ricostruire un percorso turistico sui territori che un tempo furono parte della Contea De Ceccano. 

Per questo vi invitiamo a consultare le nostre pagine Facebook ed Instangram o rivolgervi direttamente a noi all’indirizzo e-mail: cultores.artium@gmail.com per eventuali visite o per conoscere in maniera più approfondita la bellezza di questa città.

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CULTORES ARTIUM | Carpineto Romano uno dei Borghi della Contea De Ceccano

CARPINETO ROMANO

 

Carpineto Romano sorge in una piccola vallata al centro dei Monti Lepini e si trova a ottocento metri d’altezza; da questo luogo è, ancora oggi, possibile accedere al tratto che conduce alla via “Francigena del Sud”, che collegava Roma e Brindisi ed era percorsa principalmente dai pellegrini che desideravano arrivare fin lì per poter raggiungere l’imbarco per la Terra Santa.

La Storia 

Carpineto Romano era uno di quei Borghi che un tempo facevano parte della grande contea dei De Ceccano: in epoca medievale, infatti, apparteneva ai conti di Ceccano e, grazie a costoro, la città assunse un ruolo di notevole importanza e crescita sotto tutti fronti. Da qui, il borgo si sviluppò anche in due aree distinte, dammonte e dabballe.

Secondo alcuni storici, la città sorgerebbe nell’area in cui si trovava l’antica città volsca di Ecetra. Oggi è, invece, un bellissimo borgo in provincia di Roma, ricco di storia, arte e cultura.

Il Borgo conserva una storia antica come i popoli che l’abitarono. Nel territorio è possibile notare, ancora oggi, tracce di insediamenti sia preromani che romani; il borgo medievale, tuttavia, ebbe origine tra l’VIII e il IX secolo.

Esso fu sotto il dominio del Papa che ne aveva il totale controllo attraverso la gestione curata dall’autorità dei canonici lateranensi e il suo potere durò fino al 1077, anno in cui  l’abitato fu affittato alla potente famiglia De Ceccano, già Conti di Ceccano.

Particolare della fontana all’esterno della Chiesa di Sant’Agostino con lo stemma del Rione che è simile a quello dei Conti De Ceccano.

Del periodo storico medievale e del legame con i conti di Ceccano restano numerose testimonianze e, in particolare, è nella meravigliosa chiesa di Sant’Agostino che restano vive tali tracce: osservando, infatti, il portale esterno di questa chiesa, è possibile ammirare lo stemma del cardinale Annibaldo De Ceccano.

Chiesa di Sant’Agostino nell’omonimo Rione con il richiamo nello stemma ai   dei Conti de Ceccano,

Un’altra traccia evidente è legata  al “Palio della carriera”, evento molto atteso e sentito che coinvolge tutti i rioni della città; in tale occasione, durante la sfilata dei Rioni, si può notare come il rione di Sant’Agostino porti fiero, ancora oggi,  lo stemma del cardinale, ricordando un antico legame.

Nel 1299, Carpineto fu acquistata dai Conti Caetani: si trattava di una famiglia molto potente, legata a papa Bonifacio VIII, loro diretto familiare.

Nel 1323, Ceccano tornò di nuovo in possesso avendo costoro risolto questioni ereditarie, che ne avevano comportato la temporanea perdita. Nel XVI secolo, questa famiglia, tuttavia, si estinse e di conseguenza, la città fu gestita per trent’anni da un commissario, che diede alla cittadinanza il titolo di “Statuta et Ordinationes”.

Nel 1589 il borgo venne acquistato  dalla famiglia del cardinale Pietro Aldobrandini che, insieme alla sorella Olimpia, lo rese un modello di “bello stato”, generandovi tanto benessere. Con essi, il borgo acquisì anche il titolo di “Ducato”, vedendo la nascita di importanti costruzioni, come la fondazione del Convento e la chiesa francescana di San Pietro Apostolo. Carpineto Romano divenne, così, un importante centro culturale, arricchendosi anche di personaggi illustri come il mistico San Carlo da Sezze.

Gli Aldobrandini furono l’ultima famiglia in possesso della città e il loro potere durò fino alla generale soppressione dei feudi, avvenuta nel 1816.

Durante il periodo dell’invasione napoleonica e fino al 1825, la città subì molti attacchi, specie all’epoca del brigantaggio.

Carpineto Romano città nativa di Papa Leone XIII

Di Carpineto Romano è considerevole ricordare, soprattutto, che essa sia stata la città natale di Papa Leone XIII, all’anagrafe Gioacchino Vincenzo Pecci (1878-1903), nato proprio nel palazzo di famiglia, il Palazzo Pecci, aperto oggi al pubblico per le visite. Papa Leone XIII è conosciuto come colui che scrisse l’enciclica sociale “Rerum Novarum” e fu anche il primo Papa della storia a essere filmato. Durante il suo pontificato, la città si abbellì di chiese meravigliose, di fontane pubbliche, di un ospedale, di scuole.

Cosa vedere a Carpineto Romano

  • La chiesa di Sant’Agostino con il suo convento;
  • Palazzo Pecci, casa natale di Papa Leone XIII e il Museo i cimeli di Papa Leone XIII dove poter trovare appunto oggetti realmente usati dal Pontefice;
  • Palazzo Aldobrandini che oggi è la sede del Museo la Reggia dei Volsci.

Eventi da non perdere:

Il Palio della Carriera è l’evento è più seguito e atteso di questo Borgo.

Il Palio rievoca il periodo storico in cui la città era governata dagli Aldobrandini, sotto il ducato di donna Olimpia. Sono stati riportati alla luce anche le consuetudini di quel tempo, come l’abbinamento di cavalli e cavalieri dei sette rioni storici. Suggestiva è l’offerta dei ceri alla vigilia della festa del Santo Patrono della città, Sant’Agostino (27 Agosto) nella colleggiata. Questo Palio non è soltanto una rievocazione storica, ma un momento di forte aggregazione in cui vengono esposte mostre, rappresentazioni, prodotti di artigianato e percorsi enogastronomici.

Carpineto Romano è conosciuta anche per le Castagne che, nel periodo che va da ottobre a novembre, sono le protagoniste della seguita “Sagra della Callarrosta”, un evento culinario molto apprezzato.

Prodotti Tipici

La “Ciammella Carpinetana”

Uno dei prodotti tipici di Carpineto è, sicuramente, la Ciambella Carpinetana, la cosiddetta “Ciammella”. La Ciammella Carpinetana ha, anch’essa, origini antiche e una leggenda popolare vuole che Papa Leone XIII amasse questo cibo tanto da consumarlo perfino a colazione; pare, inoltre, che, qualora si trovasse lontano dalla sua terra natia, per poter assaporare i prodotti che questa offre ancora oggi, vi inviasse uomini di fiducia a fare scorta di una simile prelibatezza.

La famosa “Ciammella” Carpinetana

Altro prodotto tipico di questa città sono i Giglietti, tipico prodotto da forno; assai apprezzate sono anche le Castagne di Carpineto e il tartufo nero pregiato, vere eccellenze culinarie.

 

Carpineto Romano, essendo parte della grande Contea de Ceccano, è uno dei luoghi che rientrano nel lavoro di promozione territoriale dell’Associazione Cultores Artium. E’ sempre piacevole ripercorrere i vicoli del borgo, ricchi di storia, dove il tempo sembra essersi fermato. E’ un onore, inoltre, per noi di Cultores Artium accompagnare i visitatori in questa meravigliosa passeggiata culturale.

Per info e prenotazioni consultare la pagina Facebook Cultores Artium o scrivete alla mail: cultores.artium@gmail.com