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NEWS | Ebla e gli archivi storici nella Siria del III millennio a.C.

Il nome di Ebla è entrato nella storia dell’archeologia orientale quando, nel 1975, undici anni dopo l’inizio degli scavi nel sito di Tell Mardikh, l’archeologo Paolo Matthiae e il suo team portarono alla luce i resti degli Archivi della antica città siriana, situata a circa 60 km a sud-ovest di Aleppo, nella Siria settentrionale.

La scoperta di migliaia di tavolette cuneiformi, risalenti agli anni compresi tra il 2350 e il 2300 a.C., stupì il mondo scientifico internazionale, colpendo fortemente l’opinione pubblica mondiale. Queste tavolette costituiscono un patrimonio inestimabile di informazioni sulla struttura economica, le relazioni internazionali, le credenze religiose, l’amministrazione statale e la cultura letteraria della antica città di Ebla.

La professoressa Maria Giovanna Biga – docente di Storia e Religioni del Vicino Oriente Antico all’Università di Roma La Sapienza – terrà una conferenza online dal titolo Ebla 1975-2020: gli studi eblaiti 45 anni dopo la scoperta del Grande Archivio. La conferenza potrà essere seguita attraverso la piattaforma Google Meet a questo link, martedì 24 novembre dalle 13 alle 14.30.

Storica, filologa e orientalista, Maria Giovanna Biga è specialista di scrittura cuneiforme e delle lingue sumerica, accadica ed eblaita. Ha contribuito negli anni al notevole lavoro filologico di ricostruzione dei testi eblaiti insieme ad altri studiosi.

Dalle tavolette in argilla al database virtuale

Recentemente è stato sviluppato un progetto di digitalizzazione di questi antichi testi con gli Ebla Digital Archives (EbDA), database in cui sono conservati e digitalizzati i testi degli archivi eblaiti.

ebla digital archives
Foto del sito di Tell Mardikh, antica Ebla, vista dall’alto (da http://ebda.cnr.it)

Basato su una partnership con la Missione Archeologica di Ebla, il progetto mira a fornire un’edizione digitale dell’intero corpus di testi di Ebla. Esso comprende tutti i documenti pubblicati finora nella collana ARET (“Archivi Reali di Ebla – Testi”) e in altre monografie e riviste.

Il progetto degli Archivi Digitali di Ebla fornisce a studiosi e studenti uno strumento di ricerca facile da usare per lo studio dei testi eblaiti. Gli utenti possono consultare i documenti individualmente o interrogare il database in modo semplice, grazie alla rappresentazione digitale dei documenti cuneiformi. Una bibliografia ampia, ricercabile e aggiornata di tutto il materiale pubblicato finora, completa la piattaforma.

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NEWS | Van Gogh, online il più grande database delle sue opere

Così come era accaduto nella scorsa primavera, durante il lockdown, i musei si ingegnano per continuare la loro missione divulgativa. L’arte ritorna dunque a colorare le nostre giornate chiuse in casa.

In questo contesto si colloca il database contenente le opere di Vincent van Gogh.

Ramo di mandorlo fiorito (1890)
Van Gogh Worldwide

La collaborazione tra due grandi musei olandesi, il Kröller-Müller Museum di Otterlo e il Van Gogh Museum di Amsterdam, ha prodotto la realizzazione della raccolta di opere del pittore post-impressionista.

Il database, dal nome Van Gogh Worldwide, raccoglie attualmente un migliaio di opere di altissima qualità. Si tratta di un progetto dal profilo scientifico elevato, comprendente, per ogni opera, informazioni tecniche e storico-artistiche come: materiali, dimensioni, datazione, collocazione, eventuali danni e restauri subiti…

Sul sito sono attualmente presenti 338 dipinti, 732 disegni e 39 stampe, per un totale di 1109 opere tutte fruibili in HD con un semplice click.

La raccolta non si focalizza su un unico periodo di produzione dell’artista. Comprende, dunque, i dipinti e disegni incentrati sulla classe operaria, realizzati nella sua prima fase produttiva, e i successivi paesaggi, più espressivi e suggestivi.

La vigna rossa (1888)

Il database attualmente raccoglie le opere dei due musei fondatori del progetto. Tuttavia, l’obiettivo sarà quello di inserire tutte le opere di van Gogh (sono circa 2000 le opere note) in una seconda fase, prevista per il 2021. Le opere da mappare e inserire proverranno da ogni parte del mondo, da diversi musei internazionali, anche per tener fede al titolo del progetto e realizzare un database che sia il più completo possibile.