Salvador Dalì, quando il sogno incontrò l’arte
L’evento
Salvador Dalì moriva il 23 gennaio 1989, nella sua città natale di Figueres, in Spagna. Egli viene ricordato per la sua personalità abbastanza eccentrica, per il suo modo di fare e di vestire, nonché per essere il rappresentante dell’avanguardia surrealista in ambito artistico.
La giovinezza di Dalì
Salvator Domingo Felipe Jacinto Dalì nacque a Figueres, dopo la morte prematura del fratello maggiore, verso cui si sentì sempre in colpa. L’artista passò la sua infanzia nella campagna spagnola e fin da ragazzo dimostrò il suo talento e la sua passione per l’arte; all’inizio, i suoi soggetti erano contadini e pescatori, poi ci fu una svolta. Nel 1920 conobbe a Parigi Pablo Picasso, René Magritte e Joan Mirò, artisti già affermati. Si iscrisse all’Accademia delle belle arti a Madrid nel 1921 e nello stesso periodo subì anche l’influenza dei futuristi italiani. Durante la sua carriera, collaborò con figure di spicco, come Coco Chanel, per cui realizzò dei disegni, e Alfred Hitchcock, con cui lavorò alle sequenze del film Spellbound. Lui stesso nel 1929 fece un film con Luis Buñuel, Un chien andalou (Un cavallo andaluso).
Periodo surrealista
Egli ebbe modo di conoscere Sigmund Freud, che lo influenzò nella sua visione artistica. Il 1929 segnò la sua unione al gruppo surrealista, voluta da Mirò, e nel 1931 vide la luce l’opera che lo consacrò: La persistenza della memoria. Quest’opera rappresenta lo spirito del Surrealismo e il manifesto artistico di Dalì. La persistenza incarna i temi surrealisti come il sogno, l’irrazionale e l’inconscio. I Surrealisti ritenevano che la propria arte fosse spinta dall’automatismo psichico. Dalì definiva il suo stile paranoico-critico, giacché nelle sue opere si trovano le trasposizioni razionalizzate dei suoi deliri e della parte più nascosta dell’Io: l’inconscio. Nella Persistenza compaiono la paura del tempo che scorre e la relatività di questo, rappresentati con degli orologi di dimensione diversa. Altre opere che si ricordano sono: Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una melagrana un attimo prima del risveglio (1944), Tentazioni di Sant’Antonio (1946), Gli elefanti (1948).
Anni successivi
In poco tempo, l’artista divenne noto a livello mondiale grazie anche alle mostre surrealiste negli Stati Uniti. Nel 1936, Dalì espose la sua prima mostra al Museum of Modern Art. Tuttavia, André Breton, il fondatore del gruppo surrealista, lo espulse poiché il pittore si rifiutò di prendere posizioni politiche, dato che non voleva che influenzassero la sua arte. Dalì dipinse persino dei quadri che ritraevano Hitler (L’enigma di Hitler e la Metamorfosi di Hitler) e ciò non poté andare a genio a Breton, anti-nazista e di sinistra. Un cambiamento artistico si verificò quando l’artista si riavvicinò al cattolicesimo e soprattutto dopo la Seconda Guerra Mondiale; inoltre, aderì al cosiddetto “misticismo nucleare”. Galatea delle sfere (1952) è un esempio di tale periodo.
Ultimi anni
Dopo essersi trasferito in America durante gli anni della guerra, tornò in Europa a Figueres. Qui visse ritirato nel suo castello, ad affrontare la malattia; nel 1963 dipinse il Ritratto di mio fratello morto. Negli ultimi anni, sperimentò il lutto per la perdita della moglie Gala, la sua musa. Salvador Dalì morì il 23 gennaio 1989 a 85 anni.
L’importanza di Dalì
Dalì rivoluzionò a suo modo l’arte, rendendola libera da ogni tecnicismo e classicismo e portando l’inconscio, il sogno e la follia nell’arte. Quello che non avrebbe avuto senso, con il Surrealismo di Dalì lo ottenne. La sua notorietà è dovuta anche al suo stile particolare; ancora oggi viene ricordato per i suoi baffi. Nel 2017 divenne il simbolo di una serie tv spagnola: La casa de papel.