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NEWS | Festival Internazionale del Libro Taobuk: stage, campus e tirocini per studenti Unime

Sono state presentate in diretta FB, sulla pagina ufficiale dell’Ateneo peloritano, le iniziative della X edizione del Festival Internazionale del libro Taobuk per gli studenti Unime. La diretta – che ha raggiunto la quota di circa 5 mila visualizzazioni – è stata trasmessa anche sulla pagina del Festival. All’incontro, dopo i saluti del Rettore, prof. Salvatore Cuzzocrea e del Prorettore ai Servizi agli studenti, prof.ssa Roberta Salomone, è intervenuto anche il Direttore esecutivo Taobuk, dott. Alfio Bonaccorso.
Nel corso della diretta, introdotta e moderata dal prof. Francesco Pira, Delegato alla Comunicazione, sono state illustrate le attività del campus e degli stage nelle quali saranno coinvolti gli studenti che decideranno di parteciapare. Le collaborazioni col Festival ogni anno si rivelano un efficace laboratorio per ragazzi con diversi background universitari ma con la medesima voglia di cimentarsi con un grande evento culturale internazionale. Grazie all’accordo gli studenti Unime avranno l’opportunità di effettuare stage formativi nell’ambito del Festival letterario internazionale di Taormina. L’Associazione, inoltre, attiverà un Campus che permetterà loro di partecipare a svariate attività: assistenza all’interno del Festival a scrittori e giornalisti, possibilità di assistere e di essere protagonisti di incontri con scrittori, giornalisti e attori e attività di guida all’interno del percorso letterario e cinematografico denominato Taormina Cult, curato da Taormina Book Festival. Da quest’anno, inoltre, il Festival provvederà alla copertura delle spese di ospitalità per gli studenti universitari che seguiranno gli eventi Taobuk. Una sinergia, quella tra l’Università e il Taormina International Book Festival, che ha permesso, già da molti anni, la partecipazione di studenti dell’Ateneo che si sono impegnati a stretto contatto con la direzione artistica e la segreteria organizzativa del Festival. La X edizione di Taobuk si svolgerà dal 1 al 5 Ottobre 2020 nel corso di cinque intense giornate in cui la letteratura incontrerà il cinema, l’arte, l’attualità, la musica e la cultura enogastronomica.
La serata di gala Taobuk Award sarà la chiave di volta di un ricco programma che, nell’arco di cinque giornate vedrà susseguirsi oltre 50 eventi, con un ritmo serrato dal mattino alla sera, coinvolgendo 10 sedi del centro storico di Taormina, e un parterre di 100 autori ospiti provenienti da quindici diversi Paesi.

Per poter accedere alle selezioni i volontari dovranno registrarsi attraverso un form disponibile online sul [ https://www.taobuk.it/unisciti-a-taobuk/ | sito del Festival ] . Colloqui one-to-one tenuti dall’organizzazione di Taobuk completeranno la selezione in base alle figure richieste, valorizzando le inclinazioni di ciascuno. Grazie ad un protocollo d’intesa stretto tra il Festival e l’Ateneo, agli studenti sarà data inoltre la possibilità di far valere la propria esperienza a Taobuk con un riconoscimento di crediti formativi universitari.

“Abbiamo creduto da sempre al rapporto UniMe-Taobuk – ha commentato il Rettore – e abbiamo aumentato quella che è la durata del nostro accordo di collaborazione. Si tratta di una sinergia importante che prosegue in un momento contraddistinto da questa pandemia che ha modificato e condizionato il nostro modo di vivere. Cerchiamo sempre di fare di più, con grandi sforzi, senza abbassare mai la guardia. Organizzeremo molte iniziative attraverso i nostri canali e questo Festival ne è un esempio. Speriamo di arrivare presto alla normalità, ma intanto ci siamo per i nostri studenti e lo facciamo con Taobuk che nel tempo ha regalato molte opportunità e molto spazio ai nostri giovani. Stiamo allestendo ben 150 aule che presto saranno disponibili per altre iniziative a beneficio dei nostri studenti”.

“Accanto elle tradizionali missioni universitarie che tutti conoscono – ha aggiunto la prof.ssa Salomone – e, cioè, didattica e ricerca, vi è anche quella di consolidare collaborazioni con varie organizzazioni che operano nel territorio, per promuovere sviluppo sociale, economico e culturale. Ciò avviene in un connubio perfetto fra l’Università di Messina e Taobuk, ormai consolidatosi come uno dei più importanti Festival letterari di respiro internazionale. Durante l’evento, talenti provenienti da tutto il mondo sono protagonisti di dibattiti e confronti, ma oltre a tutto questo i nostri studenti hanno l’opportunità di esplorare un contesto accattivante svolgendo importanti attività, fra cui quella d’orientamento. Il percorso di collaborazione ha una valenza importantissima per noi e siamo ben lieti di proseguirlo”.

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NEWS | “Colloquio di ricerca”, UNIME e UNICT: unità di intenti per la cultura

“Non dobbiamo più essere il paese dello zero a zero: soltanto se lavoriamo insieme senza protagonismi e veti reciproci potremo cercare di invertire la tendenza che da decenni, ormai, ci vede penalizzati. Le università, gli enti di ricerca, le istituzioni locali siamo obbligati a lavorare insieme, sapendo che la risposta della gente alle proposte culturali c’è ed è grande, perché grande è la sete di cultura”.

Ha fatto ricorso a una eloquentissima metafora calcistica il rettore dell’Università degli Studi di Catania Francesco Priolo, aprendo gli interventi della tavola rotonda su “Politiche culturali, università e meridione” che si è tenuta venerdì pomeriggio nell’aula magna del Monastero dei Benedettini.

Gli ospiti

Al suo fianco il rettore dell’Università degli Studi di Messina Salvatore Cuzzocrea, il componente del Consiglio superiore dei Beni culturali Daniele Malfitana, la direttrice del Polo museale del Lazio Edith Gabrielli e il docente di ingegneria gestionale all’Università di Pisa Andrea Bonaccorsi, componente dell’advisory board del dipartimento di Scienze umanistiche catanese, in quello che è stato il momento di chiusura del periodico “Colloquio di ricerca” che ogni anno chiama a raccolta per un confronto serrato tutti i docenti e ricercatori che operano al Monastero dei Benedettini.

Il “Colloquio di ricerca”

Il “Colloquio” è pensato infatti come un’occasione di conoscenza, di dialogo e di confronto e intende dare testimonianza della vivace comunità di ricerca che lavora, studia e insegna all’interno del Disum. “Un’iniziativa che andrebbe adottata anche in altri dipartimenti – ha osservato il rettore – perché non si tratta soltanto di un seminario scientifico a più voci, ma qui si ragiona sull’impatto culturale degli atenei nel territorio e nella società. L’opinione pubblica, la gente, le famiglie devono avere ben chiaro che le università creano cultura, oltre che erogare formazione. E ogni volta che la politica ‘taglia’ i fondi per gli atenei, chi perde non sono i professori, ma l’intera società”.

Unità di intenti tra UNIME e UNICT

L’appello del rettore etneo è stato sposato dal collega messinese, che ha assicurato collaborazione e unità d’intenti: “Noi università dobbiamo certamente fare un esame di coscienza, ma partiamo dal fatto che appariamo molto peggio di quello che siamo in realtà: abbiamo docenti bravi, ricercatori bravi, studenti bravissimi, ma l’immagine che si ha di noi, in particolare al sud, è pessima – ha riflettuto Cuzzocrea -. Il mondo oggi ci chiede altro, e dobbiamo saper comprenderlo. Ma dobbiamo capire anche che non spetta a noi creare posti di lavoro: gli atenei devono formare le generazioni del domani, quindi chiediamo fondi e risorse per gli spin off e per investire sui ricercatori brillanti”.

“Fondamentale il dialogo con le Università”

Questi gli aspetti legati al mondo universitario che si sono incrociati in questa occasione con la riflessione sul ‘valore’ dei saperi umanistici, nella disamina del prof. Bonaccorsi, e sull’innovazione nella gestione dei beni culturali, ‘declinata’ da Gabrielli e Malfitana. “Un museo, una fondazione, un edificio storico – ha detto la storica dell’arte e museologa romana -, devono produrre cultura innanzitutto per chi vi abita vicino, prima ancora che per i potenziali turisti. In quest’ottica, ben venga l’utilizzo delle nuove tecnologie di fruizione, ma soprattutto occorre una corretta gestione in grado di interloquire con gli enti locali e le strutture di ricerca accademiche”. “L’investimento in saperi umanistici crea valore – ha assicurato il direttore dell’Ibam Cnr etneo Daniele Malfitana -, ma chi si occupa di beni culturali deve riuscire a varcare la soglia del fare impresa: alla cultura servono buoni ricercatori e soprattutto ottimi imprenditori, nel solco di un’unica filiera che finalmente comprenda l’educazione, la ricerca, la tutela, la valorizzazione, la comunicazione e l’innovazione. Ecco perché è fondamentale il dialogo con le università e urgentissimo riprendere le fila di un accordo quadro tra i due ministeri dell’Istruzione e dei Beni culturali sottoscritto nel 2015 ma rimasto una scatola vuota”.